Chi lo vuole, lo trova a partire da qui.
rientro al lavoro
mi correggo
La rassegna stampa di oggi mi ha spiegato che al tempo Fassino era ancora sottosegretario agli Esteri con delega per i Balcani, quindi il senso di citarlo c’è. Almeno quello.
Cos’altro posso sentenziare? Beh, varie cosette.
(a) Igor Marini, in perfetto stile cavalieristico, parla parla parla ma solo alla commissione di inchiesta, mentre ha annunciato che non dirà una parola a quei cattivoni di giudici che lo stanno ingiustamente inquisendo.
(b) Fassino si è incazzato di brutto, e adesso andrà giù ben pesante, da buon piemontese: e farà dei passi falsi.
(c) È ragionevolmente certo che il governo sapesse dell’acquisto della quota di Telekom Serbija, mi preoccuperei del contrario. Mi domando cosa sarebbe successo se avessero voluto bloccare il contratto: secondo me ci sarebbe stata una levata di scudi incredibile.
(d) È possibile che ci siano state delle tangenti, o se preferite dirla in altro modo, che qualcuno abbia avuto la sua bella convenienza nell’affare. Non è detto che siano dei politici.
(e) Quanto ha perso Telecom Italia nelle altre operazioni di Colaninno?
Fassino, Marini e burattinai
sono tornato
il catalogo dell'ACME
post scriptum: grazie a Massimo Morelli, ho potuto trovare il catalogo dell’ACME.
Chiuso per ferie
Sabato io e Anna partiamo per le ferie: due settimane a Creta. Può darsi che scriva ancora qualche notiziola domani, ma poi avrò due settimane di distacco totale dalla rete. Ergo, non troverete nulla di nuovo.
Però al ritorno spero di travasare un po’ di impressioni che ho avuto, tutte messe magicamente al giorno corretto: insomma, il diario verrà magicamente aggiornato.
State buoni, se potete.
Sotto i cieli di Rino (disco)
Oggi dopo pranzo io e i due colleghi superstiti abbiamo girellato un po’ per MediaWorld e mi sono deciso a comprare il disco in ricordo di Rino Gaetano.
Una precisazione: io non sono un fan della prima ora, ma una dozzina di anni fa mi ero comperato una sua raccolta, in quel magico momento in cui le case discografiche avevano iniziato a mettere giù in CD i brani dei loro vecchi archivi, e li vendevano a poco prezzo. Poi si sono accorti che quelli erano i dischi più acquistati, e subito si sono affrettate a fare i “repackaging” che sono in pratica un modo per aumentare i loro guadagni.
Ciò detto, com’è questo disco? La confezione non è il massimo, niente note di copertina, né testi delle canzoni. Avranno detto che per 10.90 € non si può pretendere troppo. La scelta dei brani, a parte i successi, è abbastanza ampia: c’era parecchia roba che non conoscevo. Per chi non conosce lo stile di Rino, i testi sono molto peculiari, con delle rime che sembrano le prime parole ad essere venute fuori: “Gianna non credeva a canzoni o UFO / Gianna aveva un fiuto eccezionale per il tartufo”. Ma a sentirle meglio, le parole sono spesso usate per ridere, ma ancora più spesso per comunicare il suo pensiero. Una gioia.
Quello che grida vendetta al cospetto di Dio, e spero verrà severamente punito, è iniziare il disco con un “Molella Remix” di Ma il cielo è sempre più blu”. Non ho nulla di principio contro i remix, l’anno scorso avevo apprezzato Gino il Pollo che rifaceva Nuntereggae più. Ma questo unza-unza che mi sono trovato è una vera e propria schifezza, e non c’entra un tubo con lo stile musicale di Rino. E così manca anche la prima parte della canzone… Ma cosa importa, poi?