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matematto non praticante

statistiche ed economia

Lo scorfano segnala questo articolo della Stampa, che racconta come (secondo qualcuno “casualmente”) i dati sul deficit pubblico nel 2007 siano stati corretti: prima delle scorse elezioni il rapporto deficit/PIL era stato stimato all’1.9%, adesso è stato corretto all’1.5%. Non sono noccioline: quattro decimi di punto corrispondono circa a 6 miliardi di euro.
Devo però dire che a me questa sembra una non-notizia. Innanzitutto non penso che avere saputo subito il valore corretto avrebbe spostato un solo voto. Poi può essere vero che considerare Equitalia (concessionario per la riscossione delle imposte) come società privata quando il capitale è pubblico (51% in mano all’Agenzia delle Entrate e 49% all’Inps) è stato un errore marchiano; ma il problema di base è che il bilancio statale è così complicato che non ci vuole molto a spostare da una parte o dall’altra miliardi di euro (si chiama “finanza creativa” se la fa Tremonti, ma è stata fatta anche dai vari governi Prodi, non credete). Però quei numeretti sembrano così importanti… o almeno ci fanno credere così. È proprio vero che l’economia sulle statistiche ci prospera.

_Gli snumerati_ (libro)

Forse non è un caso che questo vecchio libro (John Allen Paulos, Gli snumerati [Innumeracy], Leonardo 1990 [1988], pag. 142, trad. Chiara Faglia) non sia più in commercio. Già il sottotitolo (“impariamo a far di conto per fare i conti col mondo”) è un po’ inquietante, ma è proprio il concetto di base che è impervio. Lo snumerato è l’equivalente dell’illetterato, solo che le conoscenze che non ha sono quelle matematico-statistiche. Non stiamo parlando di malattie come la discalculia (l’equivalente della dislessia, se ve lo steste chiedendo) ma proprio dell’incapacità di riuscire a stimare anche solo grossolanamente dei valori; quello che è peggio è che mentre magari qualcuno si vergogna di non essere bravo con le parole e non conoscere i classici della letteratura, è molto più semplice trovare gente che si vanta di essere uno snumerato. Dire che non sarebbe così difficile notare queste cose: nel mio piccolo faccio spesso esempi di “povera matematica” e garantisco che non ci vogliono chissà quali conoscenze per accorgersi degli strafalcioni che si sentono.
I capitoli del libro spaziano su vari temi. Si inizia con la capacità di stimare un valore e riconoscere gli errori almeno di due o tre ordini di grandezza; si continua con gli apparenti paradossi probabilistici, dove il senso comune ci porta fuori strada. Un capitolo è dedicato all’uso della matematica nelle pseudoscienze, in modo che ci possiamo accorgere di come i numeri possano essere usati pre fregarci. Dopo un lungo sfogo sulla povertà dell’insegnamento matematico, si termina portando all’attenzione del lettore i casi di snumeratezza statistica, con un’utile infarinatura su come leggere i sondaggi. L’idea di mettere l’indice di rischio relativo (il logaritmo della probabilità di morire per un certo comportamento, relativo a quanta gente si comporta così) è ad esempio un’idea interessante, anche se rovinerebbe molti titoloni dei media… e forse è per questo che non è mai stata messa in pratica.
Il libro è scritto bene e la lettura è piacevole, con la parte matematica ridotta al minimo; sarebbe proprio una lettura utile per molti… se solo fosse disponibile!

