Archivi annuali: 2008

silenzio postelettorale

non so bene il perché, ma la posta che ho ricevuto oggi pomeriggio è una miseria, rispetto a quanto mi arriva di solito. (Lo spam è sempre lo stesso, ma è fuori quota).
Mi chiedo se è perché siano tutti a guardare i risultati delle elezioni e gioire o piangere, oppure se i miei corrispondenti stanno preparando le valigie.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 20:27

il risultatone della Lega

Prima che tutti si chiedano come mai la Lega sia così alta negli exit poll, ricordo che è allegato con l’MPA (quelli siciliani di Lombardo… magari si sono confusi col nome del leader), che da solo potrebbe portare loro quasi l’1% su base nazionale.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 15:34

Loro il segno l’hanno avuto!

Mica si vota solo in Italia, che credete! Questa settimana, a parte le elezioni nepalesi stravinte dai maoisti, ci sono state anche le elezioni in Etiopia. Occhei, le loro elezioni sono iniziate e finite domenica, né è venuto loro in mente di avere due giorni per votare: ma non è un loro problema.
In Etiopia, però, c’è stato un segno dal cielo: un alone tutto intorno al sole. Secondo alcuni etiopi, l’ultima volta che capitò qualcosa del genere fu nel 1991, negli ultimi giorni della dittatura di Menghistu. Peccato che almeno a Milano il cielo fosse coperto :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 14:03

prima dei risultati elettorali

Ci tengo a ricordare agli ascoltatori compulsivi delle proiezioni e degli exit poll che:
– i primi dati che arrivano sono dalle “regioni rosse” e quindi fortemente sbilanciati a sinistra e al centro (dove per “centro” si intende il piddì)
– ho ottime ragioni per credere che gli exit poll quest’anno saranno ritarati per evitare la figuraccia di due anni fa, e quindi saranno sbilanciati a destra per un punto o due percentuali
– io alle tre inizio una conference call, quindi me ne starò un po’ tranquillo; poi verso le 17.30-18 sarò qua per un’oretta o poco più a cazzeggiare via webradio.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 13:22

Cose di condominio

Mi ha telefonato ora l’amministratore dicendomi che il mio vicino di pianerottolo ha colto in flagrante i vicini della villetta che, dopo avere rovinato le nostre targhette in plexiglas sulla buca delle lettere, stavano riempiendo di colla i nottolini della buca delle lettere. Secondo l’amministratore, quella colla si scioglie con un po’ di acetone, adesso vedremo.
Come notizia correlata, i vicini della villetta hanno citato in giudizio il costruttore del condominio (lì la storia è lunga, basti sapere che il resto del condominio stava per citare i vicini di cui sopra).
Divertente, vero?

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 12:39

La barca dei comici (teatro)

[una scena] Il nostro gruppo amanti del teatro è andato al Piccolo a vedersi La barca dei comici, spettacolo di Stefano de Luca liberamente ispirato al racconto che Carlo Goldoni scrisse nelle sue Mémoires di quando ragazzino se ne tornò da Rimini a Chioggia su una barca con una compagnia di comici.
Lo spettacolo è molto breve, meno di un’ora e mezzo, ma costruito molto bene, sia per la scenografia che per l’idea di aggiungere ogni tanto delle scene in stile ombre cinesi; anche l’idea di vedere come il teatro sia una magia è resa davvero bene. Per quanto riguarda i quattro giovani attori, il giudizio è più variegato. Zorzetto (Giorgio Minneci) ha forse il ruolo più facile ma lo rende sicuramente al meglio: è un vero Arlecchino, non ci sono dubbi al riguardo. Florindo (Angelo Campolo) mantiene bene la scena ma, soprattutto all’inizio, tende a chiudere troppo le frasi, saltando l’ultima sillaba: per un attore, un peccato mortale :-) Clarice (Marta Comerio) ha invece un problema di identità. Tutti i comici hanno una leggera cadenza dialettale; Zorzetto ovviamente veneto, Florindo napoletano. Lei ne ha troppe: ogni tanto parlava con accento veneto, altre volte spagnolo, altre ancora quasi piemontese. Resta infine Goldoni (Tommaso Banfi). È bravo a passare senza soluzione di continuità dal sé stesso bambino a quello adulto, e ha un’espressività del viso davvero bella, soprattutto quando deve appunto fare il ragazzo che vede per la prima volta il mondo al di fuori delle lezioni di filosofia: gli manca però un non so che.
In definitiva, è comunque uno spettacolo piacevole!

Ultimo aggiornamento: 2008-04-14 11:15

_Lo specchio di Dio_ (libro)

[copertina] Se durante degli scavi archeologici in Israele si trova uno scheletro che ha presso di sé il manuale di una videocamera, si può magari pensare a uno scherzo di cattivo gusto. Ma quando si scopre che lo scheletro presenta delle otturazioni dentarie, la carta è vecchia di duemila anni, e soprattutto è di un modello che uscirà solo fra tre anni, le cose cambiano e di molto. Ecco l’ambientazione di questo libro (Andreas Eschbach, Lo specchio di Dio [Jesus Video], Fanucci – immaginario 2004 [1998], pag. 512, € 9.50, ISBN 9788834709955, trad. Robin Benatti): come si può immaginare, tutti pensano subito che il proprietario della telecamera sia stato un viaggiatore nel tempo che sia andato a filmare Gesù Cristo per confermare o negare la sua esistenza: soprattutto il magnate delle telecomunicazioni che ha finanziato gli scavi e pensa a quanto ci potrebbe guadagnare. A questo punto entra in gioco il Vaticano, e un inquisitore proveniente dall’Onorata Famiglia…
Il maggior problema del libro è superare le prime 150 pagine che sono inutilmente pesanti, come se Eschbach volesse farci vedere quanto ha studiato per creare uno scenario – israeliano e religioso – verosimile. Se si supera questo scoglio, la storia poi scorre bene fino alla fine, più o meno intuibile (io non c’ero arrivato, ma al solito non faccio testo). Peccato anche per varie sviste di traduzione, tipo la datazione presunta della chiesa del Seminatore, un probabile “doch” che è diventato “Certo, ovviamente” a pagina 181, e un Josephus Flavius che non è stato chiamato Flavio Giuseppe. Il titolo però è molto bello, e meglio sicuramente dell’originale tedesco.

Ultimo aggiornamento: 2015-07-10 14:22

Scopiazzatrice: Valentina Folcio

Sto diventando esperto a trovare chi copia i miei post. Dopo il caso di due settimane fa, ora sono arrivato qua. Come i miei affezionati lettori si saranno accorti, quella è una scopiazzatura della mia notiziola (e poi pagina di matematica light) al riguardo. Se uno guarda il sorgente del suo post, in effetti si vede un “finto link” (nel senso che esiste, ma non è cliccabile) al file originario, e sarei quasi stato per accettare che la mancanza di una citazione fosse solamente una svista nello scrivere il post. Però subito dopo c’è quest’altro suo post che è la scopiazzatura di questo, e l’ipotesi benigna va a farsi benedire.
Quello che continuo a non capire è la ragione di tutto questo. Ripeto che dal mio punto di vista non succede nulla se uno mi copia del testo su un blog; lo scrivo anche a chiare lettere. Quello che chiedo non mi sembra molto: che venga riconosciuta la proprietà intellettuale (cioè dire che non l’hai fatto tu, ma io) e un puntatore all’originale. E invece, nulla. Mah.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-13 17:43