Inizio subito con una doverosa precisazione: anche se Carlo Rovelli è un fisico, questo libriccino (Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi 2014, pag. 80, € 10, ISBN 978-8845929250) è pensato per chi di fisica – intesa nel senso moderno – proprio non ne vuole sentire parlare. C’è solo una formula, piazzata lì a metà, ma è chiaro che è stata messa così per bellezza: non viene spiegata, e potete tranquillamente saltarla (io l’ho saltata). Lo scopo di Rovelli è di fare “fisica umanistica”; più che spiegare come oggi noi – nel senso degli scienziati – pensiamo che funzionino le cose, parla della meravglia che si scopre nel vedere come man mano il disegno – intelligente o meno che esso sia – della natura si è disvelato. L’idea secondo me è riuscita bene: naturalmente bisogna aver chiaro sin dall’inizio qual è il pubblico a cui Rovelli si rivolge, altrimenti uno si lamenta perché “di fisica non ce n’è”.
Gli ultimi due capitoli sono indubbiamente più filosofici: Rovelli si rivela uno spinoziano (giusto sostituendo alla parola “Dio” che comunque in Spinoza è un concetto ben diverso da quello teista il termine “informazione”) e fa una predizione molto negativa sul futuro dell’umanità. Secondo me il libro è insomma adatto a tutti coloro che vogliono capire, più che sapere, qualcosa di più.
incurante dei tuoi avvertimenti l’ho comprato e ne sono un po’ deluso. è divulgazione sicuramente ben fatta, ma piú accessibile anche solo di un qualsiasi articolo su le scienze: se questo sia un complimento o meno dipende ovviamente dalle conoscenze pregresse del lettore. io non ho imparato niente di nuovo; ho però imparato come rovelli vede la fisica moderna: soprattutto gli ultimi due capitoli danno un’immagine fortemente soggettiva (del soggetto rovelli) delle conoscenze attuali. per 10 euro forse è un po’ poco.
aggiungo che la gravità quantistica a loop al momento non è universalmente considerata *la* teoria che prometterà di unificare modello standard e relatività generale: presentare il relativo capitolo come un manifesto “politico” sarebbe stato un atto di correttezza, visto che rovelli è uno degli esponenti piú famosi di quella teoria.
@delio: questo mi mancava, ma tanto non credo che ci siano attualmente teorie che permettano la Grande Unificazione, quindi la cosa non mi ha toccato molto (e non penso la maggior parte dei lettori se ne sia accorta…)