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Libero Sosio

Libero Sosio se ne è andato un paio di settimane fa senza che nessun media ne parlasse. (La voce di Wikipedia è stata aggiornata, se non ho capito male, dal figlio: io me ne sono accorto per caso). Purtroppo questo è il destino dei traduttori, personaggi fondamentali per portare al grande pubblico autori e testi di altre culture ma che nella maggior parte dei casi rimangono nell’ombra. Anzi, c’è una scuola di pensiero che afferma che se si vede la mano del traduttore allora non ha fatto il suo lavoro…

Libero Sosio era un traduttore letterario scientifico. Se non lo sapete, tradurre un testo tecnico è una cosa, e un sistema automatico lo fa non dico decentemente ma comunque in maniera sufficiente da poterlo poi aggiustare a mano; della prosa non importa nulla a nessuno. Tradurre un testo letterario obbliga invece ad avere come risultato un testo letterario: non vorreste mica leggere una traduzione letterale dell’Amleto? Soprattutto ai tempi di Sosio – adesso per fortuna le cose sono cambiate – la traduzione letteraria si concentrava quasi totalmente sulla resa in italiano piacevole, e se ci si doveva prendere qualche licenza amen. Tanto per non fare nomi, potrei parlare di Fernanda Pivano oppure di Fruttero e Lucentini, “le forbici d’oro della fantascienza italiana”: e ho scelto apposta grandi nomi proprio per mostrare che il problema non era la scarsa capacità.

Ma come fai a tradurre un testo scientifico e sbagliare la parte scientifica? Avresti l’equivalente di ChatGPT a cui fai “dimostrare” un teorema matematico. Comincia bene e poi parte per la tangente. Non è un caso che Douglas Hofstadter voglia personalmente scegliere i traduttori delle sue opere, per avere una ragionevole certezza che il suo pensiero non venga travisato. Bene: Sosio è stato il primo grande traduttore letterario scientifico italiano. Non ho idea di quanti libri tradotti da lui io abbia letto: se il colophon mi diceva che era un’opera sua mi tranquillizzavo. E dire che, come ho scoperto appunto dalla voce di Wikipedia, lui era laureato in filosofia! Occhei, era anche lui laureato in Normale e forse questo qualcosa vuol dire :)

La sua scomparsa lascia davvero un vuoto, nonostante il suo sia sempre stato un modo di lavorare solitario: anche i traduttori che conosco non hanno mai lavorato direttamente con lui. Il solo sapere che si poteva fare un lavoro accurato e bello allo stesso tempo era una garanzia.

(immagine: autoritratto, da Wikimedia Commons)

Sergio Staino

La disillusione di Bobo è probabilmente più vicina a me della cattiveria (solo nelle vignette, Altan è una persona timida e dolcissima) di Cipputi. Sergio Staino, morto oggi, non era un mio mito ma una persona con tutti i suoi pregi e difetti che però si ammirava e rispettava. Un solo commento: alcuni anni fa ho scoperto leggendo un’intervista che stava diventando cieco, il che per un vignettista è un dramma. Eppure non inveiva contro il destino cinico e baro ma anzi raccontava di come riuscisse ancora a disegnare, sia pure con ovvie difficoltà.

Foto di Niccolò Caranti, da Wikimedia Commons

Ultimo aggiornamento: 2023-10-21 16:21

Matteo Messina Denaro

La morte di Matteo Messina Denaro mi fa pensare che l’ipotesi che era circolata al momento del suo arresto lo scorso gennaio fosse vera: il boss mafioso era troppo malato, non poteva più essere curato andando e venendo da un clinica, e si è quindi consegnato più o meno volontariamente per vedere se poteva essere curato meglio. (Il fatto che non abbia pensato di farsi curare all’estero sotto falso nome fa anche capire come il pensiero dei mafiosi resti sempre limitato geopoliticamente).

Credo che questo mostri come il suo arresto non sia stato una vittoria bensì una sconfitta dello Stato: la scelta è stata sua e non nostra. Né è stato dato un duro colpo alla mafia: semplicemente, adesso non sappiamo più chi comanda.

(Immagine: foto segnaletica diffusa dall’Arma dei Carabinieri in occasione dell’arresto di Messina Denaro)

