Non state a leggere la versione tagliuzzata di rep-punto-it (“aver minacciato di «cambiare Paese se uscirà una mia telefonata»”). È molto meglio leggere la frase completa, ad esempio da Adnkronos: «Io continuo a telefonare, se viene fuori una mia telefonata di un certo tipo cambio Paese. Non accetto di vivere in un Paese in cui non sia rispettata la privacy», dalla quale si capisce molto di più.
Che significa tutto questo? Innanzitutto che Berlusconi non è così stupido da parlare al telefono di cose potenzialmente di rilevanza penale (e se ci pensate su, nemmeno la famosa telefonata di Zerbino Saccà lo era, almeno dal punto di vista del PresConsMin), e quindi è inutile sperare di tirare fuori chissà quale file. Ma soprattutto che sta sfruttando al massimo il momento in cui i suoi amichetti del piddì si sono trovati intercettati e quindi sono presumibilmente felicissimi di vietare le intercettazioni (salvo in caso di Olocausto, come chiosa Spinoza). Il tutto con il favore dell’opinione pubblica, che quando sente la parola “privacy” magari non sa come pronunciarla correttamente ma rizza immediatamente le orecchie e si preoccupa più che per i mutui; tanto per dire, nelle ultime quattro ore sono arrivate a questo blog 14 persone, tutte da IP diversi, tutte che hanno fatto la ricerca “facebook privacy” da Google. Non che queste persone si lamentino dei callcenter che chiamano rigorosamente all’ora di cena, ma non si può essere sempre coerenti.
Termino dichiarandomi assolutamente d’accordo con la chiusa di Gilioli: D. Ma poniamo, per ipotesi, che le intercettazioni su Berlusconi escano: lascerebbe davvero il paese? – R.Eddai, non scherziamo.
Ultimo aggiornamento: 2008-12-28 19:24