Archivi annuali: 2013

fondi neri Mediaset

C’è una cosa che non mi torna molto nella condanna di Silvio Berlusconi per i fondi neri Mediaset. Ammetto di non aver letto le motivazioni dela sentenza (quella di primo grado: per l’appello lo so che non sono ancora state pubblicate, ma il fatto che lo saranno a brevissimo mi fa immaginare che ci sarà scritto qualcosa tipo “non sono apparse nuove prove difensive rilevanti” o giù di lì), e quindi non posso giudicare; ma magari qualcuno dei miei ventun lettori può farlo.
Partiamo dal presupposto che sia stato dimostrato oltre ogni dubbio che questi fondi neri ci siano stati: su questo punto non ho sentito insorgere contro le toghe dal drappo rosso né Berlusconi né i suoi difensori (o mi sono perso anche questo?). Riuscire ad associare questi fondi a Silvio implica però perlomeno dimostrare che sono stati usati da lui, e questo non mi pare affatto banale; altrimenti la responsabilità ricade su presidente e amministratore delegato. D’altra parte, se questa associazione è stata dimostrata, in effetti si può pensare che la legge del 1957 sull’ineleggibilità si possa effettivamente applicare a Berlusconi, il che significa che i possibili cinque anni di interdizione dai pubblici uffici sono il minore dei suoi problemi. Ribadisco: qualcuno è riuscito a capirci di più?

Ultimo aggiornamento: 2013-05-10 11:18

una storiella

Ora vi racconto una storiella.
C’era una volta un certo Gino Cerutti, tipicamente noto solo ai suoi amici del bar sotto casa (a Milano, in zona Giambellino), che inopinatamente entrò in consiglio regionale lombardo, causa dimissioni di chi era davanti a lui in lista ed era stato eletto. Il consiglier Cerutti si affrettò a presentare un’interpellanza consiliare, chiedendo se il Pirellone intendesse prendere una qualche azione per verificare l’eventuale presenza di rettiliani intrufolatisi nel territorio regionale con non meglio identificati fini. L’interpellanza fu rapidamente archiviata, ma qualcuno ne parlò su Twitter e sbertucciò il consiglier Cerutti, che rispose ben più che per le rime, forse pensando di essere tra gli amici del bar. La nota testata Becero e il superblog Rovistando ripigliarono la diatriba in rete, nel loro solito modo. Qualcuno aggiornò poi la voce a lui dedicata su Wikipedia: essendo quella polemica la cosa per cui era maggiormente noto, e poiché probabilmente il tipo non era un suo sfegatato fan, ci andò giù un po’ pesante.
Il consiglier Cerutti non fu affatto felice della cosa, e dopo qualche tentativo di cancellare le frasi – prontamente rimesse in linea da altri wikipediani – iniziò a far scrivere dal suo avvocato a tutto ciò che poteva avere una sia pur tenue affinità con Wikipedia, a partire dalla Wikimedia Foundation in giù. I risultati formali di questa offensiva furono nulli; intanto però gli anticorpi wikipediani erano entrati in funzione e il testo della voce risultava più neutro. Malauguratamente per il consiglier Cerutti i collegamenti agli articoli di Becero e Rovistando continuavano a essere presenti insieme alle fonti. Non è dato di sapere se il consiglier Cerutti abbia querelato gli autori dei due articoli (nel qual caso probabilmente i collegamenti verrebbero oscurati, spiegandone il motivo, fino a che la vicenda giudiziaria non giungesse a termine). Quello che è dato sapere è che mi ha scritto che intende procedere contro di me in quanto rappresentante italiano di Wikipedia.
Inutile aggiungere che – tranne per la parte che riguarda me – fatti e personaggi di questa storiella sono completamente inventati. Un po’ più utile forse segnalare che la voce su Gino Cerutti è liberamente modificabile da chiunque, e che io non ho mai apportato alcuna modifica ad essa. Ricordatevi di portarmi le arance a tempo debito, e abbiate pazienza se questo post non è commentabile.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-09 07:00

articolo 21 bis

Che ne direste se qualcuno volesse aggiungere alla nostra Costituzione il diritto di accesso ai libri? Vi sembrerebe una cosa naturale? Beh, qualcuno ha presentato un progetto di legge costituzionale «in materia di riconoscimento del diritto di accesso alla rete internet». E ha anche avuto il coraggio di chiamarlo “articolo 21 bis”, creando un precedente che sarà sicuramente seguito da tutti (per la cronaca, si è sempre scelto di modificare gli articoli, mica di aggiungerne).
E no, non è un pentastellato.
(hat tip: Daniele Minotti)

Ultimo aggiornamento: 2013-05-08 18:20

rispetto

Ieri ha suscitato una certa eco la decisione di Umberto Ambrosoli di uscire dall’aula consiliare lombarda durante la commemorazione di Giulio Andreotti, e il commento di Lara Comi che ha voluto rimarcare (televisivamente, perché sennò chi se la filava?) di non condividere per nulla il gesto.
Sarà, ma io non riesco affatto a capire perché alzarsi e uscire dall’aula sia “mancare di rispetto”. È un gesto di dissociazione esplicita, certo. Un gesto perfettamente comprensibile, tra l’altro, conoscendo un minimo la storia italiana degli ultimi 40 anni. Ma un gesto assolutamente rispettoso: non ha mica sbraitato contro la decisione presa dalla maggioranza, l’ha accettata ma ha scelto di non adeguarsi. Al limite, l’unica cosa che mi scoccia è che mi tocca essere d’accordo con l’ex-Eterno Vicesindaco Riccardo De Corato, che ha definito Ambrosoli “un signore”.
Poi vabbè, c’è chi ai tolc-sciò non ci può andare e allora si sfoga su Facebook. Non potevi berti la bottiglia da sola? Troppo triste?

