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matematto non praticante

_Milano tra le due guerre_ (mostra)

Abbiamo sfruttato l’assenza dei bimbi nei primi giorni dell’anno per andare a visitare la mostra fotografica Milano tra le due guerre, allestita fino al 13 febbraio a Palazzo Morando. A parte la fregatura di arrivare sul posto alle 12:20 e scoprire che la mostra è chiusa dalle 12:30 alle 13:30 (ma a quanto pare adesso almeno nei weekend ha orario continuato) devo dire che ho apprezzato molto le immagini che Arnaldo Chierichetti aveva fatto alla Milano che stava cambiando faccia, con i navigli interni chiusi, lo sventramento di un quartiere centralissimo, e soprattutto le scene di vita normale nella zona di corso di Porta Romana (anzi “Corso Roma”, come si chiamava nel ventennio) dove Chierichetti aveva il suo studio di ottica e fotografia. Le macchine fotografiche d’epoca, comprese quelle stereoscopiche, a me dicono poco ma magari interesseranno a qualcuno: i pannelli con le spiegazioni del contesto dei vari gruppi di fotografie sono invece fatti molto bene. L’unico punto su cui avrei da ridire è la mancanza di indicazioni precise su dove sono state scattate molte delle foto, il che mi ha costretto a una serie di wild guess che avrebbero fatto ridere anche i polli. Abbiate pietà di un immigrato!

_Il falò delle novità_ (libro)

[copertina]Che cos’è la creatività? Bella domanda. Nel 2012 Stefano Bartezzaghi ha tenuto una conferenza sul tema al Festival della Creatività di Sarzana, e qualche tempo prima ha chiesto su Twitter di inviare la definizione preferita. Ne sono arrivate un paio di centinaia, che sono alla base di questo libro (Stefano Bartezzaghi, Il falò delle novità : La creatività al tempo dei cellulari intelligenti , Utet 2013, pag. 238, € 12, ISBN 978-88-418-95894). Tutte le definizioni sono brevi per la natura stessa di Twitter, che si limita a 140 caratteri; la concisione in questo caso non è pertanto solamente una dote apprezzata, ma anche necessaria!
Naturalmente detto così sarebbe troppo semplice. Bartezzaghi ha riunito le varie definizioni in gruppi più o meno omogenei e soprattutto le ha commentate una per una, andando per svariate tangenti in modo da cercare per quanto possibile di circoscrivere cosa la creatività non è. D’altro canto, lui lo dice subito, che secondo lui la parola “creatività” è abusata e che il concetto è in realtà ineffabile… non per nulla ne parla come di un mito, come spiega con maggior dovizia di particolari nella seconda parte del libro. Una lettura insomma godibile, che forse vi toglierà alcune certezze, ma lo farà per il vostro bene.
Ah: mi dimenticavo di segnalare un’ottima iniziativa di Utet, che permette a chi ha comprato il libro cartaceo di avere gratuitamente l’ebook. Ufficialmente l’iniziativa scadeva il 31 dicembre 2013, ma io il libro l’ho comprato il 12 gennaio 2014 e l’ebook era ancora scaricabile…
(post scriptum: la mia definizione di creatività è “prendere i pezzi di un puzzle ed essere in grado di costruirne uno completamente diverso”. Immagino che abbiate capito qual è la mia fonte!

_La matematica dei Pink Floyd_ (libro)

[cover] Io sono un beatlesiano convinto, ma sono costretto a riconoscere che Beatles e matematica non vanno molto d’accordo: John Lennon era fissato con il numero 9, esiste un inedito “One and One Is Two”, ma tutto finisce qui. In compenso ci sono altri musicisti che si possono sfruttare per parlare di matematica: per esempio i Pink Floyd, come Paolo Alessandrini ci racconta in questo suo nuovo ebook della collana Altramatematica di 40k Unofficial (Paolo Alessandrini, La matematica dei Pink Floyd, 40k Unofficial “Altramatematica” 2014, 0,99€, ISBN 9788898001491) che trovate anche in formato epub.
Alessandrini prende spunto da testi e copertine dei primi album dei Pink Floyd per raccontarci di come per esempio l’I-Ching – il tema di “Chapter 24” nell’album The piper at the gates of dawn sia un esempio pratico di applicazione dell’aritmetica binaria e della combinatorica; oppure che la copertina di Ummagumma ci fa arrivare alla ricorsività e ai quadrati greco-latini (i nonni del sudoku); il prisma di Dark Side of the Moon dà l’occasione per parlare di tassellazione dello spazio. Certo, si può godere della musica dei Pink Floyd anche senza sapere che c’è qualcosa dietro; ma scoprire che certe scelte non sono casuali bensì con una storia ci permette di apprezzarle ancora di più (soprattutto se non saremo interrogati sulla materia…). Leggendo il libro (o la chiosa dell’autore) si capisce poi quanto Paolo ami la matematica e i Pink Floyd, condizione necessaria per creare una bella opera; certo, la condizione non è sufficiente, ma garantisco che il libro è anche scritto molto bene.
L’unico dubbio è che, come Alessandrini fa notare, gli spunti matematici si trovano nei primi album. Spero che non ci sia una correlazione con la presenza, fisica o virtuale, di Syd Barrett e la sua crisi mentale…

