Archivi annuali: 2012

_Drive In_ (libro)

[copertina]Cerrrrrto che io venticinque anni fa guardavo il Drive In (con gli amici di gioventù, ogni settimana a casa di uno di noi). E mi sono anche comprato il libro (Antonio Ricci (ed.), Drive In, Bompiani 1987, pag. 176, lire 15000). Se volevate un altro motivo per capire come mai mi sono rovinato così, adesso ce l’avete.
Come regge la memoria a leggere i tormentoni di venticinque anni fa? E cosa si pensa dei testi? Maluccio, dirò. Mi ero completamente dimenticato per esempio che un anno ci fu anche Staino con Bobo (giusto per dire che adesso si parla male di Ricci, ma un tempo non era così), che ci fu Bold Trek (e questo avrei dovuto ricordarmelo…) e che Beruschi e Margherita Fumero avevano molti sketch diversi insieme, non solo Beruscao. Per quanto riguarda i testi, è chiaro che trovarli scritti fa perdere molto della loro forza comica: su questo bisogna dare ragione a Daniele Luttazzi. Però non mi aspettavo la grevità dei testi di Greggio e D’Angelo, mentre dall’altro lato i monologhi di Enzo Braschi erano molto migliori di quanto mi ricordassi.
Insomma: giudizio critico, tavanata galattica! Ma in fin dei conti mi manca la controprova, un libro dei Soliti Idioti… (no, grazie, non voglio sapere che esista)

Ultimo aggiornamento: 2012-10-13 07:00

tanto firmare è facile

Se vi capita di girare su Facebook, probabilmente tra ieri e oggi qualcuno dei vostri amici avrà postato un link a una petizione da firmare perché Nicole Minetti si dimetta prima di fine mese e quindi non possa andare “in pensione a 27 anni“.
Io non ho alcuna stima della signorina Minetti per quanto riguarda la sua attività politica (che potete valutare da soli qui). (Non ho neppure stima per le altre attività, ma quelle non sono un mio problema). Detto questo, ho altrettanta nulla stima per i populisti che cavalcano queste proteste. La signorina Minetti è un consigliere regionale lombardo, e come tutti i consiglieri regionali lombardi ha diritto a un vitalizio se è rimasta in carica per una intera legislatura. (Se ne ha fatta almeno metà, come sarebbe il caso se si dimettesse dopo fine ottobre, potrebbe pagare i contributi volontari per arrivare a una legislatura intera). Innanzitutto il vitalizio le verrà assegnato una volta compiuti i 60 anni, come si può verificare dal testo della legge regionale lombarda 20 marzo 1995, N. 12 (purtroppo devo lasciare la cache Google, perché il sito sembra essere stato arrestato per qualche oscura trama di link di scambio), quindi scrivere che a 27 anni “va in pensione” è una falsità. Nel merito, poi, quella legge è iniqua? Certo. Dalla prossima legislatura, per fortuna, il vitalizio sarà abolito. Ma in questa legislatura c’è, e c’è per tutti e 80 i consiglieri. Non è bello che, a differenza di quanto è capitato ai poveretti come il sottoscritto, i consiglieri abbiano deciso che i diritti acquisiti non si toccavano. Però la signorina Minetti ha esattamente gli stessi diritti degli altri 79 consiglieri, e promuovere una raccolta firme (che tanto vale meno di zero, si sa che tutte queste cose servono solo a farsi pubblicità) è come minimo fuorviante.
Ma tanto siamo su Facebook, chissenefrega… una condivisione non costa nulla!

Ultimo aggiornamento: 2012-10-12 15:32

il social network più spammante

Io sono iscritto a una pletora di social network: alcuni li uso, altri no, di altri ancora mi sono persino dimenticato della loro esistenza. I SN sono come gli standard: il bello è che ce ne sono tanti tra cui scegliere, e il brutto è che ognuno ha qualcosa che gli altri non hanno.
Il guaio è che non c’è mai un pasto gratis, quindi ciascuno di essi ha i suoi downfall: per esempio Facebook continua a farti sapere che i tuoi amici giocano a qualcosa di cui non ti può fregare di meno, G+ è spinto per ogni dove da Gogole, Twitter cerca di ridefinire il concetto di rapporto segnale/rumore con l’uso dell’analisi non standard [1], Friendfeed ti lascia sempre con l’ansia “domani funzionerà ancora?”. Ma quello che dal mio punto di vista è il peggiore di tutti è LinkedIn.
Io non sono esattamente il tipo di persona a cui LinkedIn è interessato. Sì, avrei un numero di conoscenti abbastanza alto e soprattutto in campi così diversi da poter fare da hub, ma è raro che li sfrutti, e quando lo faccio preferisco di gran lunga un messaggio diretto. Inoltre, non facendo il consulente, non ho bisogno di pubblicizzare le mie capacità: né mi serve parlare del mio blog o cose del genere. Tanto per dire, non credo nemmeno di aver mai messo nel sito il mio curriculum. Eppure lì sono convinti che io potrei essere interessato a un posto di «Director Digi Italia-locatie Milano, Rcs-Rds-Digi Italia – Romania» o a «Sales Manager, Banca IFIS – Bergamo», e a mantenere gruppi dove si trovano virtualmente solo spam.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono gli endorsement. L’altra settimana la mia casella email ha cominciato a riempirsi di messaggi che dicevano «XYZ endorsed you!», senza nemmeno specificare per cosa; ho provato a cliccare su “unsubscribe” (e già questa era una cosa che non avrei dovuto fare: essendo questa una nuova feature, come minimo avrebbero dovuto chiedermi se volevo queste email), ma a quanto pare non è funzionato. Risultato finale: non lamentatevi se io non faccio endorsement di nessuno, perché non voglio peggiorare lo spam globale (se poi qualcuno ha un bisogno particolare, parliamone pure), e non lamentatevi se inizierò a cancellare tutto il cancellabile da lì.
[1] questa è solo per i matematici

