Archivi categoria: pipponi

cadreghini e attak

Ieri, sulla versione cartacea della Stampa, una pagina era dedicata a un codicillo del decreto sulla spending review: non verrà rinnovato l’incarico al Commissario straordinario per il terremoto dell’Irpinia (sul Belice non saprei).
Inutile aggiungere che il commissario attuale, ingegner Filippo D’Ambrosio, non è d’accordo e snocciola i dati sull’ottimo risultato della sua gestione, con 60 progetti su 64 terminati e gli altri quattro appaltati in vari lotti e in fase avanzata di terminazione.
Ma allora, se tutto è a posto, a che serve il commissario?

Ultimo aggiornamento: 2012-08-07 19:46

troppi dati

oggi pomeriggio ho tolto la sim dal telefono, l’ho messa su una chiavetta e mi sono connesso per un’oretta. Ho postato una mail di lavoro, ho fatto tre modifiche a wikipedia, ho risposto a un paio di mail personali, ho inserito un post che avevo scritto offline sul Post, verificando l’url di un altro post, e l’ho pubblicizzato su twitter, facebook e g+: qui avevo spulciato il feed di una persona perché mi serviva un link. Non mi sembrava di aver fatto chissaché, eppure alla fine avevo usato 30 MB in download, e quasi altrettanti in upload. Non potrò mai permettermi un piano dati.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-06 19:59

Casco per ciclisti

Essendoché siamo in piena estate, bisogna trovare un sistema per riempire le pagine web dei quotidiani online. Fanciulle in abiti succinti ci sono tutto l’anno, e l’estate ha il grande svantaggio che di suddette fanciulle se ne vedono più o meno ovunque; insomma ci vuole qualcosa d’altro. Fattostà che mi è capitato di trovare questa polemica sul casco sì – casco no per i ciclisti (immagino urbani).
Io giro per Milano in bicicletta. Giro col casco. Vedo cose (di ciclisti e non-ciclisti) che mi fanno pensare che il casco non sarà l’ultimo dei problemi, ma comunque è ben giù nella lista. Ma una polemica è una polemica, si sa. Io non mi sento poi per nulla rappresentato da #salvaciclisti, talebani convinti di essere sempre e ovunque nel giusto; ma mi spiegate perché a sproloquiare su cosa devono fare i ciclisti dev’essere il direttore di Quattroruote? (no, non spiegatemelo perché poi mi arrabbio ancora di più)

Ultimo aggiornamento: 2012-07-30 17:00

accordi virtuosi

Ho appena firmato (lo si fa online, la cosa più difficile è ricordarsi la password per accedere al sito specifico) per devolvere un’ora del mio stipendio alla ricostruzione dopo i terremoti in Emilia dello scorso maggio. Telecom ha infatti aderito alla proposta congiunta di Confindustria e della Triplice, che lascia facoltà ai dipendenti di partecipare alla sottoscrizione; l’azienda si impegna ad aggiungere la stessa somma di denaro raccolta dai lavoratori.
A me piacciono questo tipo di iniziative, dove non paga solo pantalone: un altro esempio virtuoso è quello di Esselunga, che fino a domani per ogni persona che devolverà 500 punti Fìdaty (valore commerciale 5 euro) donerà 10 euro per la ricostruzione di una scuola. Insomma, l’azienda si fa sì pubblicità, ma ci mette anche del suo; mica come capitava qualche anno fa in una catena di alberghi, che al momento del conto ti chiedeva se volevi aggiungere un euro da dare in beneficenza a non ricordo chi. No, cara catena di alberghi. Perché mai dovresti farti bella con i miei soldi?
Detto questo, vi confesso che io sono un inguaribile ottimista, e mi piacerebbe che un accordo di questo tipo fosse replicato in altri campi. Vi faccio un esempio praticissimo. Il 17 settembre ci sarà uno sciopero nazionale del comparto telecomunicazioni: non se ne accorgerà praticamente nessuno, tranne quelli che avranno la sfiga di avere la linea telefonica interrotta proprio quel giorno, o chi vorrà per forza comprarsi una SIM nuova. Sicuramente che io lavori o no quel giorno non cambierà molto: non tanto perché il mio lavoro potrebbe essere sostanzialmente inutile, quanto perché quello che ho da fare lo recupererò nei giorni seguenti. Però gli stantii riti prevedono che ci sia uno sciopero “per contarsi”, col risultato che le aziende ci guadagnano. Ecco. Perché non è possibile dire “io lavoro regolarmente, però il corrispettivo della mia giornata viene devoluto a un progetto scelto dai sindacati”? (no, non chiedo che anche l’azienda versi la stessa cifra!). Sarebbe lo stesso un modo per contarsi, e io lo preferirei. Però la cosa sembra impossibile… :-(

Ultimo aggiornamento: 2012-07-30 12:39

@commerce

[tempi di spedizione] Occhei. È fine luglio. Posteitaliane non è espressamente nota per la velocità degli invii, soprattutto quando si parla come in questo caso di piego di libri. Però tredici giorni stimati di spedizione di un libro (in Italia, non guardate il testo in inglese: semplicemente io uso l’interfaccia inglese) non sono un po’ tantini? Quando ordino da Bookdepository loro usano la Royal Mail e la roba mi arriva in una settimana…

