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tigna

electrocuted La mia manualità è infima. Per me fare un lavoretto in casa è un delirio: se poi è di precisione, le dita si muovono per conto loro. Aggiungete il fatto che io sono sempre stato una di quelle persone “o mi viene bene al primo colpo oppure lascio perdere perché evidentemente non sono capace” e potete immaginare come non mi sia mai messo a farli.

Ma sono passati i decenni. Da un lato non ho più nessuno che possa fare quelle cose per me; dall’altro la mia tigna è aumentata a dismisura. Così stamattina ho preso una lampada da tavolo che non si accendeva più (dopo un mio lavoretto dell’altro giorno, lo ammetto) e ho aperto l’interruttore, scoprendo che avevo chiuso così strettamente uno dei morsetti che si era tagliato il filo ma soprattutto la vite si era spanata, e quindi non riuscivo più a svitarla perché ruotava tutto il morsetto.

Ho tirato via il morsetto con le pinzette, tanto poi ho pensato che sarebbe rimasto bloccato; ho svitato la vite; spelato i cavi; riavvitato i morsetti; scoperto nel frattempo che ero riuscito a far volare via due pezzetti in rame non sapevo da dove; guardato attentamente la forma dei pezzetti per capire dove e come avrebbero dovuto essere posizionati perché schiacciando il pulsante si facesse contatto; rimesso l’interruttore; scoperto che la logica era corretta ma avevo messo il pulsante rovescio; rimesso il pulsante a posto; avvitato. Sono lieto di annunciare che in questo momento l’interruttore funziona perfettamente :-)

Ah, se si spacca ancora ho pronto il piano b: comprare un interruttore pressofuso con spina e due mammut, e cambiare tutto il cordone.

(immagine creata da Fooocus)

Ultimo aggiornamento: 2024-01-23 15:57

Tanto va la gatta al lardo

Sabato sera Anna e io eravamo in cucina, e a un certo punto abbiamo sentito dei suoni metallici provenire dal balcone. Mi alzo, esco e mi trovo Annika che gira disperata con una lattina di pappa infilata in testa. Evidentemente la lattina non era stata pulita bene, e visto che abbiamo due gatti famelici ma Tommy ha la testa troppo grande e quindi non c’è riuscito la vincitrice è stata appunto Annika.
Non ho documentazione fotografica, perché abbiamo preferito togliere subito la scatoletta. Ma tanto, a giudicare da Google, Annika non è certo stata l’unica!

(immagine di veryhotchips, da DeviantArt)

Ma quanti sono a leggere?

Goodreads ci ha tenuto a farmi sapere che io sono nel top 25% dei lettori forti dell’anno, almeno secondo le statistiche sul loro sito. È tutto bellissimo.
Però le statistiche sono calcolate al 10 dicembre, quando avevo letto 59 libri. (Il mio target è 60, direi che ce la posso fare entro fine anno). Ovviamente non so quale sia la fascia sopra il “top 25%”, ma credo che il top 10% sia una buona stima. Questo significa che in Goodreads c’è almeno un 10% di persone che leggono più di cinque libri al mese. È vero che tra i miei amici Silvia mercoledì era arrivata a 397 e Annarella ben 609, ed è vero che ci sono stati anni in cui sono arrivato a 100 libri – quest’anno sono stato bloccato per varie cause. Però mi sembra davvero tanta gente…

Concerto di Natale (con me che canto)

A marzo non sono riuscito a cantare perché reduce da un’operazione chirurgica; stavolta spero di non avere nulla che osti al mio partecipare al Weihnachtskonzert della Chiesa Cristiana Protestante a Milano (via De Marchi angolo via Moscova, MM3 Turati).

Il programma non è molto ampio e per una volta è diverso dal solito, nel senso che non avremo Bach ma due cantate di Telemann, oltre a un brano musicale. Telemann è coetaneo di Bach e quindi puro barocco, ma si diverte molto più nelle partiture, oltre ad avere scritto più di J.S., cosa che credevo impossibile. Io mi sono divertito a studiarlo, spero che piacerà anche a voi!

