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sms antismog

Oggi sia il dorso milanese di Repubblica che quello del Corriere si aprono con una notiziona: Giuliano Pisapia che manda un SMS agli assessori chiedendo «qualche idea e proposta realizzabile in tempi brevi». In pratica, una delle cose più stupide che poteva fare e soprattutto pubblicizzare.
Gli assessori ne sanno probabilmente quanto me e voi su quali misure prendere. L’unica differenza che vedo è che loro possono, almeno in teoria, mettersi tutti insieme con gli uffici comunali a vedere quali sono le conseguenze delle varie idee: se per esempio si chiude il centro alle auto eccetto al più i carpool, le strade della periferia reggerebbero le auto che parcheggerebbero là? e l’ATM ce la farebbe a gestire il servizio aggiuntivo? Oppure se si bloccasse il traffico sugli assi di penetrazione, rinforzando i bus su quegli assi, si otterrebbe qualcosa? Io sicuramente non lo so, non credo lo sappia neppure Maran che pure è quello istituzionalmente incaricato di sapere le cose, e figuriamoci gli altri per cui non è il proprio lavoro. Questo sul merito.
Ma è sul metodo che cascano davvero le braccia. Vuoi convocare la giunta? Fallo. Lo vuoi fare via sms perché sai che non ti leggerebbero l’email? Fallo. Ma non far scrivere dal tuo addetto stampa ai giornali dicendo “guardate che figo il sindaco!”. Sennò io mi sento preso per i fondelli.

Ultimo aggiornamento: 2011-12-05 11:51

via Stresa, auto e piste ciclabili

Ieri sulla rubrica delle lettere del dorso milanese del Corriere Isabella Bossi Fedrigotti ha risposto a una lettera che lamentava la nuova pista ciclabile (è stato uno degli ultimi regali della giunta Moratti) su via Stresa: pista tracciata su entrambi i marciapiedi e che ha eliminato svariate decine di posti auto sul marciapiede stesso, dove le macchine venivano “parcheggiate sempre rispettosamente nei riguardi dei pedoni” (la citazione non è letterale, ma il senso è quello), e dove passerà una bicicletta ogni tre quarti d’ora. La signora Bossi Fedrigotti ha risposto in maniera direi ottima, considerando che non poteva avere così chiara la situazione; ha fatto anche notare come rispettosamente o no sul marciapiede non si parcheggia.
Visto che qualche volta mi è capitato di percorrere in bici via Stresa vorrei aggiungere qualche notizia di prima mano. A parte che nei primi mesi macchine parcheggiate sulla pista ciclabile ne ho trovate, concordo su un punto: avere due piste una per direzione è assolutamente inutile. Mentre la direzione via Melchiorre Gioia – Piazza Carbonari permette di evitare di usare viale Marche o via Cagliero, quella opposta ti lascia in un punto dove sei costretto a rientrare verso viale Marche oppure percorrere contromano il controviale di Melchiorre Gioia. Sarebbe stato molto più logico lasciare solo una direzione, e crearne una opposta in via della Maggiolina rendendo a doppio senso il tratto di pista ciclabile su Melchiorre Gioia nel tratto da lì fino a via Stresa (e togliendo magari il banchetto di fiori: spesso preferisco andare sulla carreggiata perché è meno pericoloso che fare lo slalom). Non so se fare parcheggi a pettine sull’altro lato di via Stresa stringendo il marciapiede sarebbe stato tecnicamente possibile, però l’idea poteva essere interessante.
Ma il vero guaio è che via Stresa è usata dalle automobili per tagliare viale Marche, ed è lì a mio parere il vero problema. Se non ci fosse quel traffico improprio, la strada sarebbe tranquilla come via della Maggiolina e non ci sarebbe bisogno di farci una pista ciclabile: si pedalerebbe tranquillamente sulla sede stradale. Occhei, poi le auto parcheggerebbero comunque sul marciapiede, ma spero che la pista non sia stata fatta come metodo piuttosto costoso per rafforzare il divieto di sosta… In definitiva la vera domanda è “ma chi è che decide gli interventi sulla mobilità?”, e la risposta credo sia il nuovo terzo segreto di Fatima :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-12-02 09:50

