Insomma il Tar della Lombardia ha annullato la delibera comunale milanese che imponeva (con moooolta calma) i mezzi pesanti che entravano a Milano di avere i sensori sugli angoli morti, o come dovremmo dire più correttamente gli angoli ciechi. Motivo? «I comuni non possono imporre limitazioni alla circolazione per ragioni di ordine pubblico e sicurezza, ma solo per la prevenzione dell’inquinamento e la tutela del patrimonio artistico e ambientale.»
Ovviamente il Tar si esprime sul metodo e non sul merito. Quello che mi perplime è che in caso di manifestazione ci sono chiaramente limitazioni alla circolazione, e già oggi i mezzi più lunghi di 7 metri e mezzo non possono entrare in area C nemmeno pagando, e dire che è una misura per prevenire l’inquinamento è arrampicarsi sugli specchi. (Taciamo sulla tutela del patrimonio artistico e ambientale). Vabbè, tanto l’angolo morto è nel cervello degli autisti.
(immagine di Flanker, da Wikimedia Commons, pubblico dominio)
Ahaha, lo dicevo che un comune non può limitare il diritto dei tali mezzi (e delle loro organizzazioni che hanno invocato la Giustizia) di schiacciare chicchessia!
Inoltre non sono convinto che la EU accetterebbe l’imposizione di queste catene localistiche alla libertà di trasporto.
Come già insegna il caso dei sensori anti-sonno per gli autisti di autobus, invocato dopo una strage e combattuto con successo in sede EU, taluni non si fanno certo schiacciare come un generico ciclista urbano!
Il TAR si è “dimenticato” di indicare che i comuni possono anche limitare (come nel caso specificato sulla lunghezza) la circolazione di mezzi con carattestiche specifiche se creano impedimento alla libera circolazione.
E’ vero (e quindi tecnicamente corretto) che non possono farlo per criteri di sicurezza stradale, e qui secondo me il comune lo sapeva benissimo, ma ha proceduto lo stesso per pura immagine.