Archivi categoria: italica_stampa

più o meno soldi?

[meno gettito?]
[meno gettito?]
Cosa capisce il lettore frettoloso da questi titoli nella home page di Cor&Rep? Che il gettito fiscale è diminuito.
In realtà, leggendo gli articoli si scopre che rispetto all’anno scorso sono stati incassati più soldi, il che è già preoccupante pensando che a essere buoni rispetto a un anno fa il PIL è rimasto costante e quindi significa che ci hanno preso più tasse. Il buco indicato nei titoli è infatti calcolato rispetto al DPEF, cioè alle previsioni di incasso: in pratica sono stati incassati meno soldi rispetto alle speranze. Nulla di nuovo né di strano, considerando che il piano presentato l’anno scorso agli europei mostrava appunto le speranze: ma è necessario che i nostri giornali perpetuino la presa per i fondelli?

Ultimo aggiornamento: 2012-06-06 12:13

insegua quel twit!

[followers, cioè inseguitori]
Quello qui sopra è il ritaglio di un articolo del Corsera odierno (pagina 6 taglio basso, per la cronaca), in un articolo dove si parlava degli strani messaggi spediti ieri su Twitter dall’account della CGIL. Per quanto mi riguarda i messaggi non erano nemmeno così strani, ma non importa: quello che mi ha lasciato basito è la nota della redazione che ha “spiegato” come i follower dell’account Twitter siano gli inseguitori. Mi chiedo perché un qualsivoglia componente di una redazione decida che una parola inglese non sia comprensibile ai lettori del quotidiano, decida di inserire una traduzione esplicativa, e sbagli completamente questa traduzione: tra l’altro “inseguitore” non è nemmeno una traduzione di “follower”, se non nell’ambito della meccanica.
Capisco che “seguace” possa sembrare un po’ esagerato, “ammiratore, discepolo” non siano necessariamente veri, “aderente” sia troppo formale: ma allora che si usi una perifrasi, “coloro che seguono gli aggiornamenti”… oppure si scriva “lettori abituali” o qualcosa del genere!
(per i grammar nazi: usare il plurale per follower è invece corretto, visto che la parola è stata scritta in corsivo e quindi segue le regole della lingua di partenza non essendo un prestito ma una citazione)

Ultimo aggiornamento: 2012-02-23 11:35

Splinder è morto, ma…

Se mi state leggendo, con ogni probabilità sapete cosa è stato Splinder: una piattaforma italiana di blog che ha avuto in passato momenti di grande gloria ma che è man mano diventata meno importante fino ad essere stata ufficialmente dismessa dai suoi proprietari a fine gennaio. Requiescat in pace.
Quello che però forse non sapete è che il fantasma di Splinder continua ad aleggiare. Prendete un articolo qualunque del Corriere della Sera, chessò questa notiziona sulle auto di lusso restituite ai concessionari per paura dei controlli della Finanza, e aprite il sorgente HTML. Su Firefox e Chrome basta schiacciare Ctrl-U. Troverete una riga come questa:
[...] dc:subject="" dc:creator="" dc:date="" trackback:ping="http://www.splinder.com/trackback?source=http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/12_febbraio_9/controlli-auto-lusso-boom-restituzioni-1903204974407.shtml"/>
Questa riga servirebbe per attivare il trackback, cioè un sistema automatico che aggiunge a una pagina web – generalmente quella di un blog – un collegamento a un altro blog che ha citato quella pagina. Non ci sarebbe nulla di strano se il Corriere facesse una cosa del genere per vedere quanti blog citano i propri articoli: poi sta a loro scegliere se pubblicizzare o no tali blog. Però per fare una cosa del genere occorre usare un programma locale, non certo uno che gira su un’altra piattaforma e che naturalmente non è mai funzionato come dovuto, almeno negli ultimi anni: ogni volta che citavo un articolo del Corsera mi arrivava un messaggio di errore che io bellamente ignoravo.
Ora la cosa è ancora più comica, visto che Splinder non esiste più e qualunque accordo fosse un tempo stato in essere è automaticamente rescisso. Però credo che sia chiaro che nessuno al Corriere (non dico i giornalisti, loro hanno tutto il diritto di non saperlo, ma chi gestisce la piattaforma web) sappia assolutamente cosa stia girando sui loro server, il che non mi pare bello: io non ho problemi ad ammettere che mica so esattamente tutto quello che c’è dietro questo blog, ma io sono appunto un dilettante allo sbaraglio…

