Archivi categoria: curiosita’

Sbaglio sempre i tempi

A me il calcio non interessa, se non per prendere in giro i colleghi il lunedì mattina. Quindi guardo i risultati più o meno a caso, soprattutto dopo che le partite cominciano a ore casuali. La scorsa settimana butto l’occhio sulla homepage di Repubblica: la Juventus stava vincendo a Verona. La mattina dopo scopro che ha perso. Ieri vedo che l’Inter stava vincendo con la Lazio: stamattina vedo che i biancazzurri hanno rimontato. Diciamo che potrei anche fare a meno di dare un’occhiata ;-)

Ultimo aggiornamento: 2020-02-17 09:15

la classe operaia

Ma bisogna anche saper vedere i problemi che si pongono per la composizione sociale del partito. Credo che dobbiamo ormai considerare come un dato ineluttabile la progressiva diminuzione del peso specifico della classe operaia tradizionale.

Senza guglare. Chi l’ha detto e quando?

Ultimo aggiornamento: 2020-01-31 10:27

Che fine ha fatto Napoletone?

Qualche settimana fa, mentre cenavamo, a me e Anna è venuta in mente la performance di Luca Luciani di una dozzina d’anni fa: per la precisione, ci eravamo chiesti chi avesse fatto uscire il video, e che fine avesse fatto il manager TIM, dopo che era stato mandato a fare il capo di Tim Brazil e poi era scomparso dai radar.

Devo dire che il diritto d’oblio sembra funzionare alla rovescia. Mentre si trovano facilmente informazioni su quel maledetto 2008, pare impossibile riuscire a scoprire qualcosa di contemporaneo, almeno su Google. Alla fine sono stato costretto a sfruttare Linkedin, che mi dice che da novembre 2016 è “Managing Directory – CEO” di Value Partners, vedi anche qui (PDF). Tutto bene, ma sul sito non trovo comunque sue tracce… Dobbiamo contattare Chi l’ha visto?

PS: ho scoperto che era persino stato creato un blog dedicato a Napoletone!

Ma a Milano vogliono tutti comprare case?

A giugno ha chiuso il bar in via Parini dove andavo tutte le mattine a prendere cappuccino e brioche con il collega. (Per i curiosi, il caffè ora lo prendo alla macchinetta, e ho dei biscotti in ufficio). A fine maggio aveva chiuso anche il negozio di orologi dove compravo i miei Casio, dietro la Stazione Centrale, che si era visto quasi raddoppiare il contratto d’affitto. Qual è la correlazione tra le due chiusure? Che in entrambi i casi al loro posto è spuntato un negozio di franchising immobiliare. Mi chiedo quanto sia grande il mercato di compravendita case qui a Milano…

Sindacato: iscritti dipendenti e pensionati

Prima di Natale sono passato nella sede del mio sindacato per gli auguri di fine anno (con un buffet ruspante, panini col salame :-) ) In segreteria c’era un poster datato 2014 che raccontava della sezione della provincia di Milano (e forse qualcos’altro, è Milano Metropoli). Bene: erano iscritti al sindacato 135.000 lavoratori e 53.000 pensionati.

Ora, so bene che la Triplice ha più pensionati che lavoratori attivi: gli ultimi ad avere avuto il sorpasso sono quelli della CGIL. Posso anche immaginare che dal 2014 a oggi anche il rapporto suindicato si sia ridotto, ma immagino che sia sempre almeno 2 a 1. A questo punto però mi chiedo quali siano i posti in cui i pensionati sovrastino di gran lunga i lavoratori, e soprattutto perché ci sia questa differenza. Mancata sindacalizzazione tra i lavoratori? Vantaggi per i pensionati tali da farli iscrivere una volta che hanno smesso di lavorare?

Euroscetticismo: siamo arrivati uno!

Ce l’abbiamo alla fine fatta. Nell’ultima rilevazione statistica, la percentuale di italiani che pensa che l’Unione Europea sia una buona cosa è la più bassa di tutti (a pari merito con i cechi, ma noi abbiamo più persone di loro che dicono che sia una cattiva cosa). Per dire, i britannici hanno una percentuale maggiore di euroconvinti di noi, anche se poi tra di loro c’è una percentuale enorme che affermano che la UE sia Una Brutta Cosa.

La cosa interessante è che un tempo la percentuale di euroconvinti era altissima, come si vede dalla figura di destra (di Itanes, presa da un vecchio articolo di Repubblica. La domanda è semplice: che cosa esattamente è successo in questi vent’anni? È davvero tutta colpa dell’Europa, o banalmente essa è un capro espiatorio facile da usare? (no, non lo so).

Da Fidèl a Smart

Un esempio di confezione Smart (dal sito esselunga.it)

Chi frequenta i supermercati Esselunga conosce bene i prodotti della linea Fidèl. Nata come linea a basso prezzo, e quindi nascosta in cima o in fondo agli scaffali, ha perso sempre più importanza: per dire, Esselunga a un certo punto ha deciso di fare prodotti a marchio “Esselunga Top”, proprio per scegliere un posizionamento diverso.
È possibile che questa scelta non abbia portato chissà quali risultati, a differenza per esempio di quello che fa Coop con i suoi prodotti private label “Fior da fiore”; o magari qualcuno ha deciso che ora che Castro è morto e sepolto occorreva modernizzare anche quel brand. Così da qualche mese possiamo trovare sugli scaffali tanti prodotti della linea “Smart”, caratterizzati da una confezione color giallo pugno-nell’occhio, indicazioni minimali sulle etichette – praticamente solo il nome e quanto richiesto per legge – e un prezzo concorrenziale anche rispetto ai discount. Potete trovare una disanima più tecnica sulla scelta markettara qui, mentre se volete trovare un confronto con i prodotti marchiati Esselunga c’è questa disamina del Fatto Alimentare, che mostra come la qualità almeno nei prodotti alimentari sia nettamente inferiore, ed è probabilmente per questo che Esselunga ha scelto di non associare esplicitamente il nome della catena a questi prodotti. Io nel mio piccolo ho fatto un rapido controllo sui prodotti a base di latte, e la materia prima per tutti arriva dalla Germania o dall’Austria: d’accordo che Esselunga è concentrata nel nord Italia, ma mi chiedo quanto poco costi il latte lì per rendere economico il trasporto fino da noi…

Ultimo aggiornamento: 2019-12-10 10:03