Archivi categoria: io

Io, Facebook e le pagine

Vabbè, l’avete capito: sta per uscire Numeralia. Ho pensato così di riprendere la vecchia pagina Facebook che avevo creato per Matematica in pausa caffè e aggiornato all’uscita di Matematica in pausa pranzo e farla diventare “Numeralia e altri libri di .mau.”. Niente da fare: a Facebook non è piaciuta la cosa perché “potrebbe ingannare chi la segue”. Chiedo cosa dovrei fare per avere il “rebrand”, e mi vengono dati alcuni esempi:

Please reply to this message and include a document that shows the new name of your business.

Examples of appropriate documentation include:

– A press release or news article about the rebranding
– Articles of Amendment for a name change
– A link to your official website that states the change
– A link to a post on your Facebook Page that announces the change

Gli mando il link al blog con il nome cambiato, al post che dice che sto cercando di cambiare nome, ai post di Codice che mostrano che sono sempre io che scrivo libri per loro. Risultato: nuova mail dove mi si dice “ciccia”.

We’re unable to update your Page’s name because your request doesn’t follow our Page guidelines. The name you requested suggests that the subject of your Page has changed or may be misleading. This can be confusing for people who like your Page.

Vabbè, mi dico, provo a cambiare il nome in qualcosa di più soft tipo “Da Matematica in pausa pranzo a Numeralia”: niente da fare perché ho fatto una richiesta di cambio pagina troppo poco tempo fa. A questo punto la mia risposta è stata “bene: se cancello la pagina posso essere sicuro che venga totalmente e definitivamente eliminata? Per quello che mi importa dei like faccio più in fretta a creare una nuova pagina”. Risposta: copincolla del primo messaggio speditomi (il che prova che quando hanno preso una decisione nessuno legge più le altre risposte)

Ma la cosa che mi lascia perplesso è un’altra: come fanno tutti quelli che creano una pagina innocua a farla diventare a favore dei nazisti dell’Illinois?

Lavorare?

Secondo l’accordo azienda-sindacato su ferie e permessi, entro giugno dovrò prendere quattro giornate e mezzo di permesso, più nove giorni in cui devo stare a casa causa contratto di solidarietà, più due giorni di chiusura collettiva. Non mi vedranno molto.

Ultimo aggiornamento: 2019-01-11 10:07

no, proprio nessun automatismo

Ricordate quando avevo scritto che l’Avis mi aveva mandato l’avviso che avrei potuto donare il sangue anche se avevo detto loro che con l’operazione all’occhio mi avevano sospeso per un anno? Bene: la scorsa settimana mi hanno telefonato chiedendomi perché non andavo. Spero che stavolta abbiano segnato che almeno fino a luglio non possono vedermi :-)

ladri di caschi di biciclette

Ieri mattina scendo in terribile ritardo per portare i bimbi a scuola e poi andare in ufficio. Vado a prendere la mia bici e noto che il casco della bicicletta di Cecilia è sul portapacchi della bici di Anna. Controllo e vedo che manca il caso di Jacopo. Tolgo l’archetto dalla mia bici e scappo. Arrivato in ufficio, faccio per togliere il casco e mi accorgo di non essermelo messo. (Questo non è poi così strano: io non penso al casco, lo lascio semplicemente attaccato alla bici in modo tale che debba per forza prenderlo quando pedalo. Poi ho una fascia per capelli che comunque stringe il cranio).

Visto che mercoledì non ho usato la bici causa pioggia nel pomeriggio, qualcuno ha deciso di rubare – o se preferite prendersi – due caschi tra martedì sera e giovedì mattina. Cosa se ne faccia uno di un casco da bicicletta usato non lo so proprio.

Le tribolazioni di un paziente in clinica

Come ricorderete, ieri avevo la visita finale di controllo postoperatorio dopo il distacco della retina. Per i curiosi, va tutto come doveva andare: la miopia si è stabilizzata a -4.5 sferiche senza astigmatismo, con cui arrivo a 10 decimi “dopo post-processing”. In parole povere: ho indovinato al primo colpo tutte e quattro le lettere della riga 10/10, ma per ciascuna di esse mi ci sono voluti cinque secondi perché il cervello desse un senso alla macchia colorata che vedevo.