Ultimo aggiornamento: 2012-10-12 09:59

Spam geolocalizzato

Ho alcuni indirizzi email che uso fondamentalmente per non essere disturbato quando devo prendere del software che mi richiede per l’appunto di essere rintracciato: uno su tin.it, uno su tiscali.it e uno su libero.it. Più che altro mi arriva spam, il che non è un grande problema: una volta la settimana mi ricordo di entrare e cancellare tutto. La cosa strana è che ultimamente, a parte l’onnipresente spam in lingua inglese e similitaliana e gli sporadici messaggi in altre lingue – ieri ho beccato un testo ebraico e uno rumeno – su Libero hanno iniziato ad arrivare messaggi in francese e su tin messaggi in spagnolo.
A questo punto comincio a immaginare che le mailing list che mandano questi spam si passino tra loro gli indirizzi: quello che non capisco è perché non arrivi lo stesso messaggio su caselle su server diversi. Si sono anche spartiti la torta dei portali?
(p.s.: che dire di una mail che inizia con “Most expensive in the Lord”?)

Ultimo aggiornamento: 2012-10-11 11:38

Ausiliario, dove sei?

Ieri ho fruttuosamente passato pausa pranzo andando alla Feltrinelli di via Buenos Aires. Ci sono andato in bici, come al solito; e come al solito – anzi peggio del solito, almeno così ad occhio – ho trovato auto parcheggiate nelle posizioni più svariate, manco stessero sponsorizzando un Carmasutra. Il più espressivo è stato sicuramente il proprietario del Suv Audi (due parole, due garanzie) in piazza Argentina, con la macchina piazzata storta e contromano. Non che l’inizio di viale Monza sia tanto diverso: di per sé non ho nulla contro il fatto che si parcheggi a pettine e non paralleli al marciapiede, ma comincio ad avere abbastanza contro i camion in doppia fila.
Io mi chiedo solo due cose: alle 13 gli ausiliari del traffico sono in pausa pranzo? Il comune, che sta cercando disperatamente di far cassa, non pensa che magari si potrebbe iniziare a recuperare soldi così?

Ultimo aggiornamento: 2012-10-10 13:32

Non cara…

Non cara Enrica Lau­renzi di Squi­sito, se mai qualcuno mi chiedesse un suggerimento per un «servizio di realizzazione di siti internet mobile che va incontro alle nuove modalità di navigazione degli utenti e alle esigenze delle aziende» posso garantire che sconsiglierò loro di provare Squi­sito. Non per altro, ma un’azienda che va a cercare il modulo che ho lasciato a disposizione sul mio sito per spammarmi un comunicato promozionale precotto su qualcosa che evidentemente non mi interessa è un’azienda che per quanto mi riguarda non merita una chance.
Aggiornamento (11 ottobre) Mi è arrivato un secondo messaggio dal testo «mi scuso per nn aver prima letto bene il tuo blog, per capire quanto il mio comunicato potesse essere pertinente con i tuoi temi..». Essendo nonostante tutto io buonino, ho modificato il post in modo che un motore di ricerca non trovi più i nomi in questione (a meno che il motore di ricerca non sia bacato, ma lì ci posso fare poco…)

Ultimo aggiornamento: 2012-10-09 11:44

biblioteche a mezzo servizio

Era un po’ di tempo che per ragioni varie (non ultima il fatto di non aver tempo per leggere, e contemporaneamente avere una pila di libri in casa) non passavo in biblioteca. Ci sono stato venerdì, e ho scoperto che per scarsità di personale la biblioteca Zara sta facendo orario ridotto: il martedì e giovedì è aperta il pomeriggio, mentre gli altri giorni della settimana chiude alle 15.
Ufficialmente dovrei lamentarmi perché mi pare illogico tenere la biblioteca aperta fondamentalmente di mattina e non di pomeriggio, considerato che pensavo che ad andarci fosse gente che in genere di mattina lavora. (Poi magari vado a scoprire che ci vanno i vecchietti a leggersi aggratis i quotidiani, io sono notoriamente fuori dal mondo per queste cose). Ma io protesto per una cosa molto più personale. Hanno spostato i libri e hanno messo belli visibili quelli locali milanesi. Ne avevo puntati un paio sull’evoluzione dei trasporti pubblici cittadini: bene, anzi male, erano entrambi bloccati per “consultazione solo in sede” :-(

Ultimo aggiornamento: 2012-10-08 14:37

Scarsa considerazione

Stamattina mi è capitato per caso di vedere il titolo del Giornale: nove colonne, testo

L’EMILIA ROSSA NASCONDE LE CARTE

Non so quali siano le carte nascoste, né mi è venuta voglia di saperlo; quello che mi ha colpito è l’aggettivo “rossa” vicino alla parola “Emilia”. In effetti, se io avessi dovuto preparare il titolo avrei scritto “L’Emilia nasconde le carte”, con l’ulteriore vantaggio di poter usare un corpo più grande per il titolo. Così, invece, le prime due cose che mi sono venute in mente sono: (a) l’articolo vuole mostrare come anche nella rossa Emilia non si combinano delle belle cose, il che è un’ammissione implicita di colpevolezza per la parte politica in cui si riconosce il quotidiano (paolo)berlusconiano; (b) il direttore del quotidiano non è sicuro che il suo lettore tipico sappia che l’Emilia è una regione a forte maggioranza sinistrorsa e per sicurezza glielo ricorda, il che non è esattamente bello verso l’acquirente.
Misteri dell’italica stampa, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-07 17:48