Come mai ci sono così tanti calciatori positivi al coronavirus?

La notizia che Cristiano Ronaldo è risultato positivo a SARS-Cov-2 – prontamente rilanciata da Lercio… – mi ha fatto pensare. Come mai ci sono così tanti contagi tra i calciatori professionisti? Le possibilità che mi vengono in mente sono le solite. A loro fanno molti più tamponi e quindi è più facile scoprire qualcosa, ma questo non collima con la scarsa diffusione generale tra la popolazione; più facile che in allenamento e nelle partite ci siano più contatti di quanto si pensi.

C’è anche l’ipotesi “i calciatori non sono geneticamente in grado di seguire le regole per evitare il contagio” che mi piacerebbe usare :-), ma l’ipotesi cozza col fatto che anche nel ciclismo ci sono molti casi, e un ciclista professionista in una grande gara a tappe non ha la forza di fare null’altro. La cosa mi preoccupa, perché potrebbe darsi che l’attività fisica pesante aumenti la probabilità di avere difese immunitarie più basse nei confronti del coronavirus. Ricordate il paziente zero italiano che era un maratoneta ancorché dilettante? Non so se siano stati fatti studi al proposito, ma voglio rassicurare i miei ventun lettori: in ogni caso io non rientro in quella categoria…

11 pensieri su “Come mai ci sono così tanti calciatori positivi al coronavirus?

  1. sand

    Su correre.it era comparso a marzo un articolo sui rischi dell’attività fisica intensa causata da una situazione di “ridotta sorveglianza immunologica” temporanea (qualche ora) che crea una sorta di backdoor del corpo umano in cui il virus ha più facilità ad insinuarsi. Però penso che possa valere più per gli sportivi amatoriali che per i professionisti (ciclisti o calciatori), i quali dovrebbero avere un fisico abituato a questo tipo di sforzi.

  2. Cristianc

    io, senza essere drastico come te, mi sono fatto la convinzione che i calciatori, quelli di un certo livello e che quindi guadagnano un sacco di soldi, fanno una vita un po’ più “allegra” e quindi abbiano avuto meno precauzioni. Nel caso dei ciclisti al giro potrebbe essere lo stesso perché è plausibile che siano stati contagiati prima dell’inizio, se è vero che il virus può avere 2 settimane di incubazione. Poi io mi aspetto che durante il giro non gli rimangano tante forze per andare a feste la sera.

    1. .mau. Autore articolo

      quest’anno però la stagione ciclistica è così compressa che da agosto non hanno più avuto un momento libero…

  3. Mauro ( un altro )

    Non seguo il calcio quindi chiedo … sono tutti asintomatici ?
    Se si ( o anche solo molti ) , non potrebbero essere “banali” falsi positivi ?
    Più tamponi fai, maggiore è la probabilità di un errore.
    Non so quanto siano affidabili questi test, ma dubito sempre quando mi dicono 100% ;
    solo la morte … e con Elvis non è detto ;-)

    1. .mau. Autore articolo

      per quanto ne so, tutti questi positivi sono asintomatici. Però credo che sia più probabile che un tampone dia falsi negativi che falsi positivi: potrei sbagliarmi di grosso, ma se ho ben capito si usano tecniche di moltiplicazione dell’RNA, e mi preoccuperei molto se dell’RNA virale spuntasse dal nulla, mentre potrei capire che a volte la moltiplicazione non funzioni.
      Se qualcuno ne sa di più, si appalesi pure, prometto che non mi offendo :-)

  4. Mauro ( un altro )

    Secondo i siti “combloddisti” che bazzico il confronto non è sul genoma completo del virus, ma solo su alcune parti, tra l’altro diverse a secondo della marca del test.
    Non sono in grado di verificare, ma mi sembrava di aver letto in tempi non sospetti che sia impronte sia dna nei casi alla CSI confrontano solo una parte e quindi non sarebbero affidabili al 100%.
    Quindi, un conto sarebbe usare questi test per accusare/scagionare dei sospettati, facendo affidamento sulla scarsa probabilità che proprio i sospettati siano dei falsi positivi,
    un altro cercare il colpevole facendo una ricerca “a tappeto” con campioni di dna …
    ma l’età avanza e potrei confondermi con qualche trama di film ;-)

  5. enrico delfini

    da medico, dico la mia. Sono anche io stupito, perché la cosa interessa anche il tennis, in cui le distanze sembrerebbero conservate; e il ciclismo in cui il “ricambio d’aria” è assicurato. Potrebbe essere che tutte le tabelle e le distanze citate nei documenti ufficiali sulla distanza delle droplets, sul metro emezzo o sulle due yarde…tutto ciò vale per un respiro a riposo, ma non per le condizioni di iperventilazione tipiche dell’agonismo. A parte le abitudini difficili da bloccare, come le pacche sulle spalle, gli abbracci e le urla di incoraggiamento che vediamo dopo un gol…

  6. Mauro ( un altro )

    A “stim” ….
    anche se si “abbracciano” tra negativi, come fanno a contagiarsi ?
    Mi sembra più probabile che se lo prendano altrove
    ( o che siano falsi positivi ).
    Da medico hai informazioni maggiori sul/sui test ?
    Come funzionano, quali performances hanno, ecc.

  7. enrico delfini

    certamente il primo calciatore si deve essere infettato altrove ; poi, in spogliatoio o in campo, l’infezione si può diffondere facilmente. Se poi, come pare, qualcuno faceva scappatelle notturne, e non rispettava la “clausura”, tutto il castello crolla. Mi stupisce tanto pressapochismo e leggerezza in persone che hanno tanto da perderci in termini economici. Le performance dei vari test in quanto a sensibilità e specificità variano molto. Il tampone “vero” (molecolare) è certamente il migliore con una sensibilità molto vicina al 100% e specificità appena inferiore. Ma ha il difetto di essere operatore dipendente nel momento del prelievo. Per cui le percentuali teoriche calano sensibilmente. Gli altri (antigenico, salivare,…) non vanno oltre l’80-85% si sensibilità; forse qualcosa in più in specificità, e non risentono della abilità del prelevatore. I sierologici non li prenderei nemmeno in considerazione. Parlando a chi mastica matematica e statistica, mi limito a ricordare che in questo tipo di ricerche, ha grande importanza la “probabilità a priori” (Bayes docet).

  8. emilius

    Intanto si sono aggiunti anche Pellegrini e Rossi.
    Non e’ che la frazione di giovani contagiati sia piu’ o meno costante, ma sappiamo solo dei ricchi&famosi perche’ costori fanno i tamponi e gli altri no ?
    Se i giovani, per fortuna, sono in genere asintomatici o hanno sintomi lievi, non credo proprio che il SSN se ne preoccupi granche’.
    Al massimo se chiami il medico, lui/lei ti dice di stare a casa qualche giorno e vedere se migliora.
    Gia’ gli anziani in molti casi vengono soccorsi solo se moribondi, e quindi quando e’ troppo tardi.

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