Archivi annuali: 2007

frattinizziamoci!

La scorsa settimana, Franco Frattini, commissario europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza (insomma, la nostra seconda scelta dopo che hanno trombato Buttiglione…) ha fatto una proposta (l’intervista è in inglese, mi spiace) per costringere gli internet provider a bloccare le pagine web con parole pericolose, tipo “bomba”, “uccidere”, “genocidio” e “terrorismo”. Non ne ho parlato perché, pur vedendo degli interessanti corollari – se allargassimo alla televisione la censura, finalmente potremmo liberarci di Porta a Porta – ritengo che è meglio non dare pubblicità alla cosa. (Ben diverso sarà se e quando la proposta arriverà all’europarlamento, claro)
Però non posso esimermi dal segnalare questo script: se cliccate sul link, vedrete che le parole “cattive” sono automaticamente pecettate. Il tutto per mezzo di un simpatico codice Javascript che potete installare sul vostro sito e personalizzare a piacere. Ah, la teNNologia.
(via Mantellini)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-21 10:34

Spam sensitivo

Stamattina mi sono trovato un messaggio di spam intitolato “Sex after 44 is not a dream”?

Ultimo aggiornamento: 2007-09-21 09:18

multiculturalità

ramadan Ugo mi ha mandato questa pubblicità apparsa ieri su Leggo (edizione di Torino, ma credo anche nelle altre). Non oso chiedermi quanto costi fare un bonifico all’estero con questi tipi (ma anche con gli altri, intendiamoci), né mi metto a guardare se effettivamente la tariffa telefonica offerta sia così conveniente. La cosa davvero interessante è che alla WU hanno pensato di usare il Ramadan per pubblicizzare la loro offerta: d’accordo che il loro target è composto da stranieri e immagino ci siano molti musulmani, ma che io sappia è una novità. Poi mi chiedo come mai l’offerta sia sfalsata di un giorno rispetto al Ramadan, ma forse non si può pretendere troppo dai pubblicitari :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-20 16:07

_Mathematical Miniatures_ (libro)

[copertina] Risolvere i problemi matematici che vengono dati alle varie competizioni non è facile. Non tanto perché “sono matematici”, come qualche malfidente che odia la matematica potrebbe pensare, ma perché “sono matematici”, nel senso che non esiste un metodo standard per risolverli, o altrimenti un vero matematico non si divertirebbe a farli. Questo libro (Svetoslav Savchev e Titu Andreescu, Mathematical Miniatures, MAA 2003, pag. 223, $34, ISBN 9780883856451) contiene una cinquantina di questi problemi, tutti commentati con una spiegazione di quali possono essere le linee di attacco per risolverli. Beh, quasi tutti: ogni cinque problemi c’è infatti il “coffee break”, con problemini da risolvere al volo (ma state tranquilli, c’è la soluzione anche di questi!). Devo dire che metà dei problemi non mi sono piaciuti molto, ma all’interno ci sono delle vere gemme. Inutile poi dire che questo libro è consigliato solo ai pochi pazzi che si divertono con queste cose, non è certo per le masse!

Ultimo aggiornamento: 2007-09-20 12:17

Mica è sempre colpa del papa!

Oggi è mercoledì, e Benedetto XVI ha tenuto come tutti i mercoledì un’udienza generale a San Pietro. Venerdì scorso era san Giovanni Crisostomo, e quindi presumo abbia deciso di parlare di quel santo. Essendo uno che ha studiato, ha raccontato delle sue omelie – Crisostomo significa “bocca d’oro” – evitando di parlare di quelle antisemite, e soffermandosi su quelle durante la “rivolta delle statue”, quando il popolo cominciò a buttare giù le statue dell’imperatore d’Oriente perché aveva imposto nuove tasse; si ferma un attimo, e dice a braccio «Si vede che alcune cose nella storia non cambiano…».
Bene: da questa frase al giornale di Radio Popolare sono riusciti a tirare fuori un pippone per “interferenza nella politica italiana”. Onestamente, non mi sembrava proprio il caso, e non credo proprio che il papa pensasse a chissà quale modo di fare breccia sui nostri politici. Ma se proprio avessero voluto lamentarsi di qualcosa, avrebbero potuto piuttosto fare notare che una battuta da macchinetta del caffè ha avuto ampia risonanza su Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, Messaggero. (Il Sole-24 ore no, a quanto pare). Resto dell’idea che in molti casi la pubblicità te la fanno gli altri, e il problema è appunto quello.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-19 20:16

