Rimozione forzata

Nella sede Telecom dove lavoro dalla scorsa primavera, c’è un cortile dove si possono lasciare bici e moto – le prime moto al coperto, le altre no perché non c’è spazio: le bici sono più maneggevoli e si riescono comunque a piazzare. Ci sono anche un paio di archetti, di quelli che servono per impedire alle auto di parcheggiare ma sono comodissimi per legare la bici: peccato che da marzo scorso ci fosse legato un vecchissimo catorcio con le ruotine stile Graziella e della quale nessuno ha mai visto il proprietario. Mi è capitato di arrivare in ufficio alle 7 del mattino di un lunedì ed era là, immobile monumento. Avrei anche pensato a cercare un tronchesino e tagliare la catena che la teneva legata, ma non sono così bravo come ladro.
Bene, stamattina sono arrivato e la bici era sparita! È vero che quelli di Accenture, che stavano ancora nella palazzina con noi, se ne stanno andando; ma è anche vero che loro avevano una rastrelliera da tutt’altra parte, rastrelliera che tra l’altro era a noi vietatissima. Ma perché scervellarsi? L’importante è godere del posto in più!

Ultimo aggiornamento: 2007-11-29 09:58

3 pensieri su “Rimozione forzata

  1. luciano

    Dalla prima esperienza conseguita qui, non credo che alcun accenturino possa avere bici. Non è compatibile con il completo fumo di londra…

  2. .mau.

    Dimenticavo di dire che la parte di Accenture che era qua è la vecchia parte di Te.Ss., che a sua volta era un gruppio di amministrativi di Telecom – quelli che facevano le paghe – che sei-sette anni fa sono stati scorporati dall’azienda.

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