Archivi annuali: 2008

ePolis again (quotidiano)

Avevo già parlato di ePolis (o meglio, “e Polis”) quando era uscito. Però in questi mesi, se non ve ne foste accorti, il giornale non è uscito per qualche tempo per mancanza di soldi, salvo ritornare con nuovi finanziatori (Marcello Dell’Utri e Alberto Rigotti), cambiare direttore (dal 2 gennaio Enzo Cirillo ha preso il posto di Gianni Cipriani) e perdersi una sfilza di collaboratori (vedere qua oppure qua, anche se c’è stato chi si era già sfilato).
Stamattina, visto che in panetteria c’erano delle copie del giornale, ne ho presa una per verificare se e cosa era cambiato. Così ad occhio, per il momento relativamente poco. La foliazione mi sembra ridotta – sono 48 pagine, mentre mi pareva fossero 64; sono aumentati i redazionali, che però sono facilmente distinguibili perché usano un font molto diverso; le lettere al giornale sembrano le solite, quindi genericamente qualunquiste se non proprio destrorse; ci sono molti piagnistei perché il papa non ha potuto parlare oggi alla Sapienza, ma in effetti questo non è poi così diverso dal 90% degl’italici quotidiani :-)
Insomma, direi che la prevista rigida svolta a destra è per il momento iniziata in tono molto minore, anche se l’editoriale (sì, su Ratzinger) dà già l’idea di quello che dovrebbe accadere. Ma aspetto quattro o cinque mesi per verificare effettivamente se ho ragione…

Ultimo aggiornamento: 2008-01-17 14:56

punizione divina

Sarà un caso, ma cinque minuti dopo avere postato il mio pippone sul discorso di Ratzinger il server si è piantato. Anathema sit?

