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La scuola dimenticata

Anno 2015: I miei gemelli fanno prima elementare e si trovano da un giorno all’altro i ragazzi della vicina scuola media Pavoni di via Benigno Crespi 40, dove è stato trovato dell’amianto.

Anno 2022: Dopo solo sette anni è stato bonificato l’amianto, già che c’erano hanno tolto due serbatoi di carburante, e le ruspe hanno tirato giù la costruzione. Tempo previsto per i lavori: 440 giorni.

Anno 2023: Sono passati i 440 giorni, ma si è scoperto che un serbatoio aveva una falla e quindi si è dovuto verificare che il terreno non fosse contaminato.

Anno 2025: Ho scattato questa foto a inizio ottobre, ma l’altro ieri sono passato e la situazione era identica (ok, un po’ meno verde visto che l’autunno è inoltrato). Non si direbbe che la contaminazione sia così pesante. Ma soprattutto non si sa assolutamente nulla di cosa si voglia fare, ammesso che lo si voglia fare: le richieste di informazioni cadono nel vuoto. Eppure a un paio di chilometri da lì il cantiere della scuola media Falcone e Borsellino in viale Sarca, demolita nel 2024, procede alacremente. Intanto i gemelli hanno finito le elementari, fatto le medie (in un’altra scuola, pur che non avessimo più a che fare con la dirigente che c’era) e sono a metà delle superiori.

Non serve più un edificio scolastico? La promiscuità di bambini di sei anni e ragazzi di 14 (le zone sono separate, ma per dire la palestra è la stessa…) non è un problema? Bene, che lo si dica ufficialmente. Quale sarebbe il problema? Parafrasando Giorgio Gaber, “ma quella scuola, ma quella scuola ora non c’è più: ma quella scuola, ma quella scuola l’han buttata giù!”

Finalmente il Carnevale della matematica dal vivo!

Il poster del Carnevale

Il poster del Carnevale, disegnato da Donald Soffritti

Se siete tra i miei ventun lettori, sapete sicuramente che (quasi) ogni mese raccogliamo i post di argomento matematico in quello che chiamiamo all’inglese “Carnevale della matematica”. Ma forse non sapete che ogni tanto ci troviamo anche dal vivo a fare un Carnevale della matematica, pensato soprattutto per le scuole; ne avevo scritto un mesetto fa, ma magari vi eravate persi quel post. Con solo cinque anni di ritardo (avremmo dovuto farlo nel 2020…) domani e sabato ci vedremo così a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia (con ingresso da via Olona). Laboratori ed eventi hanno il tutto esaurito, ma magari riuscite comunque a infilarvi e vedere le nostre brutte facce (la mia un po’ di meno, perché domani alle 11 scappo dopo la mia presentazione; spero di avere un po’ più di tempo sabato)

ATM: perché non online?

Lunedì Cecilia mi telefona dicendo che in metro ha perso la tessera ATM. Tra l’uno e l’altro gemello capita tre-quattro volte l’anno, e io pago. No, non è vero: il costo di riemettere la tessera glielo tolgo dalla paghetta: però quello che mi tocca fare è prendere e andare a rifare la tessera a un ATM Point. Solo che ATM ha deciso di chiuderli quasi tutti, per favorire le interazioni virtuali: ora ne rimangono solo tre, e la coda per prenotare è inenarrabile. Alla fine sono riuscito a trovare un buco mercoledì pomeriggio, nel carnaio della Centrale – crederete mica che i numeretti funzionino davvero? – e ho fatto tutto. Nessun modulo: quello che serviva era la carta d’identità di Cecilia e ovviamente i 15 euro.

Quello che mi chiedo è perché uno possa farsi fare un abbonamento tutto online e poi andare a una “Tessy” per farsi stampare la tessera, ma questo non valga per il rinnovo. Quale sarebbe il problema? Si mandano i documenti, si paga e via. Occorrono 24 ore perché qualcuno processi la richiesta? È sempre meno che il tempo necessario per trovare uno slot libero.