Ultimo aggiornamento: 2012-02-10 07:00

i polli del Messaggero

<img src="http://xmau.com/notiziole/thumb/pollo.PNG" alt="[polli]" La tragedia della Concordia, e le italiane farse al contorno, sono arrivate sulle pagine dei quotidiani di tutto il mondo: soprattutto l'audio della telefonata tra De Falco e Schettino è diventata un hit internazionale. Così per esempio il New York Post ha sbattuto in prima pagina il "Torni subito a bordo, c*zz*!" (diventato "Get back on board for f*** sake!") denominando il capitano della nave da crociera "Chicken of the sea".
Ma non sono solo i blogh che si parlano addosso: anche la stampa spesso indulge a tali pratiche. Così il Messaggero nella sua versione online riporta la foto della prima pagina del New York Post spiegando all’italico lettore che all’estero Schettino è diventato “il pollo dei mari”. In effetti, se uno apre un qualunque vocabolario e cerca il lemma “chicken”, la prima parola che trova è “pollo”. Su questo non ci sono dubbi. Peccato però che una lingua non sia semplicemente un assemblaggio di parole: non per nulla i traduttori automatici sono spesso usati per fare quattro risate alla vista della “traduzione”. Ecco: il concetto inglese di “chicken” come persona paurosa è reso in italiano non da “pollo” bensì da “coniglio”, come credo tutti i miei ventun lettori sanno perfettamente, e come del resto sanno anche alcuni giornalisti del Messaggero: cliccando sul collegamento interno presente nell’articolo si arriva a un altro articolo dove il titolo inglese viene correttamente reso come “coniglio dei mari”.
È vero che un pollo non sa nuotare, ed è anche vero che questa figuraccia probabilmente non supererà le acque territoriali italiane: ma non sarebbe bello avere un minimo di controllo su quanto si scrive?

Ultimo aggiornamento: 2012-01-19 11:44

incentivazioni

Leggo sul dorso torinese di Repubblica che anche nella mia città natia il biglietto del tram passerà a un euro e mezzo, come già capitato a Milano. Succede, soprattutto visto che quello dei trasporti pubblici è uno dei pochissimi modi che gli enti locali hanno per ottenere soldi.
Però una qualunque persona raziocinante dovrebbe saltare sulla sedia quando legge che gli abbonamenti annuali aumenteranno del 67%. Tra Diego Longhin e l’ignoto impaginatore, a nessuno è proprio venuto in mente di rileggere l’articolo e accorgersi di quel numero? Considerando tutto il resto dell’articolo, posso immaginare che l’aumeno per gli abbonamenti sarà del 6-7% (il matematico numerico che è in me non riesce a credere che qualcuno abbia potuto scrivere “6,7%” con una precisione inutile nel contesto). Però mi immagino l’infarto che potrebbe avere avuto un abbonato annuale…

Ultimo aggiornamento: 2011-12-06 15:01

quando troppa cultura fa male

[proprio avanti Cristo?]
Se scrivi dalla Trinacria, ci sono buone possibilità che tu sia imbevuto di cultura classica. Quindi, se devi scrivere un articolo su una megamulta perché il solerte vigile urbano ha sbagliato a scrivere una data saltando una cifra di quelle dell’anno, guardi cosa era successo dalle tue parti in corrispondenza di quella data e lo scrivi per pepare un po’ il tuo pezzo.
Però forse la cultura umanistica dovrebbe essere temperata da un minimo di cultura scientifica, o quantomeno dal minimo di buon senso di cui il buon Dio dovrebbe averci tutti dotato. Scrivere “208” al posto di “2008” può capitare. Ma il 208 avanti Cristo è il -208 [*], non il 208. Come fa una persona (o un software) a indicare un numero di anno negativo? Capisco che Wikipedia non riporta nulla di accaduto nell’anno 208 d.C. (o 208 eV, se siete politicamente corretti), ma non mi pare una buona ragione per cambiare data…
[*] per i pignoli: per la precisione è il -207, visto che non esiste l’anno zero.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-26 14:07

dell’inconsistenza di Fassino

[e Torino?] Quello che vedete qui a fianco è un pezzetto della pagina del Corriere della Sera di oggi sulle elezioni amministrative del prossimo maggio. Nulla di trascendentale: un classico asterisco dove si richiama la notizia che poi viene trattata all’interno dell’articolo a fianco.
Quello che è strano è che come “principali comuni al voto” sono indicati, immagino da nord a sud, Milano Bologna e Napoli. A me (e immagino ancora più a lui) pare che anche a Torino ci siano le elezioni comunali. Quale potrebbe essere la spiegazione di questo lapsus calami del Corsera?
– tanto a Torino si sa già come finiscono le elezioni, quindi non ha senso parlarne;
– Torino non è che sia poi così importante come comune;
– loro sanno qualcosa che noi non sappiamo ancora: chessò, che Marchionne ha ingiunto che si firmi un accordo per non votare a maggio altrimenti se ne va via da Torino;
– al Corsera non riescono a vedere l’esistenza di Torino, è un po’ come il punto cieco dell’occhio.
Scusate se non metto su il sondaggio, ma potete comunque commentare :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-04-20 11:59

sempre gialli sono

[Giappone o Cina?]Licia mi segnala la foto che ieri campeggiava in prima pagina del Corsera online, come accompagnamento della notizia sul nuovo terremoto in Giappone. L’analisi che fa Licia è semplice: da un lato la vegetazione sembra un po’ troppo in stato avanzato di fioritura per essere all’inizio d’aprile, ma soprattutto sembra incredibile che in una nazione come il Giappone ci sia gente che vada in moto senza casco… e inoltre – ma qui lascio giudicare alla parte femminile dei miei ventun lettori – «una giapponese non si metterebbe mai quell’orrenda giacchetta bianca e rossa ;-)»
Visto che già in passato il Corriere è scivolato sulle foto (e non parliamo nemmeno di copyright…) il dubbio è se non lecito almeno comprensibile, anche se a onor del vero tineye non mi ha dato risultati.

Ultimo aggiornamento: 2011-04-08 11:15