#telospiegamau

Lo so, a dicembre vi ho già spammato sin troppo con la collana di ebook Altramatematica, quella con il mio Matematica e infinito. Però, se ricordate bene, ho anche accennato al fatto che io sono informalmente il curatore della collana, il che significa che sono sempre alla caccia di qualche internauta che sappia scrivere, sappia scrivere di matematica, e soprattutto sappia scrivere di matematica in maniera pop. Posso così anticiparvi che domani verrà pubblicato un nuovo ebook… rosa. Ma non c’entrano gli Harmony né la Gazzetta dello sport: provate a indovinare di chi si parla!
Tornando alla collana #40kmate, è stata finalmente ufficialmente attivata la pagina #telospiegamau. (c’era già da prima, ma non lo sapeva quasi nessuno). A che serve? Semplice. Qualcuno ha comprato questi librini e non ha capito qualcosa? Bene (o male): significa che non siamo stati capaci di spiegare abbastanza bene le cose. Avete capito così bene che vi sono venute in mente altre idee correlate? Benissimo. In entrambi i casi potete provare a chiedere lumi attraverso questa pagina: se ne sono in grado, vi risponderò direttamente lì. Insomma, che l’ebook può anche ampliarsi “esternamente”. È vero che quella di #40kmate è “matematica pop”, e l’idea è che si possano leggere i libri senza pensare che si stia facendo matematica: ma se uno vuole comunque farla non lo sgridiamo mica!
Un’unica avvertenza: non chiedetemi di verificare nuove dimostrazioni di vecchi e nuovi teoremi. Con ogni probabilità non ne sarei capace, e quindi non inizio neppure a verificarle.

Ha capito tutto (come sempre)

Ieri a Sesto San Giovanni è successa una tragedia. Una madre di tre gemelli è stata ammazzata da un furgone che nel fare retromarcia all’interno di un condominio ha schiantato una ringhiera ed è caduto sulla rampa dei box dove la poveretta stava salendo con la bicicletta. L’operaio che stava spostando il furgone non aveva neppure la patente, per la cronaca.
Ovviamente c’è chi non perde l’occasione di farsi notare: citando da Repubblica, «Sulla vicenda interviene Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Regione Lombardia, per dire che “l’introduzione del reato di omicidio stradale non può più neppure di un giorno.”» (manca un “essere rimandata”, immagino, ma quello non è colpa dell’assessore Beccalossi bensì di chi ha composto l’articolo). Qualcuno avrebbe il coraggio di spiegare all’assessore Beccalossi che quello non è un caso di omicidio stradale per l’ottima ragione che il furgone era su territorio privato e non su una strada, tanto che l’autista è indagato per omicidio colposo ma non per guida senza patente? (Sì, già l’idea di proporre il reato di “omicidio stradale” è una perfetta idiozia, ma tant’è)

