Non è vero che Forza Italia ce l’abbia con i giudici: aveva anche proposto un emendamento per estendere l’indennità di missione anche ai magistrati di Cassazione residenti a Roma. L’emendamento non è passato, anche perché ad esempio tutta AN ha votato contro, ma è interessante leggere i commenti. Non il lungo applauso del centrosinistra, che si vede non avere nessuna speranza. Ma sentire l’italoforzuto Luigi Vitali motivare l’emendamento dicendo che il Parlamento in Finanziaria aveva già commesso un errore prevedendo l’indennità per i magistrati di Cassazione fuori sede, e continuare candidamente dicendo che “l’esperienza ci insegna che una volta concesso un beneficio è più facile allargarlo ad altri che a toglierlo”… beh, sono quasi commosso.
Come nota di colore, riporto il pensiero dell’ingegner Castelli: “Questo emendamento rappresentava un tentativo di dialogo tra governo e maggioranza”. Governo e maggioranza. Sì. Comincio a capire perché il Cav dica di non poter governare.
Nuove frontiere mediche
Silvio Berlusconi sul Corsera di oggi a proposito del cancro: “E proprio per il fatto che sono stato male, sono sensibile a questi problemi e posso anticipare che la ricerca italiana in questo campo stupirà con una scoperta straordinaria… l’azienda dei miei figli, la Fininvest, sta facendo importanti investimenti nel settore farmaceutico”.
Aggiornamenti a singhiozzo
un alfabeto per ricordare
Ieri era la Giornata della Memoria. Io odio queste ricorrenze. Mi hanno sempre dato l’idea di una maniera per tacitarsi la coscienza e fregarsene per i successivi trecentosessantaquattro giorni; quest’anno, uno in più.
Ecco perché ho aspettato oggi per invitarvi a leggere l’Alfabeto di Auschwitz, tradotto magnificamente dalla mia amica Isa. Per non ricordare solo una volta l’anno.
Non c’è limite al peggio
Ho ceduto. I trasporti si sono beccati una categoria tutta loro. Non è possibile che ce ne sia sempre una.
Prendiamo oggi, per esempio. Taxi prenotato per le 6:45 che è già sotto casa cinque minuti prima – ma c’ero anch’io! – e con 5 euro e 70 di tassametro, pari a sette minuti di percorso. La metà di quanto a quell’ora ci si mette ad andare a Linate. Però garantisco che con le nuove licenze non ci saranno problemi di tassisti che non conoscono la città. Già quello di oggi decide di arrivare su viale Lunigiana con un giro dell’oca e scopre che su viale Gioia uno è costretto a entrare nel controviale dall’altro lato… oppure svoltare contromano.
Arrivo in aeroporto, faccio il checkin in cinquanta secondi, ci metto un po’ di più al metal detector che adesso hanno deciso di tarare in modo tale da far suonare il bottone metallico dei miei jeans… e cominciano i guai. Il mio volo è indicato con mezz’ora di ritardo. Controllo il biglietto, e non c’era indicato nulla, come se la modifica fosse stata istantanea. Aereo in ritardo? No. I voli Alitalia delle 7, 7:15, 7:30 e il mio delle 7.45 sono tutti spostati di un quarto d’ora. Quello delle 8 al momento è stabile, mentre quello delle 8:30 ha solo 15 minuti di ritardo, ma giusto perché quello delle 8:15 è stato cancellato. Nebbia? guardo fuori, ce n’è un po’, ma robetta. Fin qua quasi tutto normale. Peccato però che ieri mattina la segretaria mi ha detto che mi aveva prenotato il volo delle 8:15 perché quello delle 8 era pieno, e io le avessi chiesto piuttosto di anticiparlo. O che forse abbiano deciso in anticipo di compattare i voli? Boh. In compenso hanno annunciato che il volo AirOne ritarderà di un’ora, mi devo sentire fortunato.