Ultimo aggiornamento: 2008-01-17 12:52

Il discorso che il papa non terrà

Occhei, il papa domani alla Sapienza non ci sarà, ma ormai il suo discorso l’aveva scritto, e quindi ha pensato bene di pubblicarlo, addirittura in anticipo in modo che potesse essere stampato e distribuito. Rep.it, apprezzabilmente, l’ha presentato integralmente. Ho come il sospetto che non saranno in tanti a parlare, quindi tanto vale lo faccia io, anche se per forza di cose (mie) un po’ rapidamente.
Il punto chiave di tutto il discorso è quasi all’inizio: «Nell’università “Sapienza”, l’antica università di Roma, però, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo parlare come tale». Non posso dargli torto: il problema non è suo, ma del rettore Guarini che appunto non solo decide di invitare all’inaugurazione dell’anno accademico il vescovo locale (nulla di male), ma vuole anche che faccia una lectio magistrali.
Proseguendo, Ratzinger, seguendo John Rawls di cui io ovviamente non avevo mai sentito parlare, afferma che «Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell’umanità come tale – la sapienza delle grandi tradizioni religiose – è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee». È un discorso un po’ sul filo del rasoio, anche se non ha affermato che la sapienza delle grandi tradizioni religiose è ipso facto una vera sapienza, ma semplicemente che bisogna tenerne conto. Notate che non ha parlato specificatamente della religione cristiana e della confessione cattolica :-)
Da qui passa, attraverso una citazione di Socrate che a me sembra piuttosto fuori tema, ad affermare che già i primi cristiani erano convinti che per la loro fede serviva anche la ragione, per potersi interrogare su Dio: direi un tema a lui caro. Personalmente però non sono affatto d’accordo con la successiva citazione di Agostino, che «ha affermato una reciprocità tra “scientia” e “tristitia”: il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto – chi vede e apprende soltanto tutto ciò che avviene nel mondo, finisce per diventare triste.». Si può discutere se la scienza fatta per sé stessa non sia una manifestazione di misantropia, ma da qua ad arrivare a dire che “è triste” ce ne va parecchio.
La lectio magistralis continua parlando della divisione quadripartita dell’università medievale, partendo dalla Medicina che pur essendo vista quasi come un’arte era però considerata avere della “ratio” al suo interno, e continuando con Giurisprudenza. Qui fa un lungo inciso, tornando al giorno d’oggi e parlando delle teorie sulla democrazia di Jurgen Habermas (lui almeno l’avevo già sentito nominare). L’accenno alla spiegazione della «forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti» secondo Habermas – non bastano le maggioranze aritmetiche, ma ci vorrebbe un purtroppo ben difficile da ottenere «processo di argomentazione sensibile alla verità» – è a mio parere molto bello, assolutamente generale, e quindi verrà accuratamente evitato da tutti i nostri politici.
Parlando di verità, ritorna poi all’università medievale e alle altre due facoltà, Filosofia e Teologia, che considera come «una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due può essere distaccata totalmente dall’altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità.», ricordando come già san Tommaso d’Aquino [nota: Agostino non aveva il “san” davanti, Tommaso sì. Si vede subito a chi vanno le sue preferenze] affermasse l’autonomia della filosofia dalla teologia.
Il Papa reitera il suo punto: anche se «Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono.», comunque rivendica per la teologia il diritto di dare degli input alla filosofia, proprio perché parte da una conoscenza comune dell’umanità. Da qua in poi c’è il punto più debole di tutta la lectio, almeno a mio parere. Infatti, va bene dire che «Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.» (notare il condizionale…) ma avrei qualche dubbio sul «il messaggio della fede cristiana [è] una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa». Questo implica infatti che non può esistere ragione senza fede (sì, lo so, un altro punto fermo del pensiero ratzingeriano), però mi sembra un’affermazione assolutamente indimostrabile.
Anche l’accenno successivo all’università moderna, dove le “nuove dimensioni del sapere” sono valorizzate soprattutto «nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia» e «nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso» fa molto arrabbiare il matematico che è in me e che si trova messo fuori gioco. Seriamente, la matematica (pura) non può proprio entrare nello schema indicato da Benedetto XVI, perché lo studio delle relazioni matematiche di per sé, e non quindi come modelli per quelle che lui chiama “scienze naturali”, richiede la ragione ma non ha assolutamente bisogno della sapienza delle religioni, grandi o piccole che siano. D’altra parte questa parte del discorso finisce con un’implicita ammissione di accerchiamento: «Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande.».
Fortunatamente nella parte finale, dove ricorda che il papa «Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà», è più tranquillizzante. Non rompiamo lamentandoci per l’invito alla ragione «a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.». Come dicevo all’inizio, il rettore ha chiesto la lectio magistralis al Papa: è come lamentarsi per avere invitato Luca Cordero di Montezemolo alla riunione annuale di Ciclobby, e sentirlo terminare dicendo “la bicicletta è bellissima, e messa sul tetto della vostra automobile quando andrete in vacanza vi farà sentire più liberi”.
Occhei. Penso che ormai lo sappiate che io preferisco di gran lunga le discussioni filosofiche di Ratzinger al misticismo di Wojtyla, e so benissimo che i veri motivi per le contestazioni da parte di studenti e professori romani rimangono intatti: però devo dire che – pur non concordando in vari punti con quanto da lui detto nella sua lectio magistralis – l’ho trovata una lettura interessante.

Ultimo aggiornamento: 2008-01-16 23:51

sotto prezzo

Sono passate le feste di fine anno e il relativo profluvio di volantini. Però mi sa che non è che poi i negozi di elettronica abbiano venduto chissà quanto, visto che ancora adesso mi ritrovo dei nuovi volantini in buca delle lettere, che promettono mirabolanti offerte.
Forse però non sapete che la disciplina della vendita sotto costo è rigidamente definita dalla legge italiana. Se vi interessa, trovate qua il testo del D.P.R. 6 aprile 2001 n. 218 (se volete il PDF ufficiale compreso di erore di stompa nelle prime righe, andate qua). In pratica la durata massima è di dieci giorni, non se ne possono fare più di tre l’anno, e occorre indicare il numero di pezzi disponibili, tra le altre cose. Insomma, bisogna stare attenti.
E in effetti il volantino di Marco Polo-Expert ha tutti gli stelloncini che evidenziano che i prodotti in offerta sono… “sotto prezzo”. Sotto prezzo non è sotto costo, quindi la disciplina non si applica e siamo tutti felici :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-01-16 18:57

