Questa settimana si è parlato tanto dell’aborto, con tutta una serie di iniziative proposte da varie parti politiche: Casini fa partire un’indagine conoscitiva sull’applicazione della legge, mentre dall’altra sponda politica DS e Margherita propongono un emendamento alla finanziaria che, invece che elargire il bonus ai figli nati, dia una certa (piccola) somma alle donne in gravidanza che non lavorino. Taciamo su Ruini.
Ora, è chiaro che la proposta di Casini è semplice pubblicità, per l’ottima ragione che non c’è tempo di fare nulla; d’altra parte, mettere dei volontari antiabortisti nei consultori servirebbe semplicemente ad aiutare ad applicare la legge, che – come come potete vedere voi stessi, prevede già la cosa. Diciamo che sarebbe molto simpatico che ci fossero anche dei volontari a fornire gratuitamente preservativi – come indicato implicitamente dall’articolo 15 e se si vuole anche dall’articolo 1 quando dice che lo Stato promuove anche “altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”. Tra l’altro credo che il costo finale sarebbe minore.
Ma a parte questo, la cosa che non ho capito è la preclusione assoluta alla proposta Turco-Bindi. E non lo capisco per una ragione che più banale non si può: libertà. Esattamente come conosco molte donne che dicono “io non abortirei mai, ma sono contenta che ci sia la possibilità per altre donne di abortire se ne hanno la necessità”, chi siamo noi per decidere che a una persona basterebbero quei pochi soldi per riuscire a portare avanti la gravidanza? Non sarebbe comunque obbligata a farlo, e questo è quello che per quanto mi riguarda conta.
Ultimo aggiornamento: 2005-12-04 23:12