mi è arrivato l’aggiornamento delle notizie sulla costruenda metropolitana torinese. Sì, non riesco a staccarmi dalla mia città natia, anche queste cose servono a mantenere un contatto.
Oggi il sito propone una serie di disegni per le fiancate delle vetture, proposti da Pininfarina, e un sondaggio che durerà tutta la settimana per scegliere la soluzione preferita.
Passi che le possibilità sembrano scelte apposta per far vincere la skyline torinese, con le montagne e la Mole: ma anche mettere quel disegno come valore di default mi sembra francamente esagerato.
Il tempo a Radio Pop
GR di stamattina alle 7:30 (e delle 8, in mezz’ora non cambia nulla). Previsioni del tempo. “Molto nuvoloso o coperto in tutta la penisola, con possibilità di piogge al nord”.
Ora, non so se gli studi della radio siano sottoterra. Ma posso assicurare che da via Ollearo a casa mia ci sono sì e no tre chilometri in linea d’aria, e stamattina non c’era una nuvola in cielo.
Dire che ultimamente avevo perso l’abitudine di ascoltare la radio e fare esattamente l’opposto di quanto da loro consigliato: mi era infatti parso che avessero cambiato pusher meteorologico. A quanto pare, le vecchie abitudini non muoiono.
castello di Lardirago
Essendochè oggi c’è la giornata del FAI, abbiamo deciso di andare a vedere uno dei monumenti aperti solo oggi, e per la precisione il castello di Lardirago, vicino a Pavia. Così oggi pomeriggio io, Anna e i suoi ci siamo messi in macchina e ci siamo lanciati per la bassa pavese.
Il navigatore ci ha sicuramente aiutato a non perderci, ma non ci aveva preavvisato dei nomi dei paesini nel percorso, assolutamente esilaranti: non parlo di Vidigulfo, che è un bellissimo nome longobardo, ma piuttosto delle località Grugnetto e Grugnettino… Io devo comunque tacere, visto che continuo a chiamare il paese “Langhirano” pensando evidentemente al prosciutto.
Arrivati al paese, non abbiamo ovviamente avuto problemi nello scoprire dove stava il castello, che svettava tranquillo e beato. C’è una diatriba irrisolta tra me e Anna: il castello sorge sopra l’unico cocuzzolo in un raggio di dieci chilometri. Forse sono cinque metri di altezza, volete mettere? E’ chiaro che il castello è stato fatto là perché il cocuzzolo era là, ma io affermo che per caso lì c’era un po’ di terra in più, mentre la mia gentil consorte ritiene che ce l’abbiano portata loro la terra: al limite c’era qualche campo neolitico e i medievali hanno semplicemente alzato un po’ il cumulo che c’era. Se qualcuno tra i miei lettori ha la soluzione del quesito, me lo comunichi.
Abbiamo anche visto una coda di gente che non finiva più, anche se il tipo del FAI garantiva – ed effettivamente è stato così – che in mezz’ora saremmo riusciti ad entrare. Dopo questa simpatica attesa siamo così arrivati nella parte compresa tra i due edifici che formano il castello, dove ci siamo comprati due t-shirt marchiate FAI (10 euro cadauna) e finalmente siamo entrati nel castello vero e proprio, con le “aspiranti ciceroni”, due ragazzine della locale scuola media, che ci hanno raccontato i risultati della loro ricerca. Ad essere sincero, ho preferito i disegni che hanno fatto, che purtroppo rimanevano un po’ negletti, senza nessuno che li segnalasse.
La gentile signorina che ci ha fatto da guida era carina, ma aveva un piccolo problema di base: spiegava le cose come a un seminario di storia dell’arte. Tutti voi potete immaginare cosa sia una monofora multilobata, vero? Ecco. Magari ci si può arrivare, se si ha studiato: ma non mi pare esattamente questo lo scopo delle giornate FAI.
Ad ogni modo, il castello è molto bello, anche se prima che riusciranno a finire i lavori di ristrutturazione – tra l’altro strutturale, quindi anche necessari – ce ne vorrà di tempo. I vari rimaneggiamenti, con archi murati o tagliati per fare nuove finestre, danno un’aria favolosa al complesso. Anche il passaggio elicoidale interno, che non è una scala perché è stato studiato in modo da far salire le bestie da soma, è molto carino. Gli affreschi che sono rimasti, invece, non ci hanno detto molto: nulla di eccezionale, insomma.
Il più grosso peccato è che il castello non sarà comunque visitabile nemmeno quando restaurato. I proprietari, il collegio Ghislieri di Pavia, ne faranno infatti un “centro di eccellenza per tenere master”, o almeno è quello che ci hanno detto.
Harry Potter in greco antico
A quanto afferma Repubblica, dopo la traduzione di Harry Potter e la pietra filosofale in latino apparsa l’anno scorso, Bloomsbury a luglio pubblicherà una versione in greco antico, che tanto non possono nemmeno darla ai poveri ginnasiali perché saprebbero dove trovarsi la traduzione.
Ma non è tutto: a parte il gaelico, sembra stiano preparando traduzioni in sanscrito, in sumero, nel linguaggio dei gesti (utilissimo per i sordi analfabeti, immagino) e in codice Morse, incuranti del fatto che non è nemmeno più obbligatorio conoscerlo per i radioamatori.
Quello che mi preoccupa è checi sarà gente che li comprerà…
Inquinamento
In questi giorni di alta pressione e caldo impossibile, gli inquinanti nell’aria sono subito schizzati bene al di sopra della soglia di attenzione. Non che ci fossero dubbi: basta camminare per sentirsi soffocare, e non precisamente per il caldo.
Il guaio è che il famigerato piano antiinquinamento preparato quest’inverno – auto non catalitiche che non possono circolare nei giorni feriali, un paio di domeniche superstiti senz’auto sempre che non ci sia qualche commerciante che piange – secondo il Pirellone è stato più che sufficiente, avendo tolto 100 tonnellate di inquinanti; quindi non viene nemmeno in mente di potere fare dei blocchi ulteriori della circolazione, oppure dei giorni a targhe alterne. Insomma, siamo alle solite, con battibecchi tra maggioranza e opposizione.
Peccato che in questo caso, come dicevo, si respira davvero male: ma temo che a Milano questo sia un optional.
Stefano Bartezzaghi alla Feltrinelli
Mercoledì 24, alle 18:30, l’ottimo Stefano presenterà il suo ultimo libro, Incontri con la sfinge, tratto dalle Lectiones Magistrales tenute l’anno scorso a Bologna.
(No, si dice “le Lectio Magistralis”, solo che mi suona strano…)
Autentici Vasi Cinesi
Ho visto in edicola in metro la dispensa di questa enciclopedia. Meglio, ho visto il vaso allegato e poi la dispensa. Devo anche ammettere che ero mezzo addormentato, e ho letto “Antichi vasi cinesi” che era più divertente…
Mah, comprarsi una serie di vasi in comode dispense quindicinali non mi pare una cosa così interessante, ma potrei essere in minoranza.
o che c'hai un numero da darmi?
Tutti i calcolatori hanno quello che viene pomposamente chiamato “generatore di numeri casuali”, che però in realtà tira fuori i numeri secondo una successione ben stabilita, e quindi potrebbe ogni tanto dare dei problemi.
Bene. Volevate numeri davvero casuali? L’università di Ginevra, in collaborazione con id Quantique, ha messo in rete un generatore quantistico di numeri casuali, qualunque cosa significhi avere “fotoni inviati a uno a uno verso uno specchio semitrasparente. L’evento esclusivo riflessione/ trasmissione è associato ai bit 0/1”.