Sono rientrato per la prima volta nella mensa di Rozzano, dopo la conversione in sala stampa dovuta alle assemblee di MTP.
Non ho parole. Scelta dei piatti ancora ridotta rispetto al solito, inesistenza di qualunque accessorio, dalle brocche d’acqua agli spicchi di limone, o se per quello alla frutta. Il gusto del cibo era tale da fare rimpiangere gli OMG.
Fortuna che a Anna piace cucinare!
dopo il ponte
In questi giorni Milano era insolitamente vuota, per quello che sono riuscito a vedere. Già riuscire a entrare di sabato pomeriggio all’Ikea non era una cosa banale, e anche lo Strehler non era poi così pieno come al solito. Il ponte aveva mietuto le sue vittime… gli altri, intendo.
Ma ogni bel gioco dura poco. Sto scrivendo sul palmare, mentre sono bloccato sul bus AMP che cerca di immettersi nello svincolo autostradale di Assago. Statisticamente la media torna.
Dai giornali di oggi
Un ingenuo poteva pensare che i quotidiani gratuiti, visto che non sono usciti per tre giorni di fila causa ponte, oggi sarebbero stati pieni di notizie “serie” e non avrebbero avuto bisogno di inserire i cosiddetti “riempitivi”. Sbagliato. E’ chiaro che l’impaginazione di questi giornali è studiata rigorosamente, pertanto quel tipo di notizie ci sta eccome! Anzi, proprio perché ci sono stati tre giorni di vuoto è possibile scegliere le più succose.
Oggi è stato Metro ad aggiudicarsi il record. La sua pagina 15 è stata semplicemente fantastica. Tralasciamo la sintassi fito-high-tech: “Un’azienda americana ha messo a punto un telefonino grande come un chicco di riso molto più potente degli attuali”. Vai con SuperParboiled! E stendiamo un velo zuccheroso sulla ricerca della Royal Society of Chemistry di Londra, che vuole verificare se bevendo per un mese idromele si ottengono risultati afrodisiaci: gli inglesi potrebbero averne bisogno.
Ma la scoperta fatta dalla fondazione Santa Lucia, che ha usato la “risonanza magnetica <b<funzionale per scoprire che il cervello dei sommelier reagisce alla degustazione in maniera diversa dai comuni bevitori, meriterebbe la prima pagina di riviste altisonanti quali Cucina mediterranea.
Il clou si raggiunge con la scoperta di tal George Preti del Monell Chemical Senses Center di Filadelfia, che ci segnala che le donne sono talmente sensibili alla sudorazione maschile da arrivare a cambiamenti nei ritmi del proprio ciclo mestruale. Se i maschietti che leggono queste notiziole si fossero chiesti come mai proprio quando avrebbero più voglia la loro compagna si schermisse, potranno finalmente stare tranquilli: non sono loro ad avere dimenticato il calendario di lei, ma questo ad essersi adattato.
Piove
Trenitalia mi scrive
Ricordate il mio viaggio in treno con fermata misteriosa? Avevo inviato il commento anche a Trenitalia, e sabato il Responsabile regionale mi ha risposto, come del resto è scritto nella Carta dei Servizi.
Peccato che a parte tutte le solite storie sulla difficoltà di raggiungerre gli standard e sugli sforzi che stanno facendo, la risposta all’unica domanda che mi interessava – perchè il treno ha fatto quasi tre quarti d’ora di ritardo e nessuno ci ha spiegato il perchè? – è stata “il treno 2024 ha riportato un ritardo di 42 minuti a causa di problemi legati alla circolazione”. Sì, aveva le vene varicose! Questa non è una risposta, visto poi che non c’erano tutti quei treni che passavano nell’altro senso e che potevano far pensare a un binario unico. Ma questo è quanto passa il convento.
Cantina
La domenica mattina è stata passata a mettere a posto la cantina, che era stata usata come ripostiglio. Avevamo a disposizione un armadio e delle scaffalature Ikea che avevamo smontato dalla casa di via Taramelli. Miracolo: siamo riusciti a rimontarli per la seconda volta, primato almeno provinciale secondo le classifiche Ikea. Se per gli scaffali, a parte il legno un po’ imbarcato, non ci sono stati soverchi problemi, l’armadio richiedeva una certa perizia: infatti è solo un paio di centimetri più basso del soffitto della cantina, quindi l’abbiamo dovuto rimontare già in verticale, utilizzando tecniche specialistiche per posizionare il foglio di cartone dietro. Ma la volontà vince su tutto!
Moni Ovadia – il banchiere errante (teatro)
La mia nuova non-recensione teatrale tratta dello spettacolo che abbiamo visto sabato al Piccolo. A dire il vero abbiamo rischiato di non vederlo: siamo usciti di casa alle sette passate, perso la metro gialla, aspettato il giusto la verde… che poi non ne voleva sapere di chiudere le porte, tranne naturalmente alla fermata d’arrivo. Ad ogni modo siamo arrivati due minuti dopo l’inizio teorico, ma fortunatamente ci sono stati ancora un paio di minuti prima dell’inizio.
Non avendo mai visto uno spettacolo di Moni – ah, ho scoperto che è un diminutivo di Salomone – quindi non posso valutarla in relazione alle altre sue opere. Posso dire che c’è tutta una parte di canzoni fatte da un sestetto in stile banda, ma con un piano nascosto da qualche parte: sarebbe stato simpatico avere avuto il testo, visto che la prima era in inglese, e molte altre erano in tedesco (forse qualcuna in yiddish? ad ogni modo il risultato è stato identico). C’era uno che rappresentava il capitalista e parlava in quello che mi pareva un grammelot e poi alla fine è virato in russo, c’era la “moglie ambigua”, a detta delle note di copertina, e infine il Moni, con i suoi witze divertenti e le sue riflessioni serie, che per me erano ancora più interessanti.
Uno spettacolo indubbiamente valido, non c’è xhe dire: basta pensare che le due ore sono passate via filate. Alla fine… di corsa a recuperare una copia delle chiavi, visto che le avevamo lasciate entrambi a casa! Stavano finendo di tinteggiare la scala, e quindi non abbiamo chiuso noi la porta…