Da Dilbert di oggi.
“Il principio di indeterminazione dei progetti afferma che è impossibile avere contemporaneamente una descrizione precisa del progetto e il suo costo”.
Tribunale Internazionale
Se avessi deciso di scrivere sugli americani che non vogliono ratificare il Tribunale Internazionale per paura che il resto del mondo inizi a citarli in giudizio – tanto per restare in piccolo, ricordate il Cermis? – questo sarebbe un pippone. Ma la cosa è diversa.
Sono mesi che in Liberia c’è una guerra civile, che ha ridotto in condizioni davvero disperate gli abitanti di Libreville. Gli americani dicono che non hanno nessuna intenzione di inviare le proprie truppe, se prima i paesi africani vicini non si decidono a mandare dei loro contingenti; ma questi chiedono che il presidente Taylor se ne vada prima in esilio, cosa che non sembra avere alcuna voglia di fare.
D’altra parte, lo si può umanamente capire: è già stato detto che se viene preso, verrà processato per crimini contro l’umanità. Chi glielo fa fare a rischiare?
Quello che mi sto chiedendo è insomma se l’assunto alla base del Tribunale Internazionale è davvero utile. È un conto cinico tra il voler punire qualcuno per le morti che ha seminato, e il rischio che queste aumentino ancora di più, e non so davvero quale sia la risposta migliore.
tutti presenti?
Ieri sera sono arrivato da Torino verso le 20:15, e sono andato all’Esselunga a fare spesa. C’era molta più gente di un lunedì sera qualunque.
Vero, magari molti avevano fatto il weekend fuori e quindi dovevano passare a fare spesa: altri magari hanno rimandato la visita al supermercato a quando avrebbe fatto meno caldo – bah, c’erano ancora 35 gradi a dire il vero. Però dire che sono andati via tutti mi sembra molto esagerato. Diciamo che perlomeno si riesce a viaggiare un po’ meglio, anche se stamani il bus della Stie era come sempre in doppia fila in via Paleocapa.
come fare politica
La vignetta di Doonesbury di ieri, che si può vedere qui
Per chi preferisce i dialoghi in italiano:
Bugie. Ora…
(Bush: “Saddam ha tentato di acquistare uranio in Africa!” – “Ha stretti legami con Al Qaeda!” “Non permette le visite degli ispettori!”)
…e prima.
(“Senatore Gore, è stato lei a ispirare «Love Story»?” “Più o meno”)
Meglio di un commento politico – anche perché è molto più breve!
Rischio!
Una gita al catasto
Antefatto: devo scoprire come mai i due box indicati a mio nome nelle dichiarazioni ICI (e in quelli delle tasse, se per questo) risultano essere posseduti dai condomini del quarto piano. Oggi prendo un giorno di ferie, e vado al catasto a scoprire cosa è successo.
Primo intoppo: il commercialista di mia mamma mi aveva detto che il catasto è in corso Vinzaglio 10: pedalo trullo trullo e scopro che lì in realtà c’è… la questura. Ma io non mi lascio intimorire, uso l’algoritmo “cerca nei dintorni di”, scopro che all’8 c’è l’Agenzia delle Entrate che ha un’aria interessante, anche se nell’elenco di uffici non trovo scritto “catasto”. Ma entrato scopro un cartello che mi manda al secondo piano passando dal cortile.
Salgo, e mi trovo tanti uffici, tanti faldoni, e un posto dove si paga. Bene, mi accodo lì, chiedo chi è l’ultimo, e mi fanno “ah, ma deve prendere il numerino giù di là oltre l’angolo”. Giro l’angolo (a dire il vero c’ero già passato), non vedo nulla, proseguo per altri uffici chiaramente interni, ritorno indietro, trovo qualche cartello che poi si perde nel nulla, chiedo a un impiegato che non sa un tubo, e alla fine scopro che al fondo del bancone una tipa consegna il bel fogliettino con il numero. Come ho già detto, il mio panettiere a Milano ha i distributori automatici…
Finalmente riesco a pagare i cinqueeuroesedici giusti perché non c’è il resto (nemmeno banconote da 5, non parlo dei centesimi) e mi mandano al pian terreno dove ci sono le planimetrie. Scendo: mi chiedono se sono io il proprietario, come faccio a dimostrarlo (ho per fortuna dietro l’atto notarile), non guardano praticamente la ricevuta di pagamento e mi fanno vedere al terminale un disegno assolutamente irriconoscibile per me, anche se la disposizione è corretta: io che pensavo di avere almeno gli angoli della via… Mi spiegano che per avere una copia ufficiale devo pagare 24 euro e rotti cadauno, e che forse è meglio riuscire ad essere certi.