Passante e metro: qualche problemuccio di comunicazione?

Ieri ho accompagnato Cecilia alla sede principale del suo liceo, che sta a Dateo. Poi sono tornato in ufficio. Ho preso l’ingresso da via Archimede, timbrato in ingresso sul passante, fatto tutto il corridoio del passante, uscito dai tornellli del passante (senza lettore tessera) e arrivato ai tornelli di M4… dove non sono potuto entrare perché “tessera già validata in ingresso”. Ok, mi dico, ho timbrato in ingresso e non in uscita: aspettiamo qualcuno che entri e seguiamolo, così sono a posto on la timbratura.
Arrivo a San Babila dove devo cambiare con la M1, il che significa uscire dai tornelli M4 per rientrare negli altri. Passo la tessera… e mi dice “uscita senza entrata”, bloccando la porta. Detto in altri termini, la timbratura sul passante è stata dimenticata. Il fatto che ci fossero due guardie ATM che mi hanno bloccato mentre cercavo di uscire quatto quatto e poi mi abbiano aperto il tornello quando hanno visto la scritta mi fa pensare di non essere il solo a incasinarsi la vita così: ma non è che forse c’è qualcosa da rimettere a posto nela gestione del sistema integrato?

(Immagine di Arrow303 da Wikimedia Commons, CC-BY-SA 4.0)

Esondati


Era un po’ che il Seveso non esondava, ed era parecchio che non esondava così tanto. Questi in figura sono i blocchi dei mezzi passate sei ore dal momento più critico (e ci è andata ancora bene che io e i ragazzi siamo usciti con la metropolitana prima che venisse chiusa). Ultimo aggiornamento: 2023-10-31 15:35

Il dato è tratto

(Il titolo è nato come un refuso, ma rivedendolo ho capito che era perfetto) La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata la settimana scorsa, quando Facebook mi ha detto che aveva cancellato un mio post perché spam. Il post in questione – lo si può vedere ancora su Twitter/X – era questo, parola per parola. Il link – identico a tutti quelli che posto da mesi – era a questo post, ma dubito che gli algoritmi di Meta siano andati a vedere il contenuto. Notate che – bontà sua – Facebook non mi ha limitato l’uso del profilo: diciamo che questo era solo un amichevole avviso, un po’ come quando il racket passa dal tuo negozio e si limita a prendere qualcosa senza pagare. Il tutto senza nessuna possibilità di appello: ho provato a scrivere nella pagina “hai trovato qualcosa che non va in Facebook?” ma non è successo nulla.

Ero già abbastanza stufo della cosiddetta “esperienza Facebook”, dove trovare le informazioni che mi servivano era sempre un terno al lotto, e ho finalmente preso la decisione di andarmene. Ho scritto un post per avvisare i miei lettori, chiedendo loro di commentare per farlo salire di importanza e renderlo così visibile anche a chi di solito non mi legge: in effetti è stato così, con l’effetto collaterale che il giorno in cui l’ho scritto gli accessi al blog sono quadruplicati (occhei, un po’ più che il doppio, visto che molti hanno aperto entrambi i post indicati qui sopra). Insomma, nessuno dovrebbe preoccuparsi della mia sparizione. Ho aspettato qualche giorno perché il mio post venisse letto se non da tutti almeno da molti facciamici; intanto mi sono salvato la copia dei miei dati sulla piattaforma (copia che non aprirò mai, ma almeno ce li ho) e ho fatto partire la procedura di cancellazione, nonostante i tentativi abbastanza lagnosi di farmi cambiare idea. Tecnicamente ho ancora 30 giorni per cambiare idea, e mi incuriosisce vedere se Facebook mi scriverà: ma come dicevo il dato è tratto.

