Archivi annuali: 2008

san Lorenzo e sant’Eustorgio

Domenica scorsa il tempo a Milano era stranamente primaverile, a differenza dei giorni precedenti e seguenti. Così Anna e io abbiamo pensato bene di andare a farci un giro turistico-culturale nella grande metropoli padana dove ormai da parecchi anni vivo. L’idea iniziale era andare a vedere il museo diocesano; strada facendo abbiamo pensato che forse era meglio dedicare alla visita una giornata più uggiosa, e ci siamo così mossi a piedi nella zona del Ticinese.
La basilica di san Lorenzo è più che altro nota per il colonnato al suo esterno, con le polemiche da un lato per i rifiuti buttati per terra tutte le notti e dall’altro perché non si vuole che il tram passi lì a fianco. Detto tra di noi, c’è un’alta correlazione tra queste cose, e non perché la gente getti bottiglie dal tram :-) Domenica però non ci siamo interessati al sagrato e siamo entrati a vedere l’interno, un curioso misto di pezzi in epoche che spaziano per più di un millennio e una tendenza all’accrezione simile a quella che avevo notato a Torino, alla Consolata. Per la cronaca, l’organo (in fase di restauro) è un Bernasconi-Bossi, quindi direi della scuola lombarda a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
San Lorenzo ha anche l’equivalente ecclesiastico di una bonus track: la cappella di sant’Aquilino (ingresso 2 euro) che risale anch’essa al V-VI secolo e conserva alcuni resti di affreschi e soprattutto mosaici. Purtroppo i resti sono pochi, ma meritano davvero, soprattutto il Cristo con gli apostoli (e san Paolo al posto di Giuda..) che è in stile bizantino, mostrando come ci fossero comunque degli scambi culturali tra l’impero di Oriente e quello che era rimasto in occidente dopo la caduta di Roma.
Proseguendo su corso di Porta Ticinese, o se si preferisce passando dal parco delle Basiliche, si arriva all'”insigne basilica di sant’Eustorgio“, altro bell’esempio di chiesa antica: in questo caso romanica, come si vede anche dai resti di mattone a spina di pesce sul lato della basilica. L’interno è stato rimaneggiato relativamente poco nei secoli, il che è molto bello; tra le cappelle laterali quella viscontea conserva ancora buona parte degli affreschi, con un san Tommaso in trono – se non ho capito male – un po’ strano. Sganciando ben sei euro a cranio si può andare a vedere la cappella Portinari, che non c’entra nulla con Dante ma prende il nome dal committente, un banchiere del XV secolo. La cappella è dedicata a san Pietro abate, quello che vi trovate spesso raffigurato con un’ascia in testa e che ho scoperto essere un domenicano (Anna l’aveva intuito da saio e scapolare, mentre io mi ostinavo a crederlo del X-XI secolo. Ben mi sta). Oltre ad alcune raffigurazioni, si può anche vedere l’arca dove era contenuto il corpo del santo, e scoprire che oltre alle sette virtù cardinali e teologali stavolta è stata aggiunta l’obbedienza per pareggiare il numero di colonne.
Per i curiosi, ho scattato qualche foto – rigorosamente senza flash per ovvie ragioni – che si può vedere qua.
Aggiornamento: (19:30) Galliolus nei commenti mi fa notare che a sant’Eustorgio c’è la tomba dei Magi. È vero (è in fondo a destra, per la cronaca), ma almeno dal mio punto di vista era così poco interessante che me n’ero proprio dimenticato, anche perché non è che ci sia chissà quale valore architettonico… diciamo che è l’equivalente altomedievale di un rifugio atomico.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-04 17:40

Piove. In ufficio.

Anche oggi, come ieri, sono andato in ufficio in bicicletta. Anche oggi, come ieri, a un certo punto è attaccato il diluvio universale.
Oggi un po’ più di ieri, in effetti: ho fatto il percorso verso la mensa col bellissimo cappello giallo che Anna mi ha regalato, e l’ho trovato vieppiù utile.
Non so poi se perché oggi piove più di ieri oppure c’è semplicemente un effetto di accumulo, ma dopo quattordici mesi nel nostro open space è ripresa a scendere acqua dal soffitto. In due punti distinti (nessuno dei quali vicino alla mia postazione, mi affretto ad aggiungere).
Posso dire “Piove, elezioni USA ladre”?