Ultimo aggiornamento: 2012-07-25 13:26

Commenti e commentatori

Qualche giorno fa Arianna Ciccone ha scritto un bell’articolo su Valigia Blu, riprendendo una polemica con Michele Serra sull’utilità (e la validità…) dei commenti in rete: nella fattispecie dei commenti agli articoli dei quotidiani online. Secondo Serra, «sull’edizione online di un quotidiano io cerco le notizie, non una gragnuola di commenti generalmente sciatti o livorosi o ininfluenti».
La mia sensazione – corroborata dalle Colonne Infami e dai Boxini Morbosi di Corsera e Repubblica – è che sull’edizione online di un quotidiano la gente cerchi il gossip. Dove mi sento di essere d’accordo con Serra è che la maggior parte dei commenti sui quotidiani online, ma non solo, sono livorosi o ininfluenti: per quanto riguarda la sciatteria credo che sia un non-problema, per l’usuale brevità del singolo commento e soprattutto perché non è da un commento che io mi aspetti il nuovo vincitore del Pulitzer. Sono però convinto che la qualità dei commenti dipenda molto da due fattori: il tipo di notizia e l’importanza della sorgente. Per quest’ultimo punto appare chiaro il tentativo da parte di molti commentatori di appiccicarsi un po’ di notorietà riflessa: “se commento sul sito di XYZ, anch’io faccio parte in un certo senso di XYZ!”. Ma anche il tipo di notizia conta molto: siamo una nazione di esperti tuttologi, ma ho visto che su certi temi non necessariamente ipertecnici i commenti arrivano sotto forma di discussioni anche accalorate ma comunque civili. No, non mi aspetto che su Repubblica questo possa succedere, e ho molto apprezzato la scelta di Stefano Bartezzaghi di lasciare Lessico e Nuvole sotto forma di rubrica e non farla diventare un blog.
Abolire del tutto i commenti però mi pare come buttare via il bambino insieme all’acqua calda sporca, e quindi trovo interessante l’idea di Gawker di stilare una “classifica dei commenti”, riportando in cima con un algoritmo proprietario quelli che sembrano più interessanti per tutta una serie di motivi. Nulla di veramente nuovo sotto il sole, se si pensa che Slashdot ha da anni un sistema di punteggi che dà la possibilità al lettore di indicare una soglia di irrilevanza personalizzata; e non leggendo Gawker non so quanto la cosa stia funzionando in pratica. Però l’idea mi pare interessante e da seguire.
Voi invece che ne pensate? Ha senso una classificazione dei commenti? Qua potete tranquillamente commentare :-), tanto i numeri sono così bassi che è facile buttare via il rumore.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-16 07:00

Logica da cani

Scopro da Galatea che la settimana scorsa c’è stata una interrogazione scritta in Parlamento che chiedeva tra l’altro «se il Governo intenda assumere iniziative per un sensibile ridimensionamento delle dimensioni organizzative dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia».
Io non ho sufficienti competenze per sentenziare che «i 1000 dipendenti, di cui 400 precari» siano troppi o troppo pochi o il giusto numero. D’altra parte, non sono nemmeno un parlamentare. Però qualche altra cosa la so: eppure non ero proprio riuscito a capire quale fosse la logica che a partire dall’affermazione «la missione principale dell’INGV è il monitoraggio dei fenomeni geofisici nelle due componenti fluida e solida del pianeta. All’INGV è affidata la sorveglianza della sismicità dell’intero territorio nazionale […]» (grassetto mio) avesse portato all’altra affermazione «è scientificamente comprovato che non vi è alcuna possibilità di prevedere i terremoti o le eruzioni vulcaniche», per non parlare del passaggio da quest’ultima a «i recenti eventi sismici nel nostro Paese hanno purtroppo dimostrato l’inutilità delle previsioni sui movimenti tellurici»: se monitori non stai prevedendo, e se non c’è possibilità di previsione non è che le previsioni sono inutili, è che non ci sono proprio.
Poi ho scoperto che il primo firmatario dell’interpellanza di mestiere fa(ceva) il veterinario.

Ultimo aggiornamento: 2012-07-11 15:00

L’Alta Matematica è troppo alta

Leggo da Silvia Bencivelli che tra i tanti enti inutili che dovrebbero essere tagliati dalla spending review montiana ci dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo, qui le cose cambiano da un’ora all’altra) l’INdAM, cioè l’Istituto Nazionale di Alta Matematica. Mi sa che non sia nemmeno la prima volta che se ne parli, anche se non ne ho mai scritto qui sul blog.
Ora, la vecchia barzelletta che racconta la differenza tra un fisico sperimentale, un matematico e un filosofo non è forse così vicina alla realtà, ma se quanto Bencivelli scrive è vero i risparmi che si otterrebbero accorpando l’INdAM al CNR sarebbero dell’ordine di 20.000 (ventimila) euro l’anno, forse 30.000 (trentamila) su un bilancio di vari milioni in finanziamenti nazionali ed europei. Certo, un centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato. Certo, per quanto ne sappiamo il governo taglierà anche questi finanziamenti: a che serve la matematica quando abbiamo i compiuters? Ma il tutto mi fa pensare che gli esperti abbiano fatto la loro ponderata scelta guardando i nomi e selezionando quelli più buffi.
(non conoscete la barzelletta? la differenza è che il fisico sperimentale per lavorare ha bisogno di carta, penna, una scrivania con un cestino e un miliardo di euro per costruire un acceleratore di particelle. Il matematico ha bisogno di carta, penna, una scrivania con un cestino. Il filosofo ha bisogno di carta, penna e una scrivania…)

Ultimo aggiornamento: 2012-07-06 15:45