ora legale

Questa notiziola rappresenta un’eccezione nella categoria “povera matematica”: per una volta c’è un’affermazione corretta che in genere viene sempre taciuta.
D’accordo, Luigi Bignami si dimentica di dirci che il suo articolo è scopiazzat… ehm, surrettiziamente tradotto dallo Scientific American. Ma non stiamo parlando della deontologia giornalistica. La frase che ci interessa è questa, della Commissione per l’Energia della California: «L’aver allungato di 15 giorni il periodo di ora legale nel nostro Stato, non ha portato ad alcun beneficio, in quanto l’anno scorso il risparmio di energia è stato dello 0,2%, ma è un dato che ha un margine d’errore dell’1,5%»
Mi pare importante dare un grande risalto a questa affermazione, perché mette alla luce una verità che in genere viene messa sotto il tappeto: che cioè i numeri statistici devono essere sempre presi con beneficio di inventario, per quanto possiamo essere attenti a ricavarli. Già quando i valori sono certi non si può essere del tutto sicuri: ad esempio il registratore di cassa di un negozio può dire che a febbraio si è ricavato come media giornaliera meno che a marzo, ma ci possono essere stati mille fatti esterni (magari marzo ci sono stati cinque sabati e il nostro negozio fa più affari il sabato…) che disturbano i risultati. Non per nulla in certi casi si fanno le medie destagionalizzate. Ma se dobbiamo anche fare delle stime, gli errori si sommano agli errori e quindi sarebbe sempre giusto aggiungere il margine di errore. Accontentiamoci che per una volta è stato fatto, e facciamolo notare!

Omar Hassan al-Bashir

Scommetto non vi ricordate chi è. Aiutino: meno di una settimana fa, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura contro costui, che per la cronaca è il presidente del Sudan. Se non ve lo ricordavate, qualche scusa ce l’avete: ormai se n’è andato via dalle prime pagine dei quotidiani online. Solo il Corsera oggi parla di lui come ultima notizia, mentre Rep-punto-it preferisce riempire la Colonna Infame con notizie tipo “In Germania nudi con lo slittino per il campionato mondiale“.
Per non saper né leggere né scrivere, ho chiesto lumi al mio amico Yagoub che è un esule sudanese, e mi ha risposto che questa incriminazione ha generato un aumento della popolarità per il presidente, che quindi si sente ancora più sicuro. Insomma, secondo lui l’allontanamento delle ONG che operano nella regione non è stata tanto una ripicca quanto una prova di forza. Cito direttamente le sue parole: «Al bashir merita sicuramente di essere condannato ma la tempistica è stata sbagliata: lui è ancora presidente in carica, tra un avremmo dovuto avere le elezioni e ora forse saranno cancellate.»
Il tutto mi ha fatto pensare. Abbiamo (hanno) creato questo tribunale penale internazionale con tanta fanfara. Già il fatto che ad esempio gli USA non l’abbiano ratificato gli toglie immediatamente un bel po’ di forza (anche e soprattutto morale); ma se poi fanno queste scelte ho come il sospetto che tutto quello che interessi davvero loro sia la pubblicità, e non i risultati. Cosa che magari con l’opinione pubblica funziona anche, intendiamoci: ma che personalmente trovo peggio che inutile.

Intrappolato 2!

Credo che si possa dire ormai con ragionevole certezza: sono io che porto sfiga. Dopo che la scorsa settimana sono rimasto bloccato in ascensore, stamattina ho fatto il bis. Stavolta eravamo in quattro, Damiano aveva già letto la cronaca del mio primo blocco, e in quattro e quattr’otto abbiamo aperto le porte e siamo usciti. Il mio piccolo problema personale è che da solo non ce la faccio mica :-(

elastico petrolifero

Quest’estate il prezzo del gasolio per autotrazione aveva eguagliato quello della benzina. Ieri sono passato davanti a un distributore vicino casa che indicava gasolio a 0,986 euro e benzina a 1,129, con un divario del 15% circa.
Comincio a chiedermi se col variare del prezzo del greggio cambia anche la proporzione dei vari idrocarburi… (Sì, in fase di raffinazione si può fare qualcosa, ma non a questi livelli)