Il problema è stato arrivarci, alla visita. Non tanto giungere sul posto: ero lì con quasi mezz’ora di anticipo. Peccato che al Regina Elena ci siano due (2) casse per prenotazioni e pagamenti: avevo dodici persone davanti e in dieci minuti ne sono passate due. A quel punto mi sono alzato, sono uscito, ho percorso duecento metri, sono entrato in Mangiagalli dove c’è un bellissimo Punto Giallo automatico; inserisco la mia tessera sanitaria, seleziono la ricetta, avvicino il bancomat contactless, mi esce la ricevuta, e me ne torno tranquillo al “mio” ospedale. Quando mi avevano telefonato per anticipare l’appuntamento mi era stato detto che la visita sarebbe stata al primo piano lì, e non dove indicato nel foglio: nulla di male. Salgo al primo piano, vedo una porta “controllo oculistico”, aspetto che arrivi un’infermiera, chiedo. Guarda i miei fogli, mi apostrofa malamente e mi dice che devo andare a pian terreno, dove ero andato in effetti due mesi fa. Scendo, nuova infermiera che mi dice “no, qui il dottore non c’è di sicuro”. Passo all’accettazione, sanno che in effetti erano state anticipate alcune visite, ma mi dicono che quella che ho in mano deve essere una ricevuta vecchia, perché c’è una prestazione che non c’entra nulla. Io replico “l’ho fatta un quarto d’ora fa, sulla tessera c’era solo quella, non è che possa fare altro” al che commentano “boh, però quando ha finito torni qui”. Risalgo al primo piano, l’infermiera di prima mi dice “doveva dirmelo che era per il dottor XX!” (“mica me l’ha chiesto…”) e mi manda in fondo al corridoio girato l’angolo. Nello studio c’è un altro dottore, che fa “XX dovrebbe essere a operare, aspetti qui un po’”. Dopo un altro quarto d’ora mi stufo, scendo, torno in accettazione. Alla fine una delle infermiere dell’accettazione sale con me, parla con un po’ di gente e conferma: XX sta per arrivare e posso aspettare intanto… al “controllo oculistico” dove ero partito. Nel mentre arriva un’altra coppia spersa, che era persino stata mandata al secondo piano. È poi arrivato prima uno specializzando che ha cominciato la visita, e infine XX.

Dulcis in fundo: XX mi ha confermato che entrambe le prestazioni (quella reale e quella indicata) hanno lo stesso codice e quindi sono equivalenti, quindi non c’è stato nulla da modificare. In compenso ho provato a prenotare per giugno la visita ambulatoriale e mi è stato risposto che giugno non era stato caricato a sistema… però settembre sì. Insomma devo riprovare tra qualche settimana.

Io ieri ero in ferie e non avevo molto da fare, però garantisco che non è stato banale. Forse un po’ più di chiarezza non sarebbe male :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-12-24 19:38

PagoPA

Stamattina devo andare a fare la visita di controllo all’occhio. Ero tutto felice perché avevo scoperto si può pagare il ticket online: entro nel sito e non trovo più nulla. Mentre eroin attesa al numero non-verde-da-telefonino per le prenotazioni, mi è venuto in mente che il fatto che non ci siano prenotazioni non significa molto: ho fatto una ricerca avanzata per ospedale e finalmente ho trovato la mia ricetta. Sono 51 euro … più 1,50 di spese di gestione, perché lo Stato non vuole perderci soldi (e aggiungo io non ha nessuna voglia di fare accordi con le società gestrici di carte di credito). Essendo io tignoso, andrò un po’ prima e pagherò allo sportello (i robi automatici non hanno mai funzionato).

In realtà avrei potuto usare satispay… peccato che il mio budget fosse 50 euro. Avrei dovuto tentare il pagamento domenica sera, così avrei potuto alzare il budget :-(

scarsa (mia) memoria storica

Oggi ero in giro con Anna, e verso ora di pranzo siamo passati da piazza Fontana che era praticamente bloccata da camionette di polizia e carabinieri. Ci ho messo qualche istante prima di ricordarmi che è il 12 dicembre.

Ultimo aggiornamento: 2018-12-12 17:29