Archivi categoria: pipponi 2007

accaparramenti

Lo sciopero degli autotrasportatori ha mostrato ancora una volta come funziona la mentalità italiana.
Non voglio parlare del fatto che il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè sia deputato di Forza Italia oltre che sottosegretario ai trasporti nella scorsa legislatura: al limite potrei celiare sul fatto che un appartente a un partito sedicente liberista si lamenti della concorrenza dei camionisti dell’Est, ma non ne vale la pena.
Non voglio nemmeno parlare della filosofia “just in time” che la Fiat ha adottato da vari lustri, che probabilmente fa risparmiare qualche soldo azzerando i magazzini ma ha come risultato che dopo due giorni di blocco gli stabilimenti devono chiudere per mancanza di materie prime – non certo roba deperibile.
No, quello di cui voglio parlare sono le code ai benzinai, e va ancora bene che non ci sia stato l’accaparramento dello zucchero come a fine 1990 per la paura della guerra del Golfo. Non sono ancora riuscito a capire quale sia il motivo principale della corsa all’accaparramento: se c’è una paura atavica di rimanere senza potere usare la propria automobile, se sono i telegiornali a iniziare a raccontare delle code ai distributori e a far partire così l’effetto valanga nel popolo bue, o perché c’è un riflesso pavloviano indipendente da tutto questo. È chiaro che quella della penuria di benzina diventa così una profezia che si autoavvera: le scorte che normalmente sarebbero tranquillamente bastate per una settimana diventano immediatamente insufficienti, e chi si trova casualmente quasi a secco e ha bisogno dell’auto è costretto a mettersi in coda anche lui, e probabilmente a smadonnare. Se devo dirla tutta, però, mi sembra proprio che questa sia la perfetta metafora che rappresenta gli italiani: popolo di santi, poeti, navigatori, allenatori della Nazionale e sgomitanti per essere in prima fila.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-13 11:32

Il potere per Silvio

Se non avete nulla di meglio da fare, andate a leggere questa pronintervista a Berlusconi, e soffermatevi sul virgolettato all’interno del penultimo paragrafo («Potere? Solo il duce lo aveva»). Se c’era ancora qualcuno che non era certo di come Silvio intenda il potere, adesso non dovrebbe avere più dubbi.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-12 10:29

croci e specchi

Quando l’ho sentito dire stamattina nella rassegna stampa di Radiopop non volevo crederci: e invece sembra proprio vero. Due settimane fa l’Inter è andata a giocare in Turchia ha giocato con la squadra turca del Fenerbahçe per la Champions League, e ha usato una maglia più o meno storica per ricordare i cent’anni della fondazione della squadra. La maglia è bianca, con una croce rossa davanti, e per l’appunto è molto milanese. Un avvocato turco, però, ha presentato ricorso all’Uefa perché tolga la vittoria all’Inter. Motivo? la maglia ricorderebbe il simbolo dei Templari, e quindi avrebbe manifestato «una forma esplicita di superiorità razzista di una religione». Me li vedo proprio, quei poveri calciatori turchi che hanno tremato per tutto il tempo della partita pensando alle cosacce che gli avrebbero fatto gli avversari (a proposito: Materazzi giocava?), e immagino già la prossima campagna contro gli sporchi swizzeri che osano avere una croce nella loro bandiera nazionale. Certo che pur di cancellare una sconfitta ci si riesce ad arrampicare ovunque.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-11 11:44

