Archivi categoria: pipponi

non aggredirmi

Nell’ospedale di Lanzo Torinese ci sono questi poster appesi alle pareti. La campagna a quanto pare è del 2022, almeno da quanto si legge in questo articolo; quindi forse la campagna potrebbe essere nata dopo la parte acuta della pandemia, con i soliti tempi della burocrazia italiana.
Detto questo, io mi sono molto preoccupato nel vedere quei poster, proprio perché sono stati in un modo o nell’altro la conseguenza di aggressioni che in qualche ospedale ci devono essere state. Evidentemente la barbarie avanza sempre più.

Ultimo aggiornamento: 2024-03-11 12:36

Barbara Balzerani e Donatella Di Cesare

La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio al compagno Pol Pot  (Cit.)

da https://twitter.com/AndreaBitetto/status/1764904571715883442

Il tweet poi cancellato di Donatella Di Cesare ha generato (almeno nella mia bolla Twitter) una quantità di meme dove si dà l’addio praticamente a chiunque. Giusto la reductio ad Hitlerum non mi è capitata, ma probabilmente perché quelli di destra si sentirebbero in conflitto di interessi.
Ho davvero dei problemi a immaginare il motivo per cui una persona indubbiamente di cultura non sia stata in grado di ricordarsi tutti coloro che sono stati ammazzati da Balzerani con le BR, e che Balzerani non si è mai pentita. (Aveva detto che dichiarava conclusa l’esperienza della lotta armata, che è una cosa completamente diversa). Mi pare insomma di tornare ai “compagni che sbagliano” che era un triste mantra di quei tempi (ero un ragazzo, ma lo ricordo bene). Questo è il classico guaio di quando l’ideologia ha la prevalenza su tutto, e capita soprattutto a sinistra… anche perché a destra la risposta tipica è ME NE FREGO. Di Cesare non ha neppure pensato a scusarsi, si è limitata al solito ritornello di “essere stata fraintesa” e che in quegli anni “non c’era solo il terrorismo”.
Comunque no: per quanto mi riguarda anche la migliore battaglia (e quella delle BR non lo era certo) ha dei limiti che non si possono superare. Le “vie diverse” le seppelliscono, le idee.

Burocrazie italiane

- A inizio ottobre ci arriva una comunicazione dalla scuola di Cecilia che avvisa che entro fine mese chi pensa di essere candidabile per il “Progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello”, che permette di “conciliare il percorso scolastico con quello agonistico attraverso la formulazione di un Percorso Formativo Personalizzato (PFP)”, può fare domanda, presentando l’apposita documentazione ufficiale.

Cecilia in effetti è stata finalista nazionale di trampolino elastico per la sua categoria, quindi ho chiesto alla palestra che chiedesse a Federginnastica la documentazione. Evidentemente è stata una richiesta molto complicata, visto che ci hanno messo più di un mese per fornirmela, ed è arrivata una settimana dopo la scadenza. Io l’ho inviata lo stesso alla scuola (che avevo avvisato in precedenza), per la serie “a qualcosa magari serve”. Stamattina (22 febbraio) mi è arrivato l’accoglimento della domanda.

Guardando il sito del ministero, ho scoperto che le domande dovevano arrivare a loro entro il 31 gennaio (e quindi tre settimane fa). Capisco che le scuole mettano apposta date anticipate perché i genitori si dimenticano di tutto, ma tre mesi mi paiono un po’ tanti. Non è di questo però che vorrei parlare. Il suddetto PFP, almeno per quanto avevo capito, consiste fondamentalmente nell’avere interrogazioni programmate, in modo da conciliare gli allenamenti sportivi con lo studio. Per fortuna Cecilia non ha di questi problemi, almeno al momento. Ma che senso ha che un progetto per l’anno scolastico 2023-24 parta a fine febbraio? Qualcuno presume forse che ci si alleni solo in primavera?

Ultimo aggiornamento: 2024-02-22 11:14

I tempi dell’INPS

logo inps L’altro giorno mi è arrivata una raccomandata dall’Inps. Devo pagare arretrati e oneri per un pagamento non completo alla persona che ci faceva i lavori in casa (e che si era licenziata in quel periodo). Totale, 20 euro e rotti: 14 di mancati versamenti e 6 di oneri. Credo che sia arrivata una simile raccomandata anche alla vicina del primo piano dove la signora lavorava.

Faccio sicuramente più in fretta a pagare. Quello che non capisco è perché un mandato pagamento del quarto trimestre 2018 (da fare quindi entro il 10 gennaio 2019) sia stato rilevato il 7 febbraio 2024, dopo più di cinque anni. E non capisco perché mandare una raccomandata quando hanno la mia PEC.