Tra i commenti sul post di Facebook, ce ne sono stati parecchi che mi invitavano a ripensarci, perché non è che Zuckerberg ce l’abbia con me, questi algoritmi sono automatici e non può esserci qualcuno che controlla, e mi perderò molte interazioni per un puntiglio. Le mie risposte sono semplici. Per prima cosa, mi è del tutto chiaro che non è possibile controllare tutti i post sulla piattaforma: ma sono abbastanza convinto che uno spammatore farebbe molto più in fretta a creare un nuovo account anziché aspettare un secondo giudizio umano, e quindi immagino che il numero di casi da verificare sia gestibile. D’altro canto, ultimamente i miei post su Facebook erano tutti di quel tipo (frase di contesto e link al post), e il contenuto di tutti i quizzini è dello stesso tipo (ambientazione, figura, link alla pagina del sito), il che mi fa pensare che quel mio post sia stato controllato per caso ma in futuro ci sarebbero stati controlli più assidui e tutti i miei post sarebbero stati considerati spam. So poi perfettamente che Zuckerberg manco sa chi sono io, non gli cambierà assolutamente nulla se io ci sono o no, né il mio gesto può far partire una disiscrizione a valanga. So anche che perderò la possibilità di interagire con alcune persone che usano principalmente Facebook, oppure di scoprire se qualche mio ex collega è morto (una delle poche cose che funzionano bene è questa, perché sono in tanti a mettere una reaction e quindi il post sale nell’algoritmo). Ma visto che tutto è sempre aleatorio, trovare qualche pepita ogni tanto mi costringeva a stare molto tempo sul sito, il che ovviamente dal punto di vista di Meta è un plus; dal mio non perdere tempo a cercare me ne lascerà un po’ più per fare altre cose. Se qualcuno non mi leggerà più, amen: a settembre il sito ha avuto un migliaio di accessi da Facebook su 133000 pagine visitate, non perderò così tanto. Insomma, non sarà un vantaggio puro ma nemmeno chissà quale perdita.

Per il resto, continuo a restare su Twitter/X, almeno fino a quando Elon Musk non lo metterà a pagamento; gli intrepidi mi trovano su Mastodon a @mau@frenfiverse.net (o @mau per gli amanti della matematica), e naturalmente il mio blog resta. I miei ventun lettori insomma non mi perdono!

Io e GTT non andiamo d’accordo

Ieri ero a Torino. A un certo punto ho preso un bus, perché la distanza da percorrere era troppa anche per me. Il giorno prima avevo controllato tutto, scaricato l’app ToMove, ed ero pronto. Salgo sopra l’autobus, apro l’app, chiedo di comprare un biglietto… e dopo una decina di secondi mi arriva il messaggio “qualcosa è andato storto”. Occhei, la colpa è con ogni probabilità mia; ieri sera a casa funzionava tutto, e quindi immagino che il problema fosse che stavo al solito usando l’APN aziendale che blocca tutte le porte non standard, e quindi non potevo connettermi. Diciamo che un messaggio di errore “problema di connessione” forse mi avrebbe acceso una lampadina, ma non è così.
Nema problema, mi dico, c’è scritto che posso pagare con carta di credito in modalità contactless. Avvicino la mia carta e leggo il messaggio “validazione avvenuta”. Tutto felice scendo dal bus alla mia fermata e prendo un tram. A questo punto mi domando “e mo’ come faccio a dire che ho timbrato?” Sì, ci sarebbero state le faq, ma non ci ho pensato.
Ieri pomeriggio ho provato così a chiamare il numero del call center di GTT. Dopo quattro-minuti-quattro di messaggi preregistrati sono arrivato all’opzione che mi interessava. Musichetta. A un certo punto mi si dice che io sono “l’utente 24”. Altra musichetta. Mi si ridice che sono l’utente 24. Ora, per tutto il resto si può dire che la colpa è mia. Ma se è vero che io ero il ventiquattresimo in coda (altrimenti che senso ha dare quel numero?) qui forse c’è un problema ben più grave.