Archivi categoria: pipponi

I prezzi dei farmaci

Sabato sono andato a comprare del Froben spray, confezione da 15 ml. Già che c’ero, ho comprato il collutorio con lo stesso principio generico (flurbiprofene), confezione da 160 ml. Ho poi controllato: il principio attivo in entrambi i casi è allo 0,25%. Prezzo dei due farmaci? 9,25 euro e 7,70 euro. A voi indovinare quello che costa di più.

(Per i curiosi: il collutorio l’ho preso per fare il refill dello spray)

grande giornalismo

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha così giustificato il suo tweet dal testo “#VanessaeGreta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo! @forza_italia”:

“Ho letto la notizia. Mi sono limitato a chiedere se fosse vera. Peraltro, a una persona che mi ha offeso per quelle parole, ho scritto di vergognarsi. E come ho detto a lui, ripeto a voi: un sito riportava che lo avevano detto le due ragazze ai pm. Ho anche scritto che spero non sia vero. Io registro e chiedo. Non ho affermato nulla.”

Ricapitolando: Maurizio Gasparri legge una frase su un non meglio identificato sito, e la prima cosa che gli viene in mente è scrivere un tweet che a suo parere non è un’affermazione (cosa che non sarebbe in effetti stata se si fosse fermato al punto interrogativo). È poi convinto di avere scritto che spera non sia vero: non riesco esattamente a capire dove l’abbia scritto. Tutto questo da una persona che – ricordo – è stata non solo un giornalista ma il condirettore di un quotidiano.

Capite a che triste livello è l’italica stampa?

Ultimo aggiornamento: 2015-01-18 19:54

R.I.P. PostaCertificat@

Come si poteva leggere per esempio su Repubblica, il 17 dicembre scorso l’Agenzia Digitale Italiana ha deciso che il servizio – grande invenzione del grande ex-ministro Renato Brunetta – «sarà progressivamente sospeso per far convergere tutte le comunicazioni di posta certificata su sistemi di PEC standard» (che poi lo standard è solo italiano, ma lasciamo perdere). Con i rapidi tempi dell’italica burocrazia, ieri mattina sulla mia casella di posta certificata è arrivato l’annuncio (e c’è chi come xlthlx non l’ha ancora ricevuto).

Ebbene sì, ho (avevo) una casella di Posta Certificata. In questi anni ho ricevuto quattro messaggi: tre dell’INPS che mi segnalava quanto avevo versato di contributi per il riscatto degli anni di laurea e questo avviso. Insomma, una grande utilità, e posso capire che i costi di gestione di un sistema non standard non valessero la pena. Però c’è qualcosa che non mi torna. Nella penultima riga dell’annuncio trovo scritto (grassetto mio) «Dal 18 marzo 2015, tutti gli utenti CEC-PAC potranno richiedere una casella PEC, gratuita per un anno, inviando un’e-mail all’indirizzo richiestapec@agid.gov.it.» Lasciamo perdere che «Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2009 stabilisce che il “Dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e per l’innovazione tecnologica” (di seguito DDI), assegni a titolo non oneroso, a ogni Cittadino che ne faccia richiesta, un indirizzo di Posta Elettronica Certificata da utilizzare per tutte le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione.» (grassetto sempre mio). Il punto è che io posso immaginare che mi costi inviare comunicazioni, ma perché mai dovrei pagare per avere il diritto di riceverle? vorrà dire che ricomincerò a passare in posta a ritirare le raccomandate, per la gioia del bilancio statale…

Ultimo aggiornamento: 2015-01-09 13:53

Hanno vinto

“Sì, ma quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata”. L’hanno detto dei miei colleghi, l’ha scritto il direttore della sezione europea del Financial Times. Ecco. I due attentatori hanno vinto. Non tanto per avere ammazzato quella gente, ma per avere convinto tanta, troppa gente che bisogna essere “responsabili” ed evitare di provocare.
Tanto per essere chiari, io non comprerei mai Charlie Hebdo, perché trovo volgare buona parte della loro satira. Mi arrabbierei anche se – fuori da questo momento particolare – qualcuno mi sbattesse davanti certe loro vignette; però riconosco il loro pieno diritto di essere in edicola a essere acquistato degli interessati.

E già che ci siamo, non capisco nemmeno perché dovremmo mai chiedere ai “musulmani moderati” di dissociarsi. Un conto sono le figure istituzionali e sociali, perché loro sono un simbolo e i simboli contano. Ma non glielo vado mica a chiedere al poliziotto Ahmed Merabet, né al correttore di bozze Mustapha Ourrad, anche perché non potrò farlo. Ma non lo vado nemmeno a chiedere al mio amico Yagoub, perché so benissimo che la sua idea dell’Islam non contempla per nulla l’omicidio. Proviamo a ricominciare da qui?