Povia potrebbe essere intelligente

Giuseppe Povia è un noto maître à penser italiano, invidiatoci da tutto il mondo. Le sue esternazioni musicali sono ben note, ma ciò che è davvero interessante è leggere il suo pensiero sui Grandi Problemi che Attanagliano il Mondo. Ieri, per esempio, ha comunicato urbi et orbi il suo pensiero riguardo ai terremoti, affermando che la terra «è anche popolata da 7 miliardi di persone che si muovono e questa potrebbe essere un’altra causa» dei terremoti, appunto.
La frase ha già fatto il giro dell’internet, ma nessuno tra quelli che ho letto ha posto l’accento su un fatto all’apparenza minuscolo ma a mio parere ancora più pericoloso. Povia non ha mica espresso certezze, ci mancherebbe altro! Lui ha detto che i sette miliardi di persone che si muovono potrebbero essere la causa dei terremoti. Detto in altro modo: Povia si arroga il diritto di poter fare un’affermazione senza nemmeno iniziare a valutare la sua validità; questo ovviamente perché impedirglielo sarebbe una violazione della sua libertà.
Ora, io ho già molti dubbi quando la gente tira fuori possibili cause (come il freaking fracking, rimanendo nel campo dei terremoti) dove la confutazione non è banalissima perché occorre avere a disposizione un certo insieme di dati. Ma in casi come questo non ci vuole molto a fare due conti spannometrici: se non ho sbagliato i conti, l’umanità pesa 4*10^11 kg e la terra 1,5*10^24 kg. (Nota: ho poi controllato, e qui si dice che ho sbagliato di un fattore 4 il peso della Terra. Poco male) Quindi la massa di un uomo rispetto a tutta l’umanità è proporzionalmente maggiore della massa dell’umanità rispetto a quella della terra. Poi certo, si possono fare conti più corretti: ringrazio Lele Forzani per avermi recuperato il link a What If? che ricordavo nebulosamente di avere visto. Ma ripeto: i conti li si poteva fare a mente, e senza avere chissà quali conoscenze. (D’accordo, potrei sopravvalutare le conoscenze di Povia. Mi scuso) Mettersi a scrivere “potrebbe succedere così” è proprio come il “è un caso? noi pensiamo di no” che è il leit motiv di Voyager, che in Italia passa per “trasmissione scientifica”.
Quando all’inizio del diciassettesimo secolo Galileo diede inizio al metodo scientifico, rivoluzionò la scienza spiegando che Aristotele aveva perfettamente ragione nel cercare teoricamente i modelli per spiegare come funziona il mondo, ma poi i modelli dovevano essere messi in pratica, e non ci si poteva fidare semplicemente di un ragionamento che filava bene. Ora la ruota ha compiuto un giro completo: l’argumentum ab auctoritate non solo è tornato in auge, ma l’autorità si misura col numero di follower. D’altra parte, se così tanta gente ha fiducia in te, un qualunque tuo pensiero ha implicitamente un valore, no?

Musica bidimensionale

Domenica ho cantato – con un centinaio di altri coristi e una ventina di orchestrali – il Requiem di Mozart K626. Considerando che la prima prova con l’orchestra l’avevamo fatta venerdì, ed era persino aperta al pubblico (siamo pazzi) bisogna dire che siamo stati davvero bravi, ma non è di quello che volevo parlare.
Mentre cantavo, barcamenandomi tra il controllare il direttore e il leggere la parte che come sempre non mi ricordavo a memoria, mi sono accorto che c’è una differenza enorme tra quando ascolto un brano di musica classica (non solo da un disco, ma anche dal vivo) e quando lo canto. È una sensazione difficile da spiegare a parole: in pratica, mentre l’ascolto per così dire passivo è monodimensionale (la musica fluisce nel tempo) quando canto l’ascolto diventa bidimensionale: sento le varie parti molto distintamente pur nel loro amalgama, come se io mi trovassi all’interno di un puzzle, o forse di una costruzione fatta con i Lego, e attaccassi insieme tutti i vari pezzi.
È una cosa che capita solo a me, o qualcuno ha provato un’esperienza simile?

Virgillito, sarai contento!

Ricordate il racconto di Daniele Virgillito, su come si sia vantato di aver fregato giornali e televisioni inserendo su Wikipedia citazioni false? Bene. Oggi è morto Claudio Abbado (requiescat in pace), e abbiamo subito avuto l’aggiunta di questa citazione, seguita subito da questa (anche reiterata dopo che era stata eliminata). Dopo che la voce è stata semiprotetta in modo da fermare momentaneamente gli utenti anonimi, si è continuato con questa.
Il problema per Wikipedia non c’è stato; non siamo così stupidi, e le citazioni sono state eliminate in un minuto o due. Ma sicuramente ora Virgillito potrà fregiarsi del titolo di “trendsetter”, e Wired Italia di essere sempre all’avanguardia nel parlare delle nuove tendenze in rete. Complimenti a tutti.