Ultimo aggiornamento: 2013-05-08 09:27

others and Eni

domenica, tra i tanti auguri di compleanno che arrivano automaticamente dai vari servizi a cui ti sei voluto o dovuto iscrivere, c’era quello di You&Eni che spiegava come avrei potuto avere doppi punti se avessi fatto un rifornimento di almeno trenta euro in settimana. Visto che la macchina era in riserva, oggi ho pensato bene di andare a fare benzina… e ho scoperto che negli iperself You&Eni – cioè nei due punti vendita vicino a casa mia – non si fa più benzina prima e pagamento poi alla cassa, ma si paga prima e si fa benzina poi; ma soprattutto non si prendono i punti.
Io non so quando sia cambiata la cosa: sono certo che il mio ultimo rifornimento è stato in un punto Eni e i punti me li hanno messi. Sono solo certo che il mio ultimo rifornimento era stato il 21 marzo (e il penultimo il 3 gennaio: non è che qui l’auto venga usata più di tanto). Ad ogni modo, Eni ha tutti i diritti di scegliere come fare le sue promozioni; se però decide di abbassare il prezzo della benzina negli iperself invece che favorire le carte fedeltà non può sperare che la fedeltà rimanga :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-05-07 18:08

il giorno che conobbi Andreotti

Che Giulio Andreotti fosse molto malato da un bel po’ era noto a chiunque avesse un minimo di attenzione. Dopo il congelamento in diretta televisiva non solo non era più apparso in televisione, ma anche le interviste sui giornali erano cessate: arrivava giusto qualche articolo in occasione del suo compleanno. La prova del nove è stata non vederlo votare per il presidente della Repubblica. (Già che ci siamo: anche Ciampi dev’essere più di là che di qua, per la stessa ragione).
Torniamo indietro di quasi vent’anni. Doveva essere il settembre 1995: una mia collega e amica romana si sposava, e io ero invitato al matrimonio, e già che c’ero facevo l’organista. La chiesa aveva una conformazione un po’ strana: per la precisione la console dell’organo era in una saletta separata dalla navata principale. Potevo vedere il celebrante, il gruppetto con le chitarre che era vicino all’altare, gli sposi :-), ma non i partecipanti alla funzione. Io non sono capace a starmene fermo: così, nei momenti in cui non mi toccava suonare, mi alzavo a sgranchire le gambe. A un certo punto, un po’ prima della comunione, mi avventuro fino alla navata, e vedo due persone piuttosto anziane sedute nelle prime file, anche se di lato. Toh, penso, quel tipo lì somiglia ad Andreotti. Il pensiero dura quel mezzo secondo, poi me ne ritorno alla mia posizione riservata e continuo a suonare.
Termina la messa, e prima di andare al rinfresco ce ne stiamo tutti fuori sul sagrato. Tenete conto che non è che conoscessi chissà quanta gente, a parte la sposa e i suoi genitori: c’era giusto un mio collega torinese sceso all’Urbe insieme a me, e il celebrante, con cui io e la sposa avevamo anche collaborato per un progetto di lavoro (nostro: nulla che c’entrasse con la religione). Me ne sto lì per un po’ con la mia solita aria “che cavolo ci faccio qui?” e a un certo punto vado a salutare il prete. Lui mi vede, e raggiante mi fa “Ciao Maurizio! Aspetta che ti presento il senatore Andreotti e sua moglie!”
Non saprei dire che faccia io abbia fatto, spero di essermi contenuto: ho salutato, stretto la mano, e via. Durante il rinfresco, che era all’aperto, a un certo punto però sono andato a chiedere alla sposa come mai ci fosse: la risposta è stata “ah, è un caro amico dei genitori di mio marito…”. Il mio commento è stato un altro “ah”. Per la cronaca, era già sotto processo per mafia e fuori dai giochi politici ufficiali: però tre-quattro persone di scorta, molto discrete in effetti, c’erano. In realtà non ho più scambiato una parola con lui: non avevo nulla da dire, e non esisteva nemmeno Wikipedia per dire “scusi, posso scattarle una foto per l’enciclopedia libera?” Ad ogni modo per il momento è l’unico PresConsMin di cui posso dire “l’ho conosciuto di persona” :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-05-06 13:35

Quizzino della domenica: Scale mobili

Due amici, Arturo e Zoe, commentano la profondità della nuova stazione della metropolitana.
– “Che lunga questa scala mobile…”, dice Arturo. “Mentre scendevo camminando, ho contato cinquanta scalini!”
– “È solo perché tu sei un pigrone”, replica Zoe. “Io ho camminato a una velocità tripla, e di scalini ne ho contati ben settantacinque.”
Se la scala mobile fosse ferma, quanti scalini si vedrebbero? Immaginate che i due amici camminino a velocità costante.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p095.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-01 15:12