Archivi annuali: 2011

Una casa per il Quarto Stato

No, non è un commento sulla deriva della nostra crisi: più banalmente è la polemica ferragostana sulle pagine milanesi del Corsera.
La materia del contendere è la lenzuolata di Pellizza da Volpedo, che l’anno scorso fu spostata dalla Galleria d’Arte Moderna in via Palestro al Museo del Novecento in Arengario, e messa sulla scala che porta alla galleria vera e propria. A quanto pare c’è chi dice che in quella posizione il quadro non è sufficientemente valorizzato, che ci vorrebbe una sala apposta solo per lui come nel caso di Guernica – dimenticandosi che il quadro non è grande come il capolavoro di Picasso, ma comunque misura 293×545 cm, non esattamente una miniatura), e che la sua collocazione corretta è… Palazzo Marino, cioè la sede del comune.
La cosa che mi dispiace di più è che temo di essere d’accordo con Sgarbi: se non ho letto male sull’edizione cartacea di oggi, lui afferma che il quadro, pur essendo stato dipinto nel 1901, è ancora ottocentesco e quindi dovrebbe tornare in Villa Reale che è la sua collocazione logica. Io sono un caprone per quanto riguarda l’arte, ma ritengo pure io che il Novecento artistico italiano inizi con il futurismo, e che il biglietto da visita del museo del Novecento dovrebbe essere qualcosa di Balla, o il boccioniano Forme uniche della continuità nello spazio che a me non piace affatto ma sicuramente ricorda qualcosa a tutti gli italiani. Sono anche d’accordo che il Quarto Stato messo lì mentre si stanno salendo le scale è piuttosto sacrificato. Ma io ricordo la posizione del quadro alla GAM: una stanza tutta per lui all’inizio del primo piano, ma con una luce pessima. Forse la soluzione migliore sarebbe davvero cercare uno posto per lui al Castello Sforzesco, che di spazio ne ha…

Ultimo aggiornamento: 2011-08-19 10:38

Padre Roberto Busa, S.J.

Purtroppo non ho mai avuto l’onore di incontrare padre Roberto Busa, gesuita morto a quasi novantott’anni lo scorso 9 agosto. Devo aggiungere che mi ha favorevolmente sorpreso che La Stampa lo abbia ricordato con un lungo e affettuoso articolo, visto che penso che il suo nome sia ignoto persino alla maggior parte dei miei ventun lettori (tranne naturalmente il buon Zop, che a suo tempo mi raccontò di lui).
Non so se la ragione sia il suo essere stato un prete e per di più gesuita oppure banalmente la sua italianità, però è un ingiustizia che il suo lavoro davvero pionieristico sull’uso dei computer per la linguistica (parliamo del 1949, quando era già difficile che qualcuno sapesse dell’esistenza dei computer) sia rimasto così negletto. Busa stava preparando – a mano… – un elenco delle concordanze nei testi di san Tommaso d’Aquino, elenco poi effettivamente completato; si recò da Thomas J. Watson, allora direttore dell’IBM, chiedendogli di usare i loro computer all’uopo (con risposta allora negativa, il software di quel tipo mica esisteva ancora…) Insomma, quindici anni prima di Ted Nelson lui pensava già agli ipertesti!
Insomma Busa è stato l’esempio paradigmatico di come la cultura letteraria non debba avere paura della scienza, ma anzi la possa utilmente sfruttare. Peccato che non lo si sappia…

