VotAntonio versione 2009

Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Ma io sono diabolico: così, dopo la trombatura di tre anni fa, anche quest’anno mi candido per le RSU Telecom (unità produttive di Milano), nelle elezioni che si terranno domani e giovedì.
Anche stavolta sono nelle liste FISTel-CISL, nonostante Anna mi continui a chiedere come faccia a stare nello stesso sindacato di Bonanni. Onestamente me lo chiedo anch’io; è anche vero che su queste cose io guardo con una prospettiva davvero di basso livello, vale a dire quello che accade vicino a me, e continuo a trovarmi meglio con un approccio più morbido come quello appunto della Cisl. Per il resto so che a parte il pacchetto dei miei colleghi qui in ufficio non mi conosce nessuno, e non ho certo fatto campagna elettorale; la mia presenza in lista è più che altro una questione di principio, per dire “io non me ne frego”.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-05 07:00

19 pensieri su “VotAntonio versione 2009

  1. vb

    Bene, io apprezzo molto il darsi da fare.
    Prima o poi (specialmente se mai dovessi essere eletto) arriverai alla conclusione che con partiti, sindacati e gruppi di potere dell’attuale sistema bisogna solo tagliare i ponti e sancire l’incompatibilità… (per quanto, ai bassi livelli, vi si trovino anche tante persone oneste e devote alla causa, che sono i primi ad essere presi per il culo dalla casta)

  2. .mau.

    @vb: ho già fatto l’RSU in Cselt tra il 1997 e il 2001, e so perfettamente qual è il giro del fumo. Il (banale) punto è che di cose da fare dal basso ci sono, e proprio perché non le si fanno non posso delegare ma devo fare il possibile io.

  3. mfp

    Mau, fai un esempio per favore. Una cosa “da fare dal basso”. Qualunque cosa fai al livello piu’ basso hai bisogno di risorse (vuoi il tempo di altre persone; vuoi i soldi per fare un pulman, stampare una brochure, prendere un hosting, avere una connessione dove ti incontri con i colleghi; vuoi un locale dove fare riunioni; etc); e per avere le risorse devi fare domanda in carta bollata al livello successivo. E di livello in livello passi dal meno integrato del “basso” al piu’ integrato “in alto”; dove “piu’ integrato” significa che e’ una persona perfettamente a suo agio con le logiche familistiche con cui e’ riuscito ad arrivare li’. Quelli che ragionano in modo diverso non riescono proprio ad integrarsi … fanno una stagione e poi mollano. A questo ci sono delle mirabili eccezioni; dei “mufloni sardi di sfondamento” che non perdono mai la pazienza, ragionano sempre in positivo, si attaccano alla collottola di chi gli deve firmare le carte bollate, e di testata in testata abbattono le porte. Ma usano quantita’ spropositate di – propria – energia rispetto ai risultati che ottengono. La catena di comando va elusa … bypassata … cambiata … aggredita … altrimenti il 90% delle tue buone intenzioni rimangono solo intenzioni.

  4. .mau.

    @mfp: quando stavo in cselt avevamo definito la possibilità di permessi con recupero e migliorato l’accesso (temporale e spaziale, c’era un bus apposta) alla mensa. Non parlo di massimi sistemi, ma delle cose di tutti i giorni.

  5. mfp

    Ah si certo … poi a mensa ci andate in 4 perche’ il resto di CSELT e’ stato eliminato dall’alto. Mecojoni – come dimo a Roma – che risultati dal basso. Dinne ‘n’artro. :)
    p.s. per precisare che io sono assolutamente distante dall’ottica sindacale tradizionale – “niente licenziamenti, punto” – penso ad esempio che la flessibilita’ sia una buona cosa, ma integrata nell’ottica della “decrescita felice” (che anche se oggi e’ popoarlamente associata a Grillo, persona comoda-scomoda che io al momento ringrazio, e nonostante Casaleggio sia a dir poco opaco, e’ teoria economica ampiamente antecedente e che trova fondamenti in vari nobel).

  6. .mau.

