Archivi annuali: 2007

Per chi ama cantare

Beh, anche se non ho preparato un nuovo gioco, mi sembra doveroso lasciare qualcosa a disposizione. Chi mi conosce da molti anni sa che a suo tempo avevo preparato un paio di libretti di testi-e-accordi di canzoni italiane, generalmente molto vecchie, in modo da suonarle alla chitarra: il Canzoniere di .mau., insomma.
Bene: chi riesce a saltare tutti i banner pubblicitari lo può trovare qua. Buona schitarrata a tutti!

Ultimo aggiornamento: 2007-08-02 23:19

pre-ferie

Il numero di accessi al blog si sta riducendo in maniera esponenziale: i pochi che sono rimasti al pezzo probabilmente staranno pensando ad altro, e non li posso biasimare. D’altra parte, dal 6 al 23 farò il mio solito stacco, che non è semplicemente “stare in ferie” (per i curiosi: una settimana a Marettimo e una in Norvegia, per la serie “non farsi mancare nulla”) ma è anche “non toccare il pc e soprattutto non andare su Internet”.
Però sono già in clima festaiolo, quindi non parlo del test antidroga di Casini e co. (utilità probabilmente ancora inferiore a quella delle esercitazioni antincendio programmate), né di Elton John che vuole chiudere Internet per cinque anni (è convinto, poveretto, che la gente non compri più i suoi dischi perché li scaricano tutti a sbafo). Ce la farete lo stesso?

Ultimo aggiornamento: 2007-08-02 10:49

Come far tornare i conti sui fondi pensione

Nell’attesa di trovare il tempo e la voglia di raccontarvi quello che né i sindacati né i giornali vi hanno detto sulla riforma delle pensioni (a me l’hanno detto… cicca cicca. Fistel mi ha spedito tutte le slide al riguardo) mi dedico un attimo a fare le pulci a quanto scritto dal Corsera e soprattutto da Repubblica sul “successone” dei fondi pensione. La parte più tristemente divertente è naturalmente quella del fogliaccio scalfariano, che come si sa deve per contratto fare il possibile per annunciare che al governo va tutto bene, con risultati appunto esilaranti.
Per onorare la categoria di questo post, cito uno degli ultimi paragrafi scritti da Rosaria Amato:
«Al 30 giugno risultavano iscritti ai fondi pensione negoziali 2.017.611 lavoratori dipendenti, corrispondenti al 23,6 per cento dei potenziali aderenti (12,2 milioni). Considerato che al 31 dicembre 2006 le adesioni erano ancora 1.645.546, i nuovi iscritti sono risultati appunto circa 727.000.»
Persino la calcolatrice di Windows è capace a vedere che il 23,6% di 12.200.000 è 2.879.200 e non 2.017.611, e che la differenza tra 2.017.611 e 1.645.546 è 372.065 e non “circa 727.000”. Questo è rifiuto completo davanti a qualunque cosa assomigli a un numero! (Se volete vedere i numeri giusti, andate sul Corsera)
Resta poi la parte più da pippone. Damiano è tutto felice perché si raggiunge quasi il 40% dei lavoratori che ha scelto un fondo pensione, come da previsioni governative. Però se guardiamo più attentamente scopriamo che c’è un 10-15% che ci è finito dentro per il famigerato “silenzio-assenso” (e che quando andranno in pensione mi sa tanto che li sentiremo urlare forte); e soprattutto che a fine 2006 i fondi avevano già più di due milioni di iscritti (come? non erano 1.645.546? sì, ma poi ci hanno sommato anche gli iscritti ai fondi aperti per fare buon peso). Solo che mi sa tanto che tra quei due milioni ci sono anch’io, regolarmente iscritto al Fondo Telemaco a cui l’anno scorso ho versato ben 1300 euro (e fatto versare a Telecom altri 650 che altrimenti non mi avrebbe mai dato… giusto per spiegare come mai ci sono iscritto). Quindi, anche ammesso e non concesso che non si siano messi a contare due volte i vecchi iscritti “marginali” che prima davano una piccola parte del loro TFR nel fondo e adesso lo danno tutto, resta il fatto che questi il TFR mica gliel’hanno dato, ai fondi!
La conclusione è sempre la stessa: non credete a quello che vi dicono. Fortunatamente siamo ormai arrivati al punto che non stanno nemmeno a nascondere le informazioni, tanto sono certi che nessuno si mette a fare i conti.

Ultimo aggiornamento: 2007-08-01 15:29

se vuoi avere il sito tanto web2.0

Non ho ancora ben capito cosa sia il Web2.0, però bisogna dire che con Ajax fai tante cose belle che al tempo in cui imparavo a usare HTML erano impossibili. Il problema è che sono troppo vecchio per avere voglia di impararmi javascript… così faccio il furbo e mi tengo da parte il link ad Ajax Rain, una raccolta al momento di quasi 500 applicazioni pronte per essere scopiazzat… ehm, oculatamente inserite nel proprio sito.