Torno a casa e telefono a mia madre per sapere se sa dove stanno gli atti vecchi: lei mi fa “mah… forse nell’ultimo cassetto…” e in effetti trovo l’atto di acquisto originale dove non c’è il numero di catasto (sarebbe stato troppo semplice…) perché non era ancora stato accatastato. In compenso c’è la piantina. Vado su dai vicini, gli chiedo se per caso hanno degli atti al riguardo, e mi dicono “mah… dobbiamo cercarli…” Mi spiegano che loro hanno due box, e all’improvviso riesco a inquadrare la mappa: effettivamente sono quelli indicati nel disegno.
Saluto, e torno in catasto per chiedere una visura direttamente sul foglio. Arrivo, e mi danno un fogliettino rosa invece che azzurro (mah, sarà perché hanno cambiato numero…) Chiedo se devo sempre pagare su e la tipa mi risponde di sì. Vado a pagare e mi dicono “no, per questo si paga giù alle planimetrie”. Scendo, trovo uno sportello e un tipo che probabilmente sta lì tutti i giorni, tanto che chiama per nome l’impiegato. Soprattutto, ha un pacco di richieste che non finisce più. Mi sincero che sia il posto giusto per pagare, mi dicono di sì, ma che avrei anche potuto pagare sopra, e dopo una decina di minuti il tipo fa “guardi che le conviene salire a pagare”. Torno su, cambio sportello, finalmente pago i cinqueeuroesedici giusti perché non c’è il resto, scendo, e torno all’ufficio planimetrie.
Il tipo di prima mi fa “guardi che tanto questo non serve a nulla, perché se l’errore è del notaio sarà sui a tornare!” al che io gli rispondo “adesso che ho pagato, almeno voglio sapere cosa è successo”. I fogli cartacei non ci sono, ma in realtà è possibile vedere tutto il corrispondente logico del foglio/numero; riesco a capire che sicuramente il numero è sbagliato, visto che il piano piloty della mia casa deve avere lo stesso numero della mia casa, ma purtroppo i sottonumeri 5 e 6 corrispondono ad alloggi, e i numeri che corrispondono a categoria C/6 sembrano venduti ad altri. Insomma, un casino enorme, e a questo punto occorrerà ribeccare il notaio: il suo atto è sicuramente sbagliato.
Ma a parte la disavventura mia, vi rendete conto che il tanto strombazzato Catasto Informatizzato funziona ancora esattamente come nell’800, con l’unica differenza che le piantine le guardi a video? cominciate a capire come sia possibile evadere le tasse?
Ferie. Davvero?
Sono arrivato a Torino nel pomeriggio e mi sono accorto che non potevo di nuovo entrare nei box sotto perché stavolta ad essere rifatta toccava alla rampa (eccheppalle!), ma soprattutto che ovviamente il mio frigo era desolantemente vuoto. Vabbé, dico, oggi c’è l’apertua straordinaria del Carrefour di Grugliasco, basta andare là e fare quel minimo di spesa.
Fortunatamente, decido di lasciare l’auto parcheggiata e recuperare la bici. Come sono arrivato, ho visto il parcheggio selvaggio delle grandi occasioni: fortuna che è il 3 agosto e sono partiti tutti.
Ma il peggio aveva ancora da arrivare: io speravo che le simpatiche famigliole si limitassero a passeggiare per gli ampi corridoi, godendosi l’aria condizionata a palla. Macché. Tutti dentro l’ipermercato a fare non so ben quali acquisti, tutti appiccicati l’un l’altro che non si poteva passare, e soprattutto assorti in chissà quali profondissimi pensieri, altro che immaginare che magari qualcuno voleva anche muoversi…
Dulcis un fundo, ho scoperto di avere legato benissimo la catena della bici al palo, ma non alla bici. Non se n’é accorto nessuno, il caldo rovina tutti.
cultura umanistica e scientifica
Ieri in prima pagina c’era una lettera del ministro Stanca che difendeva l’ingegner Castelli, insinuando che i frizzi e lazzi contro il suo essere ingegnere rivelino in realtà una mai sopita volontà di “restaurare una sorta di gerarchia tra preparazione umanistica di serie A e preparazione scientifica di rango inferiore”.
A mio immodesto parere (da matematico…) il problema è leggermente diverso. Che in Italia gli umanisti siano in massima parte convinti che la loro sia l’unica vera Cultura, e quindi si glorino di non sapere nulla di scientifico è una triste verità. D’altra parte, ci sono troppi “scientisti” convinti dell’opposto, e ci sono ancora più persone che non vogliono sapere nulla né di scienza né di umanismo.
Però, vivaddio, la carriera politica ad alto livello comprende una quantità incredibile di laureati in giurisprudenza. Possibile che per il ministero della Giustizia, che è il più “giuridico” di tutti, si sia dovuto pigliare un ministro che per sua stessa ammissione non ne sa nulla? Non sarebbe stato un guaio se avesse imparato le cose per conto suo, ma questo non è stato…