non aggredirmi

Nell’ospedale di Lanzo Torinese ci sono questi poster appesi alle pareti. La campagna a quanto pare è del 2022, almeno da quanto si legge in questo articolo; quindi forse la campagna potrebbe essere nata dopo la parte acuta della pandemia, con i soliti tempi della burocrazia italiana.
Detto questo, io mi sono molto preoccupato nel vedere quei poster, proprio perché sono stati in un modo o nell’altro la conseguenza di aggressioni che in qualche ospedale ci devono essere state. Evidentemente la barbarie avanza sempre più.

Ultimo aggiornamento: 2024-03-11 12:36

5 pensieri su “non aggredirmi

  1. mestessoit

    Un mio collega fa il volontario per la Croce Rossa locale, alias una volta ogni due settimane fa un notturno od un festivo di servizio ambulanza. Mi dice che negli ultimi tempi sono in aumento le proteste (con lancio di sassi oltre che di improperi) verso il personale. La causa in generale non è (solo) la barbarie che avanza, ma anche (per dirla con un linguaggio formale) della costante diminuzione della qualità del servizio.

    Va da sè che quando stai male ed aspetti come minimo 5-6 ore al PS, non sei di buon umore ne tu ne chi ti accompagna. Questo naturalmente non autorizza nessuno a comportarsi così, ma attenzione a non fare l’errore di criminalizzare tutto a prescindere, senza guardare alla reale causa del problema, con l’effetto che spendi soldi per la guardia giurata ma non per migliorare effettivamente le cose.

    1. .mau. Autore articolo

      ho ben presente le attese infinite al PS. Ma non credo che aggredire il personale riduca le attese.

    2. Silvia

      Per motivi familiari ho avuto modo nel corso degli anni di conoscere vari ospedali napoletani. L’ ultima volta una dozzina di anni fa ho “frequentato” per circa quattro mesi vari reparti del Cardarelli, dal pronto soccorso alla chirurgia, alla rianimazione, alla gastroenterologia, alla pneumologia. Esperienza riassumibile in poche parole: se non vedi non credi (o pensi siano i soliti stereotipi da sceneggiatura di film.)
      Ogni palazzina aveva il suo servizio di sicurezza privata; nelle ore di chiusura al pubblico, i reparti erano sbarrati, mentre nelle ore di apertura i medici si serravano nelle loro stanze.
      Quando poi vedevi anche solo la numerosità dei familiari che arrivavano in visita per ogni ricoverato, per tralasciare del resto, capivi.

  2. mestessoit

    @all: neanche mettere un cartello serve a risolvere il problema, ma neppure mettere le guardie giurate, così come aggredire il personale, ovviamente. E’ vero che una guardia giurata in certi orari quantomeno costa meno del paramedico, ma non può essere una soluzione.

    Il vero problema è che per la sanità si vuole spendere sempre meno…come per l’educazione. Gli effetti nell’uno e nell’altro caso li vediamo.

  3. primiparattempata

    Sarà che mio fratello ha fatto per 25 anni abbondanti l’infermiere di pronto soccorso (adesso è un ferrista di sala) e quindi forse sto più attenta a queste notizie, ma il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario non è nuovo, non è nato con la pandemia e non riguarda solo i PS o gli ospedali in condizioni di lavoro da sempre critiche come il Cardarelli di Napoli (mio fratello ha sempre lavorato nella sanità lombarda, per dire, pubblica e convenzionata, e di storie da raccontare ne ha da lustri). Leggo in un rapporto INAIL: «I casi di aggressione e violenza ai danni del personale sanitario accertati dall’Inail nel 2022 sono più di 1.600, in aumento sia rispetto al 2021 sia rispetto al 2020, quando l’accesso alle strutture ospedaliere e assistenziali è stato fortemente limitato a causa dell’emergenza Covid-19. A segnalarlo è … Inail …, che dedica un focus al fenomeno, precisando che si tratta di un dato parziale perché non comprende i medici e gli infermieri liberi professionisti che non sono assicurati dall’Inail, inclusi i medici di famiglia e le guardie mediche. Anche se in ripresa rispetto al biennio precedente, il dato del 2022 resta al di sotto di quanto rilevato nel periodo ante pandemia: nel 2018 e 2019, infatti, i casi di violenza nella sanità sono stati oltre duemila all’anno». Per ora non ho avuto tempo di cercare dati storici, e mi rendo conto che la mia esperienza personale e per giunta vicaria non ha alcun valore statistico, ma la gente mette le mani addosso a medici e infermieri, in PS e non solo, da un sacco di tempo.

I commenti sono chiusi.