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La Libreria di Babele online :-)

Immagino conosciate tutti il racconto di Borges “La biblioteca di Babele“, dove il grande scrittore argentino immagina un’enorme biblioteca dove sono contenuti tutti i libri possibili, o per essere più specifici tutti i possibili libri di 410 pagine di 40 righe da 80 caratteri con un alfabeto di 22 lettere più spazio, virgola e punto.

Bene: qualcuno ha pensato di farne una versione online. Buon divertimento nel cercare quello che vi pare :-)

Bicocca incontra i genitori

Quando ho sentito per radio la pubblicità dell’evento, non volevo crederci. Poi sono andato a vedere sul sito, e ho scoperto che l’iniziativa si svolge dal 2012. Insomma, un po’ come gli Open Day per vedere quali scuole possono essere più adatte per i propri figli, l’università di Milano Bicocca organizza un incontro per i genitori dei futuri universitari.

Ricordo che almeno il 99,5% di chi si iscrive all’università è maggiorenne: io ho conosciuto una sola persona che l’ha iniziata prima di compiere i diciott’anni. Del resto, io sono notoriamente stato un bamboccione, ma quando sono andato a Pisa a fare il concorso di ammissione in Normale non mi è nemmeno passato per la testa di andarci accompagnato da mia mamma. Come ci siamo ridotti?

Ultimo aggiornamento: 2019-02-15 10:00

Macron e il “sopraprezzo”?

Leggo sul sito BBC che da oggi in Francia non si può più vendere a prezzo di costo o quasi, ma che ci deve essere almeno un ricarico del 10% sul prezzo all’ingrosso. La cosa non mi è molto chiara: l’articolo inglese dice che «big food and drink brands can no longer be sold at cost price» ma aggiunge subito dopo che «many shops’ own-brand products are expected to get a bit cheaper. Such goods often come from smaller firms», e soprattutto scrive che scopo del provvedimento nasce per favorire i piccoli produttori. Ho provato a dare un’occhiata a Libération e fr.wiki pur con la mia scarsa conoscenza del francese e la mia pigrizia che non mi fa usare i traduttori automatici: se non sbaglio il ricarico minimo è per tutti i prodotti. Immagino che la combinazione grande marchio / grande catena di distribuzione permetta di tagliare i profitti su un prodotto molto venduto, rifacendosi sul resto: per un piccolo produttore questo dovrebbe essere meno facile. Ma questo non è affatto detto, e in effetti sembra che in Francia non siano così felici di questa legge. Chissà che si direbbe da noi…

Ultimo aggiornamento: 2019-02-01 16:00

il mio primo sondaggio politico

Io sono iscritto a Google Opinion Rewards, i sondaggi da pochi centesimi somministrati via Google. Con quegli spicci ogni tanto mi compro un ebook da leggere :-) Generalmente mi arrivano sempre le stesse domande, e quando dico “stesse” non penso solo a quelle sulle recensioni dei posti che ho visitato ma proprio domande ricorsive identiche: devo avere già scritto di quella che mi chiede se sono sposato e poi passa al neerlandese per chiedere qual è il mio reddito familiare. Però, a differenza di altri miei amici, non mi era mai arrivato un sondaggio politico… fino a stamattina.

La domanda era su come io giudicavo Matteo Renzi: non so chi abbia commissionato il sondaggio. Ho risposto “Altro” e specificato qualcosa tipo “sarebbe bravo, se non fosse troppo pieno di sé”. L’unica cosa triste è che questo mio sforzo ha prodotto un guadagno di 8 (otto) centesimi e probabilmente la fine della mia carriera di opinion maker in trentaduesimo: dare una risposta diversa da quelle precotte implica troppo lavoro da parte di chi gestisce i risultati…

Ultimo aggiornamento: 2019-01-24 12:49

il solito test sulla personalità

Lo so, di questo tipo di testi ne ho fatti tanti, ma mi piace sempre perdere un po’ di tempo per vedere se e quanto sono cambiato.

