Da md, una simpatica vignetta. Beh, simpatica non so, sicuramente evocativa.
Ultimo aggiornamento: 2006-05-03 10:26
Ieri sera prendo il 15 per tornare a casa: timbro il biglietto, lo guardo, e noto che l’ora indicata è le 16:50. Mi viene un dubbio: sono forse uscito un’ora prima? No, controllo il mio orologio e deduco che è la macchinetta ad essere indietro di un’ora. Visto che tanto il tram è fermo al capolinea, avviso il conducente, che mi dice che non ci può fare nulla, visto che tutte le timbratrici hanno l’ora settata da remoto (mah), e di avvisare eventualmente il controllore che ti fermasse poi in metropolitana… tanto c’è il numero della macchinetta. Per fortuna non ho dovuto mettermi a perdere tempo a discutere a una controllo.
La cosa più interessante, almeno da un punto di vista sociologico, è però un’altra. Ho fatto più di venti minuti di viaggio, ed ero seduto proprio davanti alla macchinetta incriminata, dove avrà timbrato una dozzina di persone. Nessuno si è accorto della cosa, nonostante alcuni avessero dato un’occhiata al biglietto timbrato. L’orologio era ancora indietro, perché ho visto uno di questi biglietti prima che la tipa lo riponesse in borsa, e l’ora era appunto quella vecchia. Comincio a pensare di essere parecchio più strano della media.
Ultimo aggiornamento: 2006-05-03 10:21
Oggi L’Unità ha fatto un restyling del sito. Da dove arriva la pubblicità? Da http://adv.ilsole24ore.it.
Ultimo aggiornamento: 2006-05-01 23:20
Non ce l’hanno proprio fatta, a La Stampa. Ci avevano tentato, anni fa, a rinominare il supplemento del sabato TTL, che doveva stare per “Tuttolibri e Tempo Libero”, eliminando persino la L di Libri dall’acronimo. Ma poi si sono accorti che tutti continuavano a chiamarlo con il vecchio nome, persino dentro il giornale: così da oggi torna ad essere il buon vecchio Tuttolibri, e gli articoli dell’ottimo Edoardo Raspelli, così come quelli sui viaggi, sono stati aboliti e finiranno nel giornale vero e proprio… di giovedì, il che porterà sicuramente a una serie di discussioni tra me e Anna per la mia ostinazione nel comprare la Busiarda ogni sabato, pur senza più sapere dove Edo è andato a mangiare.
Parlerò del restyling del supplemento la prossima settimana, visto che oggi c’è un numero speciale sulla Fiera del Libro della settimana prossima.
Ultimo aggiornamento: 2006-04-29 20:16
Alessandro Longo ci fa sapere su Repubblica (sempre sulla notizia) che Assoprovider ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro l’obbligo per i provider di bloccare l’accesso ai siti di scommesse che non hanno pagato il pizzo, pardon l’autorizzazione, all’Azienda Autonoma Monopoli di Stato. Per la cronaca, Assoprovider è l’associazione dei “piccoli” provider, a differenza di AIIP che è quella dei “grandi”. Avevo già parlato del blocco e di quello che penso della cosa. Ciò detto, vorrei però fare notare che parlare di “blocco dell’IP”, come fa Longo, è assolutamente fuorviante. Quello che viene bloccato è il DNS (quindi il nome con cui il sito è noto, non il numero d’indirizzo, che è appunto l’IP). Se proprio vogliamo essere pignoli, il DNS viene modificato in modo che sostituisca all’indirizzo IP corrispondente al sito “cattivo” quello corrispondente all’avviso di blocco; un po’ come se il postino verificasse la città dove è spedita una lettera, e decidesse di cambiare il CAP di quelle dove il sindaco è della Lega mettendo al suo posto quello del Quirinale. E infatti, l'”espediente tecnico” accennato nell’articolo consiste semplicemente nel fare in modo che il nostro PC dica al server “no, non preoccuparti di dirmi qual è l’indirizzo di quel sito: faccio io”.
Il fatto è che invece che scrivere “blocco IP” bastava dire “blocco sui nomi dei siti di scommesse”, quindi il termine usato non è una semplificazione necessaria ma proprio un errore. Sarà stato forse fatto apposta perché l’ignaro lettore non avesse la più pallida idea di cosa è stato davvero fatto, sia mai che riuscisse ad aggirare il blocco?
Ultimo aggiornamento: 2006-04-28 22:13