Ultimo aggiornamento: 2011-08-19 07:00

A furia di omeopatare…

[repubblica.it parla di Boiron]Ricordate la storia di Blog(0) e la Boiron? Beh, le cose sono andate un po’ avanti. Il buon Fabio Turone (sì, abbiamo giornalisti scientifici in Italia, anche se non li trovi così facilmente su Cor&Rep) ha infatti scritto un articolo al riguardo, articolo pubblicato sul British Medical Journal (qui l’abstract, dando alla notizia una notorietà internazionale a tal punto che è rimbalzata persino sul sito di repubblica.it, linkata in home page.
Però… il link all’articolo era in home page di repubblica.it, e subito sotto c’era il puntatore al post di un blog, sempre ospitato su repubblica.it. Nella migliore tradizione complottistica italiana, la tesi esposta al lettore è (copincollo): «Penso che tutta questa vicenda sia stata creata ad arte, per mettere in difficoltà la medicina omeopatica.»
Attenzione. Non ho difficoltà a credere che l’essere per una volta riusciti dal basso a rendere pubblica una delle tante vicende di prevaricazione sia stato facilitato dalla polemica contro l’omeopatia. Ma invito i miei ventun lettori a rileggere la frase: la vicenda, compresa la lettera cease-or-desist dell’azienda, sarebbe stata creata ad arte da Samuele nella speranza di una «reazione sgangherata della Boiron, vittima poca accorta del sistema mediatico» (continuo a copincollare dalla frase seguente, potete tranquillamente andare a controllare se ho reso o no il pensiero dell’autore). Niente male, vero?
P.S.: se anche io fossi un complottista, penserei che a repubblica.it si siano preoccupati di possibili ritorsioni in campo pubblicitario della multinazionale dell’omeopatia e si siano affrettati a cercare una controopinione per parare almeno in parte il colpo. Ma sono invece certo che la storia è molto più semplice :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-08-18 14:17

saldi di fine stagione

Come penso sappiate, dal primo settembre entra in vigore la legge che limita fortemente gli sconti sui libri. I grandi negozi online hanno reagito con i “saldi estivi”; per esempio Amazon.it al momento fa il 40% di sconto su oltre 235000 libri (pensate solo quanti se ne pubblicano…).
Essendo io un tipo che se la tira molto, ho come punto di ingresso per amazon.it la pagina del mio libro. Ieri pomeriggio c’erano ancora tre copie disponibili, e il libro era fuori da tutte le classifiche. Stamattina non ce n’era nessuno (quindi ne sono state comprate tre copie), ed era balzato al primo posto nelle sottoclassifiche di matematica e quiz; ora ce n’è di nuovo uno, continua ad essere primo nelle classifiche di categoria e – stavolta ho controllato – in posizione 511 in quella generale.
Vabbè che è agosto, ma siete d’accordo con me che il mercato dei libri non è poi così ampio?
P.S.: qui dice che stamattina ha toccato la posizione 387 :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-08-18 13:11

Patrimonialina

Non che la cosa mi tocchi, ma il contributo di solidarietà – rectius, le due nuove aliquote Irpef – infilato nella manovra di Ferragosto è profondamente iniquo, visto che le tasse le pagheranno quelli che già le pagano. Lo stesso con la prevista e subito eliminata aliquota suppletiva per i lavoratori autonomi, che avrebbe senso se tutti loro evadessero le tasse con lo stesso rapporto percentuale: così non è, e pertanto i soliti furbi avrebbero continuato a non pagare e gli artigiani onesti sarebbero rimasti cornuti e mazziati.
Io ce l’avrei anche avuta un’idea per ricavare un po’ di soldi in maniera diversa. Articolo 1: i proprietari di un’autoveicolo il cui valore Quattroruote è superiore a 15000 euro dovranno pagare un contributo straordinario pari al 5% della cifra che eccede tale valore fino a 30000 euro, e del 10% della cifra oltre i 30000 euro. Articolo 2: le società che emettono contratti di affitto o leasing possono rivalersi della somma sugli utilizzatori degli autoveicoli stessi.
Non si vuole usare una quotazione stabilita da un privato? Nema problema. Si prende il prezzo di acquisto e lo si attualizza con una legge esponenziale sul numero di anni di età. (Che bello! per la prima volta avremmo in una legge la formula e-t…) Si penalizzano le famiglie numerose costrette a comprare un’auto più grande? Nema problema. Si abbatte di un 20% il valore di partenza per un’auto di un nucleo familiare di cinque persone, e del 35% il valore di un’auto omologata per più di 5 posti. Il punto è che purtroppo in una società come quella italiana occorre tassare i beni visto che i redditi non li si riesce a stimare; ma un aumento delle imposte indirette (l’Iva, insomma) sarebbe esiziale per un’economia stagnante e quindi bisogna cercare qualcosa che si ha già ed è sicuramente tracciabile, anche più di una casa. Non so quanto sarebbe il gettito, ma spero che con quello che si pagano gli economisti e visto l’ottimo nostro istituto di statistica i conti non siano troppo difficili. Lo stesso si potrebbe fare sulle barche, anche se lì in effetti è piu difficile avere una stima del loro prezzo; nel caso fossero intestate a nullatenenti, si potrebbe pignorarle e metterle all’asta :)
Ultima provocazione a proposito di Iva: perché non fare lobby sulla UE e decidersi tutti insieme a reintrodurre la possibilità di una quarta aliquota Iva per i beni di lusso, come il 35% che avevamo prima dell’armonizzazione europea?

