Archivi annuali: 2008

googlismo-leninismo

Nella nostra Camera dei Deputati abbiamo una Commissione Cultura, Scienza e Istruzione. Visto che si tratta del Parlamento Italiano, non c’è nulla di strano che tra i membri della commissione ci sia Renato “Betulla” Farina, che indubbiamente è un esperto di editoria. Per quanto riguarda il resto, può essere istruttivo leggere questo resoconto, della seduta della commissione del 18 giugno scorso. Rimarcando subito che «Il livello degli interventi si è attenuto su questioni specifiche, oppure a livello del sistema» (Aristotele non gli fa un baffo), naturalmente ha scelto di parlare a quest’ultimo livello, toccando finalmente il conflitto di interessi che ci troviamo in casa («è curioso che Di Pietro, che gestisce uno dei blog più importanti d’Italia, chieda un sostegno ai blog». Che sia un «piccolo conflitto di interessi» lo dice lui, non io) e arrivando a insospettabili punte di Cultura, Scienza e Istruzione. Non posso esimermi dal citare letteralmente questi due paragrafi:
«Se digitate il vostro nome su un motore di ricerca e siete di centrodestra, verranno fuori le cose più atroci del mondo. Se siete di sinistra, vedrete le cose migliori. (Commenti) Ve lo garantisco. Google Italia è così, provate. Ci saranno al suo interno certi algoritmi che permettono questo.»
«Faccio un esempio che mi riguarda: esistono siti che vengono divisi equamente, ma quelli che appaiono nella prima pagina sono tutti contro di me, dicendo in proposito peste e corna, tanto che, se mi vedessi per strada, mi prenderei a schiaffi.»
Devo aggiungere che subito dopo l’intervento del nostro miglior internettologo, il sottosegretario all’Editoria (Bonaiuti, mica uno qualunque) si è ricordato di un suo impegno al Governo e la sessione si è immediatamente conclusa.
(via Mantellini)

Ultimo aggiornamento: 2008-07-10 11:41

Lodo Alfano e legge salvapremier

Sono in tanti, da Sìlviolo in giù, a cercare di convincerci che le leggi sulla giustizia che il governo Berlusconi IV ha proposto e il parlamento sta approvando a tamburo battente non c’entrano assolutamente nulla con l’attuale PresConsMin, e che anzi non bisognerebbe dire “legge salvapremier” perché tanto Lui non la utilizzerà mai. Il guaio è che il primo a mettere tutto sul personale è proprio l’Uomo di Arcore, ed è difficile riuscire a distinguere le cose quando lui è nato per la contaminazione (leggi Confiltto di Interessi). Ma proviamo a immaginare uno strano mondo parallelo, dove Sìlviolo abbia guardato il calendario, si sia accorto che ormai la settantina l’ha passata, e ha deciso che non vale la pena che si sacrifichi ancora per il bene dell’Italia: se n’è andato così alle Bahamas e ha lasciato il suo alter ego Uòlter Weltroni a promulgare queste due leggi. Prometto che da qua alla fine non si parla più di Berlusconi. Non posso invece promettere di spiegare correttamente le due leggi, visto che anche i media sembrano fare melina e cambiare le definizioni in ogni momento.
Il Lodo Alfano (chi lo lodi non si sa) afferma che “salvi i casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente del Senato, Presidente della Camera sono sospesi […] La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione.” Buffo notare come il PresConsMin è diventato la seconda carica dello Stato, sopravanzando i presidenti delle Camere, ma quella è solo una curiosità. Qualcuno si chiede se una simile legge debba essere una modifica costituzionale: probabilmente no, visto che si parla di una sospensione, non di un’immunità vera e propria; e se non ho capito male, vale solo per una legislatura. Posso anche comprendere la logica che sta dietro il Lodo: se uno ce l’ha con te e inizia a inquisirti per cose che non c’entrano un tubo con la politica, la Carica Importante dello Stato è azzoppata, e ciò non è bello per la Nazione tutta. Il limite a una legislatura è un po’ un controsenso: l’unica Alta Carica dello Stato che ha una sorta di consenso popolare (implicito) è il PresConsMin, e quindi per lui si può dire “se la gente lo ha votato, vuol dire che a loro non importa niente di quello che ha fatto”. Ma a questo punto logica vorrebbe che si limitasse la sospensione ai processi che iniziano nella legislatura in corso; se ti hanno eletto anche se eri inquisito, vuol dire che non ci sono problemi, no?
Per la legge salvapremier il commento è ancora più lapidario. Ma ci sono davvero così tanti processi che possono dare condanne oltre i dieci anni da richiedere uno stop di un anno a tutti gli altri processi? Se sì, siamo messi davvero male. Se no, è una misura assolutamente demagogica che serve solo a svuotare per un po’ le carceri senza fare indulti o amnistie.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-10 10:01