tassinari

Uolter Weltroni sarà sicuramente felicissimo del GAR (Grande Accordo Ridicolo) siglato con i tassisti romani. A fronte di cinquecento nuove licenze (che verranno diluite in due tranches, sembra quasi di vedere il centellinamento degli aumenti con il contratto collettivo di lavoro) i tassisti non solo si beccano un 18% di aumento, ma si inventano ad esempio il “supplemento Stazione Termini”, due euro solo perché uno è voluto arrivare in treno. Non parliamo poi della istituzionalizzazione del “pizzo radiotaxi”. Come ben sa chiunque prenoti un taxi al mattino presto, il simpatico tassista arriva almeno cinque minuti prima dell’orario previsto, e intanto il tassametro corre, corre… Adesso che si fa? «il veicolo arriverà con una cifra fissa a seconda del numero di minuti trascorsi dalla sua partenza. Sotto i 5 minuti si pagheranno 2 euro, tra 5 e 10 minuti 4 euro e oltre 10 minuti si pagheranno 10 euro.» Scommetto in un proliferare di percorsi iniziali superiori ai 10 minuti… invece che fare la cosa più corretta, che sarebbe stata fare per i clienti abituali il pagamento della “bandiera” già alla prenotazione, per assicurare il tassista che la chiamata effettivamente c’è e non deve fare una corsa a vuoto. Certo, sono anche stati previsti «sconti per le donne che usano il taxi tra le 21 e l’una di notte e per le corse verso gli ospedali»: immagino quanti andranno all’ospedale e si accorgeranno che sta girando la tariffa scontata. Devo insomma dare atto ai tassisti romani che sono stati assolutamente bravi a portare avanti i propri interessi.
Noticina finale: secondo Rep., Vartere avrebbe detto che dal decreto Bersani il numero di licenze è cresciuto di duemila unità, pari al 35%. Per il Corsera è solo il 30%, ma la differenza non è così importante. Quello che è importante è che tutto questo casino è stato fatto per un aumento del numero di licenze dell’8%, diviso in due parti. Un vero successone.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-10 21:48

Decamerdon

(il titolo è quel che è, lo ammetto. Non è che si possa sempre riuscire a tirar fuori chissà che)
Ogni tanto parlo anch’io di quello che parlano tutti, cioè della cacciata di Luttazzi da La7. Premetto che qua troverete ancora meno verità del solito, ma solo pensieri sparsi.
La frase ufficiale per cui è scattata la censura la si può sentire qua. Anch’io sono della scuola che pensa che in realtà c’era la paura di quanto avrebbe detto nella puntata che non ci sarà e che sarebbe stata dedicata all’ultima enciclica papale: altrimenti non si spiegherebbe perché il blocco sia scattato dopo la trasmissione della replica e lasciando ancora il podcast sul sito. O forse nella tv della mia azienda non sono dei fulmini di guerra. Nemmeno la storia degli ascolti è poi così importante: non erano altissimi, ma comunque stavano sopra il risultato medio dell’emittente.
Detto questo, ormai sono dell’idea che Luttazzi sia una persona molto intelligente, ma non sia (più) un comico. Quando facevo improvvisazione teatrale, sapevo perfettamente che il modo più semplice per prendere il voto del pubblico era infilare da qualche parte in quello che si diceva un po’ di “cazzoculofigatette”, anche se non c’entrava nulla con la scena che si stava recitando. La coprofilia di Luttazzi oramai è nota a tutti, compresi i dirigenti de La7; se non ti piace, basta non guardarlo – e infatti io non lo guardo – ma non puoi venire a dire che lasci piena libertà e poi usarla come scusa per farlo fuori.
Mah: magari bisognerebbe proporre a Luttazzi un programma dove non fa il “comico” ma l’opinionista. Ci si guadagnerebbe parecchio.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-10 14:13

Formigorwell

Oggi sul Corsera c’è un’intervista a Formigoni. Il Governatore della Lombardia si lamenta perché Celentano ha detto che Milano è diventata una città brutta. Questi sono gusti personali: è una delle rare volte in cui sono d’accordo con il Pausista, ma il tutto non varrebbe certo la pena di dedicarci anche solo una notiziola.
Però ci sono cose che non posso lasciar passare sotto silenzio. A un certo punto, c’è questo scambio di battute:
– Della futura sede della Regione Celentano ha parlato come di un mostro.
«Ecco, questo non lo capisco. Ovviamente, i gusti sono gusti. Ma non possono far dimenticare realtà evidenti, sotto gli occhi di tutti».
– Di che cosa sta parlando?
«Quella dove sta sorgendo l'”Altra sede” della Regione, è stata per quarant’anni una vergogna di Milano. Un’area abbandonata, ancora con le macerie della guerra. Per recuperarla, abbiamo fatto un concorso internazionale, a cui hanno partecipato 98 tra i progettisti più prestigiosi del mondo. Quell’area prima piaceva di più? Non so davvero che dire».
Io abito a seicento metri dal luogo dove sta sorgendo l'”Altra sede” della Regione, e quindi so fin troppo bene cosa c’era prima – non posso garantire per quarant’anni, ma comunque per alcuni anni sì. Non c’erano affatto macerie di guerra, ma il Bosco di Gioia, un ex-vivaio che era diventato un bel boschetto e che era un tocco di bellezza nella città… senza contare che era stato lasciato in eredità all’Ospedale Maggiore, perché fosse destinato a scopi umanitari: qualcuno mi dovrebbe spiegare l'”umanità” del Pirellone 2 – la vendetta. In effetti, è a un paio di centinaia di metri da lì c’era “un’area abbandonata”, anche se non so se “ancora con le macerie della guerra”: le ex-Varesine, dietro Porta Garibaldi. Però quello non era il posto giusto per fare l’Altra Sede: si sarebbero persi tutti i lucrosi quattrini sborsati dai costruttori per farci su schiere di palazzi da uffici che si aggiungeranno a quelli sfitti nella zona.
Ma si sa, la memoria della gente è così labile che non occorre nemmeno la Neolingua per far credere di essere dei benefattori dell’urbanistica.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-10 10:55

