Archivi categoria: io 2007

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è un vecchissimo software (credo 2001) che dovrei regalare a mio nipote. Il “vecchio” è necessario, perché il nipote in questione erediterà un vecchio notebook con su win98 perché di più non regge. Tra l’altro il PC ha un sistema antifalsi assolutamente eccezionale: sembra che il CD originale lo legga, ma una copia no, almeno così dice mio fratello.
Domanda: qualcuno sa dove recuperarlo? nei negozi online lo segnano ancora a catalogo, ma non ci sono copie disponibili :-(

Ultimo aggiornamento: 2007-12-17 12:35

Assistenza al cliente

Ieri pomeriggio verso le 18 finisco di rivedere una parte della traduzione (questa volta non mia) di un capitolo, invio il mail – senza allegato perché sono lesso – al team e me ne esco. Rientro dopo un’ora e Anna mi fa “guarda che non funziona la connessione di rete”. Contemporaneamente mi arriva un SMS di Loris (il mio provider) che mi dice “prova a spegnere e riaccendere il router, perché non riesce ad autenticarsi”. Eseguo la solita operazione informatica, ma nulla da fare. Comincio a guardare la configurazione del router, ma non vedo nulla di strano, e comunico la cosa per telefono a Loris. Lascio tutto fermo, e dopo un po’ mi arriva un altro messaggio: “prova a cambiare server e usare blu invece che bianco”. In effetti, dopo averci pensato un po’ su per ricordarmi dove diavolo è cablato il nome del server, è funzionato tutto a meraviglia.
Cosa è successo? non si sa, però i due server autenticano in maniera diversa e si vede che il mio router ha le paturnie. Nulla di male. Però immagino capiate perché preferisco pagare un po’ di più per una connessione ADSL che è solo da 2 mega: volete mettere avere qualcuno che alla sera di un giorno festivo (ieri era sant’Ambrogio…) ti rimette in sesto le cose? Quanto vale tutto ciò?

Ultimo aggiornamento: 2007-12-08 23:20

Batteria kaputt

Ieri sera Anna ed io siamo andati a cena a casa di Loris. Siamo arrivati a casa sua, lasciando la macchina dove c’era spazio (quindi in divieto di sosta su una via chiusa: sulle strisce gialle di posti ce n’erano a bizzeffe, ma i pochi posti sulle blu erano tutti occupati) e cenato amabilmente. Usciti di casa, entro in macchina, giro la chiave e si spegne tutto. Non è che il motorino d’avviamento girasse a vuoto: non girava e basta. Il quadro elettronico ha iniziato a dare i numeri, pensando probabilmente di essere un succedaneo di un albero di Natale. Vabbè, penso, chiamo Loris e vedo se ha i cavi. Peccato che lui e Michi stessero riportando a casa Roberto, e lui avesse lasciato a casa il cellulare. Comincio a pensarci un po’ su, e mi viene in mente che il cellulare di Roberto ce l’avrei anche… in qualche email. Lancio la connessione gprs a gmail, recupero il numero, lo chiamo, ma oramai lui era già stato lasciato a casa: fortunatamente però Loris stava arrivando, e nonostante le sue gufate su come fosse successo la stessa cosa con la macchina della Michi e non ci fosse stato verso di farla partire la nostra 147 si è messa immediatamente in moto appena sono stati messi i cavi.
Anna è convinta che qualcuno avesse tentato di rubare l’auto e l’antifurto si fosse scaricato; secondo me è molto più probabile che le batterie al giorno d’oggi siano un sistema binario, e si sia scaricata di colpo, o per meglio dire non abbia più il voltaggio necessario per fare partire il motore. In effetti, dopo avere parcheggiato sotto casa – non siamo scesi nel box per evidenti ragioni – Anna ha provato a riaccenderla immediatamente e il risultato è stato esattamente quello di prima: buio totale. Quattro anni e mezzo mi sembrano una durata possibile per una batteria, così ad occhio: devo poi aggiungere che erano due o tre mesi che mi accorgevo che quando partivo i fari davanti erano leggermente tremolanti, almeno per i miei occhi – Anna diceva di non vedere nulla di strano, ma per questo tipo di cose un mezzo cecato come me è più adatto – e mi sa che fossero i primi sintomi dello schianto finale. Diciamo che c’è andata ancora bene.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 10:14

