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Piero Angela

Faccio subito coming out: credo di non aver visto nessuna trasmissione di Angela nell’ultimo quarto di secolo. Nemmeno quando ci siamo praticamente incrociati, alla CicapFest del 2019, non sono stato a sentire la sua lectio magistralis.
Questo non significa però molto. Quello per cui Angela deve essere ricordato è soprattutto il suo modo di porsi di fronte al pubblico. La sua piemontesi era ben visibile: nulla di urlato, ma la voglia di aiutare i telespettatori a capire un po’ la scienza, e soprattutto capire cosa è e cosa non è scienza. Il vero problema è che dopo aver importato in Italia la divulgazione scientifica televisiva non ha anche pensato di formare una scuola, e il risultato è sotto gli occhi di tutti, con trasmissioni dove la scienza si trova tutt’al più nel titolo…

Ultimo aggiornamento: 2022-08-13 13:33

Mario Fiorentini

Il Post definisce Mario Fiorentini “un partigiano”, noto soprattutto perché partecipò all’organizzazione dell’attentato di via Rasella. (Poi non si capisce perché non ci abbia partecipato: in questo articolo si afferma che poteva essere riconosciuto, altre fonti dicono che era contrario a farlo in quella via…)

Ma Fiorentini è stato davvero tante cose. Prima di essere partigiano era poeta e regista teatrale (con gente tipo Gassman e Ave Ninchi, mica gli amici di pianerottolo!); ma soprattutto dopo la fine della guerra decise di diplomarsi come privatista, e poi darsi alla matematica, diventando docente universitario. In occasione del suo centesimo compleanno MaddMaths! gli dedicò un lungo articolo; e contemporaneamente uscì in libreria Zero uno infinito, libro scritto con Ennio Peres dove garantisco che non ci si trova di fronte a un’opera dove uno degli autori mette solo il cognome :-)

Certo, centotré anni sono abbastanza per vivere tante vite diverse, ma non sono in molti ad averle fatte. Fiorentini è stato uno di questi pochi eletti.

Nichelle Nichols

Star Trek (la serie originale, TOS) non dovrebbe mai essere presa sul serio per le trame degli episodi, che sono così anni ’60 da risultare ormai solo divertenti. Però la serie è stata importante per tante altre cose: non ultima la presenza come coprotagonista del tenente Uhura, una donna nera nella plancia di comando di un’astronave. (Nichols raccontò poi che voleva lasciare la serie dopo la prima stagione, ma venne dissuasa da Martin Luther King che le disse che era un role model, e che Star Trek era una delle pochissime trasmissioni che faceva vedere ai suoi figli proprio per mostrare loro che i neri possono arrivare a fare cose che sembrerebbero loro precluse. Quello che è certo è che Nichols è stata poi una fenomenale testimonial per la Nasa, oltre ad essere sempre stata amatissima dai fan. Purtroppo negli ultimi anni è stata colpita da demenza senile, tanto che il figlio ha citato il suo agente per malversazione. Addio, Uhura, verso la frontiera finale.

(Sì, avrei potuto parlare di quello che dicono essere stato il primo bacio interrazziale della TV USA: ma onestamente essere baciate da Kirk era praticamente uno standard)

Luca Serianni

Nella mia libreria ci sono parecchie Garzantine. Ma l’unica che apro (anche relativamente spesso) è una sola: Italiano. Per me è la Bibbia: qualunque dubbio di grammatica avessi, andavo immediatamente a controllarlo sul Serianni.
La morte del grande linguista, investito mentre attraversava la strada, è una perdita per me incalcolabile. Nonostante io sia tendenzialmente un prescrittivista, e per esempio multerei tutti quelli che scrivono “qual è” con l’apostrofo, sotto sotto so bene che la lingua non funziona così: e lo so proprio grazie a Serianni, che ha unito il rigore grammaticale a un approccio descrittivista che si spingeva a cercare la causa che aveva portato a un certo costrutto. Soprattutto Serianni sapeva raccontare le cose senza tenere lontano la gente come fanno molti baroni. Ora sarà più difficile mantenere la nostra lingua in buona salute.

