Archivi annuali: 2006

scala mobile: la risposta ATM

Ricordate il mio post sulla scala mobile di piazza Abbiategrasso? Dopo dieci giorni, stamattina mi è arrivata la risposta, che cito integralmente.
Gentile Signore,
ci scusiamo innanzitutto per i disagi evidenziati.
La informiamo che abbiamo provveduto ad inoltrare la sua segnalazione al settore competente per l'opportuna conoscenza.
Le ricordiamo comunque che alcuni fermi sono giustificati da interventi di ricambio di alcuni pezzi per questioni legate alla sicurezza.
Distinti saluti.

Mi chiedo quanti pezzi ci siano in una scala mobile, visti i continui fermi: però sono lieto di avvisare i miei ventitré lettori che nell’ultima settimana ho sempre trovato la scala mobile funzionante. Non sono così presuntuoso da immaginare che ci sia una relazione diretta con la mia lettera, però :-)

Ultimo aggiornamento: 2006-11-06 11:55

dai giornali di oggi

Leggo stamattina sfida il suo lettore tipo, verificando se è sveglio nonostante il lunedì mattina generalmente obnubili più del solito i neuroni. L’articolo a pagina 19 e quello a pagina 21, sulla partita Napoli-Juventus, sono infatti dello stesso autore, e i primi due paragrafi sono identici: l’unica differenza sta nella formattazione. Forse ancora piu stupefacente è vedere come poi il testo diverga: sembrerebbe quasi che Davide Molteni avesse scritto e spedito l’articolo, ma poi un fulmine avesse lasciato smemorato lui e scassato Word, che gli aveva così ripresentato l’ultimo salvataggio. Il codicedavinci™ gli fa un baffo, a quelli di Leggo!
Per il resto, oggi non trovo molto da segnalare dalla stampa gratuita, se non la misura adottata da Indian Airlines per ridurre il costo dei suoi voli. Per ridurre il peso totale a bordo, infatti, sono state licenziate le hostess che pesano più di sessantatré chili. È vero che, come fa notare l’Observer, non è che le donne indiane abbiano una struttura corporea simile a quella delle top model occidentali; ma è anche vero che non mi pare siano delle stangone. Ci saranno state hostess stile Derelitta Catozzo, un metro e quaranta per centoquaranta chili?
Termino con la pubblicità della “residenza Arcimboldi”, nuovo palazzone in Bicocca prospiciente all’omonimo teatro e con “ottimi collegamenti con la linea della Metropolitana”. La traduzione per i non milanesi della sibillina frase: a un paio di minuti da casa c’è una fermata dove ogni dieci minuti passa un simpatico tram che in un quarto d’ora ti porta alla fermata della Gialla. Altrimenti puoi prendere lo stesso simpatico tram in direzione opposta per soli cinque minuti, fartene dieci a piedi, e arrivare a una fermata della Rossa. Ottimo, no?

Ultimo aggiornamento: 2006-11-06 09:50

Fascisti su Marte (film)

Lunedì sera siamo stati al cinematografo per vedere sul grande schermo l’ardimentosa impresa del manipolo di camicie nere guidate dal gerarca Barbagli, che hanno conquistato il pianeta rosso per il nostro Duce e il nostro Re.
Dopo i cinegiornali apparsi ne Il caso Scrafoglia Guzzanti ha scelto di espandere la storia fino ad arrivare a un lungometraggio. Il guaio è che non c’era sufficiente materiale, e così la seconda parte del film si trascina piuttosto stancamente: un vero peccato, perché la prima ora è semplicemente strepitosa, con una serie di trovate che fanno piegare in due dalle risa: mitico il conto alla rovescia per la partenza del razzo littorio. Lo stile “cinegiornale” con lo stentoreo speaker… pardon, annunciatore e le immagini virate aggiunge fascino al tutto. Buona visione…

Ultimo aggiornamento: 2006-11-04 11:41

Discesa?

Me ne ero praticamente scordato, fino a quando qualcuna mi ha costretto a ricordarmelo. Oggi (beh, per amor di precisione sarebbe domani, ma anagraficamente è stato ieri… insomma facciamo la media e teniamoci oggi) sono vent’anni che lavoro. Questo significa che – nell’ipotesi temo irreale che le regole pensionistiche non cambino più di tanto – ho passato il crinale della metà della mia vita lavorativa, e quindi sono “in discesa” come da titolo.
Vabbè, mi lasciate essere ottimista una volta ogni tanto?

Ultimo aggiornamento: 2006-11-02 11:41

l’importanza del motore di ricerca

Tra martedì e ieri mi sono arrivati tre commenti a questo mio vecchio post. In genere non me ne accorgo perché dopo una settimana blocco ulteriori commenti, ma in questo periodo li lascio un po’ più a lungo e quindi è possibile che qualcuno scriva ancora.
Mi sono chiesto come mai questo improvviso riflusso: d’accordo che il bollo auto è sempre un argomento di moda, ma perché così di colpo? Sono così andato a vedere i log del sito, e ho scoperto che in questi due giorni ho avuto una cinquantina di hit su quel post tutti arrivati da motori di ricerca, google in primis ma non solo, con una serie di chiavi assolutamente variegate. Quello che vedo in tutto ciò sono due cose. Un blog è sicuramente sopravvalutato in una ricerca: mi sa tanto che le pagine degli archivi mensili aiutano parecchio a risalire nelle ricerche, oltre naturalmente a tutti i link tra un blog e gli altri blog che per l’algoritmo googliano significano importanza. Inoltre è ovvio che la gente vuole parlare e dire la sua – e questo lo so bene, visto che il mio blog serve proprio a questo – senza però stare a sentire gli altri: che senso ha “rispondere” a cose scritte due settimane fa, che probabilmente non leggerà nessuno?
Già che sono qui, un veloce aggiornamento in stile “povera matematica” sull’ultima diatriba, con Padoa Schioppa che afferma che la versione del 31 ottobre del bollo auto impatterà solo sull’8% degli automobilisti e l’ABUSDEF che ribatte che più del 90% avrà un aggravio di spesa. Chi ha ragione? entrambi. Il ministro infatti ha affermato che rispetto al decreto che era già in vigore saranno relativamente in pochi a pagare di più, mentre l’associazione consumatori fa notare che rispetto all’anno scorso tutti quelli che non hanno un’euro4 di potenza inferiore ai 100 kW pagheranno di più. Come sempre, se proprio vuoi mentire basta che recuperi la statistica giusta…

Ultimo aggiornamento: 2006-11-02 10:57

spam sgrammaticato

Ultimamente mi stanno arrivando spam del tipo (traduco dall’inglese) “ciao, sono una venticinquenne, sto scrivendo da un internet cafe. Tra un paio di settimane sono nella tua città, perché non ci vediamo? non scrivere a questo indirizzo che non è il mio, ma a qualcosa@directmailchat.info”.
Il sito corrispondente a quell’indirizzo è uno dei soliti che ti vendono pilloline azzurre e psicofarmaci, e non vale nemmeno la pena di parlarne troppo: la parte più interessante è che le mail in questione sono assai sgrammaticate e piene di errori di battitura. Il “vantaggio” (da parte dello spammatore) è che in questo modo le verifiche antispam falliscono miserevolmente, e quindi il messaggio viene probabilmente visualizzato e non finisce nel cestino.

Ultimo aggiornamento: 2006-11-01 23:18