La battaglia del grano

Una delle conseguenze della guerra della Russia all’Ucraina è che le esportazioni di grano da quest’ultima si sono estremamente ridotte in quantità: nonostante gli accordi – che è da vedere se saranno rinnovati – il trasporto via mare è molto difficile. Se si tiene conto che l’Ucraina è il granaio di Europa, tanto che si dice che l’azzurro e il giallo della bandiera raffigurano il cielo e i campi di grano, potete immaginare come si siano cercate altre vie per l’esportazione. Solo che i paesi vicini si sono trovati inondati di grano a prezzo più basso e hanno cominciato a bloccare le importazioni: prima ci sono state Polonia e Ungheria, ora la Slovacchia.
Il guaio è che questo grano finiva nei paesi del Terzo Mondo proprio perché costava poco, e quindi c’era questo gentlemen’s agreement; la nuova situazione ha completamente cambiato le carte in tavola e mostrato ancora di più quanto il nostro pianeta sia oramai interconnesso: se qualcosa si intoppa parte l’effetto domino.

(poi io mi chiedo se il “grano tutto italiano” della nostra pasta era davvero tutto tutto italiano, ma questo è perché io sono cattivo dentro)

7 pensieri su “La battaglia del grano

  1. .marioV

    perche come hai detto è tutto interconesso e se aumenta quello estero di conseguenza aumenta quello interno… per non parlare degli aumenti dei costi generalizzati… mi pare che sia questa la risposta

    1. .mau. Autore articolo

      diciamo che io sapevo che l’Italia importa da mo’ grano duro, e mi stupivo infatti della quantità di grano tutto italiano che trovavo indicato nelle confezioni.

  2. mestessoit

    Per quanto riguarda la Polonia (fonte Sole 24 ore) ha bloccato tutto per evitare il dumping sul proprio grano (oltre al fatto che sì son nemici dei russi, ma non sono amici degli ucraini).

    Per quanto riguarda il grano italiano, meno della metà della paste prodotta in Italia usa grano italiano (ancora Sole come fonte). Barilla, per non fare nomi e cognomi, acquistava prima del patatrac il 60% del grano dall’Ucraina.

  3. Paolo

    Per l’ultima parte del post, se non ricordo male un pastificio italiano nella sua pubblicità diceva che usava grano 100% italiano ma è stato costretto a modificare lo spot perché non era il 100%. Anzi dice pure che il grano italiano non è sempre il massimo della qualità

  4. devan

    Peraltro, c’è stato un periodo in cui era tutto capovolto, ed era il grano ucraino ad essere pregiato. Miracoli del marketing.

    1. .mau. Autore articolo

      ma magari è ancora pregiato (almeno quello che non si becca bombe). Il fatto è che hanno bisogno di tanti soldi, ovviamente, e piuttosto che vederlo marcire possono fare dumping.

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