Ennio Peres

Sapevo che Ennio non stava bene, ma non ho mai osato scrivergli per chiedere notizie (vabbè, qui conta anche la mia piemontesità). Ieri è morto, dopo un rapido aggravarsi delle sue condizioni.

Peres è stato tante cose, a parte il suo lavoro ufficiale (professore di matematica) prima di andare in pensione. Raccolse il testimone di Wutki da Giampaolo Dossena e lo portò avanti per decenni su Linus, prima che qualcuno decidesse che i giochi non stavano bene con i fumetti. Ma scrisse su Paese Sera, su Tuttolibri, su Sapere (il numero di maggio-giugno ha ancora un suo articolo…) e in mille altri posti, come potete vedere per esempio qui. Si definiva “giocologo” e pubblicò non so quanti libri non solo di giochi di tutti i tipi – dimenticavo: è stato anche un enigmista, sotto vari pseudonimi il più famoso dei quali è Mister Aster – ma anche di divulgazione matematica e scientifica in generale. Numerologo e anagrammologo di vaglia: ogni anno scriveva un componimento anagrammando le lettere dell’anno in arrivo: dal 2000 in poi, per ovviare alla mancanza di lettere sufficienti, partiva dalla frase “L’anno xxxx è arrivato. E poi c’era il cruciverba più difficile del mondo, che ogni estate faceva rompere la testa a un po’ di persone (non io, lo ammetto, non sono mai stato un fanatico dei rompicapo troppo rompicapo). Ennio, ci mancherai: mi mancheranno persino le tue battute :-)

Eugenio Scalfari

Beh, io mi ero già chiesto nove mesi fa se il Fondatore era malato, visto che non si leggevano più da un pezzo le sue omelie sulle edizioni domenicali di Repubblica. (Ok, forse avrei dovuto dire “non si vedevano”. Non che io le leggessi più da una vita).

Non mi importa se de mortuis nisi bonum: non entro nel merito dello Scalfari che pubblicò le informazioni sul piano Solo e divenne deputato per il PSI che lo aiutò a scampare alla denuncia di De Lorenzo, anche se immagino lui e Jannuzzi abbiano lavorato bene: ai tempi ero appena nato. Però ricordo bene i tempi in cui pontificava come direttore di Repubblica, e ricordo ancora meglio le “interviste” a papa Francesco dove faceva dire al povero Bergoglio quello che lui pensava fosse il papapensiero. Perché diciamocelo: il narcisismo di Barbapapà era davvero a livelli stratosferici. Me lo vedevo gongolante perché a Repubblica avevano intitolato “Eugenio” la font personalizzata… Insomma, forse un po’ di coccodrilli in meno avrebbero fatto bene all’italica casta dei giornalisti.

Paolo “Wolly” Valenti

Non posso certo dire che Wolly fosse un mio amico. Per dire, non sapevo neppure che fosse malato. Era però una di quelle persone con cui ci si conosceva da una vita, quando a essere in rete non eravamo in troppi; ed è sempre stato pronto ad aiutare chi aveva bisogno di qualche dritta su WordPress. (Per dire, il plugin che tiro fuori ogni anno per contare i post che ho scritto è suo). Ecco, quando muoiono le persone come lui il mondo diventa un po’ più triste.

Ultimo aggiornamento: 2022-06-23 14:10

Gianni Clerici

A me il tennis non dice proprio nulla, più o meno al livello del calcio. Credo di avere tenuto una racchetta in mano una sola volta, nel 1980 mentre ero a Dublino a cercare faticosamente di imparare un po’ di inglese; e l’avrò tenuta per cinque minuti al massimo; né ho mai guardato una partita alla tv. Però leggevo con piacere gli articoli di Gianni Clerici, probabilmente perché il tennis era solo una scusa per parlare di tutt’altro, sparando le proprie sentenze ma facendolo in modo davvero leggero.

Credo che questi ultimi due anni, dopo l’ictus che lo colpì all’inizio del 2020, devono essere stati davvero difficili per lui. Che la terra gli sia lieve.

Ultimo aggiornamento: 2022-06-06 17:53