Ieri sera il telefonino mi ha notificato due messaggi sulla casella di posta aziendale. Guardando i titoli ho pensato che avrei potuto aspettare stamattina per farmici una risata su, e in effetti…
Il primo è uno dei soliti messaggi di ricerca riciclatori di denaro, tradotto a manovella: la frase fondamentale che dà un segno a tutto il messaggio è credo «E-maiI: Pio.Bergomi.72@googlemail.com (proprio questa scatola, e non qualcuno con il quale ave te ricevuto questa lettera!)». (notate che non c’è scritto e-mail con una l minuscola, ma con una I maiuscola.
Il secondo è intitolato “Impresa semplice”. Peccato che sia un messaggio del mio datore di lavoro.
Archivi autore: .mau.
navigatore e ampi spazi
Probabilmente qualcuno si ricorda dei miei problemi col navigatore interno al mio telefonino.
In effetti, martedì pomeriggio ero davanti alla palazzina Liberty e ho provato ad accenderlo: ho visto un tripudio di satelliti e ha (quasi) subito preso la posizione corretta.
Non che adesso funzioni: direi che finché sono al chiuso è assolutamente impossibile ottenere alcunché, il che mi fa pensare che anche usarlo in auto – notoriamente una gabbia di Faraday – non dovrebbe essere il massimo. Fortuna che non mi serve :-)
devo proprio avere un bel faccino
Ieri sera, mentre tornavo dalle prove per il concerto di domenica prossima (sicuri di non voler investire 15 euro in un concerto serio alla palazzina Liberty? merita…) sulla 92 è salita una squadra di ben sei controllori, che ha fatto strage di gente senza biglietto (quasi tutti stranieri, ma del resto sul filobus c’erano quasi solo stranieri; per la cronaca, quello che ha urlato di più era inequivocabilmente italiano).
Mancavano due fermate alla mia; ho messo nel marsupio il palmare con cui stavo scrivendo, ho tirato fuori il Bi4 regolarmente timbrato due ore e mezzo prima (e regolarmente ripassato sulla macchinetta), e mi sono alzato. Bene, se fossi voluto scendere alla fermata prima non ci sarebbe stato nessun problema, me ne sarò rimasto una decina di secondi davanti alla porta aperta mentre il semaforo era rosso. Per la cronaca, il biglietto mi è stato visto di tutta fretta un attimo prima che il filobus si fermasse alla mia fermata, e se me l’avessero fatta perdere mi sarei arrabbiato anzichenó.
Domanda più o meno retorica: ho così la faccia da bravo ragazzo, hanno pensato che non sarei stato capace a fingere così bene non avessi avuto il biglietto timbrato, o ai controllori bastavano quelli già pinzati?
Aggiornamento: (19 aprile) per la cronaca, stasera la squadra – è sempre la stessa – ha saltato la 92 dov’ero io per prendere la 91 arrivata immediatamente dopo :-)
Riequilibrio
Mauro Masi: Occorre riequilibrare Annozero. Previste numerose scosse di assestamento.
coda di paglia cementata
La Stampa dice che Vauro è stato licenziato – occhei, la Rai non si avvarrà più della sua collaborazione per Annozero, a causa di questa vignetta. Copincollo il comunicato:
«È stata valutata gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi “Aumento delle cubature. Dei cimiteri”. Il direttore generale ha quindi comunicato ai direttori Antonio Di Bella e Antonio Marano e allo stesso Senesi che la Rai in via cautelativa e da subito non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso Vauro Senesi».
Mah, a me non sembrava una vignetta così lesiva, evidentemente sono un uomo senza pietà. Però mi chiedo se magari la vera ragione per la defenestrazione di Vauro non sia un’altra vignetta: questa, questa, ma soprattutto questa e questa. Vignette insomma lesive di ben altri interessi, e soprattutto di interessi di persone vive e vegete.
in effetti sono più di noi
Stamattina molti degli utenti di FriendFeed si sono lamentati perché l’interfaccia è improvvisamente apparsa loro in qualcosa che assomigliava vagamente all’italiano. Fortunatamente io sono risultato temporaneamente immune al morbo, dato che notoriamente preferisco le interfacce in inglese.