la grandeur del francese

Ho letto su Language Log questo interessante post sulla lotta che i francesi fanno a favore della loro lingua dalle parole tronche: non tanto per cercare di contrastare l’inglese, quanto per affossare definitivamente le altre lingue e dialetti parlati nella loro nazione. In fin dei conti, loro nella Costituzione ce l’hanno scritto bello chiaro, che “La langue de la République est le français”. Noi no, per la cronaca. Gli unici riferimenti alla lingua sono all’articolo 3 (uguaglianza rispetto alla lingua), all’articolo 6 (le minoranze linguistiche sono tutelate) e all’articolo 111 (processo con interprete, se non si parla la lingua in cui il processo si tiene). Il nostro PresConsMin potrebbe promulgare domattina un decreto legge in cui si impone che la lingua ufficiale italiana è l’inglese, e non lo si potrebbe tacciare di incostituzionalità in questo caso.
Tutto il post è comunque interessante, dalla spiegazione di come la tutela delle lingue locali da parte dell’Unione Europea è tutto un diabolico piano ordino dai tedeschi che vogliono parcellizzare le altre nazioni per ottenere la guida del Reich alla legge dell’11 germinale XI che specifica che i nomi dati ai bambini devono essere quelli presenti nei vari calendari, oppure della storia antica; legge rimasta in vigore fino al 1966. Ma le cose stanno cambiando: ad esempio, il sito ufficiale del Tour de France da quest’anno è quadrilingue. A francese, inglese e tedesco si è aggiunto lo spagnolo.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-09 11:52

“emergenza trasfusioni”

D’estate, a meno che come ieri vengano sdoganati i pompini, non è che ci siano tanti argomenti di cui scrivere: l’eccezionale ondata di caldo o la sua eccezionale mancanza, gli esodi vacanzieri, le saracinesche dei negozi serrate, gli animali lasciati al ciglio della strada.
Ah sì: poi c’è l'”emergenza trasfusioni”, come regolarmente pubblicato da Repubblica. Depurato dal solito giornalettismo, veniamo innanzitutto a sapere che visto che non ci sono abbastanza donazioni vengono rinviate le operazioni programmate e fatte solo quelle urgenti. È vero che la raccolta di sangue in Italia continua a risultare deficitaria, e relativamente costante negli anni: ve lo dice uno che è arrivato alla cinquantanovesima donazione e conosce le cifre degli ultimi vent’anni. È anche vero che nessuno si mette a fare un’operazione che non è urgente nella stagione più calda, sangue o non sangue; ed è anche vero che se manca sangue si comprano all’estero gli emoderivati. Abbiamo poi la fine analisi sociologica del presidente della Fratres toscana: «Influisce il clima generale di insicurezza, anche economica, che stiamo vivendo. Chi deve pensare al mutuo che cresce e alla busta paga che scende è meno portato a donare, anche il sangue». Eh sì, vuoi mica che io mi faccia togliere un po’ di sangue che non si sa mai che mi serva in futuro?
La cosa davvero preoccupante è però la frase finale di Giuliano Grazzini, direttore generale del Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità. «Ho chiamato le grandi associazioni, Avis, Fratres, Fidas e Croce Rossa per organizzare una campagna di comunicazione che rilanci la donazione. Nel nostro paese oggi ogni donatore dona in media 1,6 volte all’anno. Bisogna alzare quel dato e riportarlo almeno a 2, come in altri paesi europei». Provo a scriverla in maniera diversa, così che risulti più chiara: “Dobbiamo costruire una casa, e abbiamo assunto pochi muratori. Bisogna dunque far loro fare turni di dodici ore al giorno, e togliere un po’ di vincoli burocratici come fare indossare loro le protezioni”. È infatti chiaro che non tutti possono donare sangue, ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che i controlli fatti ai donatori servono per la loro tutela, e se chi si sbatte per andare all’Avis o alla Fidas lo fa raramente è perché gli hanno detto di fare raramente. Se – come avevo scritto la scorsa settimana – mi hanno detto di tornare per la prossima donazione dopo sei mesi e non tre come al solito, magari una ragione c’è, no? Una campagna davvero utile dovrebbe cercare di incentivare alla donazione chi potrebbe tecnicamente esserlo ma non lo fa! Mah, come sempre credo che mi manchi qualcosa per capire il quadro complessivo.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-09 11:08

_L’assassino ha letto Joyce?_ (libro)

