Dopo aver completato la lettura ai bimbi di Harry Potter e la pietra filosofale sono arrivato a 80 libri terminati nel 2016 (aNobii ne segna 78 perché uno è Kindle only e un altro non è ancora stato aggiungo alla base dati). L’anno scorso ero arrivato a 78, ma con più pagine: 21260 contro 19200. Come sempre trovate l’elenco delle recensioni (tranne le ultime due che appariranno prima di capodanno, e un paio che usciranno l’anno prossimo)
Però mi sa che non riuscirò a mantenere questo ritmo anche nel 2017…
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Lidl, atto finale
Dopo l’ultima puntata della scorsa settimana, ieri mattina è arrivata la risposta finale definitiva di Lidl è stata
Titolo: referenza #nnnnnnn: mmmmm * Tagliacapelli” pratica
Testo: Gentile Sig. Codogno,In riferimento alla Sua segnalazione, Le comunichiamo che non è possibile reperire pezzi di ricambio presso il fornitore” Lutter & Partner” del prodotto da Lei acquistato poichè quest’ultimo è stato dichiarato fallito.
Nel suo caso, ci spiace comunicarLe che i pezzi di ricambio non sono coperti da garanzia , pertanto non ci è possibile intervenire in alcun modo e dare ulteriore riscontro alla Sua richiesta.
Vabbè, continuerò a usare il regolacapelli attaccato alla spina, non muore nessuno. Ah: inutile dire che la risposta è arrivata per email, non certo per telefono o per lettera.
Italo e i punti a singhiozzo
Ricordate la mia interazione col sito di Italo? Alla fine, armato di santa pazienza, sono riuscito ad associare il biglietto al mio codice prima del fatidico giorno del viaggio, giovedì. Venerdì, alle 12:35, mi è arrivata comunicazione dell’accredito di 90 punti. Peccato che i punti sarebbero dovuti essere 212, secondo il mirabolante sito di Italo.
Non che mi importasse qualcosa dei punti, ma la mia tigna mi stava già facendo preparare un post al riguardo. Solo che alle 13:50 è arrivata una seconda mail che mi accreditava gli ulteriori 122 punti. Cosa sia successo nel frattempo non lo so mica: d’altra parte Italo deve avere un modello ben strano, visto che passano a proporre carte di credito ma non a verificare biglietti, né all’andata né al ritorno…
Ultimo aggiornamento: 2017-04-18 10:00
concorsi
Milanesi! C`è qualcuno interessato a comprare un iPhone7 ancora incellofanato?
(per la cronaca: mentre stavamo facendo la spesa ho sentito la musichetta “in questo punto vendita è stato appena vinto un iPhone 7!” La casualità permette anche cluster come questi)
Ultimo aggiornamento: 2016-12-16 22:22
ciao mamma, sono in tivvù
Occhei, non tv ma webtv, però di Repubblica. Oggi c’era la giornata conclusiva del secondo progetto #WikiTIM, e visto che era al Politecnico di Milano ho preso il cappellino di portavoce di Wikimedia Italia e sono andato a portare il verbo dell’enciclopedia libera. Qui (dal minuto 2:15) potete vedere il vostro affezionato tenutario in mise sgarrupata come sempre, però con un’aria molto più seria dell’usuale.
Ultimo aggiornamento: 2016-12-16 10:26
Cronaca di una manifestazione
Stamattina a Milano la minima era di tre gradi sotto lo zero. Eppure eravamo in duemila a manifestare contro TIM, che ha unilateralmente deciso di disdire il contratto di secondo livello per proporne uno che definire punitivo è dire poco. Per chi è giovane, forse è meglio aggiungere qualche informazione in più: la lascio però in fondo perché è un po’ un pippone.
Devo dire che di manifestazioni sindacali ne ho fatte un po’, ma non mi ricordo davvero tutta questa partecipazione, tra l’altro a tutti i livelli, comprese funzioni aziendali che uno non si aspetterebbe affatto di vedere. Non ero il solo quadro (a volte mi è capitato…); questa cosa, unita al vedere tanta gente per nulla iscritta ai sindacati, mi ha fatto piacere. A proposito di sindacati: a parte la Triplice e l’UGL, sdoganata ormai da un decennio, c’erano anche gli autonomi dello Snater, cosa che ho apprezzato proprio perché segno di un’unità almeno questa volta. Brillava per assenza solamente USB, ma la cosa non mi stupisce affatto: dal mio punto di vista non sono un sindacato ma un gruppo antagonista.
TIM ha sbarrato l’ingresso alla sua sede, non si capisce bene per paura di cosa: tanto per dire, quelli della Borsa non si sono nemmeno preoccupati di far scendere dagli scalini di Palazzo Mezzanotte le tute rosse che aspettavano durante il concentramento, e anche l’ampio spiegamento di forze dell’ordine in assetto antisommossa (carabinieri a un estremo e polizia all’altro per non mischiarli, con un po’ di Digos immagino in mezzo perché s’ha da fare così) era parecchio rilassato. D’altra parte siamo ormai tutti vecchietti, non avremmo la forza di fare sfondamenti… Più seriamente, non ricordo nessuna manifestazione di telefonici che sia trascesa, anche per l’ottima ragione che noi vogliamo solo fare sapere il nostro punto di vista, e non fare danni in giro.
Peccato che mentre sto scrivendo l’unico quotidiano che ha parlato è stato Il Giorno: do il beneficio del dubbio al Giornale che da quanto ho capito aggiorna la pagina milanese solo all’inizio della giornata, ma Repubblica ha preferito parlare dell’appello sui dossier Telecom e il Corriere non è pervenuto. Vediamo domattina :-)
Nella passeggiata del corteo per le vie del centro mi sono stati raccontati anche alcuni aneddoti su cosa sta succedendo, ma non essendo io Dagospia quelli non ve li dico :-); trovate infine qualche foto qui.
