Archivi categoria: pipponi

Marco Cavallo

Probabilmente stavano tutti pensando alle elezioni: con una rapida guglata ho visto che la notizia dello sfratto di Marco Cavallo (vedi la voce Wikipedia al riguardo per capire di che si tratti) è di un mese fa ma Repubblica ne ha parlato solo oggi, qualche giorno dopo Il Piccolo che però ha il testo dell’articolo riservato agli abbonati.

Non mi faccio problemi a dire che non avevo mai sentito parlare di questa statua costruita dai matti dell’ospedale psichiatrico di Trieste ai tempi di Basaglia. È chiaro che non è qualcosa che può restare all’aperto, considerando la quantità di cartapesta che deve contenere. Quello che mi sarebbe però piaciuto leggere, ma non sono riuscito a trovare, è una qualsivoglia dichiarazione del sindaco di Muggia. Probabilmente la cosa più preoccupante è proprio questo silenzio.

Aggiornamento: Un rapido riassunto per chi non può leggere l’articolo di Repubblica. La scultura viene spesso prestata per vari avvenimenti in giro per l’Italia, mentre quando è “a casa” (a Muggia, dove c’era il manicomio) era tenuta in un capannone piuttosto grande, viste le sue dimensioni. A quanto pare il sindaco di Muggia ha chiesto che venga tolta da lì perché il Comune ha bisogno di quello spazio.

Ultimo aggiornamento: 2022-10-18 17:32

PosteItaliane non si smentisce mai

Giovedì scorso Anna mi dice “tu domani mattina sei a casa, vero? PosteItaliane dice che consegnerà un pacco per me.” Io rispondo “no, devo andare a fare la visita di controllo in ospedale” al che lei risponde “va bene: puoi allora modificare la data di consegna? A quanto pare hanno implementato il servizio”.

In effetti sembra possibile spostare (una sola volta, mi raccomando!) la consegna in uno dei cinque giorni lavorativi seguenti. Io scelgo il primo giorno successivo, vale a dire lunedì. Provate a indovinare chi non è passato lunedì?

a GEDI non hanno idea di cosa significa “acquista”

Le Scienze ha fatto partire una collana di libri dal titolo “Rivoluzioni matematiche – i grandi teoremi da Pitagora a Nash”. I libri di per sé mi interesserebbero, ma lo spazio fisico sulla mia libreria è oramai ridotto, quindi sono stato molto felice quando ho saputo che si potevano anche acquistare in digitale. Ok, non è il massimo, ma uno ogni tanto si deve accontentare.

Ieri finalmente è apparsa la pagina, e io mi sono subito fiondato ad acquistare il primo volume (che confesso di aver comprato anche in cartaceo: lo spirito è forte ma la carne è debole). Scopro che per farlo devo dare i miei dati personali “per poter commentare sui siti GEDI”: vabbè. Quando però arrivo alla pagina dove finalizzare il pagamento scopro che l'”ACQUISTA” indicato inizialmente è diventato “Completa l’attivazione per poter sfogliare per 1 anno”.

Già il concetto di non poter avere una copia elettronica (con un eventuale DRM) non mi piace affatto. Tanto per dire, ho un abbonamento carta+digitale a Prisma e posso tranquillamente scaricarmi la copia digitale. Ma scoprire che posso sfogliare per un solo anno il libro è troppo. Non stiamo parlando di un romanzetto leggero, che una volta letto posso anche buttare via fisicamente o elettronicamente che dir si voglia; un testo di saggistica nasce per essere eventualmente consultato in seguito, e lo voglio avere per tutto il tempo necessario. Lasciamo il “noleggio a lungo termine” a Netflix]. Certo, nelle condizioni particolari di vendita c’è scritto

acquistare la copia digitale singola di una Testata o di altro prodotto editoriale, consultabile attraverso modalità sfoglio per la durata indicata nell’Offerta. In taluni casi, potrà essere consentito il download del PDF della copia digitale (il c.d. “Prodotto editoriale in copia singola”);

e almeno in teoria potrebbe darsi che nella loro ineffabile bontà quelli di GEDI mi permetteranno di scaricarmi la copia. Ma non lo credo proprio, altrimenti l’avrebbero scritto direttamente nella pagina. Vi assicuro però che non ho nessuna voglia di dargli 3 euro e 99 centesimi per scoprirlo, e non penso nemmeno che a questo punto comprerò altri volumi anche in formato cartaceo. Gesto inutile? Può darsi. Ma io sono una persona di principî.

basta col silenzio elettorale

A ogni elezione Repubblica s’indigna perché la destra viola il silenzio elettorale. Passare da De Benedetti ad Elkann non ha mutato la situazione.

