Anna e io possediamo un’unica automobile: un’Alfa 147 presa a marzo 2003. Non è che la usiamo molto, anche se a volte ci capita di fare delle lunghe tirate autostradali per le vacanze: insomma, in due anni e mezzo abbiamo fatto 28.600 chilometri, senza nessun incidente o problemi strani, a parte la spia dell’airbag che quest’estate si è accesa più o meno senza motivo, per poi spegnersi dopo un’accurata pulizia.
Un mese e mezzo fa mi sono accorto che perdeva molto olio: era più o meno il momento del tagliando, così l’abbiamo portata in officina dove ci hanno detto che c’era il filtro dell’olio scassato. Vabbè, nessun problema. Ma la settimana scorsa Anna mi dice “guarda che mi pare che stia ancora perdendo olio!” Io dico che è impossibile, ma effettivamente ci sono delle macchioline. Ieri mattina, sfruttando il fatto che ero in ferie, siamo tornati in officina. L’accettatore guarda il motore, e dice “sì, qua si vede bene la perdita, ma non c’entra nulla con il filtro. Oggi guardiamo e poi le sappiamo dire”.
Ieri pomeriggio presto telefona, e dice “beh, i casi sono due: se le va bene, è la coppa dell’olio che si è spaccata: 700 euro (più IVA, immagino)”. A fine pomeriggio ritelefona e fa “no, non le è andata bene. L’albero motore è andato fuori dai cuscinetti e quindi ha spaccato qualcosa”.
A questo punto la situazione si fa difficile. Decidiamo di passare stamattina presto a parlare a voce e capirne qualcosa in più. Andiamo entrambi non certo perché io ne capisca qualcosa di più di Anna o perché sia più bravo a discutere – anzi è il contrario – ma perché Anna mi fa notare come su queste cose i meccanici tendano a considerare le donne come esseri subnormali, mentre quando c’è l'”uomo” spiegano di più.
Arriviamo, e il capofficina ci spiega che i cuscinetti laterali che tengono in posizione l’albero motore sono partiti (nel senso di altamente usurati), quindi l’albero ha iniziato ad avere un gioco tipo di un centimetro e quindi ha spaccato in giro. Risultato pratico, occorre cambiare il motore: tra pezzi e manodopera, 4200 euro circa. Ovviamente, tutto fuori garanzia.
Io e Anna ci guardiamo, e chiediamo come diavolo sia possibile una cosa del genere, su una macchina che non è certo stata così tanto usata né maltrattata. Ah, non si sa. È un po’ come quando casca un aereo, fa il tipo: vorremmo vedere ripeterglielo ai parenti delle vittime. Non si può invocare il difetto di costruzione, diciamo noi? Forse sì, è la risposta, ma dovete chiamare voi il servizio clienti Alfa Romeo: noi possiamo anche dirlo all’ispettore, ma lui risponderà semplicemente che la garanzia è terminata, ed è un problema del cliente. (L’officina è parte integrante di un concessionario Alfa, se qualcuno se lo stesse chiedendo… ma conoscendo le realtà aziendali, posso anche immaginare che sia così).
Mentre io vado in ufficio, Anna inizia la trafila. Innanzitutto il servizio clienti risponde a un numero 199, che non solo non è verde, ma è anche fuori dai contratti telefonici flat. Inoltre la linea è così pessima che deve rifare il numero tre volte. Alla fine il risultato della telefonata è stato che bisogna sapere chi ha detto che c’è un difetto di fabbricazione – e qua c’è ovviamente il primo scaricabarile, perché non credo proprio che il capofficina abbia il coraggio di affermarlo ufficialmente, visto che abbiamo fatto fatica ad avere scritte due righe con la semplice spiegazione di cosa non c’era. E notare che gli ho anche detto che non ci importava fossero firmate o cosa, visto che ci servivano semplicemente per sapere cosa dire al servizio clienti. Poi ci vuole l’ispettore che venga a ispezionare, e fin qui nulla di strano: peccato però che alla domanda di Anna “posso essere presente anch’io quando c’è l’ispettore?” la risposta sia stata “deve chiederlo al meccanico”, il quale aveva detto esattamente l’opposto. Infine la chicca: per vedere se effettivamente è un difetto di fabbricazione occorre una perizia, che costa tra i 5 e i 10000 euro. D’altra parte, non è che riesca a vedere tante possibilità. O c’è stato un cuscinetto fallato che quindi è partito per primo aumentando le vibrazioni di tutto il resto, e questo lo si può vedere facilmente; oppure, ed è quello che immagino io, l’albero motore è stato montato male fin dall’inizio.
In questo momento siamo fermi in attesa dell’ispettore; consiglio di non andare troppo vicino ad Anna (e nemmeno a me, se è per questo). Vi terrò aggiornati sull’evoluzione della situazione: fortuna che la mia bicicletta funziona ancora :-)
nota: segue qua.
Ultimo aggiornamento: 2005-11-17 13:08