P.S.: Ecco le informazioni. Fino al 2000, esisteva il contratto “dei telefonici”, in pratica della SIP poi Telecom Italia. Le altre aziende di telefonia usavano altri contratti, da quello metalmeccanico – storicamente il default – a quello del commercio. Ci fu chiesto di avere un unico contratto di settore per avere “forte innovatività e grande equilibrio tra esigenze di flessibilità delle imprese e tutela dei lavoratori”, e il 28 giugno 2000 fu firmato il nuovo contratto, dove l’equilibrio come potete immaginare è stato posto il più in basso possibile. Contestualmente la parte del contratto Telecom che era migliorativa è stata spostata in questo contratto di secondo livello, che non è stato ritoccato se non in minima parte negli anni: se non ricordo male, sul telelavoro e sul valore del ticket (che non faceva comunque parte del CCNL). Potete trovare qualche informazione qui, mentre se volete studiare le differenze qui trovate l’accordo disdetto e qui (manco a farlo apposta, sul sito del CNEL…) la versione “di armonizzazione” del 2000.
Ultimo aggiornamento: 2016-12-14 09:20
Facebook Post-Mortem
Ho appena detto a Facebook che quando morirò voglio che il mio account venga cancellato. Spero di non morire stanotte: semplicemente sono passato davanti a quelle opzioni, ci ho pensato un attimo su e mi sono detto “perché mai devo lasciare qualcosa di me a Zuckerberg?”
Solo che non ho mica capito come si fa a spiegare a Facebook che qualcuno è morto… mi sembra insomma che nella procedura ci sia qualche baco.
(che poi mica viene cancellato, mi sa… «Choosing to have your account deleted means no one will be able to see your profile again after you pass away.» Leggete attentamente il testo)
Ultimo aggiornamento: 2016-11-27 23:02
TIM, i lavoratori e i media
Stamattina qui a Milano c’è stato un presidio con corteo (presumo non autorizzato…) dei lavoratori TIM. Ne danno notizia, anche se in maniera un po’ strana, sia Repubblica che Corriere, quest’ultimo mettendo nel titolo una maliziosa parentesi “(senza i sindacati)”.
Io in effetti non ne sapevo nulla e ho avuto la notizia solo oggi pomeriggio via Whatsapp da una collega che – ma non diteglielo a quelli del Corsera – è una sindacalista UIL; poi ho incontrato per caso un altro giovane collega (cosa rarissima ormai in TIM che ci sia un collega giovane) che mi ha detto che era stato al presidio perché era stato avvisato al volo, ma che la sua impressione era stata che il passaparola non aveva funzionato poi così bene. Diciamo insomma che la manifestazione non è stata organizzata dai sindacati, il che mostra forse per la prima volta nei miei trent’anni di lavoro nel gruppo Telecom che la gente è incazzata davvero.
E perché è incazzata? Beh, basterebbe già il contratto scaduto da mo’ con le aziende del settore telecomunicazioni che non hanno nessuna voglia di rinnovarlo… e dire che ci sono riusciti persino i metalmeccanici. Ma noi abbiamo anche la disdetta del contratto di secondo livello, con il diktat – o se preferite il trollaggio – dell’azienda, come spiego sotto.
Naturalmente – pensate a tutta la pubblicità acquistata da TIM sui media – entrambi i quotidiani riportano sussieguosamente la nota aziendale di risposta. Non preoccupatevi: nessun dirigente ha dovuto scriverla di sabato mattina. Quello è il solito testo che è già propinato da due mesi. Nel merito, ditemi voi se «gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli» significa prendere gente che lavorava in staff, fargli un corso di una settimana massimo due, e mandarli a vendere… ma non come venditori standard: sarebbe stato troppo facile e probabilmente un demansionamento persino peggiore di quello previsto nel nuovo ipotetico contratto. Con il reboante nome di “Tim Personal Consultant”, il loro compito sarà quello di fare gli stalker nei negozi aziendali, circuire i clienti in coda e convincerli a sottoscrivere le offerte aziendali. Che «nella nota la trattativa sindacale è improntata ad ampia disponibilità a discutere» significa in pratica che che è arrivata con il “suo” nuovo contratto nel quale l’unica cosa lasciata in bianco era la data iniziale di validità; che la trattativa sia «ispirata a una filosofia di recupero di produttività interna» in effetti può essere visto dal togliere due giorni di ferie (e quindi avere due giorni di lavoro in più a parità di stipendio), ma non riesco proprio a vederla nell’obbligare per esempio a terminare le ferie a settembre, lasciando – bontà loro – la possibilità di prendere fino a quattro giorni di permesso non retribuito; né ancora per esempio allo spostare di un quarto d’ora l’orario minimo iniziale di lavoro e bloccare a 60 minuti la pausa pranzo (che adesso è tra i 30 e i 90, con ovvio recupero serale) per spostare di un quarto d’ora l’uscita pomeridiana, il tutto senza nemmeno modificare le fasce di compresenza. Ah sì: produttività interna vorrà dire che l’orario non è più giornaliero ma settimanale, con la presenza giornaliera tra le 5 e le 10 ore, il tutto deciso dal capo giorno per giorno. Infine, la «redistribuzione degli auspicabili risultati ottenuti» ci sarà sicuramente… per il board i cui bonus dipendono appunto dai risparmi che faranno. Ovvio, no?
Ultimo aggiornamento: 2016-11-26 23:06