Ultimo aggiornamento: 2024-02-20 13:37

Travolta qua qua

paperela Chi mi conosce lo sa: sono generalmente impervio al festival di Sanremo. Non solo non lo guardo da decenni, ma sono poche le cose che mi colpiscono anche di rimbalzo: l’ultima penso fosse stata la morganata con il povero Bugo. (Delle canzoni nessuna traccia, claro). Pertanto a differenza del Tondelli che Sanremo lo guarda eccome non è che possa fare un pippone lungo sul siparietto di John Travolta che è costretto a fare uno sketch con il ballo del qua qua e poi non dà la liberatoria.
C’è però una cosa che mi lascia abbastanza perplesso da anni: Sanremo è la quintessenza della televisione per vecchi, eppure sono tutti lì a guardarla. Certo, c’è il secondo e il terzo schermo, la parte televisiva vera e propria fa giusto da sfondo a tutto il resto (no, delle canzoni non ci sono tracce nemmeno nella parte social che frequento, se non per commenti per dire da dove è copiato un certo brano o cose simili); ma resta comunque un collante. Altro che novità.

Immagine di oksmith, da OpenClipArt)

Ultimo aggiornamento: 2024-02-09 09:27

come sempre Posteitaliane svicola


Ecco cosa (dopo un mese abbondante) Posteitaliane ha risposto al mio reclamo, dove facevo notare che Natale o non Natale vedere consegnare contemporaneamente tre copie di un settimanale forse dava qualche problema.
Notate come intraprenderanno “tutte le opportune azioni correttive volte a sensibilizzare il personale a porre la massima attenzione nell’espletamento del servizio.” Nessuna ammissione di possibile colpa: né loro (sia mai) ma nemmeno dei postini, che devono solo essere “sensibilizzati”. Il solito schifo.

Poste Italiane e autenticazione a millanta fattori

La scorsa settimana Anna mi chiama perché non riesce a prenotare dal suo telefono un appuntamento all’ufficio postale, e se potevo farglielo io. Certo, le dico, e prendo il mio telefono, scoprendo che (a) l’app si era aggiornata, e adesso almeno in teoria con lo stesso username e password potevo accedere sia a Ufficio Postale che a BancoPosta; (b) l’app era contenta del mio nome utente e password, ma insisteva che dovevo abilitare il telefono (che avevo cambiato dall’ultima volta che avevo usato l’app); (c) per farlo dovevo inquadrare un QR code sul vecchio telefono (che non avevo con me), oppure disabilitare tutti gli altri dispositivi; (d) se provavo a disabilitare i dispositivi, mi arrivava un messaggio di errore. Il tutto con non so quanti codici monouso spediti al mio cellulare. Non che il numero telefonico di assistenza desse informazioni di una seppur minima utilità…

Alla fine mi sono connesso da PC, ho preso la prenotazione, salvato il QRCode relativo e l’ho spedito ad Anna. Tornato a casa ho acceso il vecchio telefono e ho provato a far visualizzare il QRCode da mostrare al telefono nuovo. Risultato? Provate a indovinare: errore e “riprova più tardi”. Alla fine l’unico modo per avere un’app funzionante è stata eliminare il codice alfanumerico di sicurezza da PC, passare a un Postamat (perché avevo anche la nuova carta per il libretto smart dato che la vecchia era scaduta: notate che il pin è rimasto lo stesso, e quando sono andato al Postamat il messaggio che mi è arrivato è stato “oh, questa carta è già attiva!”; non so se è un modo per dire “visto come siamo stati veloci ad attivartela”, ma in questo caso l’italiano è migliorabile), ripartire con l’app che ha detto “oh, qui non c’è più nulla, crea il codice alfanumerico”, e finalmente abilitare il tutto. Altro che autenticazione a due fattori!

(immagine da Freepik)

in prigione in prigione

prigioniero Diciamocelo: per fortuna, nonostante Repubblica ci abbia appena montato un caso, la petizione perché Giovanni Caruso rinunci alla difesa di Filippo Turetta ha avuto meno di duecento firmatari nelle quasi quattro ore da quando ieri l’articolo è apparso, firme da aggiungere alle ben 163 nei quasi due mesi dal 26 novembre quando venne lanciata. E anche molti commenti che ho visto su Twitter sono inorriditi.

Il diritto alla difesa è sacrosanto. Poi Turetta potrà avere l’ergastolo ostativo, e io non mi straccerei certo le vesti. Ma non mi straccerei le vesti nemmeno se dopo un giusto processo Turetta avesse una condanna minore: il punto è che il processo serve appunto per stabilire quali e quante sono le colpe. Un professore universitario di diritto queste cose ovviamente le sa; tante persone, no. Almeno non sono tantissime, appunto…

(Immagine di j4p4n, da OpenClipArt)