Per un twit Saluzzi perse il posto

La storia probabilmente la conoscete ormai tutti: dopo che Paola Saluzzi ha postato dal suo account un tweet di insulti contro Fernando Alonso e che quest’ultimo si è rifiutato di essere intervistato dai giornalisti Sky Sky ha sospeso la conduttrice, che aveva per l’appunto un contratto con l’emittente. Faccio mie le considerazioni di Mario Tedeschini Lalli (riassunto: il giornalista e la persona pubblica più in genere non possono pensare che le loro opinioni personali non vengano associate alla testata o alla loro istituzione), ma vorrei aggiungere ancora qualcosa, e che cioè qui hanno perso tutti.

Ha perso Saluzzi, per il tono usato in quel tweet e incidentalmente per non aver capito – ma non è certo l’unica – le regole semantiche del social network: l’hashtag non è un modo per evidenziare una parola, tipo “pezzodiimbecille”, ma un modo per ritrovare quella parola nel flusso delle discussioni di tutti. E scusarsi dopo serve a poco: nella rete le parole sono macigni.
Ha perso Alonso, la piccineria della cui ripicca è davanti agli occhi di tutti. Io sono un tipo molto pragmatico e non avrei nemmeno alzato un sopracciglio se lui si fosse rifiutato di farsi intervistare da Saluzzi; ma ovviamente a lui una cosa del genere non sarebbe mai bastata, perché l’onta ha da lavarsi col sangue.
Ha perso Sky, perché non aveva nessuna linea guida per il comportamento dei propri stipendiati e non ha avuto il coraggio non dico di opporsi al diktat di Alonso (si sa, gli affari sono affari…) ma almeno di ufficializzare la propria inappellabile decisione.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-18 20:18