    @mfp: mi sa che tu stia facendo confusione tra il sindacato e le RSU. I risultati che vuoi tu sono fatti (o non lo sono) a tutto un altro livello.

  7. mfp

    Esatto, pensavo fossero una sorta di “sindacato interno”! diff sindacato rsu?
    Chiaramente ogni organo ha le sue funzioni e quindi possibili risultati in scope, pero’ a me sembra che l’architettura sociale di telecom sia un design troppo complesso (e quindi automagically costoso); non tanto per il management (basta guardare gli stipendi e le buonuscite), ma per chi ci lavora e per i clienti. Perche’ produrre un qualche altro organo sociale interno, diverso da un sindacato, senza dargli “neanche” la proprieta’ dell’azienda? Frammenti la gia’ fisiologicamente frammentata, e priva di forza contrattuale dall’istante in cui la disoccupazione esterna e’ maggiore di 0, forza lavoro … non ci guadagni nemmeno in termini di coesione dato che siete tutti della stessa azienda … tal Karl Schmitt lo diceva infatti gia’ taaaaaaanto tempo fa:
    “Poniamo che si raccogliessero di fatto tutta l’ umanita’, tutto il mondo, sulla base di una unita’ puramente economica e riguardante la tecnica dei trasporti e delle comunicazioni: questo non costituirebbe in primo luogo una unita’ sociale piu’ di quanto costituiscano unita’ sociale gli abitanti di una Mietskaserne, o gli utenti del gas di una determinata officina, o coloro che viaggiano su uno stesso autobus.”
    Ecco: perche’ tu della Telecomkaserne fai la RSU? Non mi fraintendere eh, io ci tengo che tu mantenga il posto in Telecom, cosi’ potrai continuare a tradurmi Hosfadter (?) e manutenere Wikipedia … e’ che non capisco a cosa serve Lo Stato (ie: il contratto nazionale del lavoro, i sindacati, etc) se poi l’unica cosa a cui vi aggrappate voi dipendenti corporate-privati sono gli organi interni alle corporation. Corporation che in questo caso per altro campa grazie a pesantissime ripercussioni sul tesoro pubblico, ed e’ fonte infinita di degenerazione sociale, etc.

  8. .mau.

    @mfp: come avevo scritto, mi candido come principio, per fare il poco che posso fare al mio livello. D’altronde, non ho le capacità per fare il vero sindacalista, e ci metterei troppo tempo a imparare.

  9. Yuri

    @vb: il problema un po’ di tutte le organizzazioni è che magari nascono per una nobile causa, ma ad un certo punto la sopravvivenza dell’organizzazione stessa diventa più importante del motivo per cui era nata. Purtroppo spesso vale anche per il sindacato.
    Una piccola rivoluzione ogni tanto è salutare… certo però che dubito fortemente che la farà Bonanni, Anna ha perfettamente ragione! :)

  10. gioegio

    Maurizio, la FISTel-CISL in Telecom è una cosa orribile.
    Quello che non capisco è questo: se tanto non fa differenza perchè tu l’RSU la fai per i fatti tuoi, perchè non cambiare sindacato e togliere il voto/rappresentante a quella gente?
    Non mi ricordo bene ma penso che abbiamo comunque diritto ad un eletto, così come cgil e uil. In questo caso allora il tuo entrismo potrebbe essere benissimo un modo per togliergli la possibilità di scegliere diciamo una bionda.
    Sto scherzando ovviamente. Ciao!

  11. .mau.

    @gioegio: io arrivo da un’esperienza dove la SLC riteneva Bertinotti un revisionista . Ricordati che – nonostante quanto credano i miei lettori – io non sono mica così di sinistra! (Né credo ci siano bionde tra i candidati, ma potrei sbagliarmi).