(sì, lo so che si può mettere la tessera sul telefono. Per i miei figlioli che sono nativi digitale “è troppo scomodo”)

Prenotare i vaccini nonostante ARIA

Io sono una persona fragile. Quindi da alcuni anni mi vaccino regolarmente per influenza e Covid (prima non ero fragile e non lo facevo…). Come ci si vaccina a Milano? Si va sul sito sanità della regione e si cerca una disponibilità.
La scorsa settimana ci ho tentato, ma il sistema informatico mi diceva che non potevo prenotare il vaccino Covid, perché sarebbe arrivato solo questa settimana. Era inutile selezionare una data successiva: probabilmente il sistema sapeva che magari il vaccino non si trovava e quindi non si fidava.

Martedì mi sono di nuovo collegato. Ho trovato l’elenco dei posti dove vaccinarmi, e ho visto che a Villa Marelli, dove vado di solito, c’erano due slot per giovedì: uno alle 9.30 e uno alle 15. Seleziono il primo: arriva messaggio di errore dicendo che non è più disponibile. Seleziono il secondo: stessa storia. Aspetto dieci minuti perché dovevo fare dell’altro e mi ricollego: i due slot sono ancora lì, ma continuano a non essere disponibili. Decido così di provare a vedere se per telefono funziona meglio.

Chiamo Villa Marelli: l’impiegata risponde che è la parte di Villa Marelli sbagliata, quella con i medici di base (a dire il vero gli anni passati sono sempre andato lì…) e mi dà il numero della casa di Comunità. Chiamo: l’impiegata mi dice che bisogna andare sul numero verde regionale. Chiamo il numero verde regionale, seleziono 5 per le vaccinazioni, arriva un messaggio registrato che mi dice che quello non è il numero verde corretto.

Finalmente trovo qualcuno che risponde… e scopro che fa esattamente quello che facevo io dal sito, compresi gli errori di prenotazione non più presente. A questo punto ringrazio, seleziono l’appuntamento per venerdì pomeriggio, e finalmente sono a posto, nonostante i tentativi di depistaggio.

Chiudo con una nota per i milanesi: almeno a Villa Marelli (fermata Marche della lilla) sabato tutto il giorno e domenica mattina fanno lo shot day, vaccinazioni senza prenotazioni. (L’espressione “Shot day” me la sono inventata io, la tipa parlava di un generico “open day”…)

Parlo di pi greco al Circolo Filologico Milanese

Forse vi ricordate che a gennaio avevo parlato di trigonometria al Circolo Filologico Milanese (Via Clerici 10 – Milano: è a quattro passi dalla Scala).

Sabato prossimo alle 15 apro la stagione 2025-26. Questa volta parlo di pi greco, cosa che dovrebbe riuscirmi abbastanza facile visto che ci ho scritto su un libro (il link è quello del mio referral Amazon). Ma non si sa mai.

Palazzo Citterio

La cité des promesses, di Alberto Savinio, a Palazzo CitterioDopo non so quanti decenni, e una finta inaugurazione un paio d’anni fa, finalmente Brera ha potuto allargarsi con l’adiacente Palazzo Citterio. Anna e io siamo andati a visitarlo, per curiosità.
Sicuramente la struttura è stata restaurata in maniera molto interessante, con gli scaloni interni (e gli ascensori) che portano ai vari piani. Anche il tempietto nella corte, struttura lignea donata dal Salone del Mobile e collocata appunto nella corte, secondo me è molto carino.