Sayed Parwez Kambakhsh

Probabilmente non ne avete mai sentito parlare, anche se un paio di settimane fa è apparso un articolo sul Corriere.
Parwez Kambakhsh è stato arrestato nel 2007 con l’accusa di avere distribuito un articolo tratto da Internet – che come sappiamo è il Male – che denunciava come l’islamismo non rispettasse i diritti delle donne. Il processo, per il quale il giovane rischiava la pena di morte, si è concluso con una sua condanna a “soli” vent’anni di carcere; l’appello non si sa quando ci sarà. Si possono leggere più informazioni su IWPR e RAWA News: a me personalmente ha fatto paura la frase dell’accusatore «When I began to read, I experienced Islamic emotions»
Noi non possiamo fare molto per Parwez Kambakhsh, è chiaro: ma il nostro governo sì, e soprattutto non dovrebbe farlo solo per lui ma anche per tutti gli altri casi simili che non hanno avuto il riscontro dei media. Oppure ammettiamo che non ha nessun senso mantenere un contingente militare laggiù, e ritiriamoci in buon ordine.
Aggiornamento: (10 marzo) ho ricevuto, e allegato nei commenti, un messaggio dal Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane.

Risultati del sondaggio sulla matematica light

Ricordate il sondaggio proposto la scorsa settimana? Ci sono state 89 risposte (era a risposta multipla, tra l’altro).
* 32 Va bene un mix come adesso
* 21 Con le dimostrazioni dei temi trattati
* 17 Basta che si parli di matematica almeno ogni tanto
* 7 Che tratti temi più complicati
* 5 Tanto non le leggerei in ogni caso
* 3 Con meno formule e dimostrazioni possibili
* 2 Che tratti temi più semplici
* 2 Mi piacerebbe vedere qualcosa di specifico
Per la cronaca, il “più specifico” è “qualcosa sulla teoria del caos (Equazione di May, frattali, attrattori strani)”. Tenuto conto delle due distorsioni fondamentali di un sondaggio di questo tipo (risponde solo chi ha voglia, e qualcuno si vuole comunque divertire), direi che una considerazione la si può comunque fare: chi legge le notiziole di matematica light vuole una “divulgazione didattica”, se mi permettete il neologismo.
Per come la vedo io, ci sono varie strade per avvicinare la gente alla matematica. Innanzitutto c’è quella degli enigmi da fare risolvere, insomma la matematica ricreativa classica: personalmente non lo ritengo un metodo utile per fare interessare la gente, ma magari sono io che ho le mie idee. Poi c’è il metodo di divulgazione pura: si raccontano i risultati che si possono ottenere con la matematica, partendo da problemi più o meno vicini a quello che si può vedere nella vita di tutti i giorni, ma lasciando da parte le dimostrazioni e soprattutto le formule, quelle tali che ciascuna di esse dimezza il numero di copie vendute di un libro. La mia idea naïf era che potrebbe essere un modo utile per far capire alla gente che la matematica non è poi così astratta e impossibile, sapendo che comunque saranno ben pochi a cercarsi le dimostrazioni per conto proprio – ma d’altra parte sono anche pochi quelli che cercano di riparare da soli gli oggetti rotti, no?. Infine c’è il metodo più didattico, dove si enuncia il problema e si porta il lettore alla soluzione passo dopo passo. Questo in genere è quanto faccio nelle mie notiziole di matematica light, e come si può vedere è quello preferito da chi ha risposto al sondaggio.
Quello che mi chiedo adesso è se posso fidarmi dei risultati del sondaggio. Non tanto per quello che farò nei prossimi post di matematica light: in fin dei conti se i miei ventun lettori vogliono le dimostrazioni non faccio certo fatica a metterle. Il problema è piuttosto capire se il sondaggio è stato distorto ancora più di quanto pensassi, e le persone che potrebbero apprezzare la divulgazione pura sono già scappate a gambe levate, senza nemmeno osare esprimere la propria opinione. Questo sarebbe davvero un brutto colpo per la matematica e per la vita in genere: un minimo di conoscenza matematica serve davvero, e nel ventunesimo secolo può magari essere meno importante far di conto ma più necessario cavarsela con gli ordini di grandezza e con le probabilità. Voi che ne pensate?