L’altro giorno Cecilia mi ha detto di essere stata eletta rappresentante di classe. Occhei, in terza media non è che la cosa conti molto, però c’erano 3+3 candidati per 1+1 posto, quindi l’elezione non era certo scontata.
E niente, non ha preso certo da me. Mi è capitato spesso di candidarmi (no, mai ad elezioni politiche o amministrative, sono sempre stato apartitico) ma generalmente sono stato trombato. Le uniche eccezioni sono state la prima elezione RSU (ma se non ricordo male il posto era quasi assicurato) e l’anno in cui sono diventato direttore esecutivo della Naming Authority, più che altro per veti incrociati. No, poi subito prima della fine della NA ne divenni vicepresidente, a dire il vero.
Ormai ho una certa età. Se mi capita, continuo a candidarmi per il cosiddetto “spirito di servizio” ma mi è molto chiaro che non ho l’interesse, e forse nemmeno le capacità, di fare il politico. La mia è una posizione di nicchia, come i ventun lettori di questo blog sanno bene: ho un piccolo seguito di affezionati sostenitori, ma non ho appeal sulle masse. Ce sto. (È questo l’indicativo di “stacce”?) Cecilia pare invece aver preso da mio padre, che pure non ha mai conosciuto, la capacità di essere un centro di aggregazione. Speriamo ne faccia buon uso in futuro!
Dimmi quando si presenta alle politiche, che io non vedo l’ora di passare il testimone ai giovani.