Ultimo aggiornamento: 2008-11-04 14:11

La Stampa l’ha già fatto

[ad hoc? significa genuino!] Stamattina La Stampa ha pubblicato questo articolo, immagino “di costume” – sempre meglio che le donnine seminude, lo ammetto – a proposito della decisione di alcuni consigli comunali britannici di eliminare alcune espressioni latine, immagino dai loro documenti ufficiali, e indicando un loro equivalente inglese. Per la cronaca, immagino che l’articolo abbia preso spunto da questo testo del Daily Mail, sicuramente più divertente da leggere; anche USA Today ne parla, con la favolosa citazione «Many readers do not have English as their first language so using Latin can be particularly difficult.». Bisogna anche dire che ancora cinquant’anni fa nel Regno Unito era considerato assolutamente normale imparare e usare una quantità abnorme di locuzioni latine.
Ma la cosa più divertente a mio giudizio è l’occhiello dell’articolo della Stampa: per riuscire a tenerlo in due righe nonostante la foto a fianco, la frase Così «ad hoc» diventa «improvvisato», «bona fide» «genuino» è stata compattata in ’ad hoc’ diventa genuino. In effetti, questa è la prova che da noi il latino non è proprio più (grosso modo :-) ) riconoscibile, e forse fare le pulci agli albionici non è il massimo!

Ultimo aggiornamento: 2008-11-04 11:31

Predizioni elettorali USA

Oggi si vota negli USA per eleggere il presidente. È vero che in tutto il mondo se ne parla, mostrando come gli americani nel bene e nel male siano sempre il centro del nostro pianeta: è anche vero che da noi se ne parla quasi più delle nostre elezioni, non so se per la nostra esterofilia standard, perché sogniamo di essere il cinquantunesimo stato dell’Unione, o perché sia meglio non pensare ai nostri politici. La mia ragione per parlarne è semplicemente il non avere null’altro da dire :-)
Secondo me, Barack Obama probabilmente vincerà. Per essere più preciso: eliminando dal conteggio finale tutti gli stati in cui il margine tra i due candidati sarà inferiore al 2%, nessuno otterrebbe il numero magico di 270 grandi elettori, e su margini così ridotti non me la sento di fare previsioni. Per quanto riguarda il voto popolare, ci saranno cinque punti di vantaggio per Obama su McCain, ma chiunque sa di cosa si sta parlando dovrebbe sapere anche che questo non conta un tubo in un’elezione dove ci sono cinquanta (più uno: il District of Columbia, non l’Italia) scelte secche. Un’ultima cosa: i primi risultati saranno più favorevoli a Obama rispetto all’esito finale (il famoso “effetto Silvio” che abbiamo visto nelle ultime nostre elezioni)
Perché dico questo? Il punto di base non è il cosiddetto Bradley Effect, che tradotto in brianzolo fa più o meno “Obama l’è un negher, dico che voterò per lui perché mi non sun razzista, ma poi voto l’altro”. (A proposito, avete notato come negli USA si possono pubblicare sondaggi fino al giorno prima delle elezioni, mentre da noi scatta il Blocco Ufficiale in modo che si possano solo far filtrare notizie – vere o false che siano – senza nessun controllo?) Il vero punto di base è che i media USA sono in buona parte schierati per i democratici, e quindi mostrano le notizie da un certo punto di vista. Lasciamo poi perdere i siti come quello di cui mi sono dimenticato l’URL che mostrava come in tutto il pianeta avrebbero votato per Obama. Il loro “sondaggio” è l’equivalente di quelli di Cor&Rep;: mostra solo che tra quelli che hanno un PC, una connessione a Internet e la voglia di votare, la maggior parte vorrebbe il candidato democratico. Chi conta è chi vota davvero. E nonostante tutta la crisi, sono sempre dell’idea che l’America rurale non sia stata così rappresentata in questi mesi, e si muoverà compatta per la coppia McCain-Palin. Non perché Obama sia mulatto, ma perché lo ritengono esattamente uguale a Kerry: uno che non potrebbe né saprebbe dare loro nulla. Così le grandi città daranno un ampio margine a Obama, ma non è detto che gli basterà.
Per la cronaca, io sceglierei Obama, ma non mi faccio certo chissà quale idea su un vero cambiamento della politica estera USA. Ci sarà giusto un po’ meno di isolazionismo imperialista, ma nemmeno troppo, fidatevi. Hanno troppo bisogno di materie prime per non avere la tentazione di “aggiustare” un minimo le cose.
PS: Per inciso, Real Clear Politics dà al momento 278 seggi sicuri o quasi per Obama (contro 132 per McCain e 128 in bilico), quindi sono più sicuri di me. Vedremo :-)
PPS: Il nostro PresConsMin tifa per McCain per due motivi. Uno, Obama è troppo alto. Due, McCain è un mese meno giovane di lui.
Aggiornamento: (5 novembre) Ho sbagliato praticamente su tutta la linea. Il margine totale di vantaggio per Obama è stato dell’8%, c’è stato un solo stato con un margine risicato (l’Indiana: Missouri e North Carolina sono ancora adesso in bilico, ma anche finissero a McCain non cambierebbe nulla) e i primi risultati CNN davano in vantaggio McCain. Insomma, potrei fare l’opinionista televisivo in Italia :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-11-04 09:24