zanzare autunnali

Inizia a fare freddo, almeno al mattino quando prendo la simpativa bicicletta per andarmene in ufficio. Il quale ufficio, però, è molto più caldo, anche perché il mio collega continua ad eliminare l’aria condizionata: è in estrema minoranza, ma essendo lui quello vicino al termostato può fare il bello e cattivo tempo :-)
Il risultato pratico di quest’isola di calore è che continuo a trovarmi delle zanzare che svolazzano tranquillamente in orario di ufficio, probabilmente felici di non dovere congelare. L’unico vantaggio, anche se molto relativo, è che sono abbastanza rincoglionite: non riesco ancora ad ammazzarle prendendole al volo con una sola mano, ma generalmente battendo le palme una contro l’altra ottengo degli ottimi risultati :-) Resta solo il tremendo pensiero di passare tutto l’inverno a fare battimani.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-19 17:57

Si fa presto a dire media – parte 1

(come sempre, correzioni e suggerimenti sono i benvenuti)
Calcolare qual è la media di un insieme si direbbe un’operazione abbastanza tranquilla, e che non dovrebbe dare problemi di sorta: in fin dei conti, si sente parlare persino sui giornali di medie qua, medie là, e così via… Beh, è vero che non ci sono chissà quali concetti complicati dietro di essa, però è anche vero che non sempre la media per così dire naïf è la cosa che vorremmo davvero sapere; e quindi possiamo essere tranquillamente fregati da chi sa giocare con i numeri. Ecco dunque un po’ di informazioni che potranno aiutarvi a districarvi in mezzo alla media!
Innanzitutto, qual è il significato per così dire “filosofico” della media? È un valore che viene tirato fuori a partire da insieme di valori distinti. In genere questi valori sono monodimensionali: li possiamo insomma mettere in riga, come ad esempio le altezze dei ragazzi in una classe, simularli con tante barrette verticali e tirare fuori il nostro numerino. Non è detto che si possano fare proprio sempre delle barrette: se ad esempio calcoliamo la velocità media di un viaggio, abbiamo infiniti istanti di tempo su cui fare la media, e così sfruttiamo il trucco di usare spazio e tempo complessivi che sono stati percorsi invece che la velocità istantanea. Però avremmo potuto anche misurare la velocità ogni secondo e ritornare a vedere le nostre barrette. Esiste anche una media calcolata su dati multidimensionali. Un esempio non è tanto l’altezza media del territorio di una nazione (possiamo suddividerla in tanti pezzetti quadrati della stessa dimensione, e poi mettere i quadratini in fila invece che sparsi per il territorio), quanto il punto medio di una scarica di pallini contro un bersaglio.
media, mediana e modaIn tutti i casi, però, capita una cosa molto importante: si perde informazione. Non c’è nulla di male, intendiamoci: la ragione principale per prendere la media è proprio il fatto che non riusciamo oppure non vogliamo gestire troppa informazione, e ci accontentiamo di una specie di Bignami. La cosa a cui dobbiamo stare attenti, però, è che non esiste il metodo giusto per prendere un unico valore, come vedremo tra poco.
Chi fa statistica, in effetti, distingue ben tre tipi di media (in inglese, “average”); non è un loro vezzo, ma una necessità. Parleranno pertanto di media, mediana e moda: in inglese, i nomi sono rispettivamente mean, median e mode. La media è quella che tutti noi ci si aspetta, vale a dire la media aritmetica: si fa la somma dei elementi tra cui fare la media, si divide il risultato per il numero degli elementi stessi, e quello che esce fuori è la media. La mediana si calcola invece mettendo in fila tutti gli elementi, e prendendo il valore di quello di mezzo; se il numero di elementi presenti è pari, e quindi non c’è “quello di mezzo”, si prendono i due “più di mezzo” e si fa la loro media aritmetica. Resta infine la moda, detta anche norma, che è la meno intuitiva; eppure il suo significato è logico. Quando si dice che una cosa è “di moda”? Quando la usano tutti. Allo stesso modo, la moda di un gruppo di elementi è il valore che capita più spesso. Nel caso ci siano due o più valori con lo stesso numero di occorrenze, generalmente si dice che la moda non è definita; d’altra parte, se esiste, è sicuramente un valore tra quelli osservati, mentre la media non è detto lo sia e la mediana lo è sicuramente solo nel caso di un numero dispari di elementi in totale. Tanto per aggiungere un disegnino, nella figura di destra ho preso alcuni numeri (1, 1, 1, 2, 3, 4, 6, 12 e 15), li ho messi in fila belli ordinati, e ho indicato quali sono la loro media, mediana e moda.
Così a pelle ci si potrebbe chiedere che senso hanno mediana e moda, che possono essere ben lontane da quella che naturalmente associamo alla media, come possiamo ad esempio vedere nella figura qua a fianco, dove la moda è addirittura uno dei valori estremi della nostra distribuzione. Il punto è che ci sono alcuni tipi di misurazioni che conducono in maniera naturale a questi valori, solo che non ci facciamo mai caso.
Ad esempio, quando si vuole sapere se un bambino è più grande o più piccolo della media, non si guarda l’altezza media dei bambini ma si piglia la mediana, per due ottime ragioni: la prima è che i dati troppo lontani dalla norma vengono automaticamente resi irrilevanti, la seconda è che interessa appunto sapere quanti bambini sono più alti o più bassi (oppure più o meno pesanti). Addirittura il concetto di mediana si espande: perché limitarsi a dividere il nostro campione in due sole parti? Abbiamo così i
quartili (si divide il nostro gruppo in quattro parti), i decili (la divisione è in dieci parti), o i percentili (cento parti). Quindi se ti dicono che il tuo test è risultato nel novantasettesimo percentile, magari hai sbagliato metà delle domande e non puoi sapere cosa hanno fatto gli altri: però sai che solo il 3% ha fatto meglio di te, di poco o di tanto che sia.
Per la moda, pensate a quando vi dicono “il vostro biglietto è stato sorteggiato alla lotteria di Tu-campa-cavallo-al-colle. Ci sono dieci premi: uno di 10000 euro e nove di 1 euro”. Ora, è vero che la vostra vincita media è leggermente superiore ai 1000 euro; ma credo sarete d’accordo con me quando affermo che quello che potete aspettarvi è di avere vinto un euro, cioè la moda dei valori dei premi. Insomma, la moda ti serve quando non ti interessa un dato prettamente teorico come la media, ma vuoi sapere cosa ti puoi statisticamente aspettare per davvero. È roba per la gente coi piedi ben piantati in terra!
(nella prossima parte, racconterò di altri tipi di media: geometrica, armonica, mobile e pesata… Chissà se parlerò mai di cose turpi tipo varianza e skew che sono le damigelle d’onore della media!)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-19 15:33