Vorrei sommessamente consigliare loro di lasciar perdere una buona volta. Innanzitutto il silenzio elettorale non vale sui social, quindi è già dimezzato di suo; inoltre era stato pensato quando non si viveva 24/7 con un bombardamento di notizie, e quindi evitare gli annunci dell’ultimo minuto aveva un senso. Per dire, oggi ho scoperto per caso che Berlusconi ha promesso il raddoppio del reddito si cittadinanza; immagino che qualunque frase i politici dicano non cambi di una virgola il risultato. Eliminiamo, insomma, e vivremo con un articolo di giornale in meno.

Ultimo aggiornamento: 2022-09-25 19:58

4 miliardi di persone?

A Canale 5 hanno detto più volte (ieri e oggi) che quattro miliardi di persone hanno seguito i funerali di Elisabetta II. In effetti anche Ansa conferma.
Mah, anche immaginando che tantissimi indiani si siano fatti una levataccia, mi pare esagerato che una persona su due fosse davanti alla TV. Però volete mettere i grandi numeri da snocciolare? O magari contano anche quelli come me che a un certo punto sono passati davanti a una TV accesa…

Ultimo aggiornamento: 2022-09-20 08:48

il “vocabolario inclusivo” Treccani

Se volete sapere il mio pensiero, quella del nuovo vocabolario Treccani 2023, che mette in ordine alfabetico le varianti femminile e maschile all’interno del lemma, è stata un’ottima trovata di marketing, visto quanto se ne è parlato in questi giorni. Non che mi sia molto chiaro perché dovrei comprare proprio il vocabolario Treccani, quando ce ne sono parecchi altri più blasonati: ma questa è un’altra storia.

Quello che però mi infastidisce è la scelta di usare parole femminilizzate a forza. Non ce l’ho con “architetta”, che fa tanto ridere Giovanni Sallusti (figlio di?, no, nipote) ma che il quotidiano dove lui scrive usa regolarmente. Ma perché inventarsi “soldata”, che non è mai entrata nell’uso nonostante vari tentativi e sicuramente non c’era nella vecchia edizione del vocabolario Treccani?

Vabbè, io penso come sempre male; ma mi sa che – oltre alla pubblicità che, si sa, non fa mai male – ci sia qualcuno che spera ci si dimentichi della attuale definizione di “cagna”, che l’anno scorso assurse agli onori della cronaca… Ma forse saremo ancora più fortunati, e la nuova edizione del vocabolario registrerà il lemma “cana, -e”! (E non ditemi che la forma “cana” non sia usatissima, vocabolario o no)

Le tessere sanitarie senza chip


Mancano i chip. Qual è stata la soluzione trovata dallo Stato Italiano per le tessere sanitarie? Farle senza chip, “perché tanto servono a poco”. Poi ci si è accorti che a qualcuno invece le funzionalità dei chip servivano, e quindi si è trovata una soluzione all’italiana. La tessera con il chip continuerà a funzionare, ma solo per le operazioni che necessitano del chip e previa richiesta da farsi prima della scadenza della tessera. Questo significa che uno deve portarsi in giro due tessere sanitarie, a seconda di quello che deve fare.
La mia domanda: ma non bastava prolungare la scadenza di quelle già emesse, o al più verificare chi aveva usato il chip (e non ditemi che questi dati non sono disponibili) e mandare a loro una tessera con chip?

Ultimo aggiornamento: 2022-08-31 10:25

Le meraviglie della sanità lombarda, parte N

Ho avuto alcuni problemi di salute (non preoccupatevi: ora sto bene), e devo fare con una certa urgenza una combo ecografia / visita specialistica. Il mio medico di base (rectius: la sostituta) mi ha preparato due impegnative del tipo “piuttosto urgente”, che dovrebbero darti la prescrizione entro dieci giorni. Già quando si entra nel fascicolo sanitario elettronico si scopre che i dieci giorni sono in realtà 12, ma facciamo finta di niente: tanto dovevano essere fatte venti giorni dopo l’insorgere della mia malattia. Il problema è che quando mi sono messo a cercare, le prime date utili erano intorno al 10 ottobre, quindi tra cinquanta giorni. Io sono tignoso, ho provato e riprovato tutti i giorni e alla fine è spuntata una coppia di posti l’8 settembre, nella rutilante galassia dei sistemi privati convenzionati (nella fattispecie, CDI che almeno è integrato del tutto e quindi mi ha permesso di completare la prenotazione online). C’è il piccolo particolare che ecografia e visita sono da due parti opposte della città, ma visto che ci sono quattro ore di tempo da una all’altra ce la posso comunque fare :-)

La mia domanda è semplice. Perché hanno inventato la “ricetta piuttosto urgente” se poi spesso non c’è la possibilità pratica di riuscire a ottenere la prestazione nei tempi prefissati dal sistema sanitario?

(PS: lo so, si può anche fare peggio. Sono stato in pronto soccorso in Liguria, e ho scoperto che non c’è la possibilità di ottenere i referti in formato elettronico. Non chiedevo che venissero inviati all’SSN lombardo, ma almeno potevano darmi login e password come hanno fatto per farmi recuperare il risultato del tampone)