Phishing tosto per tutti i gosti

Ero rimasto fermo ai tentativi di sfruttare eBay per il phishing scrivendo una mail incazzata perché il tipo non aveva ancora ricevuto un oggetto che noi avremmo venduto all’asta. Mattia mi ha appena segnalato una variante ancora più “simpatica”.
Il messaggio, nel solito pseudoitaliano, è il seguente:
Salve, vorrei acquistare il navigatore elettronico che avete per la vendita
su eBay qui http;//cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem=3D879275541249
Esso è di nuovo? E la prego di dirmi quanto è la tassa di consegna a Trieste.
Grazie,
Luca
A parte il punto e virgola al posto dei due punti nell’URL, il vero link nascosto naturalmente non è ad eBay (anche perché non ci si riuscirebbe ad arrivare direttamente) ma al sito del phisher, http://kisheri.front.ru/sez/ che presenta una bella pagina di autenticazione della società d’aste. La parte più interessante è che ho provato a mettere username e password, e sono effettivamente arrivato a una pagina di eBay con l’asta per uno schermo per navigatore! Chissà se l’annuncio è stato scelto a caso (penso di sì)…
(ovviamente ho inserito come username e password delle stringhe casuali)

Ultimo aggiornamento: 2008-01-16 16:18

Scoop di Rep.it

In questo momento rep.it ha una galleria di immagini composta dalle homepage di alcuni quotidiani stranieri online: il titolo è “I siti stranieri: poco risalto alla rinuncia del Papa” ed è linkato in homepage dal titolo maiuscolo rosso grassetto: IMMAGINI: POCO RISALTO SUI SITI STRANIERI.
Sono d’accordo: meglio dare il giusto risalto alla cosa, che è appunto quello estero. Non lo si direbbe, a giudicare dal numero di hit che stanno arrivando da queste parti, ma almeno i blogh sono per definizione autoreferenziali, no?

Ultimo aggiornamento: 2008-01-16 14:57

la somma algebrica dei parcheggi non funziona

Il Cavalcavia Eugenio Bussa, per i non milanesi, passa sopra la stazione di Porta Garibaldi. Sul cavalcavia c’è una pista ciclabile che finisce nel nulla (arrivi in fondo e devi fare la discesa contromano… però intanto c’è un pezzo di pista ciclabile) e soprattutto c’è un ampio parcheggio, con strisce blu dalle 8 alle 19. In pratica, un posto molto comodo per lasciare la macchina la sera se si voleva andare nella zona di corso Como, al cinema Anteo o al teatro Smeraldo.
Peccato che domenica scorsa, passandoci a piedi per tornare a casa, abbia notato che le strisce non sono più blu, ma gialle, quindi per residenti. Cosa è successo? Che stanno fervendo i lavori per la Metro 5, e quindi hanno chiuso un pezzo di via Volturno, bloccando anche il mercato bisettimanale… ma questo non c’entra. Quello che c’entra è che il comune di Milano ha detto “visto che abbiamo tolto dei posti auto residenti, glieli mettiamo sul cavalcavia”. Peccato che quei posti siano lontanissimi dalla zona, e ho come il sospetto – controllerò tra qualche settimana – che non verranno affatto usati. Ma la somma algebrica dei posti per residenti non cambia: che si vuole di più?

