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Ristoranti

Stasera siamo senza bimbi e avremmo voluto andare al ristorante. Abbiamo telefonato a dieci posti diversi: tutti pieni. Aspetto che Renzi riprenda la frase di Berlusconi sulla crisi terminata (immagino grazie agli 80 euro).

Ultimo aggiornamento: 2014-11-01 21:11

_Matematica in pausa caffè_: un altro mio libro

cover Lo so. Dieci giorni fa vi ho annunciato che era uscito un mio nuovo libro, e oggi vi parlo di un altro mio nuovo libro. Il punto è semplice: Fantamatematica è un ebook di poche pagine, ed è nato quasi per caso perché i miei colleghi mi avevano aizzato a scrivere raccontini matematici; quello che sarà acquistabile a partire da giovedì 30 ottobre (Maurizio Codogno, Matematica in pausa caffè, Codice Edizioni 2014, pag. xii+158, €13, ISBN 978-88-7578-454-6) è sì stato scritto in poco tempo, ma un libro di carta richiede comunque sei-sette mesi dalla prima idea alla sua realizzazione finale.

Tutto nasce con i miei post sul Post, con la traduzione dell’ultimo libro di Hofstadter che sto terminando e con la mostra Numeri che è cominciata a Roma un paio di settimane fa. La mostra è curata da Codice Cultura, Hosftadter sarà pubblicato dai gemelli di Codice Edizioni; questi ultimi mi hanno così chiesto “perché non ci scrivi un libro, così lo mettiamo anche in vendita nel bookshop della mostra?” Eravamo a marzo; abbiamo definito una scaletta e il libro si è man mano costruito.

La struttura del libro ricalca più o meno quella dei post che scrivo sul Post: temi specifici trattati in tre-quattro pagine al massimo, e scritti in maniera molto pop, anche se vi assicuro che non ci sono giochi di parole come quelli prediletti da Ian Stewart (ma qualche citazione qua e là la troverete, se state attenti… ma anche se non ve ne accorgete non succede nulla). Troverete così 35 capitoletti, raccolti in cinque sezioni: Aritmetica; Paradossi, probabilità, previsioni; Giochi; Andando in giro; Computer e standard. Alcuni capitoletti nascono dai miei post originali anche se sono stati tutti rivisti: la differenza di stile tra un blog e un libro è infatti incredibile, e uno non ci crede finché non ci si mette su a farlo. Altro materiale è invece inedito, o perlomeno io non ne avevo mai parlato: il campo della divulgazione matematica ha i suoi alfieri, anche se spesso sono anglofoni e quindi li si può leggere in italiano solo in alcuni casi particolari. Quello della lingua è già un punto a favore per leggere il mio libro; credo inoltre che il mio stile di scrittura sia abbastanza piacevole per fare accettare un testo di matematica anche a chi in generale la snobba, e aiuti gli appassionati a vedere le cose in modo diverso: almeno a me è capitato così mentre scrivevo! Poi anche l’occhio vuole la sua parte, e devo dire che l’aspetto grafico è molto ben curato, anche se purtroppo so già che due figure sono sbagliate. Non si può pretendere tutto dalla vita.

Come avevo già fatto per Matematica in relax, anche in questo caso ho preparato un blog dedicato e una pagina Facebook per il libro. I curiosi potranno insomma avere notizie sempre aggiornate senza dover sempre spammare tutti. Inutile dire che cercherò di rispondere a tutte le domande: buona lettura!

Ultimo aggiornamento: 2014-11-09 16:39

Punto finale (teaser 3)

È ora di smetterla con i teaser. Lunedì racconto tutto.

(però se leggete bene…)

Ultimo aggiornamento: 2014-10-22 14:13

segnatevi la data! (teaser 2)

La data da appuntarvi è giovedì 30 ottobre. I cornetti (o le brioches, a seconda di dove vi troviate) non sono compresi.

Ultimo aggiornamento: 2014-10-17 09:37

_Matematica e quotidianità_

Il 16 ottobre al Palazzo delle Esposizioni di Roma si inaugura la mostra Numeri. Tutto quel che conta, da zero a infinito. Nel periodo della mostra, si terranno una serie di conferenze il giovedì alle 18.30: Incontri con i numeri. Tra i relatori ci sono anch’io, il 13 novembre, con Matematica e quotidianità: ecco il teaser della conferenza.

A cosa può servire nella vita di tutti i giorni la matematica appresa a scuola dopo le quattro operazioni? A tante cose, se la sappiamo usare bene. Possiamo riconoscere i dati fasulli sui giornali, barcamenarci tra tassi di interesse e lotterie apparentemente vincenti, e capire perché al supermercato l’altra fila è sempre più veloce della nostra…

C’è qualche romano tra i miei ventun lettori che ha voglia di vedere la mia bella (si fa per dire) faccia?

io e BikeMi

Il mese scorso ho attivato l’abbonamento BikeMi. Poi non mi è mai capitato di prendere la bici, almeno fino a oggi: in fin dei conti una bicicletta ce l’ho bene. Ieri sera però pioveva e la bici è rimasta in ufficio, così stamattina ho pensato di provare l’ebbrezza del mio primo uso della tessera.