Sembrava troppo bello

Ricordate il trasloco di Accenture dal palazzo dove c’è il nostro ufficio, con conseguente (?) liberazione di un bel posto per bloccare la bicicletta? Bene, venerdì sera la guardia mi ha intimato che a partire da oggi avrei dovuto lasciare la bicicletta sopra, quindi non coperta e in un posto che secondo me è l’ideale per un ladro che passi da quelle parti. Sì, è vero che finalmente hanno riparato il cancello che quindi resta generalmente chiuso, ma mi sa che la cosa non durerà a lungo. Secondo voi, è possibile denunciare il datore di lavoro se vi rubano la bicicletta (lucchettata, claro) in orario di lavoro?
p.s.: la rabbia maggiore è che le moto continuano a parcheggiare nel cortile interno.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-03 09:40

Rimozione forzata

Nella sede Telecom dove lavoro dalla scorsa primavera, c’è un cortile dove si possono lasciare bici e moto – le prime moto al coperto, le altre no perché non c’è spazio: le bici sono più maneggevoli e si riescono comunque a piazzare. Ci sono anche un paio di archetti, di quelli che servono per impedire alle auto di parcheggiare ma sono comodissimi per legare la bici: peccato che da marzo scorso ci fosse legato un vecchissimo catorcio con le ruotine stile Graziella e della quale nessuno ha mai visto il proprietario. Mi è capitato di arrivare in ufficio alle 7 del mattino di un lunedì ed era là, immobile monumento. Avrei anche pensato a cercare un tronchesino e tagliare la catena che la teneva legata, ma non sono così bravo come ladro.
Bene, stamattina sono arrivato e la bici era sparita! È vero che quelli di Accenture, che stavano ancora nella palazzina con noi, se ne stanno andando; ma è anche vero che loro avevano una rastrelliera da tutt’altra parte, rastrelliera che tra l’altro era a noi vietatissima. Ma perché scervellarsi? L’importante è godere del posto in più!

Ultimo aggiornamento: 2007-11-29 09:58

Una gita a… Torino

Devo sfruttare tutti i modi possibili per tornare nella mia natia città. Così ieri ce ne siamo andati al PalaIsozaki dove si teneva l’edizione torinese 2007 di Golosaria. Fino a sabato, visto il tempo, la gita sembrava in forse: ma qualcuno lassù in alto mi vuole bene, e anche se a Milano, quando a mezzogiorno siamo partiti, il cielo era ancora coperto, a Torino ci siamo trovati una bellissima giornata. Rispetto all’anno scorso, quando gli stand erano a Stupinigi, gli spazi erano molto più ampi, anche se mancava chiaramente la bellezza del luogo. Anna si è molto lamentata per l’assenza del banchetto dove si poteva – pagando il giusto – comprarsi le ostriche da mangiare al volo, ma credo se ne sia comunque fatta una ragione, visto che alla fine avremo speso sì e no cento euro di prodotti vari.
Dopo questo simpatico modo per aiutare l’economia italiana, ci siamo diretti verso il Lingotto, dove siamo stati raggiunti da Maria e Yagoub, per vedere la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli: insomma, qualche quadro – no, ci sono anche due statue di Canova – di quelli che Giuanin Lamiera teneva a casa sua. Sono venti quadri o giù di lì, ma sicuramente meritano. Certo che però va bene che ti dicano che l’ingresso è a partire dalla galleria di negozi 8 Gallery, ma magari un paio di indicazioni in più per capire che devi salire al primo piano e poi lanciarti oltre il cinema non sarebbero state così male. C’era anche una mostra temporanea, di titolo Why Africa? e dedicata alla “Pigozzi collection”, creata da Jean Pigozzi, che si è fatto i soldi con il venture capital e si è dedicato all’arte africana contemporanea. Ah, naturalmente era sottolineato che è di origine torinese… ma per noi sabaudi non c’è nulla di strano ad aggiungere queste note. Non sono riuscito a farmi fotografare vicino alla Bicicletta rurale, visto che come si sa in Italia i musei hanno paura non si sa bene di cosa.
Il bonus non scritto nello spendere i sette euro del biglietto è che si ha la possibilità di uscire sulla pista sopraelevata del Lingotto. Ieri, con il cielo terso dopo la pioggia dei giorni scorsi, era davvero uno spettacolo: c’era un tramonto con dei colori incredibili, e poi garantisco che la curva parabolica è davvero inclinata… se uno è in macchina e non pesta sull’acceleratore si ribalta immediatamente.
Per terminare il pomeriggio e spendere ancora un po’ di soldi – per uno sconto del 5% Anna si è comprata sei bottiglie di vino – siamo finiti ad Eataly, quella che non piace a vb. Io però vorrei plaudire a come hanno rimesso in sesto il vecchio stabilimento della Carpano, un recupero industriale davvero ben riuscito.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-26 11:29

