A metà settembre ricevo un avviso di raccomandata non consegnata (non da Posteitaliane, ma da uno dei millanta operatori di dopo la liberalizazione. Vado a ritirare la raccomandata, e scopro che è inviata da una società di recupero crediti di Tre Italia, che mi intima di pagare 650 euro circa di traffico telefonico. Mi attacco al telefono e scopro che a ottobre 2013 (cioè undici mesi prima dell’unica comunicazione da me ricevuta) qualcuno ha preso tre utenze telefoniche dando i miei dati anagrafici. La prima cosa che faccio è andare in commissariato, sporgere denuncia di furto d’identità e inviare denuncia e tutto a loro, chiedendo nel contempo di avere accesso ai miei “dati personali” in loro possesso (chi ha fatto questi abbonamenti avrà bene dovuto firmare qualcosa, no?)
Ieri (cioè tre mesi dopo il primo scambio) mi telefonano direttamente da Tre. Ripeto tutta la storia, e il tipo mi fa “ma non le hanno dato un numero di Tre da contattare?” Io “no, ho mandato la documentazione via raccomandata all’indirizzo indicato nella missiva da me ricevuta, e ho anticipato il tutto per fax”. “Eh no, deve chiamare questo numero verde”. Poi aggiunge “Nella richiesta di attivazione è indicato un conto corrente che finisce per xyz. È il suo?” (No, ovviamente non è il mio: che domande). A questo giro mi hanno dato un altro numero di fax a cui spedire la domanda ufficiale di disconoscimento (“Guardi che ci sono delle conseguenze penali se dichiara il falso!” Se vi ho detto che ho sporto denuncia, volete che non sappia che se ho detto il falso la polizia non ci mette nulla ad arrivare da me?).
Ricapitolando: Tre ha fatto delle attivazioni di numero (due prepagati e un abbonamento) senza avere un documento d’identità ma solo una serie di dati. Questi dati comprendevano un numero di conto corrente probabilmente inesistente. Ci hanno messo undici mesi ad accorgersi della cosa. (L’alternativa è che per i primi mesi abbiano pagato e poi abbiano chiuso il conto: improbabile). Quando gli arriva una roba ufficiale di risposta, manco sanno dove metterla e ci mettono tre mesi per accorgersene. Bene. Pensate a cosa sarebbe successo se quelle utenze telefoniche fossero state intercettate in chissà quale inchiesta – che poi magari lo sono state ma l’inchiesta è ancora in corso e quindi non ne so nulla. Bello, vero?
Ah: no, non mi hanno mai detto quali sono i miei dati personali in loro possesso.
Aggiornamento: (19 dicembre) Mi è arrivata comunicazione – telefonica e per email – che “la segnalazione di disconoscimento […] e’ stata gestita con successo”. Speremm.
Ultimo aggiornamento: 2014-12-19 16:05