Guardando però il logo commemorativo, si può notare che sono state due le lingue aggiunte: l’italiano e il turco. Prima che qualcuno si lamenti per quanto siamo scesi in basso, gli faccio notare che i turchi sono più degli italiani :-)
RedBull gli mette le ali
È un po’ che non racconto dei messaggi di spam che mi arrivano, anche perché non ho notato tecniche particolarmente interessanti. Però i titoli di due messaggi odierni sono abbastanza interessanti da condividere per fare – spero – sorridere qualcuno.
Il primo in effetti non è che dica molto, se non dare l’idea di una telenovela: Compresse, che si Amano! Perfetto!. Ma il secondo ha un suo senso. Parla delle pastigliette azzurre (quelle che ormai sono descritte come “Vi” per evitare gli antispam di primo livello e fors’anche evitare azioni legali dalla Pfizer); c’è la classica traduzione delle mirabolanti proprietà, che terminano con la frase “Solo fra un breve periodo di tempo lei ricevera 12 pillole in aggiunta assolutamente gratis” (sì, fra un breve periodo di tempo. Mi chiedo quale traduttore automatico converta “for” in “fra”); e ci viene ricordato che “Si puo ordinare nel regime di Online “. Ma soprattutto c’è il titolo: «RedBull per il Suo pene migliore». Considerando che la pubblicità della Red Bull ha come slogan “Ti mette le ali” (o se preferite l’originale inglese “Gives you wings”, l’appropriatezza mi pare estrema!
Corriere dei Piccoli (mostra)
Sfruttando l’apertura pasquettale, e considerando che non avevamo deciso di andare a fare un picnic, lunedì Anna e io siamo stati alla Rotonda della Besana a vedere la mostra Corriere dei Piccoli, in occasione del centenario della nascita dello storico giornalino. La mostra rimarrà allestita fino al 17 maggio, quindi avete ancora tempo per andarla a vedere.
Occhei, io inizio a chiedermi come sia possibile che non sia possibile pagare il biglietto di ingresso con un banale bancomat, ma uno sia costretto a usare il contante. Nel 2009. A Milano. Ma facciamo finta di nulla e parliamo della mostra vera e propria. Il materiale presente è indubbiamente interessante, e soprattutto intelligentemente messo nel contesto. Le coppie di cartelloni con il Corrierone sopra e il Corrierino sotto sono a mio parere un modo immediato per accorgersi di come il giornaletto per i piccoli serviva a dare loro esattamente la stessa visione del mondo che poi li avrebbe accompagnati da grandi: cosa ben nota già all’epoca, come si può evincere dalla copia del concorrente Cuore, pubblicata dall’Editoriale Avanti! e in diretta contrapposizione proletaria. La mostra dovrebbe essere stata studiata per grandi e piccoli, tanto che a ciascun cartellone didascalico ne è associato un altro ad altezza bimbo con il testo teoricamente adattato, anche se spero che non mi capiti mai di parlare così complicato a un decenne. Immagino che i laboratori creativi per i bimbi siano simpatici, così come lo è l’animazione di Cocco Bill e Trottalemme che si muovono insieme ai visitatori; lunedì la mostra era praticamente vuota, e quindi ce ne siamo accorti.
Gli anni dal ’60 alla morte per consunzione del settimanale sono fatti forse scorrere via più velocemente, anche se si accenna alle sinergie tra il giornale e la televisione; ma forse è meglio così, visto che nonostante siano quelli magari noti a me e ai coetanei sono molto meno interessanti. Mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento sulla normalizzazione fascista nel Ventennio e magari un maggiore confronto con quanto accadeva negli USA e in Europa parallelamente alla crescita del Corrierino, ma forse era troppo per la Fondazione Corriere. I pupazzi di cartapesta presenti, in compenso, non mi hanno detto proprio nulla: sono proprio un tipo bidimensionale.