telecamere cromatiche

Leggevo sul sito ATM del loro Piano d’Impresa 2008-2010. A parte lo scoprire che per ATM il tempo di attesa previsto alla fermata è attualmente rispettato due volte su tre (facendo un po’ di conti, quando i bus arrivano a coppie avremmo già che una volta su due i tempi sono rispettati…) e che si vogliono eliminare il 70% dei tram “lunghi” dal centro città per utilizzarli sulle tratte dei pendolari e la loro sostituzione con nuovi tram da 26 metri (non che 26 metri siano pochi, ma soprattutto dove li fanno girare questi tram, visto che praticamente tutte le linee tranviarie milanesi passano per il centro tranne il 5 e il 7?) la chicca sta in questa frase:
Entreranno in funzione 2.500 nuove telecamere cromatiche nelle stazioni metropolitane M1 e M2 con una copertura del 100% dell’area.»
Io le telecamere le ho viste in bianco e nero (tanti anni fa…) e a colori, ma cromatiche proprio no. Al limite “cromate”, anche se non ne vedrei l’utilità pratica. Ma forse ho capito. Il De Mauro, alla voce “cromatico”, dà due definizioni. La prima è “relativo al colore”, che converrete con me non abbia molto senso in questo contesto – una telecamera non può essere “relativa” al colore, no?. La seconda è invece in campo muicale: “che procede per intervalli di semitoni”. Adesso è tutto chiaro. La telecamera è intelligente, si accorge di qualcosa che non va, ed emette una serie di suoni; ma questi suoni non sono continui come nel caso di una sirena, bensì discreti, sotto forma di una scala cromatica. L’unico dubbio è: scala cromatica ascendente o discendente?

Ultimo aggiornamento: 2007-09-19 11:36