Terry Pratchett (presentazione)

Dopo la presentazione tenuta a Bologna (trovate la recensione da BolsoBlog: è fatta molto meglio della mia, quindi se avete fretta andate a leggere lui) ieri Terry Pratchett era a Milano, presso la libreria Mondadori di via Marghera, ufficialmente per presentare Stelle cadenti che è appena stato tradotto da Salani.
Essendo la presentazione alle 18:30, sono arrivato alle 18:10; metà delle sedie erano già occupate, e le altre hanno trovato un proprietario in cinque minuti. Alla fine, quando Pterry è arrivato (con una ventina di minuti di ritardo) oltre alla sessantina di persone sedute ce n’erano almeno altrettante in piedi o per terra, compreso qualche lettore delle mie notiziole che si appaleserà sicuramente tra i commenti – eccetto MdI, che si sa che la sua religione glielo vieta. C’era solo un cappello da Wizzard; in compenso molti libri, con una proporzione direi quattro contro uno tra inglese e italiano, nonostante l’hint del banchetto di libri in fondo alla sala; alcuni dei libri in italiano erano poi copie di Buona apocalisse a tutti che è edito dalla concorrenza…
L’introduzione di Ranieri Polese è stata molto breve, per lasciare spazio a Pratchett. Terry ha una voce molto acuta, che non mi sarei aspettato. Parlava abbastanza lentamente; io, che considero l’inglese puramente una lingua scritta, capivo sui due terzi del tutto. Interessante comunque notare come tutti ridevano direttamente alle battute in inglese; o abbiamo una generazione di anglofoni convinti, oppure sono tutti molto bravi a seguire la mimica. La parte della “cacca di cavallo”, compresa la storia di lui bambino povero che non aveva gli acquarelli con oro e argento e doveva pagare un penny ai bambini più ricchi per potere intingere il pennello nei loro colori, è stata uguale a quella bolognese: da noi ha detto in più che stava pensando di usare “Cacca di cavallo” all’interno di un qualche libro del Discworld. Altre informazioni:
– L’anno prossimo festeggerà il venticinquesimo anniversario del Discworld non scrivendo un libro della saga. Vorrebbe scrivere un libro per bambini non-discworld “perché ci si può mettere dentro roba truculenta, e gli editori sono felici”.
– Gli piacerebbe fare un romanzo Discworld sul mondo del calcio, anche se afferma di essere nato senza il gene calciofilo e quindi ha dei problemi a capire il piacere delle lotte.
– Nonostante sia coautore di vari libri (Good Omens, The Science of Discworld…) si ritiene uno scrittore solitario. A una mia domanda su come si fosse trovato a scrivere con Jack Cohen e Ian Stewart, ha raccontato delle rispettive lauree honoris causa alla University of Warwick e alla Unseen University, compreso il latinorum che si traduceva più o meno come “per avere una capigliatura simile a quella di Albert Einstein”.
– I suoi personaggi preferiti sono Tiffany Aching, Granny Weatherwax, e soprattutto Vimes. Per la prima, si aspetta che in breve diverrà strega a tempo pieno, quindi finirà la saga dei Wee Free Men; sugli altri due dice che gli piace il contrasto tra loro che si ritengono misantropi mentre in realtà non lo sono. Si sente anche simile a Vimes.
Il giro finale di firme è stato con la gente che praticamente si inginocchiava, visto che Pratchett era seduto… in un certo senso un degno finale.

Ultimo aggiornamento: 2020-05-29 12:39

piccole cause, grandi effetti

Stamattina ho trovato un traffico assolutamente incredibile per andare in ufficio. In bicicletta non cambia molto, ma mi stavo chiedendo come mai il casino natalizio partisse da prima di sant’Ambrogio. Poi, arrivato in ufficio, ho sentito un gran baccano per strada. Sono andato alla finestra e ho visto un corteo, immagino di quelli della casa occupata in via dei Transiti, che stava passando per via Giacosa. Il corteo consisteva di cinquanta persone scarse, più una ventina abbondante di poliziotti, una dozzina dei quali in tenuta antisommossa – assolutamente inutile, a parte l’inquinamento acustico non c’era nulla di cui preoccuparsi.
A parte la logica di avere una guardia ogni due manifestanti, ho come il sospetto che il corteo sia partito da piazzale Loreto e quindi sia stato lui a generare il grumo trombotico di traffico di stamattina. Direi che siamo molto vicini al collasso totale…

Ultimo aggiornamento: 2007-11-21 10:29