Archivi annuali: 2010

Ruby Thursday

Della signorina Ruby, delle feste o festini in quel di Arcore e del bunga-bunga non me ne può fregare di meno. L’unica cosa positiva che trovo in tutto questo è che mi sto disintossicando dalla lettura dei quotidiani italiani: e scusate se è poco.
Però ascolto ancora la rassegna stampa mentre cerco disperatamente di far colazione, connettere il cervello e lavare e vestire i pupi – non necessariamente in quest’ordine, tranne che per le ultime due cose – e così stamattina ho sentito di questa signorina che affermerebbe tra l’altro di aver ricevuto 30000 euro dal nostro attuale PresConsMin.
Siamo tutti d’accordo che trentamila euro non sono chissà cosa per Berlusconi, e molti di voi saranno d’accordo con me che è possibilissimo che lui apprezzi cene e dopocene con fanciulle molto giovini e poi lasci loro un bel cadeau per ringraziarle del simpatico incontro. Ma mi rifiuto di credere che paghi quelle cifre, quando ne basterebbe un decimo per farsi avvenenti e disinibite fanciulle.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-28 14:07

l’inflazione degli ISBN

Se voi volete far sì che il vostro libro autoprodotto sia Un Vero Libro, magari vi potrebbe venir voglia di appiccicarci su un bel codice ISBN. La cosa non è poi così difficile, basta pagare il giusto: di per sé nemmeno poi troppo, visto che dieci codici costano 45 euro più IVA (oltre a tutti gli eventuali corrispettivi per farsi stampare dei codici a barre o altro). Però c’è un però.
Supponiamo che uno abbia un libro in formato elettronico. Come ben sapete, il bello degli standard è che ce ne sono così tanti tra cui scegliere, e quindi “il libro” lo si può trovare come .pdf, in .lit, in .epub, in .mobi… financo in .html, se volete. Bene. Come potete leggere da voi, ciascuno di questi formati deve avere un codice ISBN diverso. Non importa che sia lo stesso libro con lo stesso contenuto. Non importa nemmeno che – se il libro non è protetto – uno possa convertirlo da un formato all’altro. Il formato è diverso, l’ISBN è diverso.
Poi non lamentatevi se gli ebook li trovate solo piratati :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-10-28 07:00

Corruzione percepita

Confesso di non aver capito tutta la storia dell’indice di corruzione pubblicato anche quest’anno da Transparency International, e nel quale siamo scivolati ancora un po’ più in basso.
La classifica è infatti sulla corruzione (pubblica) percepita. Capisco la logica che fa dire “non possiamo misurare la corruzione attuale, quindi l’unica possibilità è vedere quanta corruzione la gente crede che ci sia”; ma è chiaro che l’indice di corruzione percepita può aumentare indipendentemente dall’aumento della corruzione reale. Non per nulla nel rapporto stesso si dice che i paesi più colpiti dalla crisi finanziaria sono quelli che sono peggiorati di più: non è poi così strano, se ci pensate, visto che il primo (e il secondo, e il terzo, e…) pensiero quando vengono annunciati “dolorosi tagli” è “qui qualcuno si è mangiato tutto”.
Insomma, per quanto mi riguarda quella classifica serve relativamente a poco. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2010-10-27 11:32

ATM non conosce i suoi percorsi

Lunedì, causa pioggia, ho preso la metropolitana per andare in ufficio. Mi è capitato di salire su uno dei treni Meneghino in servizio sulla linea 3. Questi treni hanno dei monitor che mostrano lo schema della fermata a cui si sta arrivando e le linee che passano di là. Mentre stavo scendendo in Centrale, mi sono accorto che tra queste linee c’è il 2. Tutto bellissimo, se non fosse che da giugno (quattro mesi fa, insomma) ATM – sobillata o no da De Corato – ha deciso di “ristrutturare” le linee tranviarie, e il 2 da lì non passa più.
Già sarebbe stato poco bello vedere un tabellone cartaceo non aggiornato, ma almeno in quel caso una qualche scusante ci sarebbe anche stata. Ma spero che non sia necessario aprire una commessa appositamente per aggiornare le linee da rappresentare elettronicamente…

Ultimo aggiornamento: 2010-10-27 07:00

piccoli plagiatori

Copio integralmente (per far salire i risultati dei motori di ricerca) questo POST DI SERVIZIO di Teiluj:

Solo per segnalare uno strano caso di plagio occorsomi di recente: esiste un tale di nome Andrea Fossati. Questo tale di nome Andrea Fossati ha una pagina come “scrittore” sul social network del momento, Facebook. In questa pagina, il Fossati, di nome Andrea, pubblica e vende come suo un post di questo blog, un post dunque mio. Il post in questione, dal titolo l’esecuzione, è stato rinominato dal Fossati Andrea “confessioni di una mente malata alle ore 00.13″, come mostra il documento.
Venuta a conoscenza del malefatto, ho comunicato direttamente sulla suddetta pagina di scrittore del suddetto Andrea Fossati lo spiacevole equivoco, ottenendo in risposta la cancellazione del mio appunto e una limitazione a futuri accessi alla pagina incriminata.
Peccato. Mi piaceva il suo modo di scrivere così identico al mio.
Ciao, caro scrittore, Andrea Fossati.

In un mondo in cui l’informazione dovrebbe essere libera, plagiare è il vero peccato mortale. Sperare che nessuno si accorga del tuo plagio cancellando i commenti non è un peccato mortale; è un chiaro segno di stupidità. Quindi non imputo ad Andrea Fossati anche questa colpa :-)
Aggiornamento: (h 22:20) L’Andrea Fossati in questione è questo.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-26 15:48

quer pasticciaccio brutto delle primarie

Ha iniziato Valerio Onida, lamentandosi che il PD stia facendo tanta pubblicità per Stefano Boeri, e così a suo dire «le primarie sono snaturate, diventano una competizione tra i partiti.» Ora, io Boeri alle primarie non lo voto di sicuro (è anche vero che non sono simpatizzante di alcun partito, ma questo non c’entra perché la mia posizione sarebbe la stessa); però non vedo nulla di male in un partito che sostenga un candidato rispetto agli altri, a meno che non si parta dal principio di eliminare direttamente tutti i partiti; principio che potrebbe anche avere dei punti interessanti, ma non è attualmente fattibile.
Onida ha continuato dicendo che il PD sta usando gli indirizziari (non ho capito se email o cartacei, spero i secondi visto che nel frattempo ho traslocato) per inviare spam… ehm, pubblicità mirate a chi aveva votato a precedenti primarie, e che Ciò Non Era Bello. Risultato? Ecco qua: tutti e quattro i candidati (ci sono anche Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti) potranno spammar… inviare pubblicità mirate. Visto che semplicità?

Ultimo aggiornamento: 2010-10-26 15:14

Dimostrazioni senza parole: i formati An

[dimostrazione senza parole]
Nell’Europa continentale i formati per la carta sono stati standardizzati da parecchio. I più noti sono gli An; un foglio di carta A0 ha un’area di un metro quadro, e se dividi a metà un foglio Ak ottieni due fogli A(k+1). Il formato non è molto bello come proporzioni, ma questa sua proprietà di essere simile a sé stesso una volta dimezzato lo rende così utile che si passa sopra questa sua bruttezza.
La settimana scorsa Zar ha chiesto a un gruppetto di amichetti come avrebbero fatto una “dimostrazione senza parole” (un disegno autoesplicativo) che dimostrasse che condizione necessaria e sufficiente per avere quella proprietà è che i due lati del rettangolo siano in rapporto 1:sqrt(2) tra di loro.
La mia dimostrazione è indicata qui a fianco (il sorgente Geogebra è qui): vi piace? è comprensibile? la fareste in modo diverso?
Le regole del gioco sono spero chiare: non ci deve essere null’altro se non il disegno, al più è possibile indicare graficamente che certi angoli oppure certi segmenti sono uguali mettendoci un apposito segnetto.
Aggiornamento: (28/10) Gnugnu mi ha mandato quella che secondo me è la dimostrazione definitiva, da lui denominata “3×2”. Eccola qua.
[Formati An in 3x2]

Ultimo aggiornamento: 2010-10-26 07:00

Logiche burocratiche

Supponete di andare un sabato mattina al pronto soccorso, e che il chirurgo che vi visita vi scriva sul foglio di dimissioni di tornare il lunedì successivo per il controllo. Cosa fate voi? andate lunedì al controllo? Sbagliato. Qualcuno (evidentemente non il chirurgo) doveva prima farvi l’impegnativa, e il foglio di dimissioni (firmato elettronicamente…) non basta.
D’altra parte, se non esistesse la burocrazia pensate a quanti posti di lavoro in meno ci sarebbero.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-25 15:46