Beh, la stazione più vicina dall’asilo (e da casa, se per questo) è quella in viale Zara a quasi un chilometro e mezzo, ma questo ovviamente lo sapevo. Arrivo, guardo il display dove c’è scritto di inserire codice e password, li inserisco. Poi guardo il display grande col monitor e leggo che la stazione è momentaneamente fuori servizio. Clicco su “annulla” e passo a quella successiva in piazzale Lagosta. Arrivo, rifaccio il tutto, guardo sul monitor grande e leggo “tessera bloccata”. Ah. Mi avvio verso l’ufficio – ormai prendere i mezzi non vale la pena – arrivo in Melchiorre Gioia e decido di riprovarci ancora. Stavolta guardo prima il monitor grande e scopro che posso avvicinare la tessera senza digitare il codice. Bene, penso, avvicino e guardo il monitor per sapere quando inserire la password; per una decina di secondi appare un enorme 3, poi niente. Riavvicino la tessera: mi dice che sto già usando la bici. A questo punto mi dico “sta a vedere che il 3 era il numero della bici da prendere!”, cosa che in effetti era. Risultato: è evidente che comincio ad avere dei forti problemi con la tecnologia e la lettura delle istruzioni, anche se continuo a pensare che avere una tessera che funziona senza password o pin è un’idiozia dal punto di vista della sicurezza.

La bici com’era? Mah. Non ho capito se il campanello era rotto oppure funziona facendo ruotare la coroncina sotto. I freni sono molto teorici, nel senso che rallentavano ma sarebbe stato impossibile inchiodare. Mi ha stupito che la bicicletta avesse tre rapporti, e mi ha stupito ancora di più scoprire che il rapporto più duro è davvero duro: non ne capisco l’utilità in città dove ci si ferma a ogni istante… In generale non so quali siano i flussi d’uso (sì, mi ricordo che avevo visto un sito che li mostrava, ma non ricordo il nome del sito) però non mi pare utile che non si esca dalla cerchia della 90/91 da un lato e ci siano stazioni a cento metri di distanza dentro quella cerchia. Probabilmente qualche stazione in punti strategici al di fuori del centro permetterebbe di fare percorsi radiali non serviti bene dai mezzi: chissà che succederà per Expo.

Ultimo aggiornamento: 2014-10-08 13:07

‪#‎laradiofa90 (in ritardo)

Da quando ho capito, domenica era il novantesimo anniversario della radio e l’hashtag qui nel titolo (insieme a #laradiofa90) raccoglieva vari contributi. Come sempre sono in ritardo, ma due parole le vorrei dire anch’io.

Direi che le mie prime esperienze radiofoniche risalgono al 1980 (o forse al 1981), mentre ero un giovane liceale dai salesiani a Valsalice. I salesiani avevano anche una radio (non mi ricordo se Radio Proposta o Radio Incontri: le due poi si sono unite un paio di anni dopo, per questo il mio neurone non riesce a scinderle), don Bellone che ci insegnava italiano teneva una trasmissione sui personaggi della storia torinese immortalati nelle targhe delle vie subalpine e ogni tanto ci portava al Rebaudengo a raccontare i risultati delle nostre ricerche, che nell’era Avanti Wikipedia erano piuttosto complicate da svolgere. Un paio di volte è così toccato anche a me, e ho più o meno imparato a capire che bisogna stare attenti a non parlare addosso agli altri (e addosso a sé stessi, a meno che uno lo faccia come cifra stilistica…)

Zoom avanti di trent’anni: dopo un paio di partecipazioni a Tre metri sopra il CEPU l’anno scorso mi è capitato di fare l’ospite fisso a Radio Popolare: con il nome d’arte di Wiki Maus facevo finta di raccontare voci di Wikipedia all’interno di Big Fish ma in realtà triettavo con Disma Pestalozza e Jam Kesten. Ammetto di non avere mai avuto nessuna fan che si è appalesata, ma in ogni caso mi sono divertito davvero tanto.

Il punto è che a me la radio piace, per lo stesso motivo per cui mi piacciono i libri (mentre con televisione e cinema il mio feeling è vicino a zero). La radio, sia davanti ai microfoni che ascoltata, è qualcosa che mi lascia libero e a mio agio, e mi fa vedere le cose con la testa anziché con gli occhi (che come ben sa chi mi conosce di persona non è che siano proprio il massimo…)

Ultimo aggiornamento: 2014-10-07 12:39

Era lunedì mattina

Ieri mi hanno probabilmente fregato il ciclocomputer. Dico “probabilmente” perché ho un pallido ricordo di averlo tolto prima di entrare in pizzeria, ma non l’ho più trovato. Vabbè, mi sono detto, tanto ne ho uno uguale di scorta, sempre made in Lidl. Ieri sera lo cerco nell’ordine che regna sovrano a casa mia dove Anna non ha accesso e stamattina lo attacco al posto del vecchio. Peccato che non si accenda. Ma come, penso: è identico all’altro, si infila alla perfezione e non va?

Arrivo in ufficio e ne parlo col mio esperto di fiducia che subito mi fa: ma c’è la pila? Il bello è che avevo anche provato ad accenderlo prima di inserirlo, e non mi era mica venuto in mente che c’era qualcosa che non andava…

Ultimo aggiornamento: 2014-10-06 21:15