Grande Fratello Esselunga

Domenica 19 ottobre sono andato di corsa all’Esselunga vicino a casa per comprare dei deodoranti per auto (è una lunga storia che coinvolge una mozzarella e che preferirei evitare di spiegare fino in fondo per amor di patria, e comunque è ininfluente per tutto il resto). Vedo un’offerta per quelli di una certa marca, e li prendo, visto che tanto non avevo nessuna preferenza. Arrivo alla cassa e scopro che il totale della spesa era maggiore di quanto avessi calcolato. Riguardo lo scontrino, e scopro che non mi erano stato scontati i deodoranti. Chiedo lumi, la cassiera manda un’altra tipa a verificare, la tipa si perde e dopo qualche minuto mi scoccio e pago il prezzo pieno.
Due giorni dopo (cioè il 21 ottobre) mi capita di ripassare, e vado a verificare se avevo per caso visto un cartellino sbagliato. No: era proprio per quella marca di deodorante. Però guardo più attentamente il cartellino (che era piazzato ad altezza due metri) e trovo scritto in corpo 4 che la promozione scadeva il 15 ottobre. A questo punto, essendo un notorio rompipalle, scrivo all’azienda facendo notare che dovevo in effetti pagare il prezzo pieno, ma lasciare per sei giorni il cartellino di un’offerta scaduta non mi pare affatto una bella cosa.
Stamattina mi telefona il servizio clienti, dicendo che avevano letto la mia mail, verificato con il direttore del supermercato, e che la prima volta che sarei passato mi avrebbero rimborsato la differenza. Ho cercato di spiegare alla gentile signorina che non mi interessavano certo i 75 centesimi, e che comunque lo scontrino l’avevo buttato via, e mi ha risposto “non si preoccupi, gliene possiamo fare una copia: passi solo dall’assistenza clienti e via.”
Naturalmente non mi stupisce affatto che possano recuperare il mio scontrino. Mi stupisco solo che pensino che vada trullo trullo da una persona che immagino sarà stata abbondantemente cazziata per la negligenza, il tutto per settantacinque centesimi. E va già bene che non sono paranoico e non pensi che quando farò passare la fidaty card la prossima volta che sarò all’Esselunga cominceranno a suonare le sirene.
(per chi se lo chiedesse: la lettera l’ho scritta per principio, perché dal mio punto di vista lasciare anche solo per negligenza un vecchio cartellino di offerta è una pubblicità ingannevole, e io non sopporto le pubblicità ingannevoli)

