pericolosi concorrenti

Quando avevo velocemente visto questo post di Mantellini, ero convinto che stesse scherzando. Poi invece il prof. Liberti mi ha fatto notare che c’era – orrore! – un link al sito di Franco Abruzzo. Insomma, il Cdr del Corriere della Sera (il primo quotidiano italiano, almeno a mia conoscenza) si è lamentato con la direzione del quotidiano perché c’era un «link al sito <linkiesta> visibile ieri sulla homepage del Corriere.it». Il Cdr scrive:

Ci sembra una iniziativa incomprensibile, specie in un momento in cui stiamo discutendo, con tutte le difficoltà che conosci, su come rendere più redditizio il nostro di sito. Ti chiediamo, dunque, di interrompere quest’operazione che ha disorientato la redazione e che per altro è stata assunta senza neanche informare il Cdr, come invece è previsto dal Contratto.

Devo dire che sarei davvero curioso di sapere cosa prevede quel Contratto, e che quello “stupore” mi ha fatto sorridere – ma questo è immagino colpa del mio essere di un’altra generazione, quel sottile strato tra i nativi analogici e i nativi digitali che si erano creati un ecosistema.
Ma la parte più interessante, almeno per me, è la conseguenza logica del loro comunicato: evidentemente sono convinti che Linkiesta.it si posiziona nella stessa categoria del sito web del Corriere, e quindi un link “alla concorrenza” farà perdere accessi e soldi. Direi che insomma è della loro percezione del sito che forse dovrebbero «continuare a discutere»
Aggiornamento: (praticamente immediato, la fregatura di cliccare troppo presto su “pubblica”) a quanto pare, la vera questione è che il Corriere avrebbe fatto un accordo con Linkiesta per lasciare un box di quest’ultimo in mezzo a tutte le altre notizie del quotidiano. Comprenderei allora la logica del comunicato, ma mi chiedo chi diavolo abbia scritto il comunicato stesso, parlando a nuora perché suocera capisca…

Ultimo aggiornamento: 2013-10-21 12:09