Ultimo aggiornamento: 2008-01-16 10:23

Ratzinger, Galileo, Feyerabend e altri ancora

Metto subito una cosa in chiaro: della storia dello “studente tedesco che rinuncia all’università”, come Alessandro Robecchi chiosa la rinuncia del Papa a intervenire durante l’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza, non mi è per nulla interessata, e infatti non è un caso che non ne avessi affatto parlato da queste parti. Se proprio avessi dovuto commentare, avrei detto che chi voleva manifestare manifestasse pure, e che i 67 docenti di fisica, invece che scrivere l’ormai famosa lettera, avrebbero fatto meglio a chiedere di poter parlare dopo Benedetto XVI e raccontare tutte quelle cose lì. Ma capisco che in questo modo si sono fatti molta più pubblicità. Però stasera Stefano mi ha chiesto di commentare il discorso di Paul Feyerabend citato dall’allora cardinale Ratzinger, e il tuttologo che in me non si può certo esimere. Da buon tuttologo, non so nulla di quello di cui parlerò, ma non c’è certo problema: tanto tra le mie lettrici (almeno due, più una che il blog non ce l’ha e quindi non posso linkare) e forse anche qualche mio lettore [*] di gente che potrà dottamente sbertucciarmi ce n’è.
La frase incriminata di Feyerabend (tratta da questo sito: come sempre, per prima cosa cercare le fonti!) è questa: «La Chiesa dell’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» Cominciamo dalla seconda frase, che è la più semplice: si traduce in “Galileo è stato condannato per ragion di Stato, ed è stato riabilitato per ragion di Stato”. Macché fede, ragione, o anche solo morale o etica: tutto quello che contava e che conta era ed è “cosa viene più comodo”. Da questo punto di vista, insomma, la laicità della scienza non c’entra un tubo, proprio perché la religione non c’entra un tubo. Ricordo – ma questo è probabilmente inutile – che il “metodo scientifico” non era certo così noto ai tempi di Galileo, visto che è stato lui ad inventarlo. Quindi l'”attenersi alla ragione” della Chiesa di allora era l’attenersi alla “ragione aristotelica”, mi sa tanto.
Mi ha stupito, invece, che i fisici non si siano lamentati di un’altra citazione nell’intervento di Ratzinger. Non certo quella di von Weizsacker che “fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica”. Penso che su quello si sia tutti d’accordo: senza il cambio di paradigma dalla scienza aristotelica a quella galileiana, non si sarebbe certo arrivati alla bomba atomica, o se per questo al PC su cui leggete questo mio sproloquio. Parlo invece del pezzo che riguarda Ernst Bloch. La premessa è giusta: «il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili». Peccato che parta subito per la tangente, dicendo «Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l’affermazione dell’esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività.» La relatività non c’entra un tubo, mi spiace. Il punto è banalmente che la scienza (galileiana, non aristotelica) non può avere certezze ma solamente modelli, e si deve scegliere il modello che (oltre a fare previsioni dimostrabili, che è l’unica cosa che si sente dire in genere) è il più semplice. È chiaro che avere delle orbite ellittiche intorno al sole che sta in uno dei fuochi dell’ellisse è di gran lunga più semplice che avere epicicli di primo e secondo ordine per “aggiustare” le orbite circolari intorno alla Terra, ma questo non sarebbe stato un problema. Se non ricordo male, Bellarmino aveva cercato senza riuscirci di convincere Galileo a dire che usava il sistema eliocentrico perché era il più semplice, senza però dire che “era quello vero”; cosa che il pisano non ebbe assolutamente intenzione di fare (doveva essere una testa ben dura anche lui).
Diciamo che io mi sarei aspettato come critica a Benedetto XVI appunto questa: che parla di scienza (la parte blochiana sulla teoria della relatività) senza sapere di cosa parla, e di parlare tanto di “presupposti indimostrabili” ma poi affermare implicitamente che la Chiesa ha il modo di affermare la Verità anche su quelli prettamente scientifici (se le due teorie scientifiche geo- ed eliocentrica si basano entrambe su presupposti indimostrabili, perché si doveva affermare che quella Vera era la prima?) A parte la stupidità, almeno per come la vedo io, di una battaglia di retroguardia – crederete mica che Ratzinger creda nella Terra al centro dell’universo? – quello in effetti è un punto piuttosto pesante. Mi sa però che forse era troppo fine… stiamo parlando in fin dei conti di fisici :-P
[*] il buffo è che le due fanciulle che cito stanno dalle “parti opposte della barricata” rispetto ai due fanciulli. Queste connotazioni sessiste…

Ultimo aggiornamento: 2008-01-15 23:14