Ultimo aggiornamento: 2007-08-01 12:46

Giocano tra loro

Abbiamo un deputato che è stato condannato con sentenza definitiva e interdizione perpetua dai pubblici uffici – anche se qualche suo amichetto ha un concetto diverso della parola “perpetua”. Sono passati quattordici mesi, e finalmente Montecitorio ha trovato il tempo di votare per quello che sarebbe dovuto essere una semplice constatazione di impossibilità di stare in Parlamento.
Che fa allora Cesarone Previti? Pur di non essere cacciato con ignominia, si dimette lui (da “uomo innocente”, come si è autodefinito), e chiede che la votazione sia fatta con scrutinio palese – come sarebbe stato per il voto di decadenza – e non con voto segreto. Solo che Marco Boato si è opposto e quindi niente da fare.
Devo dire che temevo che ci fosse una maggioranza che avrebbe votato contro le dimissioni, pur di votare a favore dell’estromissione: questo almeno ce lo siamo risparmiato. Però resta questa sensazione che laggiù facciano tutto tra di loro, strafregandosene di noi popolo bue.

Ultimo aggiornamento: 2007-07-31 19:37

Armonia celeste e dodecafonia (libro)

[copertina] Io sono uno dei tanti (troppi?) per i quali la musica dodecafonica e postdodecafonica è assolutamente inascoltabile. Devo dire che non ci ho mai perso il sonno sopra, visto che c’è tanta di quella musica a disposizione che non mi capiterà certo di trovarmi in crisi di astinenza: Andrea Frova invece, da buon fisico, ha deciso di andare a fondo sulla cosa e ha scritto questo libro (Andrea Frova, Armonia celeste e dodecafonia, Rizzoli – BUR, ottobre 2006, pag. 360, €10.20, ISBN 978-88-17-00763-4) per decidere “scientificamente” una volta per tutte se quello contro la dodecafonia è un pregiudizio oppure ha un qualche fondamento. Il risultato è stato “è proprio vero”, riuscendo così a spaccare i lettori. Tra gli altri commenti che ho letto, non ci sono mezze misure: o viene dato il voto massimo o il minimo. Il problema è che mi pare che i voti vengano dati più che altro per partito preso, a seconda se si sia dodecafilici (sparuta minoranza) o dodecafobici. Onestamente, nel testo ci sono parti molto interessanti, come ad esempio tutta la sezione centrale che spiega come i vari strumenti emettano il loro suono e come gli inviluppi delle varie armoniche modifichino il timbro. Anche la parte finale che mostra come i nervi vengono stimolati dalle onde sonore non è male. Però le settanta pagine del primo capitolo “Ascesa, trasfigurazione e morte dell’armonia tonale” sono un panegirico a volte persino imbarazzante di com’è bella l’armonia classica, com’è buona l’armonia classica, che perfino i neanderthaliani conoscevano l’armonia classica, che la musica delle altre culture sia così piatta in confronto all’armonia classica, e via discorrendo. (Su quest’ultimo punto devo ammettere che quando a Kobe ascoltai della musica tradizionale giapponese la trovai molto noiosa, tranne l’ultimo pezzo; il mio collega giapponese mi spiegò che quello era stato “contaminato” dall’armonia occidentale). Alla fine, insomma, il libro mi sembra quasi essere un pamphlet, intendiamoci scritto molto bene, ma che non smuoverà di un centimetro le certezze di nessuno.

Ultimo aggiornamento: 2019-12-11 11:15

Strane interazioni

A casa abbiamo due compatti mid-fi (chiamarli hi-fi non è proprio il caso, ma lo-fi sarebbe ingiusto) identici della Hitachi. Sono identici non perché noi siamo seguaci del warholismo, ma perché – chiaro esempio di due persone fatte l’uno per l’altra – Anna e io prima di conoscerci ci eravamo comprati lo stesso modello. Dopo cinque anni i due apparecchi cominciano ad avere qualche magagna: a quello che sta al piano di sopra non si accende più il led spia dello stand-by (amen, si risparmia persino corrente), mentre a quello che sta sotto si è scassato il motorino per sollevare il coperchio del lettore CD (e qui c’è un po’ più di fatica da fare, visto che lo devi sollevare a mano).
Il problema è che da qualche tempo a questa parte ogni tanto questo secondo stereo si blocca, più o meno come un PC. Diventa impossibile accenderlo, non solo da telecomando ma anche direttamente col pulsantone: però la corrente gli arriva regolarmente, perché la spia funziona (è l’apparecchio di sotto, non quello di sopra!) Fin qua nulla di così strano, l’unica cosa da capire è se costa di più comprarsene uno nuovo o farlo riparare. Quello che però è strano è che ho trovato un sistema molto empirico per fare l’equivalente logico di un ctl-alt-del, e questo consiste nell’aprire e chiudere un paio di volte il coperchio del CD, ovviamente il tutto a mano visto che anche se funzionasse il motorino non gli arriverebbe corrente. Ora io mi chiedo: perché mai una cosa puramente meccanica dovrebbe bloccare tutta la parte elettrica?

Ultimo aggiornamento: 2007-07-31 15:52

Il cinema si rinnova

In ventiquattr’ore sono morti Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni. Mario Monicelli e Dino Risi sono lì a toccarsi.

Ultimo aggiornamento: 2007-07-31 11:15