  12. gioegio

    Ma ai miei tempi in telecom c’era eccome. Una bionda commerciale che con la cisl rivendicava il suo premio annuale da xmila euro decurtato per essere arrivata in telecom in seguito ad un’acquisizione. E si lamentava pure con le altre RSU. Il problema era che lei altro non faceva e che le due rsu cgil avevano uno stipendio annuale pari al suo premio. Poi non si fece mai vedere in nessuna assemblea, non informò nessuno e comunque veniva da noi a chiedere che bisognava fare o dire. Mai vista scioperare, anche quando gli scioperi erano appoggiati dalla cisl. Una volta per non sbagliare si mise in ferie.
    Questa era la bionda. Non so che fine abbia fatto.
    Lo so che la CISL milanese un tempo era un nido di rossissimi ma non penso c’entri molto. I problemi sarebbero altri: a nessuna RSU fanno fare corsi anche mini di formazione; non esiste nelle tlc una politica sindacale esplicitabile di fronte ai dipendenti; le rsu servono finchè appoggiano le direttive che arrivano dall’altissimo (maggioranza che controlla la camera del lavoro ad esempio), se non lo fanno sono abbandonate a loro stesse e quindi possono funzionare solo da megafono di accordi di cui comunque esiste già un pdf da qualche parte; a uguale mansione non omogeneità in termini di stipendio e livello del personale. Il tuo reparto penso però sia davvero un caso a parte. In tacito ricordo di assemblea con i 2/3 del personale presente e dibattiti accaniti. E quando c’era sciopero lo facevano tutti. A Rozzano dalle nostre parti le cose sono sempre andate un po diversamente per mille comprensibili motivi che riassumerei in:
    – enorme differenziazione salariale: gomito a gomito potevano lavorere quarti livelli da 1000 euro al mese e quadri da 3500, e fare le stesse cose (su che basi rivendicative comuni in questo caso ti muovi o ragioni? nessuna) – efficace politica aziendale abbondante in premi e incentivi in caso di posizione supina e servile del dipendente – pressioni dall’alto sempre azzeccate (un giorno di stop del team che si occupava dei server di ferrari avrebbe creato davvero dei problemi. tutti lo sapevano ed infatti, anche quando erano incazzati, li vedevi sempre li chini sulla loro scrivania a lavorare 12 ore al giorno. Poi a parer mio non c’è più la cultura sindacale e nemmeno quella politica. E se mancano queste due è finita.

  13. mfp

    gioegio, conosco una bionda (a sentir lei) “ex-dirigente telecom” (ma andando ad indagare la sua societa’ e’ stata acquisita, e lei e’ stata in telecom per meno di 6 mesi). Quando ha capito che non c’era trippa per bionde con disturbi bipolari della personalita’, ha sposato un barone del foro 30 anni piu’ vecchio di lei … un puttaniere – che annovera tra le sue fiamme anche una nota giurista del PD e una ex-velina del PDL – che arrivato a 50 anni aveva voglia di mettere su famiglia … per poi scoprire che – vista la schizofrenia latente della moglie – stava meglio prima. Non sono solito prestare attenzione a queste telenovelas; tuttavia non posso esimermi dal pensare chi sara’ quel loro figlio 9nne che oggi vive praticamente con una badante a cui puo’ permettersi il lusso di ordinarle di allacciare le scarpe, servirlo e riverirlo, “altrimenti lo dice a mamma quando quest’ultima trova un minuto tra un the’ con le amiche e un controllo nello studio di papa’; perche’ papa’, stranamente, a casa non ci vuole stare… scappa sempre in studio senza dire una parola, neanche a pranzo e a cena”. Mi chiedevo se – per quanto improbabile – fosse la stessa persona …
    p.s.: comunque non solo in telecom eh; non amo quell’azienda ma bisogna dirlo… le Carlucci non escono fuori dal cilindro eh…

  14. gioegio

    ma non so se sia davvero la stessa persona. ha girato un po per Rozzano, poi boh, non è che le prestassi molta attenzione. il nome non me lo ricordo. però si, si dichiarava dirigente ed era arrivata come commerciale da un’azienda decotta acquistata da telecom. in quell’informata erano arrivati veri baroni della bolla informatica con stipendi da favola e competenze a volte davvero infime. purtroppo il nome non me lo ricordo proprio… sappi che uno di questi nuovi arrivati prese il posto di Per****o come responsabile dei sistemisti sempre a rozzano. più di così non so dirti. gente che cade sempre in piedi e pensa sia merito proprio.

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