no, Giuliano

Se le cose fossero andate meglio, mi sarei chiesto se il povero ragazzino schiacciato sabato dal tram avesse indossato un giubbotto ad alta visibilità. La mia esperienza con gli imbecilli in automobile mi fa dire che con ogni probabilità non gli sarebbe servito a nulla (e dire che quando andavo a scuola guida mi obbligavano ad aprire la portiera con la destra, così sarei stato costretto a guardare se passava qualcuno…), ma non si sa mai. Nella sera di una giornata in cui è piovuto per tutto il tempo la visibilità è praticamente nulla, e le luci di una bicicletta servono a ben poco. Ciclisti, ricordatevelo sempre. Un giubbetto costa meno di cinque euro.
Però, caro sindaco Pisapia, non può rispondere a chi le domanda a proposito delle piste ciclabili «Chiedete a chi non le ha fatte prima». Questo non è un problema di piste ciclabili. E non è nemmeno un problema di mancata cordolizzazione di via Solari, come ha scritto Ciclobby. Certo, se i lavori fossero stati fatti, forse non ci sarebbe stata l’usuale sosta selvaggia. Ma dato che il problema è la sosta selvaggia, la prima cosa da fare è punire la sosta. Domenica sono state fatte 266 multe solo in via Solari e lunedì almeno altre 160. Queste multe dovevano già essere fatte. Ma non una tantum: i vigili dovevano passare regolarmente, se non tutti i giorni almeno più volte la settimana. Una misura a costo zero, anzi negativo considerati gli introiti delle multe. Misura da fare in tutte le vie di scorrimento che sono diventate di parcheggio.
La gente si incazzerebbe? Probabilmente sì, e probabilmente sarebbero le stesse persone che adesso si stanno lamentando perché la via non era stata messa in sicurezza (lo immaginavo io, lo mostra Cristiano Valli). So what? Questo è il momento migliore per le misure impopolari: è stato appena eletto, non c’è da preoccuparsi per la perdita di consensi visto che elezioni locali alle porte non ce ne sono. La gente non saprebbe dove parcheggiare? E vi sembra che questa sia un’ottima ragione per parcheggiare dove si vuole? (nota per i miei ventun lettori abituali: se la vostra risposta è “sì”, mi chiedo perché mai mi leggiate, dovreste conoscere le mie idee in generale) Occhei, io sono un talebano che ritiene che chi ha un’auto ma non ha un box, anche se residente, dovrebbe pagare per l’occupazione di suolo pubblico; ma la sosta selvaggia è un problema per tutti, non solo per chi parcheggia.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-09 07:00

ambito 10

Oggi in pausa pranzo sono andato al nido al colloquio di tutoria per i gemelli, e ho percorso al solito via Alserio, che da lunedì scorso è passata a sosta a pagamento per i non residenti (il nuovo modello milanese di questi anni: non ci sono posti riservati, semplicemente chi ha il tagliandino della zona giusta non paga).
In un posto dove generalmente ci sono auto in doppia fila più o meno ovunque ho visto parecchi spazi vuoti (e un’Audi parcheggiata sul marciapiede all’angolo tra Farini e Alserio, ma come ben sapete la stragrande maggioranza degli audisti è geneticamente incapace di seguire il codice della strada). Sarà l’effetto primi giorni, e paura delle multe, ma mi chiedo: dove è andata a parcheggiare tutta quella gente?

Ultimo aggiornamento: 2011-11-02 16:40

distributore di latte crudo

Non so nel resto d’Italia, ma a Milano sembra che la moda di questi ultimi anni consista nell’aprire “negozi” formati da un gruppetto di distributori automatici dove comprare cose da mangiare e da bere: probabilmente la spersonalizzazione finale della pausa pranzo. Credo che in un raggio di cinquecento metri dal mio ufficio ce ne siano almeno tre.
Ieri però ho notato che il “self food”, o come diavolo si chiama, in via Padova quasi angolo via Predabissi ha pensato di differenziarsi, e ha aggiunto un distributore di latte crudo, il primo che vedo in Milano città. Un euro, un litro di latte (da bollire e consumarsi entro tre giorni): non so quanto costi la bottiglia se uno non se la porta da casa. Mah: mi pare bufffo questo incrocio tra junk food e cibi a km 0, ma viviamo in un mondo di contraddizioni…