Per quanto riguarda le opere, niente da eccepire sulla qualità: tra le altre, segnalo Fiumana di Pelizza da Volpedo e La cité des promesses di Alberto Savinio che a me è piaciuta particolarmente, per lo stile molto personale. Ho invece dei dubbi sulla scelta di allestire il piano nobile, e quindi praticamente la maggior parte del museo, non secondo un percorso temporale ma diviso tra le due collezioni Jesi (quelli del caffè, che abitarono a Palazzo Citterio) e Vitali. Soprattutto quest’ultima è così eclettica che a mio parere lascia il visitatore perplesso. Per le mostre temporanee, Anteguerra. Avant-guerre. Pre-war. Vorkriegszeit di Pietro Geranzani a me non ha detto proprio nulla, tanto che me ne ero dimenticato: invece l’installazione di Chiara Dynys Once Again è davvero suggestiva e in un certo senso ipnotica.

Dopo la visita, mi è rimasta l’impressione che Brera stia usando Palazzo Citterio come repository per le opere che non sapeva più dove mettere: probabilmente la soluzione migliore è visitare tutto il complesso, compresa la Pinacoteca, per avere una visione più completa.

I cittadini non meritano di essere informati

A maggio avevo raccontato dell’infinito cantiere che blocca a Milano l’incrocio Suzzani-Santa Monica, dove un anno o l’altro passerà la metrotranvia. Nella mia ingenuità pensavo che bastasse rimettere a posto i sottoservizi e posare i binari in perpendicolare a Suzzani: il tempo previsto era di sei mesi, da metà novembre 2024 a metà maggio 2025, ma all’appropinquarsi della fatidica data qualcuno ha appiccicato ai cartelloni la nuova data prevista di chiusura del cantiere: il 6 luglio.

Ieri era il 14 luglio. Sono passato di là in bicicletta nel pomeriggio. Tutto ancora chiuso. Ma non mi sto lamentando di questo, bensì del fatto che nessuno si è degnato di correggere la data di riapertura di viale Suzzani, che nei vari cartelli è ancora il 6 luglio (oppure il 18 maggio, dove l’aggiornamento attaccato con lo sputo si è staccato). Certo, in questo momento i binari sono stati posati (solo sull’incrocio, ovvio…) e quindi magari per metà settembre si degneranno di riaprire il tutto. Attenzione al cittadino: zero.

Comprensibilità nulla

cosa mi scrive il comune di Milano
Il Comune di Milano mi ha appena scritto il testo qui in figura, con titolo “Identità Digitale Comune di Milano”. L’ho letto, e sulle prime non ho capito un tubo: poi mi sono messo d’impegno e ho finalmente compreso.

Le frasi «La informiamo che, non avendo effettuato l’accesso al sito del Comune di Milano da quasi due anni, per continuare ad utilizzare i nostri servizi online con un’unica Identità Digitale, dovrà accedere nuovamente. In alternativa, coerentemente con quanto descritto nell’informativa privacy pubblicata sul sito https://www.comune.milano.it/policy/privacy/informativa-per-il-trattamento-dati-personali-accesso-al-sito procederemo con la cancellazione della sua Identità Digitale.», a parte la virgola di troppo, significano (in burocratese standard) “Lei non ha effettuato l’accesso al sito del Comune di Milano da quasi due anni: se non accederà al sito, tra pochi giorni elimineremo l’account e i suoi dati conservati, come descritto nell’informativa privacy alla pagina ecc. ecc.» (non è un sito ma una pagina). Infine «In ogni caso, sarà possibile accedere nuovamente con la propria identità SPID/CIE ma non sarà presente lo storico delle sue interazioni con il Comune di Milano.» significa “Potrà sempre accedere al sito con la propria identità SPID/CIE, ma non avrà più a disposizione le informazioni sulle interazioni passate”. Insomma, “o ti connetti (quasi) subito o cancelliamo tutti i tuoi dati e dovrai ricominciare da capo”; ma capisco che scrivere così non è il massimo.

Ma chi è che riesce a scrivere in una prosa così convoluta da richiedere una seconda lettura anche a uno che con la burocrazia ha una certa dimestichezza?

Ultimo aggiornamento: 2025-07-08 13:01