Cinque anni fa ero di tipo INTJ, quindi “Stratega”; in questo giro sono invece stato classificato “Mediatore”, tipo INFP-T. In realtà il bilanciamento della mia identità è praticamente neutro, 51/49, e anche la parte di principi/logica (56/44) non è così schierata, ma il resto direi che ci becca abbastanza: soprattutto la totale mancanza di pianificazione è mia.

Ah: se fate il test ricordate che c’è anche la possibilità di indicare “neutro” ad alcune domande, anche se il pallino non si vede (probabilmente per influenzare chi fa il test e costringerlo a prendere posizione)

E chi sarebbero i “fruitori”?

Nelle vacanze di Natale siamo stati una settimana a Chiavari, a prendere un po’ d’aria più pulita di quella milanese (e visitare con Jacopo il pronto soccorso di Lavagna… ma quella è un’altra storia, finita comunque bene). Vicino a casa avevano messo una di quelle isole ecologiche che vanno tanto di moda, e in effetti nella buca delle lettere c’era un volantino la cui prima pagina è riprodotta qui.

Il marchingegno ha un lettore che viene attivato “con tessera sanitaria oppure QR code”, ma di codici non v’è traccia alcuna. La tessera sanitaria – che come saprete ha anche il codice fiscale salvato nella banda magnetica – è ormai il mezzo di identificazione più usato in Italia, funziona anche per i distributori automatici di sigarette… cosa che ha dell’umoristico, se ci pensate. Il problema era semplice: io non sono un residente a Chiavari, e questo è chiaro; ma come faccio a indicare che sono un “fruitore del centro storico”? Una rapida ricerca in rete non ha contribuito a fugare i miei dubbi: sul Levante, il sindaco aveva detto che questo era un passo per far pagare di più chi consuma di più, e quindi noi foresti non dovremmo avere diritto di gettare rumenta; ma nello stesso articolo l’assessore afferma che così si sarà «più vicini alle esigenze dei nostri concittadini e turisti».

Essendo io uno sperimentale, ho provato a strisciare la mia tessera sanitaria… e ho potuto conferire i miei rifiuti. Può darsi che questo funzioni solo adesso perché l’apparecchiatura è in versione sperimentale, ma intanto me la sono goduta :-)

Esistono ancora

Vicino a casa mia, sulla strada per portare i bimbi a scuola, c’è un incrocio piuttosto pericoloso, che è stato inoltre progettato in modo che si possa accedere alla vietta sghemba che in teoria darebbe sull’incrocio solo da un lato. Peccato che in quella vietta ci sia una scuola privata, il che significa che tutte le mattine trovi qualche scooter che si fa tranquillamente i passaggi pedonali per evitare di fare il giro corretto.
Bene: sabato sera, mentre stavo andando a recuperare Jacopo ed ero con la bikeMI (rigorosamente condotta a mano per l’incrocio) ho visto uno che aveva con sé un motorino. Ha attraversato la strada, è arrivato sulla vietta, ed è montato in sella. Avrei voluto abbracciarlo :-)

Globalizzazione e Bic a quattro colori

Uno dei grandi problemi della globalizzazione è che le aziende non ci mettono nulla a delocalizzare la produzione in uno stabilimento dove il costo del lavoro è minore: pensate alla storica fabbrica Pernigotti di Novi Ligure, solo per fare un esempio degli ultimi mesi.

Ugo mi segnala un caso simile in Francia, e lo fa perché mi conosce bene e sa che io sono un collezionista di penne a quattro colori. La Stampa, in edizione cartacea, riporta la notizia che la fabbrica Bic a Vannes, in Bretagna, è stata ceduta assieme alla società controllata Bic Sport. Il punto è che quella era l’unica fabbrica francese che produceva le penne a quattro colori, e la produzione sarà spostata probabilmente in Tunisia. Potete leggere qualcosa in più su Le Parisien (se non sapete il francese, c’è sempre Google Translate, ma so che voi siete un pubblico meraviglioso)

Nel caso vi chiedeste come mai la Busiarda abbia ripreso una notizia tutto sommato minore, la risposta è semplice: il barone Bich che fondò la quasi omonima fabbrica nacque a Torino, come raccontai… È facile riconoscere un piemontese da come racconta le cose!

Ultimo aggiornamento: 2019-01-07 12:12