Ultimo aggiornamento: 2011-08-18 07:00

0,15%

La sera di venerdì 12, mentre tutti pensavano al povero cuore di Silvio che grondava sangue, Bernabè ha perfezionato la vendita di Loquendo a Nuance, nonostante per tutta la settimana ci fossero stati sette emissari della concorrente Avaya a valutare l’azienda, pronti a fare un’offerta per mercoledì 17. Gli affari sono affari, e da questo punto di vista il presidente di Telecom può dirsi soddisfatto: una rivalutazione di più di sette volte rispetto al valore segnato a bilancio per l’azienda. Credo anche che al di fuori di Torino la cosa sia importata a ben poche persone.
Ma vediamo le cose in un altro modo: la plusvalenza è stata di 46 milioni di euro, pari circa allo 0,15% (non ho i dati precisi sottomano) del debito complessivo di Telecom Italia. È vero che i milioni si fanno iniziando dal centesimo, come zio Paperone sa bene; ed è anche vero che le tecnologie vocali non sono esattamente il core business dell’azienda (se lo ricordino anche quelli di Telecom Italia Media: io forse per il momento mi salvo ancora). Ma mi sa che non è così che si potrà tagliare il debito, e il risultato finale è stato far preoccupare moltissimo cento famiglie e parecchio tanti lavoratori che fanno parte del core business aziendale. Sarà valsa la pena per quello 0,15%?

Ultimo aggiornamento: 2011-08-17 16:17

149

sono i thread di posta che avevo in attesa dopo dieci giorni senza usare l’internette. Non so quanti siano esattamente i messaggi. Adesso mi dedico a scremare la posta: intanto su Google Reader per la prima volta ho cliccato su “mark all as read”, senza prima scegliere qualche feed interessante. Bisogna fare delle scelte.

Ultimo aggiornamento: 2011-08-16 15:00

Chiusi fuori

Usseglio, ultimo giorno del mio soggiorno montano coi giovini. Dopo essere rientrati dal pomeriggio passato al parco giochi, la mia idea era quella di portare i bimbi a giocare di sopra. Mi ero già tolto le scarpe e avevo detto a Jacopo di salire; intanto sono uscito a chiamare Cecilia e mia mamma che erano fuori. Rientro, e mi trovo la porta chiusa. A chiave. Il vandalo aveva chiuso una delle porte della bussola che aveva disgraziatamente la chiave nella toppa; una di quelle chiavi delle porte interne, ma tant’è. Inutile dire che tutto il resto, compreso il mio telefono, era in casa.
Mia madre è uscita in ciabatte – per fortuna le chiavi del portone esterno non le tolgo mai dalla tasca – a chiamare il figlio dei suoi amici. Io intanto cercavo di convincere Jacopo non tanto a girare di nuovo la chiave – impresa impossibile, anche perché quella porta ha sì un vetro ma non trasparente – quanto salire sulla macchina da cucire e girare la maniglia della finestra. Purtroppo c’erano troppi diversivi, come appunto il mio telefono e il palmare: a un certo punto il giovine ha anche messo la mano sulla maniglia muovendola un po’, ma provateci voi a spiegare a un neanche duenne di spingere in basso da un lato!
Intanto era arrivato Andrea con una scala, ed è salito sul tetto: io lascio infatti l’abbaino della camera dove dormiamo sempre aaperto, per cambiare un po’ l’aria durante la giornata. L’ingresso non è stato semplice, visto che ha dovuto smontare scure e finestra, e quest’ultima non si riusciva a spostare via, ma alla fine è riuscito a entrare e aprirci, con Jacopo che per festeggiare la liberazione stava per spaccare la campanella esterna mentre veniva tenuto in braccio.
Io ho un ricordo di aver chiuso l’automobile di mio padre con le chiavi dentro e un ricordo forse indotto di essermi chiuso a chiave dentro il bagno; ma nel primo caso avrò avuto sette anni e nel secondo quattro. Certo che le nuove generazioni sono ben più precoci!

Ultimo aggiornamento: 2011-08-15 18:58