Ultimo aggiornamento: 2008-11-03 16:10

da noi (forse) non sarebbe capitato

Tra il phishing di stamattina ce n’era uno (la solita cartolina) di qualcuno che ha capito come funzionano i cavalli di Troia: nel testo c’era infatti scritto
«This is a flash executable that you can save on your hard drive so you can look at it anytime you like!». Congratulazioni a chi ha capito come dare una spiegazione apparentemente logica di quello che succederà abbassi subito le difese della gente.
Detto questo, vi faccio notare il nome del sito dei phishers: http://myholyshit.de/cms/typo/GreetingCards.exe. Mi sa che in Italia nessuno sarebbe riuscito a registrare un nome simile: bene o male che sia, il Registro del ccTLD it. ha la possibilità di bloccare le richieste di nomi di questo tipo. Mi chiedo solo perché mai non abbiano scelto un nome un po’ meno riconoscibile…

Ultimo aggiornamento: 2008-11-03 15:22

Il filosofo del Monopoli

[Via Vicolo, Milano] Se scrivo “corsi e ricorsi storici” a molti dei miei acculturati lettori verrà in mente il nome del filosofo napoletano Giambattista Vico. Ve lo dico subito: non ricordo null’altro di lui se non la frasetta e il secolo in cui è vissuto, ma tanto Wikipedia è la nostra amica. Resta il fatto che Vico è un personaggio sufficientemente noto per avere varie strade intitolate a lui: ad esempio, a Milano via Vico è una parallela di viale Papiniano, costeggiante il carcere di san Vittore. Quindi ci si può immaginare che qualcuno usi Google Maps per cercare “Via Vico, Milano”. Già c’è un problema di base: a Milano tutte le vie dedicate a persone devono essere indicate con nome e cognome, altrimenti ti viene mostrata una qualche via della provincia. Ma supponiamo che uno sappia che il nome ufficiale della strada milanese sia “via Gian Battista Vico”, con lo spazio tra “Gian” e “Battista”: niente da fare, non la troverà lo stesso. Eh sì, il nome con cui Google conosce la strada è via Vicolo, come si può vedere nel pezzo di cartina che ho mostrato in cima a questa notiziola. Buffo, vero? Ma oggi, mentre cercavo un indirizzo novarese, ho scoperto che anche nella ridente cittadina fintapiemontese ci sarebbe via Vico, ma per Google c’è via Giovanbattista Vicolo. A questo punto ho proseguito la ricerca, e ho scoperto che anche a Torino abbiamo una via Giambattista Vicolo. (A Napoli, per curiosità, non la si vede scritta esplicitamente, ma garantisco dell’esistenza di Piazza Gian Battista Vicolo).
L’ipotesi del titolo, che qualche amante del Monopoli abbia voluto divertirsi così, è ovviamente uno scherzo: molto più probabile che qualche intelligentone abbia scoperto che in molte città si abbia la denominazione “vico XXX” invece che “vicolo XXX” e abbia lanciato una bella sostituzione globale totale sulla base dati degli indirizzi, dimostrando a un tempo di ignorare sia le nozioni base di filosofia che quelle di informatica. Più che altro mi stupisco che nessuno abbia mai avvisato il signor Google. Io non ci tengo affatto, ve lo dico subito.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-03 13:54

Scherzi da Divo

Ieri ci siamo corsi il rischio di veder morire Andreotti in diretta: qui la cronaca. Interessante notare che ieri pomeriggio, mentre repubblica.it ha subito messo il video con il senatore bloccato in modalità “risparmio energetico” – e in effetti uno potrebbe anche chiedersi quanti neuroni occorrano funzionali per essere intervistati da Paola Perego – corriere.it non ha scritto nulla per un bel po’. Scelte misteriose.
Ma mi pare più interessante notare due cose. La prima è che nonostante tutto, anche il Divo Giulio potrebbe non essere immortale (ma tanto ormai c’è Sìlviolo che ci sta pensando su seriamente. È un pensiero incredibile per quelli della mia generazione e anche di quella precedente, che sono così abituati ad avere Andreotti che la sua dipartita sarà uno choc anche per chi gli ha augurato millanta volte di morire. La seconda è più cattiva: la parabola discendente del Nostro. Diciamocelo: non ci sarebbe stato nulla di strano a immaginare un suo malore fatale durante una seduta al Senato. Non dico nel mezzo di una votazione palese, quello forse sarebbe troppo, ma in una lunga seduta magari sì. Pensare a un malore durante un talk show è sicuramente un sintomo di decadenza: ma magari è lo specchio dell’Italia attuale.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-03 10:52