Ultimo aggiornamento: 2015-01-08 16:17

c’è chi si sveglia oggi

L’Iva sugli ebook è passata dal 22% al 4% – anche se a quanto pare ci sono problemi con Amazon: gli ebook venduti da loro infatti non hanno in genere ISBN perché Bezos usa il suo ASIN, e la legge afferma che #unlibroèunlibro solo se ha ISBN. Di per sé la cosa non è così strana, visto che ci vorrà bene un modo per distinguere un libro da qualcos’altro; poi ci sono cose buffe, tipo il fatto che un .epub e un .azw3 dovrebbero avere due ISBN diversi proprio come un rilegato e un paperback e soprattutto che gli ISBN sono assegnati da privati (che non credo verifichino se stai pubblicando un libro) e anche se esiste un sottospazio di libri italiani li si può ottenere da altre nazioni (come sopra).

Ma quello di cui vorrei parlare è un’altra cosa. Sono in tanti a lamentarsi del fatto che gli ebook non sono certo calati di prezzo con questo taglio di IVA. Strano, vero? No, non è strano per nulla. Chiunque non si fosse fermato alle reboanti affermazioni sui media non avrebbe fatto troppa fatica a scoprire che quella norma nasceva per evitare che gli editori perdessero soldi, visto che da Capodanno gli acquisti fatti sugli store lussemburghesi (Amazon, ma anche Apple e Kobo) non avrebbero più goduto dell’Iva al 3% ma di quella al 22%. Ho fatto un po’ di conti, e i miei dati (piccoli ma non piccolissimi) danno un 75% abbondante di vendite di ebook con quell’IVA minima. Ci credo che i prezzi non varino…

Ma il bello è che tutto questo io l’avevo scritto a fine settembre, e non sono certo stato il primo. Com’è che vi svegliate tutti oggi?

Ultimo aggiornamento: 2015-01-05 21:16

Lodovico Sonego, che ti ho fatto di male?

Stamattina mi sono trovato (al mio indirizzo come portavoce di Wikimedia Italia) una copia di una newsletter di “lodovico sonego” tuttoinminuscolo, dal titolo «Sonego, Serracchiani, il Ministro Pinotti, torio a Cordenons, trasporto su rotaia e molto altro». Da quello che posso immaginare, Lodovico Sonego è un politico friulano: piuttosto che perdere tempo a cercare maggiori informazioni su di lui, preferisco perderlo scrivendo questo post.

Caro (si fa per dire) Sonego, non gliel’ha mai insegnato nessuno che non si mandano messaggi pubblicitari non richiesti? Peggio ancora, non si è mai accorto che Wikipedia in generale e Wikimedia Italia in particolare sono apolitiche, e quindi inviare messaggi di questo tipo è doppiamente nocivo? Infine, si rende conto che siamo nel 2014, e quello che sto scrivendo dovrebbe essere noto da anni a chiunque abbia un minimo di esperienza pubblica?

(Lo so, sono domande retoriche. Ma hanno il loro senso)

Ultimo aggiornamento: 2014-11-28 23:25

l’Iva sugli ebook

Lasciamo perdere per il momento tutte le tecnicalità legalistiche (tipo il fatto che l’Iva al 4% sui libri è assolta alla fonte perché diventava troppo difficile fare i conti con i libri presi dalle librerie e restituite dopo qualche mese) e quindi c’è una differenza di partenza tra libro cartaceo ed ebook.
Ammesso e non concesso che l’Iva sugli ebook verrà portata al 4% – voi vi fidereste di quello che scrive un sito convinto che l’aliquota Iva standard sia al 20%? – devo dare una brutta notizia a Mantellini e a tutti quelli che pensano che questo taglio abbasserà il costo degli ebook. Fino al 31 dicembre, infatti, l’Iva sugli ebook è pagata con l’aliquota della nazione dove il libro viene comprato (preso in licenza d’uso?). Amazon fattura gli ebook dal Lussemburgo (Iva al 3%); Apple dal Lussemburgo; Kobo dal Lussemburgo. In pratica, la stragrande maggioranza degli ebook paga l’Iva al 3%. Dal 2015 l’Iva sarà calcolata su quella della nazione dell’acquirente, per evitare una distorsione del mercato interno: in pratica, insomma, la campagna #unlibroèunlibro che l’Associazione Italiana Editori ha fatto per tramite dei lettori serve semplicemente per mantenere lo status quo.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-21 22:10

Eternit

Io non sono Matteo Renzi, e quindi non twitto. Però qualche cosa mi chiedo, a proposito della sentenza Eternit in cui la Cassazione ha annullato le condanne (penali: sul civile non so che potrà succedere).

Mi spiego. Dal mio ingenuo punto di vista, era sufficientemente ovvio che il “momento consumativo del disastro”, come si dice in legalese, termina quando la bonifica è terminata e non quando si ammala l’ultima persona, cosa che potrebbe capitare anche tra cinquant’anni. Ma ero anche convinto che avere avuto così tanti morti – con i vertici dell’azienda che sapevano del pericolo ma avevano fatto finta di nulla, quindi con il dolo e non con la semplice colpa – facesse per così dire salire di livello l’azione, portandola a livello di strage e quindi alla non prescrittibilità, esattamente come per esempio capita per le azioni di guerra. Ma evidentemente questo salto non esiste. Ecco: parliamo di questo?

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:19