Ultimo aggiornamento: 2011-10-26 11:38

Grandi Opere in via Martiri Oscuri

[lavori in corso] Ne avevo parlato due anni fa: i bellissimi lavori per riqualificare il capolinea di Greco del tram 1 avevano portato a una pavimentazione in porfido che in due mesi era diventata sufficientemente sconnessa per fare il Camel Trophy. In questi due anni hanno continuato a togliere pezzetti di pavè e rimettere asfalto, finché la scorsa settimana, come da foto allegata, si è messo seriamente mano e si è per l’ennesima volta rifatto tutto, stavolta in asfalto.
I lavori, anche perché in queste settimane non è piovuto, han dato un risultato migliore; peccato però che ci si sia dimenticati della parte iniziale, che anzi a furia di passaggi tram e macchine movimento terra ora è davvero invivibile. Chissà se tra altri tre o quattro anni ripareranno anche quel tratto: in fin dei conti saremo alla fine della giunta Pisapia, e quindi qualche lavoro lo dovranno pur fare :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-09-15 07:00

La tutela del verde

Oggi sul dorso milanese del Corsera c’era un articolo sul cantiere infinito per il parcheggio di Piazza XXV Aprile, cantiere che forse (forse) sarà terminato per Natale; non veniva in effetti specificato di quale anno. Ad ogni modo, l’articolo spiegava che l’ultimo ritardo è stato causa del Comune, che ha affermato che la sistemazione proposta non aveva abbastanza verde. Detto fatto, con l’ennesima modifica in corso d’opera sono state aggiunte ben 4 (quattro) aiuole. Dimensione delle aiuole? Dieci metri quadrati cadauna, praticamente la superficie del Suv di Lapo Elkann che in questi giorni (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare: e chi meglio di lui?) fa il testimonial a basso costo di uno degli effetti dell’acquisizione della Chrysler da parte della Fiat. Siamo proprio così convinti che ne valesse la pena?

Ultimo aggiornamento: 2011-09-09 09:59

Una casa per il Quarto Stato

No, non è un commento sulla deriva della nostra crisi: più banalmente è la polemica ferragostana sulle pagine milanesi del Corsera.
La materia del contendere è la lenzuolata di Pellizza da Volpedo, che l’anno scorso fu spostata dalla Galleria d’Arte Moderna in via Palestro al Museo del Novecento in Arengario, e messa sulla scala che porta alla galleria vera e propria. A quanto pare c’è chi dice che in quella posizione il quadro non è sufficientemente valorizzato, che ci vorrebbe una sala apposta solo per lui come nel caso di Guernica – dimenticandosi che il quadro non è grande come il capolavoro di Picasso, ma comunque misura 293×545 cm, non esattamente una miniatura), e che la sua collocazione corretta è… Palazzo Marino, cioè la sede del comune.
La cosa che mi dispiace di più è che temo di essere d’accordo con Sgarbi: se non ho letto male sull’edizione cartacea di oggi, lui afferma che il quadro, pur essendo stato dipinto nel 1901, è ancora ottocentesco e quindi dovrebbe tornare in Villa Reale che è la sua collocazione logica. Io sono un caprone per quanto riguarda l’arte, ma ritengo pure io che il Novecento artistico italiano inizi con il futurismo, e che il biglietto da visita del museo del Novecento dovrebbe essere qualcosa di Balla, o il boccioniano Forme uniche della continuità nello spazio che a me non piace affatto ma sicuramente ricorda qualcosa a tutti gli italiani. Sono anche d’accordo che il Quarto Stato messo lì mentre si stanno salendo le scale è piuttosto sacrificato. Ma io ricordo la posizione del quadro alla GAM: una stanza tutta per lui all’inizio del primo piano, ma con una luce pessima. Forse la soluzione migliore sarebbe davvero cercare uno posto per lui al Castello Sforzesco, che di spazio ne ha…

Ultimo aggiornamento: 2011-08-19 10:38