[copertina] Cosa c’è dietro l’omicidio, avvenuto alla fine del Bloomsday, di Kevin Coyle, letterato esperto nell’opera di Joyce? È quello che il capo della squadra omicidi, Peter McGarr, deve scoprire in questo libro (Bartholomew Gill, L’assassino ha letto Joyce? [The Death of a Joyce Scholar], Sylvestre Bonnard – Il piacere di leggere 2003 [1989], pag. 269, € 13,50, ISBN 978-88-86842-63-1, trad. Gianna Lonza). E dire che McGarr, pur essendo dublinese dalla testa ai piedi, non ha mai letto l’Ulisse
Come avrete intuito, la vera protagonista di questo giallo è Dublino. La Dublino della fine degli anni ’80, per la precisione (il libro è del 1989), che immagino essere molto diversa da quella odierna diventata improvvisamente ricca; gli omicidi magari non sono cambiati più di tanto, ma di famiglie con dieci figli in dodici anni non ce ne sono più tante. La descrizione dei luoghi, soprattutto nei primi capitoli, è così dettagliata da risultare un po’ stucchevole, e ci sono alcuni brani – per esempio la parte iniziale con la descrizione della famiglia di Coyle – che sembrano essere buttati lì un po’ a caso senza avere alcuna attinenza con il resto della storia. Superate le prime cinquanta pagine, però, la trama migliora indubbiamente, e la lettura si fa molto più scorrevole e piacevole: non sarà insomma un capolavoro, ma non è nemmeno da buttare via, soprattutto per chi ama la letteratura irlandese del ‘900 e si ritrova nelle diversità di stile tra Joyce e Beckett. Al limite ci si può lamentare perché il titolo, davvero bello, farebbe sperare in qualcosa di più!
La traduzione in genere è chiara, tranne che nel penultimo capitolo dove uno un po’ disattento si perde tra i personaggi. Verso metà libro, però, Gianna Lonza si dev’essere messa a sonnecchiare: a pagina 117 abbiamo “sessant’anni e dispari” (“sixty years and odd”?) invece che “sessant’anni e rotti”, e a pagina 120 un “punto alla fine di un periodo” (“period”?) è presumibilmente alla fine di “una frase”. A pagina 192 poi si continua a parlare di cibo “organico”, quando “organic” sta per “biologico” (e le battute sarebbero venute ancora meglio con la traduzione corretta)

Ultimo aggiornamento: 2018-06-26 22:55

affinità elettive

Ricordate lo sciopero Telecom di venerdì? Bene, qua si intravvede il servizio che il TG3 lombardo ha dedicato al presidio e al minicorteo. Inutile che vi mettiate a strizzare gli occhi: non mi si vede :-)
Quello che però si può notare è che la prima intervista è stata fatta a un sindacalista UGL, e anche nel corteo si è iniziato con le bandiere UGL che se ne stavano raminghe in fondo, e solo dopo si è passati agli striscioni (in genere CGIL, ma è anche vero che la stragrande maggioranza dei manifestanti era SLC/CGIL). Interessante, vero?

Ultimo aggiornamento: 2008-07-08 11:40

Ma che Cina e Cina

Non so se avete sentito la storia della falsa telefonata tra Berlusconi e Confalonieri, scritta dal blog La privata Repubblica. Il post è stato ripreso da Dagospia, e ha scatenato un putiferio, con Ghedini e Confalonieri che si sentono in dovere di smentire il tutto. Da Alessandro Gilioli si può leggere tutta la storia.
Io mi limito a segnalare quella che a voi potrà sembrare una minuzia, ma per un (anche) informatico come me è davvero preoccupante. Visto che la telefonata fasulla è stata eliminata dal blog, stasera mi sono messo a cercare nella cache di Google, mettendo come stringa il titolo del post (compreso il 2 finale, per non trovare il primo post della serie). Il risultato è qua. Notate nulla di strano? In nessuno di quei post compare il link “cached”. Detto in altri termini, Google (Italia) ha rapidamente aggiunto una regola per cui non è assolutamente visualizzabile la cache dei risultati di una ricerca con la stringa composta dalla parola “au”, seguita dalla parola “casino” e terminante con la parola “Berlusconi”. La grande fregatura è che Google è troppo bravo a indicizzare i blog: ho fatto la prova con Yahoo!, Ask.com e a9 senza trovare traccia del post. Insomma, una sparizione in piena regola… anche se il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e i nostri Grandi Censori si sono dimenticati del feed. Affrettatevi, prima che quel post esca dalla syndication.
Aggiornamento: (21:45) Se siete pigri, potete andare sul mirror messo su da Eìo come indicato nei commenti, oppure sul mio Posterous)
Aggiornamento: (21:55) Come mi fa notare Pseudotecnico, in realtà non è stata oscurata tutta la cache: una ricerca con parole chiave laprivatarepubblica casino permette di accedere alla cache del post. Pensavo che a Google (Italia) fossero più bravi a censurare :-)
Aggiornamento: (8 luglio) La stessa ricerca di cui sopra oggi mostra anche la cache. A voi le considerazioni su come mai ieri ci fosse stato quel “minuscolo problema tecnico”; continuo a dire che salvare le immagini sia una gran bella cosa.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-07 19:53