Ore 7:50: come non detto. Il tabellone al gate si spegne improvvisamente. Vado al monitor, e vedo che il mio volo è adesso indicato come “cancellato”. Ritorno al gate, dovo l’assistente cade dalle nuvole, prova a telefonare e trova occupato. Alla fine, mentre il volo AirOne annuncia un ritardo di due ore, conferma che dovremmo tutti essere spostati sul volo delle 8 che ha mezz’ora di ritardo. Parte una transumanza verso il gate 13, dove naturalmente non c’è nessuno. A questo punto abbranco il primo tipo Alitalia davanti a un monitor, che dopo un attacco non esattamente soft mi spiega finalmente che sta succedendo. A Fiumicino c’è vento molto forte (maestrale, mi comunica poi Eugenio da Roma) e quindi l’aeroporto funziona a ritmo ridotto, con un’unica pista trasversale per decolli e atterraggi. Oltre a questi ritardi che non fanno dare l’ok, si aggiunge il fatto che i velivoli di queste ore sono di stanza a Roma, e quindi se non arrivano non si parte. I nostri posti? Ammesso che il volo parta, siamo in “free seats”. Leggi: le assegnazioni sono saltate – giusto perché avevo il posto preassegnato, ne sono certo – e occorre prendersi un sedile con le unghie e coi denti.
Ore 8:25: adesso il nostro volo è schedulato per le 9.
Ore 9: il volo potrebbe partire alle 9:30.
Ore 9:20: il volo viene imbarcato. Ero finito in uno stato semiipnotico, tanto che sono riuscito a perdere la custodia del mio palmare. Che palle.
Ore 9:40: mi sono seduto in fila 2. Il pilota dice che ha lo slot di partenza alle 10:12.
Ore 9:55: Si contano i posti vuoti. Devono essere 11 oppure 12?
Ore 10:12: decolliamo. Nessuna scusa per il ritardo, né comunicazioni durante il volo. Anzi, hanno tagliato tutto il tagliabile, probabilmente per evitare risse all’interno.
Ore 10:58: atterriamo. No, niente finger, siamo pazzi?
Diario neozelandese
È stata dura. Ma ce l’ho fatta. I miei tre fan che si lamentavano per l’opera che si interrompeva a metà possono finalmente respirare. Ho infatti terminato di mettere in linea il racconto del del viaggio di nozze di Anna e mio in Nuova Zelanda. Mancano ancora le foto, che dovrei riuscire a mettere su nel weekend; e mancano le foto del matrimonio, per le quali devo lavorare di scanner. Ma basta aspettare un poco!
Ah, le auto!
Forbes dedica un articolo sulle “auto peggiori di ogni tempo”. Occhei, sono americani, e quindi occorre leggere tra le righe: in realtà si parla delle “peggiori auto vendute negli USA dal 1950 in poi”. Bene, tra le concorrenti c’è anche la Fiat Strada, che poi sarebbe la Ritmo: solo che negli States “Ritmo” era il nome di un preservativo, quindi doveva essere giocoforza cambiato. O forse no, visto che ne hanno comunque sparlato… lo sapevate che FIAT era letto come “Fix It Again, Tony”?
A parte il tocco di perfidia nel mostrare una foto “courtesy Fiat”, penso sia istruttivo leggere il commento dell’articolista, che riprendo qua.
«Per la sua subcompact Strada, la Fiat ha iniziato a spedire bollettini di servizio – istruzioni che i fabbricanti d’auto inviano ai venditori riguardo ai problemi ricorrenti – prima ancora che il veicolo fosse venduto. Cause legali a causa della ruggine – e doveva essere della ruggine ben seria – hanno aiutato l’uscita della Fiat dal mercato statunitense, e la Strada ha contribuito in maniera particolare. Il suo pianale, le sospensioni, gli assali e il motore avevano problemi di ruggine, giusto per indicarne un po’. Non che valesse la pena di salvare i motori: la “gamma” della Strada partiva da 60 HP per raggiungere addirittura i 75.»
Detto ciò, è interessante notare come nel sondaggio on line la Strada sia almeno in questo momento nelle ultime posizioni. Non credo sia un caso: semplicemente nessuno aveva avuto la sfortuna di vederne una…
Ma che freddo fa
Il lunedì qui in ufficio la gente oramai arriva vestita più pesante, perché sa che dopo due giorni senza riscaldamento la temperatura è scesa parecchio.
Ma oggi è martedì: eppure quando sono arrivato ho trovato i colleghi con giaccone e guanti. Ammetto che persino io sono in questo momento col golfino, e notate che sono arrivato coi mezzi lasciando il giaccone aperto.
Quello che mi fa specie è che il termometro che mi hanno piazzato per verificare la temperatura è semplicemente sceso da 22 a 20 gradi. Oserei dire che non è ben tarato.