Ultimo aggiornamento: 2023-09-25 13:03

Giorgio Napolitano

Napolitano veniva chiamato “re Giorgio” un po’ per la sua aria indubbiamente compassata, parecchio perché assomigliava molto a Umberto II di Savoia, tanto che erano state fatte girare voci secondo cui era il suo figlio illegittimo. (Umberto era principe di Napoli, e frequentava spesso la città) Ma quelle sono solo voci, così come le accuse di aver fatto la cresta sui viaggi a Bruxelles quando era europarlamentare, con tanto di giornale tedesco che aveva fatto un servizio video che nemmeno Striscia la Notizia. (In quel caso la risposta è “sì, faceva la cresta ma del tutto legalmente visto come funzionavano i rimborsi, tanto che poi la modalità è cambiata”).
Ma già il fatto che nei primi anni 2000 fosse stato mandato fuori dall’Italia fa capire che Napolitano è diventato presidente abbastanza per caso, dopo una carriera partita con l’osannare le truppe russe a Budapest nel 1956 e passata poi al guidare l’ala di “destra” del PCI. Da lì c’è poi stata la svolta istituzionale che l’ha portato a diventare presidente della Camera, ministro degli interni e infine presidente della Repubblica. Come è stato il suo novennato presidenziale? Mah. Antiberlusconista spinto, direi che ha avuto una parte non minuscola nella caduta del Berlusconi IV, ma poi è restato troppo attaccato a Monti, e secondo me il casino dei risultati delle elezioni 2013 è stato anche colpa sua. La rielezione? Beh, su quello non posso dargli troppe colpe a differenza di quanto ho letto in giro, se non quelle indirette a cui ho appena accennato. Se ricordate cosa successe nel 2013, tra Ro-do-tà!!!11! e la carica dei 101 contro Prodi, capirete che lasciare un quasi novantenne al Quirinale era un modo per prendere tempo, e non è che uno possa dire “no, grazie”. Siamo comunque sopravvissuti anche a quello, prendiamola con filosofia.

Ultimo aggiornamento: 2023-09-23 09:52

Luigi Bettazzi

Foto di Francesco Pierantoni. https://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Luigi_Bettazzi_1.1.jpg

A Giuanin Lamiera doveva piacere monsignor Bettazzi, morto oggi quasi centenario ad Albiano d’Ivrea. Quando ero ragazzo, non passava settimana in cui su La Stampa non ci fosse un suo intervento, in qualità di vescovo d’Ivrea: non so se fosse una frecciata all’Olivetti, ma mi parrebbe strano, considerate le posizioni sicuramente progressiste di Bettazzi. Ultimo italiano vivente tra i vescovi partecipanti al Vaticano II – era ausiliario di Bologna e assistente del cardinal Lercaro – molti pensavano che il diventare vescovo di Ivrea poco più che quarantenne sarebbe stato semplicemente il primo gradino di un cursus honorum che l’avrebbe come minimo fatto diventare arcivescovo di Torino e cardinale: invece l’esperienza di Michele Pellegrino terminò quella stagione sabauda, e Bettazzi rimase “a fare il caporale” in periferia, ritagliandosi un nome nel mondo cattolico pacifista e continuando, anche decenni dopo aver lasciato la diocesi per raggiunti limiti d’età, a fare finissimi interventi filosofici, religiosi e politici. Devo dire che mi mancherà.

Ultimo aggiornamento: 2023-07-16 16:55

Silvio Berlusconi

Quando ad aprile Berlusconi fu ricoverato al San Raffaele scrissi che dubitavo che ne sarebbe uscito vivo. Avevo sbagliato, ma a quanto pare non di molto. D’altra parte il bollettino medico di venerdì, quando ritornò in ospedale, era chiaramente una pietosa bugia. Se il giorno dopo avrebbe avuto un vertice con quello che rimaneva dello stato maggiore di Forza Italia, non vai a fare accertamenti programmati di venerdì.
Per il resto, che dire? Io preferisco tacere, ho già scritto fin troppo su di lui in questi ventidue anni di blog (e avrei scritto di più se avessi cominciato a bloggare prima). L’unica cosa che posso aggiungere è che non è vero che è finita un’era: quella era già finita da un pezzo, direi come minimo dal 2018.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-12 13:08

Vincenzo Mantovani

mantovani Per me Vincenzo Mantovani, prima di essere il decano dei traduttori italiani, era la voce che sentivo a Sabato Libri di Radio Popolare insieme a quella di Bruna Miorelli. Una presenza amica, insomma, anche se non l’ho mai conosciuto di persona e non ho letto molto di Vonnegut: mi sono sempre ripromesso di cominciare Tutti i racconti, ma il proposito è rimasto a prendere polvere virtuale insieme all’ebook.
Mantovani aveva anche scritto libri, ma come si raccontava lui stesso era fondamentalmente un traduttore. Il lavoro l’aveva cominciato per caso, ma non era stato un ripiego rispetto ad altri ruolo, a differenza di quanto capitava spesso nelle case editrici al tempo. Ora le cose sono un po’ cambiate, ma il ruolo del traduttore è sempre misconosciuto: trovare il suo nome in copertina come nell’immagine qui sopra è l’eccezione e non la regola. Ma Mantovani era eccezionale.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-05 10:11

Daniele Minotti

Non posso dire di essere stato un amico di Daniele. Ci siamo visti una volta (per caso, al Salone del Libro), ed era qualche anno che non ci si sentiva anche se in fin dei conti quando sono a Chiavari ero a una dozzina di chilometri di distanza da dove stava.
Però ci si conosceva virtualmente dallo scorso millennio: Daniele è stato uno dei primi avvocati a capire che la Rete avrebbe cambiato le regole del gioco (ma non il gioco: il diritto resta diritto) e ha cominciato a sfruttare il nuovo mezzo (compresi un po’ di scazzi con altre persone, ma stando su FriendFeed era il minimo sindacale ;-) ). Aveva anche radunato un “manuale di sopravvivenza giuridica per blogger”, il Minottino, che fortunatamente non mi è mai servito…