il marketing di Red Bull

Forse avete sentito della storia del sacerdote che ha scritto alla Red Bull per lamentarsi di una pubblicità dove i quattro Re Magi arrivavano alla mangiatoia dove c’è la Sacra Famiglia: oltre a oro, incenso e mirra viene anche portata della Red Bull che serve agli angeli (che hanno le ali, come da slogan della bevanda con la maggior quantità di caffeina probabilmente venduta in Italia) per “darsi la carica”.
Naturalmente vedere quattro Re Magi non viola nessuna verità rivelata: che siano tre non lo dicono i vangeli (Matteo parla di “alcuni” magi venuti dall’Oriente) ma la tradizione cristiana. Né riesco a vedere la “blasfemia” citata dal prete: capirei se ci fossero stati due San Giuseppi o due Marie, ma non è certo questo il caso. Però il punto che mi fa pensare che questa sia una non-notizia è un altro.
Se non erro, le campagne pubblicitare della Red Bull sono molto brevi; una scenetta non viene riproposta per molto tempo, e viene cambiata con una certa frequenza, immagino per non stancare il potenziale consumatore. Questo significa che anche lo sketch dei Re Magi era già in fase di scadenza, e quindi all’azienda non è costato nulla fare il gran gesto e dire che sarebbe stato ritirato. Anzi: in questo modo è arrivata loro tanta pubblicità gratuita, che non fa mai male soprattutto al giorno d’oggi. Resta solo da chiedersi se il prete agrigentino non si è accorto di questo boomerang, oppure se ha anche lui pensato che un po’ di pubblicità non fa mai male soprattutto al giorno d’oggi.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 14:07

A ciascuno le sue prediche

L’omelia di oggi di Eugenio Scalfari parla del suo collega, Joseph Ratzinger. Mi sembra giustissimo: come io parlo di chi mi pare, non vedo perché non possa farlo anche lui. Se non ho letto male il suo primo paragrafo, ce l’ha con Benedetto XVI: anche in questo caso non vedo nulla di male per avere le proprie opinioni, soprattutto quando sono discusse e spiegate.
Però al secondo paragrafo mi sono fermato. Non certo perché «Per certi cattolici il pensiero di un laico non credente può forse non avere rilievo alcuno o può esser tacciato di indebita interferenza» (testo che in effetti è ancora nel primo paragrafo :-) ), ma per questa sua frase: «Prima osservazione. L’enciclica porta un sottotitolo che indica i destinatari del documento: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sulla speranza cristiana”. E’ strano che un’enciclica elenchi fin dal titolo i suoi destinatari.».
Se Scalfari avesse provato a farsi fare da qualcuno una ricerca ancorché minima sull’argomento, avrebbe scoperto che Ecclesia De Eucharistia, l’ultima enciclica di GP2, inizia con “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici”. La penultima, Fides et Ratio, con “Venerati Fratelli nell’Episcopato, salute e Apostolica Benedizione!”. Banalmente, Deus Caritas Est, il precedente lavoro di Benedetto XVI, ha esattamente lo stesso inizio: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sull’amore cristiano” (noticina mia: a questo punto mi immagino che la terza enciclica ratzingeriana sarà sulla fede :-) )
Ci si può lamentare che il papa parli (ufficialmente) solo alle sue pecorelle, anche se ho l’impressione che aggiungere “a tutti gli uomini di buona volontà” come Giovanni XXIII fece nella Pacem In Terris oggi verrebbe visto come un’ingerenza e non come un segno di attenzione; resta il fatto che non vedo perché perdere tempo a leggere una paginata di roba che fin dal suo inizio mostra che il nostro non sa esattamente di cosa stia parlando. Per queste cose bastano i blogh :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-12-02 18:22